ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

venerdì 13 gennaio 2012

LUGLIO 2005

venerdì, luglio 29, 2005
 

Per chi ha perso il filo…o per chi è appena arrivato
... o per chi si annoia in vacanza...
(indice delle puntate precedenti)
 2004
 Febbraio 2004: Lista Prodi; Lega e nazismo; dei brogli al Comune di Milano e di un assessore poco onesto; Pablo Neruda; epurazioni e naturalmente...esternazioni berlusconiane;
 Marzo 2004: sanità; democratici americani; fascismo e antifascismo; politiche del Comune di Milano; terrorismo; situazione economica; pace e sciopero generale; di Dio e del senso della vita, e naturalmente…esternazioni berlusconiane;
 Aprile 2004: politica e pena di morte; Grande fratello; ancora del senso della vita; Brecht; scuola; Iraq; Africa; del coraggio; dell’informazione; tortura - legittima difesa - paura sociale; 25 aprile e libertà, e naturalmente ... esternazioni berlusconiane;
 Maggio 2004: schiavi bambini; Kafavis (poesia); della politica e dell'utilità della stessa; Salò; Iraq; giorni di crisi, e naturalmente ...esternazioni berlusconiane;
 Giugno 2004: condoni; revisionismi; Udc; perchè il blog; Matteotti; elezioni; Foa; dell'amore, e naturalmente...esternazioni berlusconiane;
 Luglio 2004: Il re è nudo; profughi; donne; economia e tasse; Neruda; Link; mafia; Mostar; giovani, e naturalmente...esternazioni berlusconiane;
 Agosto 2004: commento estivo su censure TV e uscite leghiste; di immigrazione, sbarchi, lacrime finte e morti veri; per Baldoni; sul taglio dei fondi all’ANPI e sulla resistenza… per fortuna Berlusconi non ha esternato;
 Settembre 2004: Enzo Baldoni; ottim/pessim-ismo (Beslan); della pace, della guerra, del terrorismo e di ciascuno di noi); Vittorio Foa; l’altro 11 settembre (Cile); delle due Simone; equivalenze (della guerra e del terrorismo); del silenzio; promemoria (di Goebbels, Fini ed altro); Tagli, tasse, tarallucci; Robe da chiodi …esternazioni berlusconiane e dintorni;
 Ottobre 2004: Per la Costituzione ; delle due Simone; della finanziaria – beautiful; ossigeno (dell’aria di Milano); Bottiglione; di un ministro e dei culattoni; omaggio a M.Luzi; Amico Vladimir; Mannoia (nel senso di Fiorella); Mafalda;
 Novembre 2004: Spigolando sul quotidiano; Bush; Costituzione europea; illusioni di Berlusconi; Sfiga; Falluja; delle tasse; Bambini 2004; ancora della finanziaria; Escrementi verbali di un ministro;
 Dicembre 2004: Tam tam (tasse ed equità); Camicie azzurre; Democrazia & cervello; Crocicchi; Buon Natale; onda anomala e normalità;
 
 2005
Gennaio 2005: della guerra e della pace; Quelli che (ripensando a don Milani e al suo I care); due libri: Senza Patricio e Il tempo  di cambiare; di traffico e inquinamento; dell’Omino di burro e del regime italiano; della Torre di Babele e della difficoltà di capirsi; Giornata della Memoria; cornuti e mazziati: di tasse e prese in giro…
 Febbraio 2005: un po’ di politica e del “centro” nella stessa; Questioni di cuore; Lego (ma chi te lo fa fare?); Per passione (Piero Gobetti); di Salò e della prescrizione della storia; Girotondo per la pace (dedicato a Giuliana Sgrena); di un’autostrada finta; Dedicato a Chiara e ai suoi aquiloni; una sfogliata al giornale e un ricordo di Mario Luzi;
 Marzo 2005:  Passioni; partiti a scalare; ancora politica: del centro e della sinistra; le strade dell’uguaglianza; difesa della Costituzione; informazione elettorale; Silvio e lo zio Licio; ricordo di Monsignor Romero; una buona Pasqua; Africa-Il continente dimenticato 1; tasse e trucchi;
 Aprile 2005:  Africa-Il continente dimenticato 2; di Giovanni Paolo II; Il sogno spezzato: Martin Luther King; camminando verso i confini (della cultura dell’accoglienza); Conti fuori controllo e promesse governative; Semplicemente liberi: del 25 aprile; del Berlusconi bis; Storace ministro (che Dio ci conservi la salute..)
 Maggio 2005: revisionismi; di piazza Fontana e Pasolini; qualche promemoria; in che mo(n)do viviamo; capriccio indomabile (di don Chisciotte); Italia-Africa 2005; Merd (del referendum francese sulla costituzione europea);
Giugno 2005: Marche & marchette (politiche berlusconiane); Duracell o della ricarica; del referendum sulla fecondazione assistita; quelli che/2; confusione (di Lega Lombarda e mons. Bettazzi); Stella Polare (a proposito di Formula 1); Rifiuti Umani: “esclusi” 1 - 2 – 3 – 4;
Luglio 2005: del terrorismo; home (casa mia); Faccia di Bronzo & Tutti uguali, berlusconate; Mandiamoli a casa (della serie non se ne può più); Le parole degli altri: insieme nella diversità (Card. Martini).
Agosto 2005: di Pera e di leggi razziali; vacanze; Napoleon, Napoleon, Napoleon...
Settembre 2005: di New Orleans e del destino dei poveri; piccolo programma per i miei prossimi 50 anni (o di Alex Zanotelli); Cerchi nell'acqua (della marcia di Agliana); Dovrei...; sulla marcia di Assisi; sui PACS; di colpi di mano, legge elettorale (e Pacs); Faccia tosta (della finanziaria); Raccomandate/i; ricordo di Wiesenthal; Giro giro tondo (di Sagunto che brucia e di Roma che discute); senza vergogna (di Siniscaldo ed altro); O' scià; E la pancia non c'è più (di strane prescrizioni); Dignità e cialtronismo; S-tenti locali (ancora di finanziaria);
Ottobre 2005: sospetto (della casalinga che riconosce solo Berlusconi); Acqua per favore (del diritto all'acqua); della manifestazione dell'Unione a Roma;  di CPT e povertà; delle Primarie dell'Unione; Quaqquaraqqua o della caserma delle libertà e berlusconate;  Coraggio e speranza: dei giovani calabresi; Tolgono l'anima agli italiani (della devolution); la Cina è vicina; di manifestazioni e dita "medi"; Berlusconi, Baglioni, Bush;
Novembre 2005: tutti per uno (o della legge Cirielli); Far west (o della violenza...); argenteria (dei momenti difficili); Pm10; Miccia sociale (le parole di Walter Veltroni e Marco Lodoli); Goditi la vita (di I care e altro ancora); Salviamo la Costituzione; Stella polare (di Pasolini, consumismo e baby gang); a proposito di una berlusconata; dell'Italia in mutande o della politica economica del governo; della Cultura e dei tagli alla stessa.
Dicembre 2005: Basta la salute(di tagli alla sanità e di un volantino della Caritas); Polo (la famiglia col buco in mezzo: a proposito di coerenza di comportamenti); Ci sono giorni... (di un momento di crisi e di una favola); Diciotto metri quadrati di bugie (a proposito di promesse elettorali); Siamo tutti più buoni (del Natale e dell'Iraq); Buon Natale (riflessione di Alex Zanotelli); Natale ad Arcore (a proposito di reati che non sono più reati);

2006
Gennaio 2006: Più e meno (di auguri di buon anno); la storia non si prscrive o di Salò; il giorno dopo (di Unipol e di sinistra); Poesia civile 1-2; Questa storia di A.Baricco; Giornata mondiale della memoria; Due conti (politica economica del governo Berlusconi);
Febbraio 2006: Fame & dieta 1-2-3 e conclusione parziale; secondo compleanno e parziale bilancio; a proposito di elezioni; 
Marzo 2006:  tempo di elezioni da 1 a 12;
Aprile 2006: Contro il sonno della ragione - appelli; Festa d'aprile; di un momento di crisi; 25 aprile, le nostre radici; faccia come il c. (a proposito del processo Sme);
Maggio 2006: Seconda fila (Cernobyl ella democrazia); bugie di Silvio; Offellee; una nuova alba?
Giugno 2006: Dio c'è!; Referendum costituzione 1-7; bivacco di manipoli; Afghanistan;
Luglio 2006: Sobrietà (o taxi selvaggio); Forza I...; Grazie (Prodi); Ne podi pù...
Settembre 2006: puzzle impazzito
Ottobre 2006: del ceto medio; un buon libro (La differenza cristiana); della finanziaria; teocon(dom); mobbing; nostalgia di Berlusconi?
Novembre 2006: giovani sempre più soli; polpette avvelenat e falsità; concerto di Guccini; delle periferie e della solitudine; di un regime; ordine pubblico; della libertà (a proposito di brogli elettorali)
Dicembre 2006: regime; destra..sinistra; della strage di Erba; del presepe;buon Natale; di Welby

2007
Gennaio 2007: quelli che..; a rifutura memoria; cvd; operazione verità; Grazie Cirielli (di prescrizioni); pensieri ad alta voce Abbè Pierre; giornata della memoria;
Febbraio 2007: sognare; sacro/santo; Dico/1; Dico/2; Dico/3; De Gustigus (o della genuflessione); Dico/4; Auguri Fabrizio (de Andrè); Dico /5 (polo: la famiglia col buco in mezzo); Robe da chiodi; prediche e pulpiti (di Berlusconi, Previti ecc.);
Marzo 2007: pensiero della sera (di Andreotti); Schifo (di una pubblicità); Anch'io centro (di tempi pesanti); Compagno; Garbo e grinta (concerto della Mannoia); della difesa della famiglia; Acqua per favore (della giornata mondiale dell'acqua); Mons. Romero; Moratti Masaniello de noartri; Disagio (o della chiesa oggi)
Aprile 2007: il sogno spezzato (Martin Luther King); Pasqua (buona) a tutti; Giusto proposito; Odio gli indifferenti (Gramsci); semplicemente liberi (del 25 aprile);
Maggio 2007: Portella della Ginestra; di Dico e terrorismo; del Partito Democratico; Multifamily day; Esagerati (di un vescovo preoccupato); Family Day/1/2/3; Alta politica (o della Banda Bassotti); Eberluer (di Champions League, di tacchini, di re taumaturghi e di altro ancora…);
Giugno 2007: Horroreality; quasi una P2; Miasmi; Facci sognare; Ossigeno (di inquinamento); Appunti sparsi; del G8 del 2001; I care - Don Milani; Fazioso (ovvero chi parla male pensa male);
Luglio 2007: domanda; Problema (di Prodi, Berlusconi ecc.); Acthung (di uno smemorato pericoloso e di un regime ancora più pericoloso); Ragazzo mio (Luigi Tenco); Com'è? (che passo per estremista); Voglia di ferie; 19 luglio (1992); PRC (piccola riflessione incauta); carrette del mare; Compito per le vacanze
Agosto 2007: Programma per i miei prossimi 50 anni; Facciano il piacere
Settembre 2007: Arturo Paoli; Bushhh (dell'Iraq);  Osama (e le tasse);del Cile e di Allende; Lettera ai giovani (Vittorio Foa); Aria buona o del partito democratico; Arridatece Berlusconi;
Ottobre 2007: Linguaggio colorito (del Parlamento padano); Grillo dove sei? (della condanna a Previti); Piccola riflessione; Du cervice 1 e 2 (della finanziaria e del governo); Una scommessa: il partito democratico; Sarabanda (o del fumo negli occhi)
Novembre 2007: di sciacalli e di antipolitica; Carpe diem (Ballate come se nessuno vi guardasse); Fini (e le sue famiglie); L'omino di burro o del regime; di finanziaria ed altro; Regime (e strane telefonate); del coraggio e della passione per la libertà: i fratelli Cervi 1 e 2; senza titolo...
Dicembre 2007: San denaro (del popolo dlele libertà...); moderati/liberali(?); Miracolo economico; Regime (ancora ahimè); del mercato delle vacche o della compravendita di senatori; Diamo i numeri (la finanziaria); ancora di strane telefonate; Natale buono; sessant'anni e non setirli: della Costituzione;

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giovedì, luglio 28, 2005
 
Le parole degli altri
Insieme nella diversità
di Carlo Maria Martini
(stralcio dell’omelia pronunciata domenica nel Duomo di Milano dal cardinale Carlo Maria Martini, al suo successore Dionigi Tettamanzi, ora ritirato a Gerusalemme).
…il Discorso della montagna, i capitoli 5,6 e 7…. Oppure ancora Matteo 25: «Lo avete fatto a me quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli».
È questo che dobbiamo insegnare a osservare ed è molto importante questo discorso oggi, perché ci troviamo di fronte, io lo sento vivendo in un luogo particolarmente sofferto, dove vengono al pettine i nodi dell’ umanità, Gerusalemme in Medio Oriente, abbiamo tutti un’immenso bisogno di imparare a vivere insieme come diversi, rispettandoci, non distruggendoci a vicenda, non ghettizzandoci, non disprezzandoci e neanche soltanto tollerandoci, perché sarebbe troppo poco la tolleranza, ma neanche direi tentando subito la conversione, perché questa parola in certe situazioni e popoli suscita muri invalicabili. E allora che cosa? Fermentandoci a vicenda in maniera che ciascuno sia portato a raggiungere più profondamente la propria autenticità, la propria verità di fronte al mistero di Dio. E per questo non c’è mezzo più concreto, più accessibile che non le parole di Gesù nel discorso della Montagna, parole che nessuno può rifiutare perché ci parlano di gioia, di beatitudine, ci parlano di perdono, ci parlano di lealtà, ci parlano di rifiuto dell’ambizione, ci parlano di moderazione del desiderio di guadagno, ci parlano di coerenza nel nostro agire, di sincerità.
Ora queste parole che pure sono dette con la forza di Gesù, toccano ogni cuore, ogni religione, ogni credenza, ogni non credenza, nessuno può dire queste parole non sono per me. La sincerità non è per me, la lealtà non è per me, il lottare contro la prevaricazione sui beni di questo mondo non è per me. È quindi un discorso per tutti, un discorso che accomuna tutti, un discorso che richiama tutti alle proprie autenticità profonde ed è quel discorso che ci permetterà di vivere insieme da diversi rispettandoci, non ghettizzandoci, non distruggendoci neanche tenendo le dovute distanze ma fermentandoci a vicenda con questi atteggiamenti con cui Gesù conclude il suo insegnamento nel Vangelo secondo Matteo.
E allora se faremo così tutti gli uomini si riconosceranno in questi valori, si sentiranno più vicini, più compagni e compagne di cammino, sentiranno di avere in comune delle cose profonde e vere, delle cose che forse non avrebbero saputo scoprire senza questa parola di Gesù, ma che questa parola ha loro rivelato e allora al di là anche di differenze etniche, sociali, addirittura religiose e confessionali, l’umanità troverà una sua umanità, una sua capacità di vivere insieme, una sua capacità di crescere nella pace, di vincere la violenza, di vincere il terrorismo, di superare le diffidenze reciproche.
postato da carnesalli | 12:08 | commenti (1)
leparoledeglialtri

mercoledì, luglio 27, 2005
 
M – Mandiamoli a casa!
“L’Islam è una non civiltà”
”Spara bene chi spara per primo: ecco il nostro piano”
(dal Vangelo secondo la Lega –ahimè- Lombarda)

Salvato anche il soldato Previti…
 Sfasciata la Rai.
 Manomessa la Costituzione.
 Imbavagliata la giustizia.
 Limitato il pluralismo dell’informazione.
 Censurati artisti e giornalisti.
 Azzerata la crescita economica del Paese.
 Ridotti i servizi sociali per i cittadini.
 Insultati i musulmani.
 Invocata la pena di morte.
 L’esercito nelle strade.
Adesso il progetto per cambiare la legge elettorale…
Questo solo negli ultimi tempi.
Ma quanto lungo sarebbe ancora l’elenco!
Va bene.
Licio Gelli a Villa Wanda sarà felice e starà brindando (pare che il cardiologo glielo abbia permesso…).
Ma questi quando se ne vanno a casa?
postato da carnesalli | 09:32 | commenti (4)
sfoghi, controcanto

lunedì, luglio 25, 2005
 

"Non sappiano quello che ci accade;
ecco cosa ci accade."
(J.O. y Gasset)


postato da carnesalli | 20:35 | commenti (6)

venerdì, luglio 22, 2005
 
I – Ira (q)
La Camera (la maggioranza di governo) ha approvato il decreto legge che proroga fino a dicembre la missione militare italiana in Iraq.
La somma dei finanziamenti per questo scopo dal luglio 2003 al 31 dicembre 2005 sarà di 1 miliardo e 86 milioni di euro.
Qualche numero:
- 530 milioni di euro: è lo stanziamento complessivo dei fondi riservati per tutti i servizi segreti italiani di intelligence per il 2005.
Si sarebbe potuto finanziare per due anni un secondo corpo di intelligence.
- 1134 euro: costo medio di una intercettazione telefonica.
Si sarebbe potuto finanziare per dieci anni tutta l’attività di intercettazione di tutte le procure.
- 25 milioni di euro: investimenti per gli apparati di intercettazione delle comunicazioni elettroniche.
Si sarebbe potuto ampliare di 40 volte questo budget.
- 32,5 milioni di euro: investimenti 2005 per satelliti da ricognizione.
Si sarebbe potuto ampliare il budget di 3 volte (l’Italia per mancanza di fondi dispone solo di satelliti da ricognizione fotografica ma non per intercettazioni delle telecomunicazioni)
E c’è qualcuno che va in giro a raccogliere la saliva per combattere il terrorismo…
Ancora numeri:
- 25.881: vittime civili provocate dal conflitto iracheno;
- 34: iracheni che muoiono in media ogni giorno in episodi di violenza;
- 37%: percentuale delle vittime provocate fra la gente comune dal fuoco delle truppe d’occupazione; - 1/5 dei civili uccisi in episodi di violenza sono donne e bambini. Una vittima su dieci ha meno di diciotto anni di età.
E c’è qualcuno che ancora difende questa guerra…
Forse non sono io a dare i numeri...
postato da carnesalli | 13:52 | commenti (5)
sfoghi, pruriti, controcanto

giovedì, luglio 21, 2005
 
T – Tutti uguali…
“E’ utopistico continuare a pensare che si possa essere tutti uguali davanti alla legge come prevede la costituzione scritta nel ’48: allora non c’erano l’immigrazione e il terrorismo”
(On. Carlo Giovanardi, 20 luglio 2005)
Tra un voto di fiducia e la mordacchia ai giudici, una salvapreviti e un tentativo di riforma elettorale, un insulto ai magistrati e un cachinno al Presidente della Repubblica, il cosiddetto (da loro stessi) Polo dei moderati, capitanato da gente tranquilla e posata come l’ing. Castelli e l’odontoiatra Calderoli, da giorni si sta baloccando col problema del terrorismo internazionale (sempre che abbiano trovato qualcuno che gli spiegasse cos’è).
E allora moderatamente ciascuno ha fatto la sua proposta per risolvere il problema.
Diverse sono le ipotesi in campo: c’è chi propone la marchiatura a fuoco con un numero sul braccio per tutti gli extracomunitari (più o meno quelli da Firenze in giù), chi suggerisce una catenella che leghi le due caviglie per rendere più difficile la fuga, chi è per la fucilazione immediata dei sospetti, chi propende per l’espulsione per chi non sa pronunciare in perfetto meneghino la tiritera “ti che te tachet i tac… “, chi timidamente suggerisce la tortura, chi ritiene indispensabile il prelievo forzoso di capelli e saliva per effettuare il test del Dna (meglio delle impronte digitali: almeno non sporca).
Pare che la discussione sia stata lunga e proficua e si siano trovate larghe convergenze, soprattutto dopo che Berlusconi ha ottenuto la diretta TV (Mediaset) per le fucilazioni.
Voci di corridoio sostengono che sulla questione dei capelli qualche problema invece ci sia stato, e che Berlusconi abbia messo il veto.
Con quello che gli è costato il tricologo…
postato da carnesalli | 08:27 | commenti (3)
pruriti, controcanto

venerdì, luglio 15, 2005
 
B – Bronzo (faccia di)
1) "Esclusi" e giulivi.
Il sospetto lo covavo da un po’.
Ora ho raggiunto la certezza: il cav. Silvio Berlusconi legge (magari di nascosto, in un internet point camuffato da albero nel parco di Arcore) il mio blog.
Il Presidente del Consiglio (ma lui ama farsi chiamare premier) pro tempore (si spera) ha infatti risposto ai miei ultimi post (Esclusi 1-2-3) esclamando - per tranquillizzarmi, ne sono certo - ilare e giulivo come sempre e come sempre certo di essere preso sul serio in forza del tam tam del TGU: “L’Italia vive nel benessere. I miei amici imprenditori mi dicono che fanno utili e non licenziano, in classe di mio figlio i ragazzi hanno due telefonini a testa, le autostrade sono piene, circolano molte auto di lusso”.
Ma dove vive Bellachioma?
Meglio: c’è o ci fa?
2) Silvio uno e due.
- “L’evasione fiscale è diventata intollerabile e quindi va combattuta” - 14.7.2005
- “C’è una norma di diritto naturale che dice che se lo Stato ti chiede un terzo di quello che hai guadagnato, ti sembra una richiesta giusta e glielo dai. Se ti chiede di più c’è una sopraffazione dello Stato nei tuoi confronti. Allora ti ingegni per trovare sistemi elusivi o addirittura evasivi che senti in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità e che non ti fanno sentire colpevole.” - 11.11.2004
E oplà, doppio salto mortale carpiato (non certo il primo, ma fa sempre una certa impressione…).
Ma poi: non è lo stesso uomo dei 24 condoni edilizi, delle società off shore, dello scudo fiscale, frequentatore e grande amico di Previti (“non erano tangenti, era evasione fiscale”) e di Dell’Utri (condannato, tra l’altro, per falsa fatturazione, frode fiscale e falso in bilancio)?
Cos’era, l’obbedienza o la coerenza che non era più una virtù?
Mala tempora…

postato da carnesalli | 17:28 | commenti (12)
pruriti, controcanto

giovedì, luglio 14, 2005
 
H- Home
“Penso che i cittadini si aspettino da noi molto di più che invettive o urla di indignazione. La situazione è troppo grave, le sfide troppo urgenti, e la posta in gioco troppo alta per far sì che il dibattito politico degeneri… se conduciamo una battaglia tra il presente e il passato, rischiamo di perdere il futuro. Perché il mondo sta cambiando e un’epoca tramonta”
(John Kennedy)
Ultimamente (prima che i fatti di Londra ci portassero altrove, ma tutto si tiene…) ho cercato di parlare della mia visione del mondo, di noi, e dell’avvenire dell’Italia e del pianeta.
Di sostanziare le mie scelte, anche politiche, di fecondarle con valori del “passato” perché siano fertili anche nel “futuro”.
Di lasciare da parte le “invettive”.
Qualcuno mi rimprovera perché parlo spesso di politica: ma la politica, come ho già detto altrove, è la vita di ciascuno di noi, come singoli e come comunità.
E scusate se è poco.
Come ha scritto Pietro Ingrao tempo fa: ”la politica è il luogo ideale dove si difendono gli umili e gli oppressi”…” sofferenza che “confesso di sentire penosamente: perché penso a me. Mi dà fastidio, mi fa stare male. In questo senso la politica non è un agire per gli altri ma un agire per me”.
Ho già detto che ciò che mi distanzia da “loro” (e mi scuso se uso questo termine, ma è per marcare la differenza) non è tanto o solo politico, è proprio antropologico, è un altro modo di intendere la vita e le cose.
Ho provato a spiegarlo.
Non mi tiro certo indietro nella polemica, alza l’adrenalina: ma ho cercato di ragionare sui fondamentali, direbbero nello sport; stufo di cicaleccio politico di bassa cucina, di polemiche stupide e strumentali, di roboanti proclami di guerra (“faremo una campagna elettorale contro la sinistra”, Silvio) e di allarmi di pericolo rosso (“se alle elezioni politiche del 2006 la sinistra conquistasse il potere statale dopo aver conquistato quello regionale: ci troveremmo allora di fronte al rischio di un futuro illiberale e autoritario", ancora Silvio) di critiche inconcludenti (tutti i politici sono uguali: scusate, ma Previti dove lo mettiamo?) o acide (“solo antiberlusconismo, non avete identità”: io non ho nulla contro Berlusconi – beh… – ma molto contro il berlusconismo) o anche solo sfottenti (e il programma eh, il programma?).
Per questo, a tutte le prefiche del programma, alle vestali della non demonizzazione dell’avversario politico (concetto che non ho mai capito, per la verità), agli esperti del bla bla bla, alle vergini assistenti dell’ortodossia, a chi pensa che per forza chi fa una scelta di campo debba seguire la “linea” dettata da qualcuno (e qualche volta – giuro, è successo – è viceversa), dedico semplicemente proprio le parole con le quali un politico (sì, un politico, vil razza dannata, ma non dico quale) ha concluso il congresso del suo partito:
“Chi sente forti le proprie ragioni, robuste le radici sulle quali si regge, grandi le idee per le quali lotta, non ha paura di aprirsi, di incontrarsi con altri, di unire storie, culture, forze, organizzazioni, in un comune impegno al servizio del Paese.
Ecco questa è la nostra sfida.
A questa nuova prova andiamo forti della nostra identità e dei nostri valori, che guardando al mondo, così come osservando la società italiana, appaiono più attuali che mai.
Penso al valore della pace, intesa non soltanto come assenza di guerra, ma come assunzione della non-violenza quale fondamento delle relazioni tra le persone, tra i generi, tra le nazioni.
La non-violenza come valore su cui fondare una società libera da ogni forma di oppressione e discriminazione.
Questo è quel che chiedevano milioni di giovani che hanno percorso le strade d’Italia e d’Europa con le bandiere della pace.
Un sentimento così ampio e diffuso da indurre un creativo pubblicitario, sensibile e intelligente, a ricorrere proprio in questi mesi all’immagine di Gandhi per trasmettere a milioni di persone un messaggio di fratellanza e amore.
Penso al valore dell’uguaglianza, parola che sembrava appartenere ad un altro secolo e che invece oggi torna di piena attualità di fronte alle disparità enormi che segnano il pianeta e alle forme nuove di ineguaglianze – pensiamo al lavoro – che percorrono anche le società opulente come la nostra.
Penso alla parola solidarietà e la metto in connessione con quell’altra parola – solitudine – e vedo quanto oggi nella nostra vita ci sia bisogno della prima per vincere la seconda.
E di fronte alle tante solitudini della modernità – la solitudine dei bambini, la solitudine degli anziani, la solitudine delle famiglie – risulta ancora più chiaro: quanto essere di sinistra, essere riformisti, voglia dire battersi perché nessun sia solo, nessuno si senta solo, nessuno sia lasciato solo.
E penso, infine, alla parola libertà che racchiude dentro di sé quei valori – la dignità della persona, l’uguaglianza dei diritti, il riconoscimento dell’altro, l’essere padroni del proprio destino – per la cui affermazione vogliamo batterci finché anche un solo uomo, una sola donna di questa terra sia vittima di oppressione, umiliazione e negazione.
Quella libertà per cui 60 anni fa una generazione scelse di battersi contro il nazismo, il fascismo, l’orrore dell’olocausto, per riscattare l’onore dell’Italia e la dignità degli italiani.
Così, forti della nostra identità, orgogliosi della nostra storia, consapevoli delle responsabilità che abbiamo verso l’Italia, noi vogliamo agire.
E lo vogliamo fare insieme a milioni di donne e di uomini che credono in un futuro migliore per sé e per i propri figli e vogliono combattere per ottenerlo.
“Non siamo nati soltanto per noi soli”: sono parole bellissime di Platone di cui Marco Tullio Cicerone ci parla nel De Officis.
In quelle parole c’è la consapevolezza che ciascuno di noi ha bisogno dell’altro e, anzi, l’identità stessa di ognuno si forgia nell’essere parte di una comunità, di un popolo, di una nazione di cui condivide vita e destino.
Questo siamo noi.
Una grande forza che vive ogni giorno le stesse ansie, le stesse speranze, gli stessi dolori e le stesse gioie di milioni di donne e uomini del nostro Paese.”
Serve un “programma”?
Più che un programma occorre prima di tutto un “progetto”: pace, diritti umani e non violenza, democrazia e difesa della Costituzione, promozione della famiglia, principio di legalità, accoglienza e cittadinanza piena degli stranieri, welfare della sicurezza e dello sviluppo, lotta alla povertà, valore dell’eguaglianza, nuova etica pubblica, laicità dello Stato e della politica, riconoscimento del valore delle fedi religiose…
Non vi dico che partito è, non è importante.
Ma non c’è distonia tra quelle parole e le mie scelte: tra questi valori mi sento a casa mia.
Questa è la mia vita, da sempre.
Questi valori, dico; la mia vita, intendo.
Prima che la mia politica, tanto più prima di un partito.

P.S. Credo che Kennedy abbia assolutamente ragione, ma credo anche che l’indignazione sia un “sano” sentimento.
Pertanto torneremo a occuparci - nostro malgrado – di Lega e barbarie, Cirielli e Salvapreviti, giustizia e costituzione, G8 ed ennesimo rifiuto italiano a contribuire per il terzo mondo, di Giulio Malgara e televisione, di Dell’Utri (del quale le motivazioni della sentenza di condanna per mafia uscite ieri recitano tra l’altro “ha svolto un’attività di costante mediazione tra il sodalizio criminoso più pericolo e sanguinario del mondo e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi, in particolare la Fininvest”) e altre amenità simili.
Ci tocca. In tutti i sensi.
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politica, societa, idee, omelie

lunedì, luglio 11, 2005
 
Ci vuole un «Live 8» delle coscienze 
Ha ragione Padellaro: che confessino il fallimento bellico. Si piange di dolore e di rabbia, cari vivi e cari morti.
Perché c’è tanta esitazione sui princìpi?
Perché, dopo la strage di Londra, non si dice forte e chiaro (espressione che usa spesso Fassino) che il rifiuto del terrorismo è strettamente legato al rifiuto della guerra? Per noi, di sinistra, è così? Perché non riesci a credere a Blair completamente, quando risponde ai terroristi che difenderà i nostri valori? Rispetto, cordoglio e strazio, sì. Ma poi? Perché pensi subito ai valori di borsa e al petrolio? perché, negli ultimi quindici anni, la guerra è diventata, per le democrazie occidentali, uno strumento di politica del dominio, che fa crescere il terrorismo? Perché l’area del petrolio è stata così tempestivamente accerchiata, lasciando marcire altrove tutti gli altri conflitti? Se facessero un attacco convenzionale, batteriologico o nucleare in Italia, che è in guerra laggiù in Iraq, dove si bombardano città e si uccidono civili come mosche, sempre con la scusa dei terroristi, che lì si sono moltiplicati proprio grazie alla guerra democratica (mai ossimoro fu più crudele), noi di sinistra pensiamo di avere fatto e di avere detto proprio tutto contro il terribile pericolo di morte e di fine della cultura, che questa situazione voluta dai potenti determina?
Il falso dualismo tra Occidente e Islam, ne è la prova: i popoli (cristiani o musulmani) sono per la pace. Con tutti i laici e i non credenti, in Italia e ovunque.
Non si identificano né in Bush, né in Bin Laden. Il pericolo di morte ci impone e ci dà diritto alla parola, per autodifesa. La fine della cultura è sotto gli occhi di tutti: la letteratura italiana, nella sera della strage, era fotografata al Premio Strega.
Va bene che sono finiti gli anni del movimento, ma che nessuno degli scrittori lì presenti sia insorto con una pagina o un verso dal vivo, per scuotere gli italiani dalla piccola logica del premiuzzo, e restituire alla poesia il suo ruolo militante e civile, la dice tutta sul ritardo di rivolta morale contro la guerra, che proprio la cultura dovrebbe politicamente perseguire. Dispiace per gli amici, ma la durezza è imposta. È ora di un Live 8 della poesia e di tutta l’arte italiana contro la guerra e contro il terrorismo.
Si deve chiedere il ritiro immediato del nostro contingente: per ragioni di principio, più volte richiamata di Oscar Luigi Scalfaro e da Pietro Ingrao: «Il ripudio della guerra» iscritto nella nostra Costituzione.
E si deve chiedere il ritiro, per ragioni politiche, cioè di calcolo e di intelligenza dei rapporti di forza esistenti, prendendo sul serio la minaccia dei terroristi verso l’Italia. La sinistra culturale, almeno quella, deve indicare alla sinistra politica l’opzione di Zapatero in Spagna, prima che avvenga il massacro qui da noi. Dobbiamo innanzi tutto salvare la vita e degli altri, cosa che oggi i governi e gli Stati non riescono a fare, e tanto meno questo governo di apprendisti privati sulla pelle dell’intera società italiana.
Senza il ripudio netto della guerra, il terrore non si può battere. Togliamo ai terroristi il terreno di coltura: la guerra. Disprezziamo la loro barbarie.
Torniamo in piazza a milioni.
Per la pace e il disarmo progressivo.
(G.D'Elia)
postato da carnesalli | 08:22 | commenti (9)
leparoledeglialtri

giovedì, luglio 07, 2005
 
        
Quante strade deve percorrere un uomo  prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone prima che verranno abolite per sempre?
La risposta, mio amico sta soffiando nel vento, la risposta sta soffiando nel vento
Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia che troppa gente è morta?
La risposta, mio amico sta soffiando nel vento, la risposta sta soffiando nel vento



postato da carnesalli | 12:42 | commenti (8)

lunedì, luglio 04, 2005
 
E – Esclusi/3 – del “dono”

“Quando guardi bene negli occhi qualcuno
sei costretto a guardare te stesso” (T.B.Jelloun)

“Il mondo è grande e complicato.
Ogni azione che si lancia sulla sua complessità
sveglia echi inaspettati” (A.Gramsci)

 E’ esperienza comune che nella società moderna i rapporti tra gli esseri umani sono subordinati ai rapporti tra uomini e cose: il valore che orienta l’agire non è più identificato nelle relazione tra persone, anche quando si scambiano “cose” ma è localizzato proprio nelle cose prodotte, in se stesse.
Nelle società tradizionali gli aspetti economici erano incorporati nel sociale, e una distinzione tra l’economico e il politico non era nemmeno comprensibile.
Il liberalismo economico è stata l’invenzione e quindi la legittimazione di un sistema di valori emancipato dalla morale e dalle forme di solidarietà tradizionali
Da A.Smith in avanti si iniziò a pensare che nel campo economico – inizialmente in quello – il motore della ricchezza e del benessere fosse l’interesse individuale, il puro e semplice egoismo.
Ai fini del benessere economico collettivo non conterebbe la solidarietà ma “l’armonia naturale degli interessi” (molti anche da noi hanno vinto le elezioni così: se i più ricchi diventano più ricchi, qualche briciola cadrà anche più in basso…)
Il primato dell’interesse individuale – dell’utilitarismo – ha poi superato il puro ambito economico e si è andato affermando come “ideologia globale” e pervasiva della società contemporanea
Ormai anche il “benessere” dei cittadini è misurato in puri termini economici e monetari, proprio perché le persone sono concepite come individui, ovvero esseri umani privati di ogni caratteristica sociale.
Quello che la modernità ci ha consegnato, è un’idea di prosperità che è allo stesso modo materiale, economica, utilitaristica ed individualistica.
La prosperità, il benessere, sono diventati sinonimo di ricchezza.
 Noi siamo ormai convinti che l’unico modo di guardare le cose, quello “realistico”, sia attraverso la lente dell’interesse e dell’utile.
 C’è spazio allora per la solidarietà, addirittura per il “dono”?
 La logica del “dono” per fortuna è ancora presente nella nostra società, intrinsecamente legato al principio di solidarietà, dell’uscire da se stessi, del dare assieme liberamente e per obbligo.
Il dono è un filo che tesse le relazioni, che costruisce amicizia, legami sociali: obbligo di dare, obbligo di ricevere, obbligo di ricambiare
Ci obbliga nel tempo, ci rende “dipendenti” gli uni dagli altri in un ordito prezioso di solidarietà e diritti.
Si tratta di capire se il “dono” è un residuo d’altri tempi destinato a esaurirsi (o non rappresenti piuttosto un altro “senso” delle cose) e se una società può davvero tenersi assieme solamente grazie al perseguimento di obiettivi economici privati ed individualistici.
Del resto il “dono” è presente nella nostra società: in famiglia, in amicizia, in amore, il volontariato sociale, i gruppo di aiuto reciproco…
La sfida è rompere lo schermo dell’utile, dell’interesse come criterio di riconoscimento, interpretazione della realtà ambientale e della definizione delle priorità politiche e sociali.
Sarebbe importante portare alla luce le dimensioni dello scambio sociale e dell’azione individuale e sociale non dettate principalmente dall’interesse (pensiamo alle banche del tempo o ai condomini solidali).
Sarebbe un primo passo nel tentativo di contrastare e limitare il dominio dei criteri del profitto e della competizione economica.
E pensiamo al commercio equo e solidale, per esempio, di una pratica cioè che ha una logica interna sostenuta da un tipo di comportamenti e di pratiche sociali ed economiche che pongono la solidarietà in stretta relazione col lavoro e che permettono di parlare di economia di solidarietà, non intesa come sinonimo di gratuita e donazione, sebbene anche queste siano forme di solidarietà, non come beneficenza e assistenzialismo.
Solidarietà nella sua accezione di stare e fare cose insieme, con un beneficio comune o condiviso, implicando relazioni orizzontali di aiuto reciproco e cooperazione.
Il livello di attuazione della solidarietà deve essere tanto efficace da avere un impatto sulla razionalità economica e sulla logica operativa dell’utilità economica, facendo prevalere la cooperazione sulla concorrenza, nonché la reciprocità e la giustizia sullo sfruttamento di alcuni da parte di altri.
 Ma che può esistere solo se cambia la mentalità che sta alla base della nostra società: ci si deve insomma interrogare su cosa tiene insieme una società, su cosa costituisce benessere reale o qualità di vita delle persone.
E risottolineare l’importanza delle persone, delle relazioni in quanto tali, non come strumenti o scopo per qualcosa d’altro.
E anche qui ciascuno di noi torna protagonista.
 




 Con l'Africa nel cuore...



 
postato da carnesalli | 08:18 | commenti (8)
societa, villaggioglobale, economia - articoli

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