ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

martedì 17 gennaio 2012

OTTOBRE 2009

giovedì, ottobre 29, 2009
 
La lucertola
Ricordo che da bambino - per quel pizzico di sadismo che è sempre presente nei bambini - mi capitava talora di "torturare" le lucertole (ancora non avevano inventato la playstation…)
Le tenevo ferme e loro impazzivano, fino a che, spaventate, fuggivano, lasciando la loro coda tra le mie mani.
Ecco, è così che mi sento in questo periodo. Come una lucertola.
Qualcuno mi tiene per la coda mentre intorno a me il mondo impazzisce e io non vedo vie d’uscita.
Le statistiche raccontano di povertà diffusa, di disoccupazione; osservo attonito l’assalto ai più elementari principi di democrazia; intorno a me sento volare insulti (anche e soprattutto in televisione), vedo aggressioni continue.
E l’informazione ci racconta bugie.
E la politica pensa a lodi e a riforme per l'impunità di uno solo.
Il quale nel frattempo sta minando la nostra democrazia, come si fa con i palazzi da demolire.
Prima o poi crollerà, implodendo, questa nostra povera democrazia, senza nemmeno fare polvere; e nessuno ormai – assuefatti come siamo - dirà più nulla.
Mi rendo conto perfettamente che questo mio agitarmi mi porterà alla perdita della coda, ma, anche se ormai scoraggiato, non so darmi pace.
Forse perché ricordo un’altra cosa della mia infanzia: la coda alle lucertole, poi, ricresce.
Posso solo sperare che ricresca anche la mia.
E che la tortura finisca presto!
 
postato da carnesalli | 15:06 | commenti (2)

martedì, ottobre 27, 2009
 
Questa volta l'utilizzatore finale è l'altro...
postato da carnesalli | 15:10 | commenti

lunedì, ottobre 26, 2009
 
Ha ragione la De Gregorio...
Voglia di credere
In fila ai seggi all'una di ieri Pietro, 16 anni, timido e sorridente: «È la prima volta, sì». E come ti senti a votare? Importante, responsabile, grande? «No, veramente. Libero. Mi sento libero». Una signora anziana, con la borsa della spesa, si volta e lo bacia. «Bravo piccolo. Che bravo, è proprio così. Sapessi quanto è costata e quanto costa questa libertà, tienila di conto». Lo so, lo so. Li vedo i cinici del privato tornaconto ridacchiare della storiella edificante, i cani al guinzaglio del padrone - quelli che prendono mezze frasi e le ribaltano poi ci scrivono sopra senza vergogna la loro quotidiana marchetta garanzia di stipendio - abbaiare alla morale facile. Però non me ne importa niente, abbiate pazienza, di quel che diranno. Ve la racconto perché è stato un momento bellissimo, di quelli che ripagano della stanchezza e dell'amarezza dei giorni e la cancellano, è stato commovente e la politica si fa anche così: con la forza di chi arriva adesso e ci crede. Tre milioni di persone sono un numero straordinario. In assoluto, eccezionale di questi tempi. Sono un numero fatto da centinaia di migliaia di individui che nonostante tutto sono ancora lì a dire: eccoci, non ci importa niente delle vostre beghe delle risse dei vostri errori, dello squallore di certe vostre miserie. Fate valere la politica, daccapo. Prendete i nostri voti, il nostro tempo, le nostre mattine di domenica regalate ad un'idea che non muore: l'idea che il Paese siamo noi, e voi a rappresentarci. Adesso datevi da fare. Davvero, provateci.
Pierluigi Bersani alle dieci è mezza di sera ha annunciato di aver vinto: «Siamo sopra il 50 per cento», ha detto il suo comitato elettorale. Dario Franceschini gli ha telefonato per rallegrarsi. Ignazio Marino ha levato i calici insieme ai suoi per il risultato straordinario ottenuto col voto degli elettori: quasi il triplo di quello ottenuto tra gli iscritti. Ha vinto il Pd. Ha vinto chi ha votato, chi è stato eletto e chi è stato sconfitto. Hanno vinto tutti. Ciascuno ha portato del suo nella contesa: le sue idee, le sue proposte, la sua forza. Sono sicura che le analisi, stamani, diranno che Marino ha tolto voti a Franceschini e che dunque era chiaro, faceva il gioco di Bersani. Che Franceschini ha scontato la fronda cattolica - il tiepido Rutelli, l'indigesta Binetti - oltre all'attivismo di Casini che fa sperare gli ex Dc più moderati in una rinascita del Centro, tentativo numero 107. Che Bersani è la riscossa del partito quello vero, e che adesso torna in campo D'Alema lo stratega. Non è difficile scrivere analisi così. Più difficile, credo, è dire che un'opposizione che voglia farsi forza di governo ha bisogno di uomini come Bersani, Franceschini e Marino. Insieme. Più difficile è dire che hanno giovato tutti alla causa, e ringraziarli. Io non ho più voglia di rese dei conti interne, di guerriglie di corrente. Milioni di italiani neppure, credo. Ho voglia e bisogno di riconoscere a Bersani un grande merito e di affidargli un grande compito, di chiedere a Franceschini e a Marino di sostenerlo, e di sperare tutti insieme in un futuro prossimo che ci liberi di questo incubo, che dia speranza al Paese, che ci faccia tornare quello che eravamo: una grande democrazia, un esempio per il mondo. Liberi.

postato da carnesalli | 09:20 | commenti

giovedì, ottobre 22, 2009
 

 postato da carnesalli | 09:13 | commenti (2)

lunedì, ottobre 19, 2009
 


Rivoluzione arancione (Ucraina)
Rivoluzione verde (Iran)

rivoluzione turchese (Italia)?

Essì, noi abbiamo i calzini turchese… povero paese…

Nel dubbio comunque, indovinate di che colore sono oggi i miei calzini?
postato da carnesalli | 09:18 | commenti (2)

lunedì, ottobre 12, 2009
 
Perché Marino
 Ci ho pensato un po’, all’inizio: avevo qualche perplessità.
Intanto: Marino certamente non ha una “struttura” alle spalle (il famoso apparato).
Eppoi: probabilmente se vincesse si scatenerebbe una fronda interna contro di lui (Veltroni docet)
Ma poi mi sono chiesto: sono davvero difetti, questi? Forse no.

Marino allora; anche se certo noi non abbiamo la potenza di fuoco che altri hanno messo in campo (se avessimo dedicato un decimo di quella energia avremmo vinto le elezioni…) né la capacità (e la voglia) di fare lobby (ho visto cose che neanche i testimoni di Geova…)
Una lotta tra Davide e Golia: ma sappiamo come è finita…
Marino allora; anche se dico subito che sono per le idee di Marino, non per la “persona” (per quanto stimabilissima). Perché siamo stufi di personalismi: ne abbiano davvero pieni i cognomi…
Marino allora, e non mi dilungo sul programma: per fortuna i punti fondamentali sono condivisi (anche se con accenti diversi: sul lavoro o sulla pubblica amministrazione per esempio) tra le tre mozioni.

Elenco solo tre buoni motivi:

- idea di partito aperto: un centrosinistra senza trattino (sarebbe la fine del PD) dedito non alle mediazioni (spesso estenuanti) ma alle sintesi (da sostenere poi “senza eccezione alcuna”)
Un partito aperto soprattutto agli elettori: dove siano valorizzati i militanti ma al servizio degli elettori e dei cittadini, convinti della necessità di farli partecipare, di condividere con loro le scelte politiche (per esempio la scelta del segretario)
Così ha scritto Nicola Latorre: “Il segretario di un partito devono deciderlo gli iscritti e non le primarie… se vinciamo cambieremo lo statuto”
A parte il tono vagamente minaccioso, l’intento è certamente legittimo: sappiamo però che così facciamo un’altra cosa, non il PD.
Un partito non chiuso in se stesso, preso da improbabili nostalgie, ma un partito di iscritti capace però di rendere protagonisti i suoi elettori.
Un partito cioè che dia il giusto valore alle primarie (bizzarro dire: “votatemi perché la prossima volta non vi farò più votare”), ai circoli (unica corrente, sostiene Marino), agli elettori, infine, consultati (in modo vincolante) sulle grandi scelte.

- alleanze: un partito che abbia un “respiro maggioritario” non una “vocazione minoritaria”.
Cioè: no al proporzionale sì al sistema maggioritario, no al “grande centro”, per il quale qualcuno – anche tra noi - tifa.
Ha scritto Edmondo Berselli qualche settimana fa: “il progetto del centro implica la sconfessione del modello politico su cui il centrosinistra ha scommesso negli ultimi quindici anni, e un rimescolamento delle carte da cui potrebbe uscire una democrazia negoziale, basata sulla trattativa continua tra partiti alleati…”
Gioisce infatti Tabacci che ha dichiarato qualche giorno fa: “con la vittoria di Pierluigi Bersani si apriranno nuovi spazi al centro”.
Niente modelli tedeschi, insomma.
Anche qui: sarebbe la fine del PD.

- coerenza/credibilità: di persone intanto. Ve lo immaginate un confronto Serracchiani – Binetti. O una discussione sul testamento biologico con Enrico Letta?
Bombe a grappolo sempre pronte ad esplodere…
E poi di un’unica linea, su tutti i temi. Per dire: sul nucleare, o sul sistema elettorale…
Perché il problema del PD non è – come taluno sostiene - che non ha linea politica. Ma semmai che ce ne sono troppe! (ricordate cosa è successo in occasione dei respingimenti degli immigrati? Uno per il sì, uno per il no, uno per il boh, come ama dire Civati)
Ricordo anni fa una pubblicità del Carosello: bevi… e sai cosa bevi”
Vale anche per il PD?

- laicità: come metodo e non come fine. E difesa dei diritti civili.
Senza se e senza ma.

Eppoi, scusate la battuta, ma: è l’unico dei tre candidati per il quale la Binetti ha detto che se vince lascia il partito.
Mi sembra già questo un buon motivo per votare Marino…

Insomma: continuità dello spirito da cui è nata la “casa” del PD.
Ma spalancando le finestre, per far entrare aria nuova!

Lo trovate anche qui:
http://cuoredilombardia.it/ postato da carnesalli | 18:10 | commenti (2)

venerdì, ottobre 09, 2009
 

Se il TG1 dirà che è Napoli, non cretedegli.
E' Palermo...
postato da carnesalli | 11:53 | commenti (2)
 
Mirella, ma possibile che anche in Svizzera sia pieno di giudici comunisti? ;o)
postato da carnesalli | 09:08 | commenti (2)

giovedì, ottobre 08, 2009
 
Avevo pensato a una cosa semplice, tipo: Lodo la Consulta

Ma mi è piaciuto il titolo di D News: lodo al pettine…

Comunque, attenti al caimano…
postato da carnesalli | 09:15 | commenti (5)

mercoledì, ottobre 07, 2009
 
“L’applicazione della legge non è uguale per tutti”
(Ghedini dixit, povero Orwell…)

Io sono stato eletto nel direttivo di circolo del PD di zona con un buon numero di voti.
E sono anche consigliere di condominio. Eletto all’unanimità (anche perché non lo vuole fare nessuno…)

Anch’io allora sono “primus super partes”?

Domani corrompo un giudice… ;o)


postato da carnesalli | 10:54 | commenti (2)

lunedì, ottobre 05, 2009
 

Storie di un paese (a) normale

Silvio Berlusconi è "corresponsabile della vicenda corruttiva" alla base della sentenza con cui la Mondadori fu assegnata a Fininvest. Lo scrive il giudice Raimondo Mesiano nelle 140 pagine di motivazioni con cui condanna la holding della famiglia Berlusconi al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti. "E' da ritenere - scrive il giudice -, 'incidenter tantum' (cioè solo ai fini di questo procedimento, ndr) e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede".
La risposta non sono le dimissioni: ma una manifestazione per “difendere” il premier…

Il disastro di Messina - come lo stesso premier con impudenza dice - era più che prevedibile: era previsto. Tanto bene si conosceva il pericolo che dopo l'alluvione del 2007 furono chiesti fondi per mettere le aree (le case, le persone) in sicurezza. I soldi sono arrivati ma Tremonti e Prestigiacomo ne hanno cambiato pochi mesi fa la destinazione: sono stati assegnati ad abbellire la litoranea di Trapani, il lungomare di Panarea dove molti siciliani illustri - il ministro fra questi - hanno la loro casa di vacanza.
Senza dire dei due condoni edilizi del governo Berlusconi e del famigerato “piano casa” che ricoprirà di cemento tutta la penisola.


Per tacer del Lodo Alfano, o del TG1…
Quanto dista Timbuctu?


postato da carnesalli | 14:17 | commenti (1)

Nessun commento:

Posta un commento