ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

martedì 17 gennaio 2012

AGOSTO 2009

domenica, agosto 30, 2009
 
Appello di Repubblica
Un pò aiuta: sono in buona compagnia...
E' una risposta massiccia, fatta di decine di migliaia di firme, quella ottenuta dall'appello di Repubblica in difesa della libertà di stampa, l'iniziativa lanciata dai giuristi Franco Cordero, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky dopo la decisione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di denunciare Repubblica per le dieci domande che il quotidiano da mesi gli pone ma alle quali lui non ha ancora dato alcuna risposta.
A mobilitarsi subito è stato il mondo della cultura e dello spettacolo. Ma non solo. Fra le adesioni, anche quella di Umberto Eco. E quelle di Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, e di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Libertà e Giustizia, si legge in una nota, "testimonia la sua solidarietà in particolare ai giornalisti di Repubblica e dell'Avvenire, direttamente minacciati e spiati con metodi piduisti, ma in generale a tutti i giornalisti italiani che con questa denuncia di Silvio Berlusconi hanno ricevuto una sorta di avvertimento: è vietato fare domande; è vietato criticare".
Dal mondo della cultura e dello spettacolo sono arrivate le firme, fra le altre, di Dario Fo, Andrea Camilleri, Bernardo Bertolucci. Ed altre se ne aggiungono. Come quelle degli editori Alessandro e Giuseppe Laterza, dell'attrice Lella Costa, delle scrittrici Sandra Petrignani e Clara Sereni. E ancora, Giuseppe Piccioni e Silvio Soldini, Andrea Vianello e Giovanni Floris, Corrado Augias, Fiorella Mannoia, Sergio Staino, Pippo Baudo, Niccolò Ammanniti, Claudio Bisio e Sandra Bonzi, Mariangela Melato, Salvatore Settis, Caterina Murino, Filippo Timi, Asia Argento.
C'è anche l'adesione di Adriano Celentano e di sua moglie Claudia Mori. Un tema, quello della libertà di stampa, rispetto al quale il cantante ha già dimostrato la propria sensibilità: nell'ottobre del 2005, nel corso di una delle puntate del suo show Rockpolitik in onda su RaiUno, Celentano mostrò la classifica - redatta dall'istituto di ricerca americano Freedom House - del livello di "Freedom of the Press", la libertà di stampa presente nei paesi del mondo (l'Italia compariva allora al 77esimo posto).
Tra gli altri firmatari - oltre ai già citati Fo, Camilleri, Bertolucci - anche Franca Rame, Carlo Verdone, Victoria Cabello, Fabrizio Gifuni, Francesca Comencini, Gabriele Salvatores, Giulio Scarpati, Pierfrancesco Favino, Ascanio Celestini, i produttori cinematografici Angelo Barbagallo e Domenico Procacci, Marco Risi, Davide Ferrario, Sandro Veronesi, Carlo Lucarelli, Antonio Scurati, Erri De Luca, Giuseppe Montesano, Enrico Deaglio, Francesco Rosi, Carla Fracci e Beppe Menegatti, Ornella Vanoni, Angela Finocchiaro, Michele Placido e Renato De Maria.
E ancora, Carlo Ginzburg, Rosario Villari, Tullio Gregory, Corrado Stajano, Giovanni De Luna, Miguel Gotor, Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Ottavia Piccolo, Licia Maglietta, Carlo Freccero, Enrico Bertolino, Dori Ghezzi, Monica Guerritore, Ferzan Ozpetek, Milva, Marco Bellocchio, Teresa De Sio, Maurizio Nichetti, David Riondino, Franco Battiato, Saverio Costanzo, Carlo Degli Esposti, Massimo Ghini, Ettore Scola, Furio Colombo, Giacomo Marramao, Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati, Valerio Mastandrea, Alessandro Gassman, Paolo Sorrentino. Maurizio Crozza aderisce e osserva: "La mia solidarietà va a Silvio Berlusconi. Dove s'è mai visto un giornalista che pone domandi irriverenti al capo del governo? Un bravo giornalista non assume iniziative, un bravo giornalista scrive sotto dettatura".

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venerdì, agosto 28, 2009
 
Le dieci domande a Berlusconi

postato da carnesalli | 09:40 | commenti (1)

giovedì, agosto 27, 2009
 
F - Fascismo
Anche da Mediaset no allo spot del film che racconta l'ascesa delle tv di Berlusconi
La tv di Stato esigeva un contraddittorio per rispettare il pluralismo
Nelle televisioni italiane è vietato parlare di tv, vietato dire che c'è una connessione tra il capo del governo e quello che si vede sul piccolo schermo. La Rai ha rifiutato il trailer di Videocracy il film di Erik Gandini che ricostruisce i trent'anni di crescita dei canali Mediaset e del nostro sistema televisivo.
"Come sempre abbiamo mandato i trailer all'AnicaAgis che gestisce gli spazi che la Rai dedica alla promozione del cinema. La risposta è stata che la Rai non avrebbe mai trasmesso i nostri spot perché secondo loro, parrà surreale, si tratta di un messaggio politico, non di un film", dice Domenico Procacci della Fandango che distribuisce il film. Netto rifiuto anche da parte di Mediaset, in questo caso con una comunicazione verbale da Publitalia. "Ci hanno detto che secondo loro film e trailer sono un attacco al sistema tv commerciale, quindi non ritenevano opportuno mandarlo in onda proprio sulle reti Mediaset".
A lasciare perplessi i distributori di Fandango e il regista sono infatti proprio le motivazioni della Rai. Con una lettera in stile legal-burocratese, la tv di Stato spiega che, anche se non siamo in periodo di campagna elettorale, il pluralismo alla Rai è sacro e se nello spot di un film si ravvisa un critica ad una parte politica ci vuole un immediato contraddittorio e dunque deve essere seguito dal messaggio di un film di segno opposto.
"Una delle motivazioni che mi ha colpito di più è quella in cui si dice che lo spot veicola un "inequivocabile messaggio politico di critica al governo" perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese alternate ad immagini di Berlusconi", prosegue Procacci "ma quei dati sono statistiche ufficiali, che sò "l'Italia è al 67mo posto nelle pari opportunità""
A preoccupare la Rai sembra essere questo dato mostrato nel film: "L'80% degli italiani utilizza la tv come principale fonte di informazione". Dice la lettera di censura dello spot: "Attraverso il collegamento tra la titolarità del capo del governo rispetto alla principale società radiotelevisiva privata", non solo viene riproposta la questione del conflitto di interessi, ma, guarda caso, si potrebbe pensare che "attraverso la tv il governo potrebbe orientare subliminalmente le convinzioni dei cittadini influenzandole a proprio favore ed assicurandosene il consenso". "Mi pare chiaro che in Rai Videocracy è visto come un attacco a Berlusconi. In realtà è il racconto di come il nostro paese sia cambiato in questi ultimi trent'anni e del ruolo delle tv commerciali nel cambiamento. Quello che Nanni Moretti definisce "la creazione di un sistema di disvalori"".
Le riprese del film, se pure Villa Certosa si vede, è stato completato prima dei casi "Noemi o D'Addario" e non c'è un collegamento con l'attualità. Ma per assurdo, sottolinea Procacci, il collegamento lo trova la Rai. Nella lettera di rifiuto si scrive che dato il proprietario delle reti e alcuni dei programmi "caratterizzati da immagini di donne prive di abiti e dal contenuto latamente voyeuristico delle medesime si determina un inequivocabile richiamo alle problematiche attualmente all'ordine del giorno riguardo alle attitudini morali dello stesso e al suo rapporto con il sesso femminile formulando illazioni sul fatto che tali caratteristiche personali sarebbero emerse già in passato nel corso dell'attività di imprenditore televisivo".
"Siamo in uno di quei casi in cui si è più realisti del re - dice Procacci - Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Berlusconi come "Viva Zapatero" o a "Il caimano", che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. E il governo era dello stesso segno di oggi. Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l'Italia è cambiata".
(Fonte Repubblica)
A quando l'olio di ricino?
postato da carnesalli | 09:58 | commenti

venerdì, agosto 21, 2009
 

C - COCCODRILLI  o CIMITERO MEDITERRANEO
(storia di lacrime finte e di morti veri)

Malgrado i roboanti proclami sulle magnifiche sorti e progressive dell’azione di contrasto all’immigrazione clandestina, misterioramente scomparsa dai telegiornali, (altrimenti autorevolmente detta “cannonate agli immigrati”), se ci illudiamo di vincere qualche battaglia mostrando la faccia feroce, è evidente che siamo destinati a perdere la guerra (ci siamo inventati perfino una legge incivile che prevede il reato di esistere, la cosiddetta “clandestinità”, il divieto di iscrivere i figli a scuola, di curarli negli ospedali, il divieto di sposarsi…)
O forse, meglio, intanto la perdono loro, gli immigrati (che come è inevitabile che sia, continuano a scappare dalle loro terre, dalla miseria e dalle guerre. E’ la vita: si chiama istinto di conservazione).

Del resto oltre cinquanta milioni di italiani sono dispersi per il mondo…

E’ di ieri infatti l’ennesima strage, l’ennesima carretta che ha vomitato in mare l’ennesimo carico di morte, di donne e bambini senza vita (centinaia dall’inizio dell’anno) .
Nemmeno chi c’era su quella carretta sa con precisione quanti (pare 73 persone - PERSONE - su 78!) abbiano perso la vita durante la traversata su quel guscio di plastica (lungo pochi metri con decine di persone a bordo).
Ma si sa dei bambini strappati alle braccia delle mamme per gettarli in mare come un carico ormai inutile e pesante.

Erano partiti dalla miseria e dalla violenza con un miraggio..
I pochi superstiti, ridotti a larve umane, non hanno neppure la voce per raccontare.
Non hanno più soldi, non hanno futuro, non hanno nemmeno una bara su cui piangere i figli.
Allora diciamo basta!
Basta coi titoli dei giornali sulle “tragedie del mare”, come se quei morti fossero vittime del mare mosso durante una crociera…
Basta coi servizi strappalacrime dei telegiornali, che un minuto dopo si occupano d’altro…
Basta con le nostre lacrime di circostanza (si “porta molto” l’occhio umido in queste occasioni), che si asciugano velocissimamente, forse per non sciupare il trucco (e non chiamiamole più di coccodrillo: ormai si vergognano anche loro)…

Anche se per la verità ormai l’imbarbarimento in questo mondo di veline, escort e puttanieri (ogni riferimento è assolutamente voluto) è tale che questi episodi quasi non fanno più notizia: ormai siamo alla desertificazione dei sentimenti, siamo ridotti a semplici tubi digerenti persi a giocare al superenalotto…
La “cattiveria” raccomandata da certi ministri in questa fogna di mondo in  cui viviamo (e questo governo non è altro che il segnale di questa deriva morale, culturale e politica) ha ormai reso normale che delle decine di navi che hanno incrociato questi poveri Cristi nessuna si sia sentita in dovere non dico di fermarsi a soccorrerli, ma almeno di lanciare l’allarme.
Che fosse paura, egoismo, indifferenza, le coscienze di quegli appartenenti al genere umano continuano a dormire sonni tranquilli, anche se spero che i volti di quegli uomini e di quelle donne compaiano loro in sogno per il rsto dei loro giorni.
Del resto sul sito del principale partito di governo - almeno come potere di ricatto e capacità di creare egemonia - appare un “gioco” a dir poco aberrante
Barbarie allo stato puro.

Basta allora con chi rende impossibile l’ingresso legale di questi uomini e poi indossa la foglia di fico del voto agli immigrati (se benestanti, beninteso!)…
Basta allora con le barbare proposte per cui i bambini che arrivano non dovrebbero urlare come sanno “sto affogando” ma sillabare in perfetto meneghino “son dree a negaa” per essere accettati…
Basta allora col nostro perbenismo di cartone e la nostra “carità” fasulla (che corsa ai Telethlon…)
Ci ritroviamo a dire sempre le stesse cose. E le parole in queste circostanze, sono stanche: sempre le solite, all’infinito.
Le responsabilità non possono essere sempre e solo di altri, di chi specula.
Sono anche nostre, dei nostri egoismi, delle nostre leggi ingiuste e inadeguate.
Bisogna creare le condizioni perché le persone non scappino dalle loro terre.
Ma che chi scappa dalla guerra, dalla fame, dalle malattie non finisca affogata nei nostri mari.
Creare un cambiamento andando alla radice del fenomeno, chiedendosi il perchè e non limitandosi ai proclami.
La questione non può essere affrontata a pezzi: altrimenti non si continua a far altro che prendere in giro i poveri, i disperati in cerca di un futuro migliore.
Ogni sette secondi in qualche parte del mondo un bambino muore per gli effetti diretti o indiretti della fame. Ogni quattro minuti un uomo perde la vista per mancanza di vitamina A.
Proviamo a partire da qui.
Chissà che qualche idea non ci venga…Non è poi così difficile…
Intanto ancora settantatre corpi abbandonati in mare galleggiano spinti dalle onde come relitti…
Immigrati, col loro nome e cognome sconosciuti, sono morti così.
Per il miraggio di raggiungere l’Italia hanno tentato il tutto per tutto, hanno messo a rischio la loro vita e probabilmente i loro pochi averi.
Chissà chi e cosa si lasciano alle spalle e da cosa volevano fuggire che fosse peggio dei vari Borghezio di casa nostra.
E del borghezio che vive in noi…
Onorevole ministro Calderoli, odontoiatra di fama, costituente eccelso, attualmente ministro per la semplificazione (ed effettivamente con un genocidio quanti problemi in meno…), onorevole ministro Bossi noto analfabeta (peculiarità ereditaria, pare), attualmente ministro per le riforme
 (tranne quella più necessaria, quella della decenza), onorevole ministro Maroni, cattivissimo ministro dell’interno (incapace di trovare una coscienza dentro di sé) che ha chiesto di affrontare il problema degli immigrati con le cattive (perchè con le buone nell'ultimo anno il Mare nostro è diventato un cimitero di centinaia di cadaveri, ma tant’è, non sono padani: ed io sì, pensate che schifo mi faccio), per quel poco che conta, sappiate che voi non mi rappresentate.
Anzi, mi fate proprio ribrezzo.
Voi e tutta quella ciurma di gente che, mio malgrado, ci governa.
E tutti quelli che vi hanno votato.

postato da carnesalli | 18:28 | commenti (2)
sfoghi

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