ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

martedì 17 gennaio 2012

SETTEMBRE 2010

giovedì, settembre 30, 2010
 
Eh, le escort.... postato da carnesalli | 15:22 | commenti (1)
 

Fonte: Metilparaben  
Provate a dare un'occhiata ad alcuni passaggi del discorso di Berlusconi alla Camera avendo cura di cliccare sui link che vi propongo. Dopodiché, fate un po' voi.
Nessuno ha combattuto la mafia come noi.
Saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno nei prossimi anni con investimenti per circa 21 miliardi di euro pari al 40% di quelli totali, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento della Salerno-Reggio Calabria.
Non vi può essere né autentica democrazia né buon governo se il Parlamento non è libero e forte.
La centralità della persona e la difesa dei valori della vita rappresentano un fondamentale asse di orientamento dell’azione di governo.
L'Italia finalmente svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale.
Il federalismo fiscale non prevede la divaricazione tra Sud e Nord.
In giro vedo e sento troppo odio e la storia ha insegnato che spesso l'odio ha armato le mani delle persone. Tutti dovremmo esserne consapevoli e preoccupati.
La mia stessa indole personale mi porta a cercare l'intesa.
Abbiamo evitato i licenziamenti di massa e tutelato i lavoratori maggiormente colpiti.
Il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza.
 postato da carnesalli | 09:17 | commenti (1)

mercoledì, settembre 29, 2010
 
I Sette con Tebe
A me viene un po' da ridere, pensando ai Sette che non si schierano contro Tebe, ma con: ma non erano quelli con cui costruire la grande alleanza democratica?
L'Unità oggi riporta i loro nomi. Vediamoli, questi esponenti del centro con cui magari allearsi, a meno che ovviamente non si facciano comprare (tra virgolette ma anche senza).
Massimo Calearo (a cui Tabacci dà del voltagabbana, come se l'Api fosse un gruppo emerso dal voto dei cittadini...). Eletto con i voti del Pd, uscitone con Rutelli, ora Veltroni cerca di farlo rientrare (nell'Api?).
Giuseppe Drago. Presidente della Regione Sicilia più di dieci anni fa, condannato a tre anni e mezzo per peculato.
Calogero Mannino. Pare stia cercando una collocazione (in Parlamento o dove si può) per i figli. Ecco come funziona il ricambio generazionale.
Saverio Romano. Udc. Già indagato per mafia.
Giuseppe Ruvolo. Udc. L'uomo che aveva indagato su se stesso, dalla Commissione Antimafia alla Provincia di Agrigento, di cui era vicepresidente.
Bruno Cesario. Dal Pd all'Api. Deputato dal 2006, spiega: "Non devo l'elezione al Pd ma a padre Pio". Miracoloso.
Michele Pisacane. Ha rotto con l'Udc perché la moglie non è stata nominata assessore in Campania (regione nella quale l'Udc governa già con B).
P.S.: pare che Polinice, per rimanere in tema, dopo un'estate in cui sono volati stracci, cognati e cucine, voterà la fiducia a Eteocle. Avanti così, fino allo squallore.
postato da carnesalli | 12:31 | commenti
 
Chi di Lega ferisce...


postato da carnesalli | 09:01 | commenti

martedì, settembre 28, 2010
 
Ultimi giorni di Pompei
(dal sito de La Repubblica)
PS che avesse avuto ragione Lombroso)?

Ecco il contratto della compravendita
Peones ingaggiati con 10mila euro
Nel 2008 due ex leghisti premiati dal Pdl per le trame anti-Prodi: Pottino e Gabana non furono rieletti, ma in compenso ottennero uno stipendio mensile. Il ministro Elio Vito fu determinante nell'opera di convincimento 
Marco Pottino
ROMA - A proposito di calciomercato. Non c'è solo l'acquisto plateale e smaccato del deputato in carica, alla vigilia di un voto decisivo. Ci sono accordi e garanzie, sistemi e metodi tali da assicurare il presente e anche il futuro della pedina che si rende disponibile. Non necessariamente un seggio, magari un contratto ad personam. Con soldi sonanti. Tanti. Un tot al mese. Poco meno di quanti la pedina ne avrebbe guadagnati da parlamentare in carica. Di un paio di quei contratti Repubblica adesso è venuta in possesso.
Qual è il metodo? Quale il sistema? Come funziona il mercato da Transatlantico nel reame di Silvio Berlusconi, laddove tutto ha un prezzo, tutto una ricompensa? Lo ricostruiamo attraverso la storia di due oscuri peones, ligi ex onorevoli del Nord-Est. Transitati dalla Lega al gruppo misto nella passata legislatura, alla fine del 2006, nel pieno del biennio ballerino del governo Prodi. Quando ogni singolo senatore diventa determinante per la tenuta dell'esecutivo e in tanti vengono contesi, corteggiati, lusingati. In qualche caso forse convinti con ragioni a cinque zeri. Dopo aver rotto con la Lega in Friuli per beghe locali, Marco Pottino, allora deputato, classe '74, e Albertino Gabana, allora senatore, classe '54 (entrambi di Pordenone) dopo un anno di navigazione a vista nel gruppo misto, vengono "convertiti" a fine 2007 al credo berlusconiano. Per essere acquisiti infine al gruppo forzista. Sono le settimane in cui l'esecutivo del Professore già vacilla. E il senatore Gabana in più di un'occasione vota con quella maggioranza, in un Palazzo Madama trasformato ormai in una casbah. Poco influente Pottino a Montecitorio, ma strategico Gabana per tentare la spallata. I due però camminano insieme. Inseparabili. I messi del Cavaliere sanno che il "pacchetto" va acquisito in tandem. Entrambi vengono avvicinati, lusingati, compiaciuti. Elio Vito, attuale ministro dei Rapporti con il Parlamento - rivela in particolare Pottino nel colloquio telefonico con Repubblica - è il più convincente.
La contropartita? Dentro il Pdl raccontano come in quegli ultimi giorni della Pompei prodiana, Berlusconi chieda all'alleato Bossi il via libera per tentare l'operazione aggancio. E di come la manovra sia stata accordata dal Senatur, a patto che i due "ex" del Carroccio non vengano poi rieletti. Clausola che il Cavaliere, o chi per lui, mette subito in chiaro ai due, nel momento in cui viene prospettato il passaggio e la fittizia candidatura alle successive politiche (poi precipitate da lì a tre mesi). Ma allora che interesse avrebbero avuto i peones ad accettare l'offerta? Transitare per poi perdere il seggio? È qui che scatta la rete di protezione. La garanzia per entrambi, qualora non eletti, di mantenere comunque lo status economico da parlamentare, magari con una consulenza ad hoc.
I fatti. Succede che, alle Politiche del 2008, tanto il giovane Pottino quanto il cinquantenne Gabana vengono candidati insieme alla Camera, lista Pdl, collegio del natio Friuli. Puntualmente non la spuntano: risultano primo e secondo dei non eletti. E accade che nel dicembre 2008, pochi mesi dopo l'inizio della legislatura, entrambi stipulino due distinti "contratti di lavoro a progetto" con il gruppo Pdl di Montecitorio, "in persona del suo presidente, Fabrizio Cicchitto", con tanto di firma in calce. Durata (art. 5 del contratto): a partire dal gennaio 2009 e "fino al termine della XVI legislatura". Compenso (art. 6): "Complessivi 120.516 euro annui al lordo delle ritenute", da corrispondere "in dodici rate di 10.043 euro". Né più né meno che l'indennità sommata alla diaria di cui godono gli onorevoli. Mancano all'appello solo i 4 mila del rimborso spese per portaborse. Bingo! Professionisti da gratificare per i servigi e la dedizione, consulenti meritevoli ("Considerevoli esperienze professionali nell'ambito delle comunicazioni istituzionali" è l'identica motivazione nei due contratti), da impiegare al gruppo. Il tutto, con soldi pubblici, i budget messi a disposizione dalla Camera, quattrini del contribuente.
Ma si dà il caso che a Montecitorio, al gruppo Pdl, di loro non vi sia traccia (se non al libro paga). "Non risultano nei nostri elenchi, è sicuro che lavorino qui?" risponde la segretaria interpellata. "Forse potete provare al partito". Ma la risposta non cambia quando vengono contattati gli uffici di via dell'Umiltà. Repubblica rintraccia Gabana e Pottino al telefono a Pordenone. I due ex leghisti, oggi pidiellini militanti, forniscono nella sostanza la medesima spiegazione. Confermano di avere quel rapporto di consulenza ma negano la compravendita: "Non siamo stati affatto comprati, provenivamo già dal centrodestra". E ammettono di andare poco a Roma: "Ma solo perché è meglio lavorare qui in Friuli, ci dedichiamo alla costruzione del partito. Proveniamo dal Carroccio e chi meglio di noi sa come si lavora sul territorio?".
postato da carnesalli | 09:02 | commenti (1)

giovedì, settembre 23, 2010
 
Il waka waka per mandare via Minzolini (come siamo ridotti...)

postato da carnesalli | 16:05 | commenti (2)

martedì, settembre 21, 2010
 
Buon Compleanno...
Lettera ai giovani
Care ragazze e ragazzi,
l'8 settembre 1943 avevo trentatrè anni ed ero a Torino che è la mia città. Da soli quindici giorni ero uscito da un carcere dove ero entrato a soli ventiquattro anni per ragioni politiche.
Avevo cospirato contro il fascismo che io odiavo fin da quando ero ragazzo: il fascismo aveva tolto ogni libertà agli italiani e li mandava a fare la guerra ad altri popoli, ad uccidere ed anche a morire senza una ragione al mondo.
Che male ci avevano fatto gli abissini, i greci, i francesi, gli inglesi, gli jugoslavi, i russi?
Nessuno, eppure contro di loro il regime fascista aveva dichiarato guerra e per giunta l'aveva perduta, mandando a morire centinaia di migliaia di nostri ragazzi e riducendo l'Italia in rovina.
Il fascismo diceva che faceva questo per la patria ma non era vero: per me e per tanti italiani la patria è l'Italia che collabora con gli altri paesi mondo per il bene di tutti, non è l'Italia che aggredisce gli altri e opprime i suoi figli.
L'8 settembre, quando fu annunciata la fine della guerra contro gli inglesi e gi americani capimmo che i tedeschi sarebbero arrivati in armi per cancellarci, tutto cambiò.
Attorno a me vidi negli occhi di ragazze e ragazzi una nuova volontà di azione, l'impegno per cacciare i tedeschi e fascisti e dare all'Italia una convivenza democratica e una posizione attiva e aperta al mondo.
Quella era la vera patria.
In quel giorno cominciò la resistenza e capii che avevano senso i miei lunghi anni di carcere per la libertà.
Vittorio Foa
postato da carnesalli | 09:11 | commenti (1)

giovedì, settembre 16, 2010
 
 “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”. Citare Dante, lo ammetto, è l’ultima delle risorse ma questa dell’Inferno è troppo appropriata per non essere utilizzata oggi.
 James Walston, Foreign Policy, 15 settembre

Reportage dal titolo esplicito, “The Bordello State”, pubblicato da Fp – Foreign Policy, stimato e quotato magazine di politica internazionale edito a Washington e molto seguito anche attraverso il suo sito. La foto, nel caso sorgessero dubbi, ritrae il nostro premier. La tesi dell'articolo a firma di James Walston è che il premier è in crisi nera. Ma non è quello il dramma. Il dramma sta nella conclusione, per noi amarissima: “Dante è citato spesso (nel servizio) per una buona ragione: lo Stato è precipitato all'Inferno”. E' un “bordello”, grazie anche alle frequentazioni di escort. E chi riprende Dante è uno studioso dell'università di Princeton, l'italiano Maurizio Viroli, nel libro “La libertà dei servi”. Dove scrive: l'Itala è riuscita "nell'esperimento politico di trasformare, senza violenze, una repubblica democratica in una corte intorno a un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine di persone con spirito servile”. Come rimproverava il poeta agli italiani sette secoli fa.
Walston riprende la citazione del bordello dall'Alighieri e da un libro postumo del 2006 Paolo Sylos Labini. E riprende l'analisi e l'appello dell'economista “di un'integrità assoluta” che vedeva il Paese nell'abisso, che voleva difendere le regole del mercato dal potere politico ma dove lo spropositato conflitto d'interessi di Berlusconi si è fatto bellamente beffe di quelle regole.
Dopo di che, mentre l'Italia è stata schiaffeggiata da tempeste interne, oltre che quelle internazionali, “le residenze del primo ministro sono diventate dei bordelli, e non solo metaforicamente”. Le notizie delle escort non sono rimaste entro i confini patrii. Ma l'articolista affonda il coltello sull'ultima estate del premier. “Dalla fine di luglio è mancata una leadership chiara”. Watson ricorda che il premier in agosto ha minacciato le elezioni per mettere nell'angolo Fini e i suoi. Poi, “come i sondaggi hanno mostrato che l'unico vero vincitore in un voto anticipato sarebbe stato Bossi”, e che forse non otteneva una maggioranza al Senato, allora Silvio ha inserito la retromarcia. Così ora parla di altri “tre anni” di governo e di far passare i famosi cinque punti su economia, il Sud, il federalismo fiscale, la sicurezza e la giustizia. E, ricorda l'articolista, questo è il punto più controverso. “Perché garantisce a Berlusconi l'immunità” dai processi penali.
Lo sguardo dall'estero, attacca Walston, non è meno desolante. Il nostro premier, dice, si vanta che la sua politica estera è “l'invidia d'Europa” ma la realtà è diversa. La settimana ha attaccato Fini da un forum internazionale sulla politica globale in Russia, poi ha criticato per “l'ennesima volta” i “giudici comunisti” che gli impedirebbero di governare, poi ha dato un caloroso benvenuto al dittatore libico Gheddafi, infine ha definito Putin e Medvedev “un dono di Dio per la democrazia russa”. Noi in Italia lo sappiamo, il giornalista sembra stupirsi anche se sa. E più imbarazzante di tutte, la notizia del peschereccio mitragliato dalla motovedetta libica donata dal governo.
Intanto i dolori interni si “moltiplicano”. Stando ai sondaggi, Berlusconi è sceso del 4,9% nei favori degli elettori arrivando al 37% e mentre va a caccia di parlamentari il Pdl è calato ancora e sta sotto il 30%.
Il Foreign Policy non dimentica il caso P3, ricorda come l'associazione abbia manovrato nell'ombra e con denaro per cercare di defenestrare Prodi nel 2007. E aggiunge: alcuni indagati parlano come per fuggire da una nave che sta affondando. Ma Berlusconi “è preoccupato della sua sopravvivenza mentre l'Italia è in guai grossi”. Il declino, iniziato quasi 20 anni fa, si è fatto più pesante, il World Economic Forum non vede da noi una ripresa e ci colloca al 48esimo posto nella competitività mondiale, dietro la Lithuania prima del Montenegro. Intanto la disoccupazione giovanile è salita al 29.2% in maggio.
Le rivelazioni, gli scandali sui protagonisti del Pdl o su affaristi, non fanno “colore” giornalistico, stavolta. Piuttosto fanno immaginare a Watson uno scenario perfetto per l'opera verdiana del “Rigoletto” (forse ha visto la recente versione della Rai in tv mandata in mondovisione): trame, intrighi e il gobbo che intona “Cortigiani vil razza dannata”. Perché il dramma autentico, scrive amareggiato Walston, “non che se alcune donne sono entrate in Parlamento passando dalla camera da letto, è che donne e uomini, giornalisti e professionisti, hanno abbandonato la loro volontà di pensare e i loro principi”.
Si può dire che abbiano torto?
Analisi perfetta, che pochi in Italia hanno il coraggio di pubblicare

Solo spigolando le notizie di oggi:

Continua a leggerepostato da carnesalli | 09:31 | commenti (1)

martedì, settembre 14, 2010
 
È fondamentale il diritto dei ragazzi ad avere una scuola ...e quindi, coerentemente, tagliamo i fondi. Non fa una piega.
di Alessandro Capriccioli

dal sito de l'Unità
Non ricordo un anno scolastico che non sia stato accompagnato da una serie di polemiche e proteste.

be', oddio, questo vale succede anche per Miss Italia, ma non è che voglia dire granché...

Rispetto tutti coloro che protestano.

bene, e quindi ascolterà attentamente le loro ragioni, suppongo.

Credo che questo non sia comunque il primo anno che accade.

ah, ecco, diciamo che se non è una novità non ce ne frega niente, un po' come il disco per l'estate...

Voglio sottolineare che quest'anno la scuola mette al centro

il simbolo della Lega? Ah, no, magari quello solo a Adro...

gli studenti e non gli interessi corporativi.

cioè, è una specie di autogestione? Si fanno la scuola da soli senza insegnanti? No, perché eravate voi quelli che ce l'avevate col '68, o sbaglio?

È fondamentale il diritto dei ragazzi ad avere una scuola

con i banchi, le lavagne, i cestini della carta?

di qualità indipendentemente dal loro ceto sociale e dalla regione di appartenenza.

...e quindi, coerentemente, tagliamo i fondi. Non fa una piega.

Per quanto riguarda i precari

ah, ecco, parliamone un attimo...

sono stati

mortificati, umiliati e privati perfino di quel poco che avevano?

siglati gli accordi con le Regioni.
Continua a leggerepostato da carnesalli | 10:08 | commenti

lunedì, settembre 13, 2010
 
 
Straordinario stralunato straquadanio
Dal letto allo scranno
Cinzia Sasso – repubblica.it
Finalmente abbiamo trovato un ideologo all’altezza del compito. Se per ottenere pari opportunità decenni di femminismo non sono serviti; se quella marcia delle donne cominciata nel ‘46 con il voto (la prima volta è stata al referendum monarchia-repubblica) è sembrata tornare indietro, grazie ai lettoni di Putin e dintorni, a passi da gigante; se trent’anni di fatiche sui posti di lavoro hanno appena scalfito il soffitto di cristallo che pesa sulla testa delle donne, non demoralizzatevi. A dare alle donne il posto che meritano ci pensa lui, tale Giorgio Sdracquadanio, non si capisce come, eletto al Parlamento.
Intervistato in tv, ha detto che ognuno, per fare carriera, è giusto che usi il meglio che ha. E che se una donna ritiene di usare il suo corpo, è legittimo che lo faccia. Insomma, andare a letto con qualcuno in cambio di un posto in lista, va bene.
Condivido: ogni donna, come ogni persona, può fare quel che le pare.  Quello che mi fa spaventa non sono le donne; sono gli uomini che in cambio di sesso sono disposti ad aprire le porte di quel loro mondo ancora molto esclusivo. E mi spaventano le regole che quegli uomini sono riusciti ad imporre. La riforma della legge elettorale, quella che può ridare ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti, non può più essere rinviata.
Con questa legge il vero rischio che corriamo non è di avere le escort in parlamento; è di avere gente come questo signor Stracquadanio.
P.S. In serata arriva la notizia che nel mercato delle vacche Berlusconi ha comprato venti nuovi deputati per allargare la maggioranza.
La domanda sorge spontanea: cosa avranno ottenuto in cambio?

postato da carnesalli | 18:00 | commenti

sabato, settembre 11, 2010
 
"un professionista della politica",che vuole "fare la sua aziendina”
Così Silvio Berlusconi  a proposito di Fini

Nel 1994 a Napoli per il G7 (allargato alla Russia) c'erano:
Clinton e Berlusconi, Major e Kohl, Mitterrand, Chretien, Muruyama e Eltsin.
Mi sembra abbastanza facile scoprire chi sia il professionista della politica.

L’unica differenza tra i due è nelle dimensioni dell’azienda…
postato da carnesalli | 19:24 | commenti
 

postato da carnesalli | 17:58 | commenti

venerdì, settembre 10, 2010
 
Grazie a te ora lo sappiamo
«Eccoci, maestro. Siamo tutti qui a fare quello che abbiamo imparato da te. Tenere la testa alta. Perché tutti sappiamo che non basta una vile pistola a uccidere chi ha insegnato agli altri a vivere. E noi siamo tutti qui, tutti, perché tu ci hai spiegato cos'è il coraggio, cos'è il rifiuto di qualsiasi prevaricazione, cos'è la bellezza, l'amore, la vita. E tu sei la vita che non può morire mai. Quella che fa paura ai vigliacchi. Quella che rimane dentro e diventa lezione, tesoro, insegnamento. Per tutti. Eccoci, Maestro. Grazie a te ora lo sappiamo, come si fa a vivere».
Dal sito del Comune di Pollica, Salerno, la città di Angelo Vassallo. postato da carnesalli | 12:57 | commenti

mercoledì, settembre 01, 2010
 
I - Indigenza mentale
"Mi hanno urlato mafioso.
Se mi avessero detto cornuto sarebbe stato peggio"
Marcello Dell'Utri, senatore della Repubblica, fondatore di Forza Italia - 31.8.2010
postato da carnesalli | 08:59 | commenti (1)

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