ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

lunedì 16 gennaio 2012

GENNAIO 2006

lunedì, gennaio 30, 2006
 
D – Due conti
Mentre il Suo faccione sorridente (inutile dire di chi) ci guarda ammiccante da ogni angolo di strada (in una sorta di terrificante effetto domino), torniamo di nuovo a far due conti.
Così giusto per capire se si può dare credito a quanto scritto a caratteri cubitali su quei manifesti, accanto al faccione sorridente.
E se ci si può fidare delle nuove promesse.
A dispetto dell’occupazione “manu militari” (ricordiamoci di questa cosa) al fine di compiere quella che è stata definita (con una buona dose di spregiudicatezza), “operazione verità”.
Facciamola davvero, allora…
Con un’avvertenza: dietro ad ogni cifra c’è una persona, una famiglia, un centro sociale, una biblioteca…
Dunque: la manovra finanziaria per quest’anno – inizialmente di 20 miliardi – si è gonfiata per tentare di bloccare il rapporto deficit-pil (ora al 4,3% secondo il governo, ma dovrebbe essere inferiore al 3%) fino a 27,6 miliardi.
Complessivamente – secondo i conti fatti dalla CGIL – ammonta a 52,5 miliardi di euro il conto pagato da imprese e famiglie con le manovre finanziarie 2001 – 2006.
Lavoratori e dipendenti hanno contribuito nel complesso con 11.655 milioni di euro (lo 0,9% del PIL), le imprese hanno avuto un saldo negativo di 40.892 milioni di euro (3% del PIL).
Ma anche qui: nei sei anni il PIL nominale è cresciuto del 12,5% contro il 12% di aumento della
massa salariale e l’irpef pagata dai lavoratori dipendenti è aumentata del 14%, contro il calo del 25,4% dell’imposta pagata sulle altre tipologie di reddito.
E’ inoltre calata del 56% l’irpef incassata con gli accertamenti anti-evasione.
A pesare sull’irpef dei lavoratori pesa la mancata restituzione del fiscal drag (per la prima volta), ma anche il nuovo meccanismo di detrazioni (la no tax area) che aumenta il reddito imponibile.
Ad esempio se il reddito lordo aumenta passa da 20.000 a 21.000 euro si arriva ad reddito imponibile di 16.106 e di 17.394 euro: l’aumento dell’imposta tassabile è più di mille euro.
Schematicamente:
interventi di finanza pubblica su famiglie e imprese (in milioni di euro)
                                 2001 2002 2003 2004 2005 2006           2001 – 2006
famiglie                     -501 -263 -4.721 -6.968 -622 1.420       -11.655 (-0,9)
in % del Pil
imprese                  -5.087 -10.991-11.698-3.158 -10.028        –40.892 (-3)
in % del Pil
Totale                    -431 -5349 -15.712 –18.667 –3.780 – 8.608 –52.547 (-3,9)

P.S./1 In un settore che mi interessa particolarmente, la scuola, la situazione è questa:
quasi un miliardo di euro di tagli (980 milioni per l'esattezza) rispetto all'anno scorso: meno risorse umane e finanziarie per l'anno che dovrebbe vedere il completamento della riforma Moratti.
Scorrendo il ponderoso volume sul bilancio di previsione dello Stato per il 2006 si scoprono infatti una serie di "sorprese".
Le somme per il funzionamento amministrativo e didattico. Ci ha fatto sapere il direttore dell'Ufficio scolastico regionale del Piemonte, Anna Maria Dominaci, lo scorso 13 gennaio che in Piemonte le cosiddette somme per il funzionamento amministrativo e didattico sono state decurtate addirittura del 40 per cento. Il che in tutta Italia, ha portato il capitolo di spesa da 166 a 99 milioni di euro. Nel 2006 quindi occorrerà lesinare e economizzare su tutto: cartucce per stampanti, carta (anche igienica), attrezzature di laboratorio e persino sui registri di classe e personali degli insegnanti. Il finanziamento più cospicuo che arriva alle scuole: quello che - come dice il titolo stesso del capitolo di spesa - consente alle scuole di funzionare è stato quasi dimezzato.
"Sul bilancio dello Stato per l'anno 2006 lo stanziamento a favore del capitolo di spesa relativo al 'Funzionamento Amministrativo, Didattico delle Istituzioni Scolastiche' ammonta a 10.166.988 euro con una riduzione pari al 40,69 per cento rispetto all'esercizio finanziario 2005 (17.192.677 euro)" scrive la Dominaci.
Le scuole piemontesi, a metà anno, dovranno, cioè, rielaborare i bilanci in base ai nuovi stanziamenti. Stesso destino per tutte le altre scuole, ignare ancora della spada di Damocle che sta per imbattersi sulla propria testa. Nei giorni scorsi, analoghe circolari sono state inviate alle scuole di Lazio e Veneto.
I fondi per le supplenze:  il governo Berlusconi ha stretto il budget per le supplenze di durata inferiore alle 6 ore settimanali del 26 per cento (201 milioni di euro): passando da 766 a 565 milioni di euro. In soldoni: nel 2006, le decine di migliaia di supplenti iscritti nelle graduatorie d'istituto avranno meno possibilità di lavorare. Ma non solo. Anche il consistente capitolo di spesa relativo alle supplenze a tempo determinato (quelle annuali: fino al 31 agosto; e quelle fino al termine delle attività didattiche: fino al 30 giugno) ha subito un taglio considerevole: meno 21,25 per cento. Dai 3 miliardi di euro stanziati nel 2005 si passa ai 2 miliardi e 358 milioni del 2006. La stranezza è che i supplenti a tempo determinato, negli ultimi anni, sono aumentati vertiginosamente raggiungendo oggi la cifra record di 130 mila unità, pari al 15 per cento del totale dei docenti italiani. Senza di loro la scuola italiana, non potrebbe avviare le proprie attività. Considerato che gli alunni italiani sono in aumento, il taglio del 21 per cento dei fondi destinati ai supplenti come si ripercuoterà nel 2006/2007 sulla qualità del servizio scolastico?
Le scuole private  Il capitolo di spesa destinato alle scuole non statali è cresciuto: di un milione di euro in Lombardia, 572 mila euro in Veneto e 680 mila in Campania. Un modesto (più 2 per cento) incremento rispetto allo scorso anno che - assieme alla circolare che consente alle private di assumere docenti a progetto (e non necessariamente a tempo indeterminato) e la moltiplicazione (al triplo dello scorso anno) del bonus statale per le famiglie che optano per le scuole private - completa le "regalie".
(Fonte CGIL – La Repubblica)
P.S./2 Nel giro vorticoso per le televisioni (già un po’ lo vedremo comparire anche dall’oblò della lavatrice) il premier Bellachioma cerca di farci credere che tutto va per il meglio.
Per lui senz’altro (pensiamo solo al condono in forza del quale con ben 1800 euro in due rate, il signor B. è riuscito a risparmiare qualche decina di milioni di euro di imposte e un paio di processi).
Per tutti gli altri le cose stanno, purtroppo, come esperienza quotidiana insegna, come risulta dalla tabella riportata sopra…
Gira per internet, e volentieri lo riporto, questo “finto” volantino di propaganda:
IL MIO PATRIMONIO
2003 5,9 MILIARDI DI $
2004 10 MILARDI DI $
2005 12 MILIARDI DI $
(fonte: forbes U.S.A. novembre 2005)
Amico elettore, amica elettrice,
grazie al tuo voto ho potuto raggiungere l’obiettivo concreto di raddoppiare il mio patrimonio
in soli 2 anni.
Ecco come:
1) grazie alla legge Gasparri, nel solo anno 2004 la pubblicità per Mediaset è aumentata del 3,8%
(circa 1 miliardo e 200 milioni di euro all'anno).
2) l'appalto concesso dal Governo alla Banca Mediolanum, senza asta, per potere utilizzare i
14.000 sportelli delle Poste Italiane, mi ha reso1 milardo di euro all'anno.
3) nel 2001 la Presidenza del Consiglio (governo Prodi) aveva commissionato solo 1 milione e
750 mila euro di spot a Mediaset, nel 2002 la Presidenza Berlusconi ha commissionato 9 milioni
e 250 mila euro, ed ha aumentato ogni anno fino agli oltre 10 milioni di euro dell'anno scorso
(Economist-London).
4) come assicuratore avrò vantaggi per miliardi di euro dalla nuova legge sulla previdenza
assicurativa, già con una serie di norme a mio favore ho incassato qualche centinaia di milioni di
euro all'anno in più.
5) ho risparmiato dalla riduzione delle tasse diversi milioni di euro (e con me hanno risparmiato
mia moglie, mio fratello e i miei figli, tutti titolari di qualche fetta della mia grande redditizia
torta).
6) uno dei produttori italiani di apparecchi per ricevere il digitale terrestre è un'impresa control-
lata, attraverso la finanziaria Pbf srl, da mio fratello Paolo Berlusconi, e giustamente usufruisce
dei contributi statali per il digitale terrestre. (Washington Post).
7) il decreto salva calcio mi ha fatto risparmiare 240 milioni di euro, e la riduzione delle plusva-
lenze (Tremonti 2002) ha fatto risparmiare a Mediaset 340 milioni di euro.
Caro elettore, cara elettrice,
tutti dicono che c’è crisi ma grazie a questo governo, ora io sono il 25esimo uomo più ricco del
mondo. Pensa, nel 2001 ero solo il 48esimo! La crisi è chiaramente una menzogna dei comunisti.
Ti chiedo il voto per altri 5 anni e così anche il nostro Paese potrà dire che un italiano è tra i primi
10 uomini più ricchi del pianeta.
Forza Italia! La forza di un sogno!
Silvio Berlusconi
postato da carnesalli | 14:41 | commenti (7)
controcanto, fessono, economia - articoli

venerdì, gennaio 27, 2006
 
Giornata mondiale della memoria
“Dimenticare” ha la stessa radice di demente. Chi dimentica perde la mente, diventa stupido.
Invece “ri-cordare” viene da cuore che per gli antichi era la sede della memoria.
(A.Celestini)
Noi abbiamo viaggiato fin qui
nei vagoni piombati;
noi abbiamo visto partire verso il niente
le nostre donne e i nostri bambini;
noi fatti schiavi abbiamo marciato
cento volte avanti e indietro
alla fatica muti, spenti nell’anima
prima che dalla morte anonima.
Nessuno deve uscire di qui,
che potrebbe portare al mondo,
insieme col segno impresso nella carne,
la mala novella di quanto,
ad Auschwitz,
è bastato all’uomo di fare all’uomo.
(P.Levi - 1947)

postato da carnesalli | 08:42 | commenti (4)
memoria

martedì, gennaio 24, 2006
 
B - Baricco
"Questa storia" di Alessandro Baricco
Non so se vi piace Baricco. Oppure no.
Non fa niente.
E’ uno di quegli scrittori che o adori o del quale non riesci a leggere neppure una riga.
Io l’adoro.
Come scrive, come racconta. Perfino le sue maniche della camicia “tirate su”.
Se la tira? Può darsi.
Ma l’ultimo libro che ha scritto è davvero bello.
In alcuni punti molto bello: vale certo più dei soldi che costa.
Per quel poco che conta, lo consiglio.
"Ultimo mise il motore al massimo e si chinò sulla moto perché aveva qualcosa da dirle, e voleva che sentisse bene. Le disse che lui doveva arrivare prima della morte, e ce l'avrebbe fatta sicuramente se solo lei si comportava bene. Le disse di guardare come la strada aveva deciso di aiutarli e si era messa tutta dritta perché arrivassero prima. E le spiegò che la bellezza di un rettilineo è inarrivabile, perché in essa è sciolta qualsiasi curva, e insidia, in nome di un ordine clemente e giusto. E' una cosa che possono fare le strade, le disse, e che invece non esiste nella vita. Perché non corre dritto il cuore degli uomini, e non c'è ordine, forse, nel loro andare".
Vi si parla di macchine, corse, velocità. O meglio, della passione del protagonista, Ultimo Parri, per quella meraviglia della tecnica che a inizio secolo incominciava timidamente a circolare e che aveva convinto il padre a vendere le sue mucche per aprire un'officina meccanica.
Ultimo è un ragazzo quando inizia la storia. E' sopravvissuto a tante malattie, al punto che il padre ritiene che sia circondato da “un'ombra d'oro” che lo rende speciale. Qualcosa muore invece inizia a morire in lui quando il padre rimane invalido in un incidente d'auto (il brano del libro si riferisce a quell’episodio). Un'altra parte lo lascia quando si ritrova soldato a Caporetto. Un'altra parte ancora cambia per sempre quando incontra il suo primo amore.
Sono diversi gli stili (da un post-futurismo iniziale, al dialogo quasi comico, alle storie d'altri tempi come si sentono ancora in certi racconti orali al memoriale al diario) che Baricco utilizza per raccontare questa storia apparentemente semplice.
Ma dietro la quale si scopre che c'è molto di più.
C’è questo ragazzo e quest’uomo che comprende ben presto che due e diverse sono le “piste” che si seguono nella vita: quelle che tutti si è costretti a percorrere e che tutti abbiamo sotto gli occhi e quelle che si vedono fuori dalle finestre dei ristoranti dove sta passando la Mille Miglia: le piste che vedono soltanto i piloti, le piste che stanno dentro, e che a volte vedono anche gli uomini comuni.
Chi è un sognatore, o conosce qualcuno di loro (uomini guidati da un'ossessione che si impadronisce di loro a un certo punto della loro vita e li obbliga a procedere su una strada che vedono) sa di che cosa si sta parlando. Come il padre di Ultimo che si lascia guidare dall'intuizione apparentemente folle di aprire un'officina per riparare macchine che quasi ancora non esistono, anche il figlio si ritrova a portare avanti il lavoro che qualcuno prima di lui ha inziato. Un sogno da realizzare, un progetto, un'ossessione da portare a termine a ogni costo.
E ogni volta che la vita gli mette di fronte dolore, guerra, abbandono, fuga, intuizioni, amore, Ultimo disegna un'altra curva di un circuito, di una pista nel nulla. E soltanto alla fine si riuscirà a capire dove, in quali punti e secondo quali traiettorie, le strade che stanno dentro coincidono con quelle che stanno fuori.
Forse mi è piaciuto perchè Ultimo mi assomiglia molto.
(Tra l’altro il 5% dei diritti d'autore vanno all'associazione CasaOz che si occupa di bambini colpiti da gravi malattie.)
Fandango editore, 15 euro.
postato da carnesalli | 08:20 | commenti (10)

venerdì, gennaio 20, 2006
 
P – “Poesia” (civile)/2
(Ritorna a casa che non è tardi)
Spesse volte le canzoni entrano a far parte della memoria collettiva.
Spesse volte le canzoni ci raccontano del nostro tempo con più efficacia di cento trattati di sociologia.
Spesse volte le canzoni ci rivelano sensazioni, sentimenti e pensieri che credevamo solo nostri o che ci ritenevamo incapace di esprimere.
Qualche volte le canzoni sono poesie.
Tre anni fa Walter Veltroni scrisse un articolo su una canzone di Fossati che sembra di oggi: “Ogni tanto una canzone, quattro minuti di musica e parole, ti prende, sorpreso, l’anima. Sembra che ti aspetti, ti cerchi. Sembra che sappia il percorso che tu solo pensavi di conoscere, quello che ti entra nel cervello, passa per il cuore, torna agli occhi…”
Mi è capitato spesso con i grandi autori che amo: da De Andrè a Dylan, da Fossati a Guccini.
E’ uscito in questi giorni l’ultimo disco di Fossati, appunto, che contiene questa splendida canzone.
Cara democrazia
(ritorna a casa che non è tardi)
Con santa pazienza
ho dovuto aspettare
con quanta buona fede
sono stato ad ascoltare
cara, cara democrazia
sono stato al tuo gioco
anche quando il gioco
si era fatto pesante
così mi sento tradito
o sono stato ingannato
mi sento come partito
e non ancora approdato
sento un vuoto
sento un vuoto al mio fianco
e nessuna certezza
messa nero su bianco
con benedetta arroganza
sono stato avvilito
con quanta leggerezza
sono stato alleggerito
cara democrazia
cara gemma imperfetta
equazione sbagliata
non scritta e mai corretta
devotissimi della chiesa
fedelissimi del pallone
nullapensanti
della televisione
siamo ragazzi del coro
le casalinghe di sempre
d’accordo
e la classe operaia
nemmeno me la ricordo
democrazie pubblicitarie
democrazie allo stadio
democrazie quotate in borsa.
Fantademocrazie
libertà autoritarie
libertà ugualitarie
democrazie del lavoro
democrazie del ricordo e
della dignità
Ahi che pessime orchestre
che brutta musica che sento
qui si secca il fiore e il frutto
del nostro tempo
sono giorni duri
sono giorni bugiardi
cara democrazia
ritorna a casa che non è tardi
non sai con quanta pazienza
ho dovuto aspettare
non sai con quanta buona fede
sono stato ad ascoltare
sono giorni duri
sono giorni bugiardi.
Cara democrazia
ritorna a casa
che non è tardi.

Mi piacerebbe diventasse una delle colonne sonore della mia vita.
E spero anche della prossima campagna elettorale…
postato da carnesalli | 08:41 | commenti (8)
politica, democrazia

martedì, gennaio 17, 2006
 
P – “Poesia” (civile)/1
All’inizio fu la legge sulle successioni.
I mitici primi cento giorni.
Poi la riforma fiscale (chi più guadagna, meno paga).
Quindi, in un crescendo rossiniano (il premier ci perdoni il colore, ma si usa dire così) tanto più arrogante quanto meno contrastato (il sonno della ragione genera mostri, si sa): la legge sulle rogatorie, quella sul falso in bilancio, la Gasparri, la Salvapreviti, i mille condoni.
E poi le epurazioni, le censure, la “riforma” della giustizia, il massacro della costituzione.
Come ha sostenuto di recente un pericoloso estremista, l’industriale Diego Della Valle: “c’è un responsabile dietro i “furbini”: chi ha insegnato a tutti che ormai si può fare tutto?”.
E poi ancora, e ancora…
Solo negli ultimi giorni: il condono col quale con soli euro 1800 (in due rate) il Presidente del Consiglio ha firmato da privato cittadino un condono che si è fatto approvare in Parlamento da uomo politico e che gli ha consentito di risparmiare qualche decina di milioni di euro di imposte (e una denuncia penale), il voto di Forza Italia che ha affossato la legge sui diritti del calcio in Tv (e che ha spinto lo stesso prudentissimo, per usare un eufemismo, Fini a parlare di conflitto di interessi) e la legge “Pecorella” (deputato di Forza Italia, avvocato del premier, Presidente della Commissione Giustizia) che prevede l’inappellabilità da parte del Pubblico ministero per le sentenze di proscioglimento (toh, casualmente il processo Sme, per fare un esempio…).
A proposito di quest’ultima legge, mi sembra interessante, originale e degno di nota l’intervento di Nando Dalla Chiesa in Parlamento.
Ritenendo insufficienti ormai le parole, ha creduto opportuno rivolgersi al Governo in versi.
Poeticamente… appena sufficienti.
Ma una grande lezione civile…
“Bentornati senatori,
dalle feste e dai ristori,
tutti insieme per votare
la gran legge secolare,
la più urgente, la più bella legge,
sì, la legge Pecorella.
Ma quant’è curioso il mondo,
nel suo gran girare in tondo,
che fa nascere d’incanto
una legge che può tanto.
E la scrive un avvocato
per salvare il suo imputato,
che poi, caso assai moderno,
è anche capo del Governo,
mentre invece l’avvocato
è un potente deputato.
Ah, che idea stupefacente,
non si trova un precedente,
è un esempio da manuale
di cultura occidentale
che sa metter le persone
sopra la Costituzione.
E ora è bello edificante
che di voci ce ne sian tante,
di giuristi, ex magistrati,
di causidici, avvocati,
pronti, intrepidi, a spiegare
che la legge è da votare,
poiché vuole la dottrina
che il diritto su una china
più virtuosa scorrerà,
se la norma si farà.
Ma pensate che bellezza
per un reo, l’aver certezza
che se il giudice è impaurito
o corrotto o scimunito,
potrà dar l'assoluzione
senza alcuna sconfessione,
che il processo finirà
e un macigno calerà
sull’accusa dello Stato
e su chi subì reato.
Che trionfo, che tripudio,
e per Silvio che preludio
ad una dolce terza età,
l’assoluta impunità.
Bentornati senatori,
per la fine dei lavori;
cinque anni incominciati
coi tesori detassati,
poi vissuti con amore
a far leggi di favore:
rogatorie, suspicioni,
lodi, falsi e prescrizioni,
approvate in frenesia
e con gran democrazia,
che chi c’è non può parlare
e chi è assente può votare.
Mentre al pubblico in diretta
lui giurava: "Date retta, se non si combina niente
sui problemi della gente
colpa è di opposizioni,
Parlamento e Commissioni!".
Bravi voi che con tempismo
combattete il comunismo,
anche se nell’ossessione
ce l’aveste una ragione:
falsa è di Marx la tesi
che lo Stato è dei borghesi;
ci insegnaste voi del Polo
che lo Stato è di uno solo.
Or votando con l’inchino
si completi il gran bottino
delle leggi personali,
questo sconcio senza eguali.
Del diritto sia mattanza.
Ma l’Italia ne ha abbastanza.”
N.d.R. ne ha abbastanza?

postato da carnesalli | 08:18 | commenti (10)
politica, pruriti

giovedì, gennaio 12, 2006
 
G – Giorno dopo (il)
di rane, di stagni e di un gracidare che mi piace poco…
“Una persona con un ideale ha la stessa forza di novantanove che hanno solo interessi”
(J.S.Mill)
Onestamente comincio ad essere un po’ stufo.
Le Tv - ovvio - non parlano d’altro (a parte il fido Fede; il TG5, titolo: “Caso Unipol: continuano le indagini sui soldi di Fiorani ai politici” - caso Unipol? –; Studio aperto: servizio confuso affastellante informazioni su Fiorani, ma facendo scorrere sullo sfondo immagini della sede di Unipol, e così via.
Forse “dipende” dal fatto che “dipendono” tutte da una stessa persona, casualmente oggi Presidente del Consiglio? Il quale tra l’altro – ma nessuno lo ricorda – è “collaterale” a Unipol essendo azionista della Hopa di Gnutti, a sua volta azionista di Unipol e “collaterale” a Fiorani alla cui scalata partecipava Mediolanum, di cui è socio…).

I giornali idem: lunedì il Corriere della Sera (come si dice… ah: “il” quotidiano indipendente) ha dedicato tre pagine intere (tre) e un paio di editoriali alla vicenda Unipol.
(Certo, sarebbe da definire vicenda Consorte: ma il suo nome non compariva; era tutto un rimestare di ipotesi, di esami di coscienza, di lezioni dal pulpito… con “un ghigno da primi della classe”, direbbe Guccini). Neppure un trafiletto sul filone principale dell’inchiesta: Fiorani e i suoi amici.
Politici compresi (quelli si, compresi).
Martedì replica: le prime dieci pagine (10) dedicate a Unipol in un sabba di ipotesi, tesi e antitesi da lasciare sconcertati.
Indipendente, certo; ma che forse ciò “dipenda” dal fatto che “dipende” da una proprietà che sostiene da sempre il Banco di Bilbao e che di essa fa parte Montezemolo…?
Al quale, sia detto per inciso, e a coloro che hanno accusato la Lega delle Cooperative di lesa “purezza della razza”, vorrei ricordare che essa è l’unico movimento cooperativo europeo senza finanza, (poco più di 200 sportelli bancari contro i 3500 delle Banche di Credito cooperativo) a fronte, che so, delle molte migliaia di sportelli del Credit Agricole, la prima banca francese di proprietà delle cooperative e di Rabobank, la prima banca olandese anch’essa di proprietà delle cooperative.
Così, come promemoria a chi ama fare esami del sangue…
Fiato alle trombe, ordinava Mike Buongiorno: e il concerto è infatti cominciato…
E da un po’ va avanti.
Per carità: niente dietrologia (per quanto…), niente grida al complotto (per quanto…).
In effetti poco si parla del fatto che bobine intere (non trascrizioni) secretate e scartate perché ininfluenti dalla Magistratura e conservate dal Governo (tramite la Guardia di Finanza), siano state date “in omaggio” ad un giornale che casualmente appartiene al Presidente del Consiglio (il quale, garbatamente, ma non tanto velatamente) ha già fatto sapere che ci saranno altre puntate della vicenda.
Dimostrando chi ha la disponibilità di quei nastri.
E questo certamente non è tifo.
E’ reato.
Questo per mettere alcuni paletti.
Siccome però con la solita voglia di farsi del male della sinistra è partita la consueta seduta di “autocoscienza” collettiva (e speriamo di arrivi presto ad una riflessione più “politica”), per far capire la mia opinione prendo in prestito le parole della lettera del signor Luciano Comida ad un quotidiano:
« In questi giorni, leggo e sento persone che si dicono disgustate dalla politica e dunque non andranno a votare o, se lo faranno, sceglieranno tappandosi il naso il “meno peggio”. Io no, io non voterò per il “meno peggio”: io voterò, a testa alta e convinto, per il centro-sinistra. Perchè non è vero che “sono tutti uguali”, che “se non è zuppa è pan bagnato”, che “rossi e neri e azzurri sono la stessa cosa”. Io voterò per Prodi perchè sono dalla parte dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, dalla parte della giustizia sociale, dalla parte dei magistrati e non degli affaristi illegali, dalla parte di chi combatte la mafia, di chi sostiene la laicità dello stato, di chi vuole la libertà nella stampa e nell’informazione, di chi non ha nè deve avere il controllo delle tv, di chi difende la legge 180 sulla salute mentale, di chi fa parte delle radici repubblicane nate dalla Resistenza antifascista e antinazista, di chi è dalla parte dei lavoratori e non da quella degli sfruttatori, di chi non ha nè deve avere mostruosi conflitti di interesse, di chi conosce la parole pace libertà giustizia solidarietà accoglienza uguaglianza, di chi vuole un’Europa indipendente e solidale, di chi ha a cuore i disastri ambientali (non per provocarli ma per cercare di sanarli), di chi paga le tasse, di chi non aiuta gli evasori fiscali, di chi non mente cento volte al giorno, di chi non promette cose mirabolanti, di chi proverà a ridare dignità morale e politica all’Italia. Ecco, per questi e per tantissimi altri motivi, il 9 aprile andrò a votare per il centro-sinistra, orgoglioso di tracciare quelle due crocette sulla scheda della Camera e su quella del Senato».
Aggiungerei:
di chi sa che può sbagliare.
Ma non ne fa motivo di vanto (sono ingenuo, non furbetto; come ha detto qualcuno meglio di me: in un mondo di furbi preferisco essere tifoso che cinico).
Tanto meno motivo di rassegnazione.
Di chi cade (quante volte in montagna ho sottovalutato un pericolo!).
Ma si rialza, si toglie la polvere dalle ginocchia, rammenda con cura lo strappo nei calzoni, sempre che ci sia, si guarda le scarpe, controlla il percorso.
E riprende a camminare.
Convinto delle sue ragioni.
E se le rane tutt’attorno continuano a gracidare, peggio per loro.
E peggio per chi butta ad arte sassi nello stagno, sperando che finisca a palle di fango.
No. E’ uno sport che non mi appassiona.
Finito il gracidante fuoco di sbarramento, sono convinto che ne vedremo davvero delle belle…
Come diceva un grande poeta polacco: “Non azzardiamoci ad addormentarci. La notte continua.”
Da parte mia cercherò di stare sveglio finchè potrò ”contribuire” a fornire un po’ di luce…
Assieme a tutti coloro che ci stanno.
P.S. Tanto per mettere i piedi nel piatto di una stucchevole polemica.
Non ho mai sostenuto né sostengo di essere “superiore” a nessuno.
La presunzione non mi appartiene.
Diverso, sì.
Antropologicamente diverso, ho detto altrove (non necessariamente migliore: diverso).
Per valori, scelte di vita (equo e solidale invece di condoni, per dire).
Perché non penso che tanto sono tutti uguali, che siamo tutti sulla stessa barca…
Perché credo nell’uguaglianza e nella necessità e possibilità di raggiungerla.
Perché so che anche in politica si possono commettere errori.
Perché credo però nello slancio morale ed etico della lotta politica.
Perché non sono così cinico e qualunquista (“realista” dicono alcuni) da pensare che la vita reale continua sempre allo stesso modo, con la giusta dose di trucchi e di inganni…
E perché sono così masochista da starci male per certe cose, che ad altri appaiono “normali”.
(Comunque se mi è concessa una cattiveria, citerei F.Colombo: ”Quanto a noi, ci spostiamo in un piano di normalità e di rispetto che è per forza superiore, non perché qualcuno di noi, a sinistra, sia salito più in alto (o si sia montato la testa, pensando di averlo fatto), ma perché nessuno, mai nessuno, in un Paese democratico, era sceso talmente in basso. “)
postato da carnesalli | 09:04 | commenti (9)
politica, pruriti, controcanto

lunedì, gennaio 09, 2006
 
S – Storia (la) non si prescrive
di Salò e di una legge contro la storia e la morale.
Ormai siamo abituati a quasi tutto: ma oggi in Italia si vuole premiare chi è stato alleato con le armi in pugno con i nazisti sterminatori, chi ha potuto partecipare ai rastrellamenti per catturare gli ebrei e consegnarli ai forni.
E’ quanto con orrore dobbiamo constatare quando, tra pochi giorni, arriva in aula al Senato una proposta di legge (di An) per il riconoscimento della qualità di “belligerante” a quanti militarono sotto le insegne della Repubblica sociale.
Se la seconda guerra mondiale fosse stata vinta dal loro schieramento, da sessant’anni non vi sarebbe più un ebreo vivo nella penisola. Essendo stata vinta dallo schieramento opposto, gli sconfitti sono rimasti vivi e attivi.
Vecchia questione: rispetto per tutti i morti (pietas); ma chi fucilava a Salò per deportare ebrei nei campi di sterminio non sarà mai equiparabile a chi veniva fucilato per impedirlo.
Io sono perchè tutti gli uomini abbiano gli stessi diritti e pari regole di uguaglianza (e come diceva don Milani, non si fanno parti uguali tra diseguali!).
Ma non credo che tutti gli uomini siano "uguali", in una indistinta melassa di sentimenti alla "volemose bene".
Posso salvare l'uomo, ma devo condannare l'idea.
Uguali nei diritti: ma mio nonno combatteva per farci liberi ed aveva ragione, il ministro Tremaglia combatteva per tradurre gli ebrei in Germania, e continua ad avere torto.
Le lacrime delle madri sono identiche: le idee per le quali sono morti i loro figli, no.
E se oggi siamo qui a dircelo (nostalgici di Salò compresi) è perché hanno “vinto” i secondi e i loro “valori di riferimento”.
In quei mesi gli italiani si divisero tra chi combattè per Mussolini e Hitler e per l’eliminazione degli ebrei e chi si inserì in quello strampalato amalgama di comunisti e monarchici, cattolici e liberali, anarchici e soldati angloamericani. Quella divisione persiste: la storia non è scritta sulla sabbia, è incisa nella carne delle genti di un territorio (l’anno passato sono stato a S.Anna di Stazzema…).
Chi compì la scelta errata e omicida, sessant’anni dopo può anche diventare ministro, ma non può essere onorato per quello che orgogliosamente fu (e rivendica di essere stato).
Il passato non si prescrive con una leggina: rimane.
Non si può un giorno commemorare le vittime della shoah e quello dopo onorare chi combattè volontariamente nello schieramento che attuava la shoah.
Ma questa legge ha una sua “valenza simbolica”: dare dignità morale a una Repubblica sociale che dignità morale non ha.
E’ lo ri-scrivere la storia non con i dati della storia, con la individuazione delle responsabilità, ma con la prepotenza della politica.
Molte sarebbero le cose da dire.
Due però sono secondo me importanti.
- Una, per così dire, formale.
Il tentativo evidente è quello di scardinare la verità storica, delineando un tempo senza riferimenti istituzionali, dove tutti sono uguali perché tutti animati da amore per la “patria”.
Si nasconde però che la patria (quella della quale si riempie la bocca Fini dai manifesti sparsi per tutta Italia), l’Italia che nasce dal risorgimento è retta dallo statuto albertino, è a tutti gli effetti rappresentata dal Re e dal suo governo che (a parte ogni altra considerazione) hanno dichiarato il 13 ottobre 1943 guerra alla Germania.
Dunque quelli che in Italia scelsero di servire direttamente o come alleati la Germania erano e rimangono anche formalmente traditori della patria.
- Una seconda più di contenuti.
C’è da chiedersi cosa vogliamo intendere per militari della Rsi: forse quelli che vennero reclutati e addestrati in Germania mentre centinaia di migliaia di militari italiani morivano nei campi di concentramento per essersi rifiutati di mettersi agli ordini di Hitler?
Oppure la Guardia nazionale repubblicana, le Brigate nere (destinate alla lotta contro i partigiani), la Legione Muti (chi abita a Milano ricorda ancora i racconti di Giorgio Strehler sulle macchie di sangue trovate nelle sale di tortura di quello che sarebbe diventato il Piccolo Teatro), la X Mas, o addirittura le SS italiane?
Chi sono  eroi repubblichini?
Nella motivazione della sentenza sulla strage di Fivizzano (paese nel quale quello smemorato di Bondi fu a lungo sindaco) emessa dalla Corte di Assise di Perugia il 21 marzo 1950 si legge”…la sera del 23 agosto 1944 giunse a Carrara un ufficiale superiore delle SS il quale…conferì col colonnello Giulio Lodovici, federale di Carrara e vice comandante di quella brigata nera. Al Lodovici reduce da un’azione contro partigiani al Ponte di Vara fu chiesto se fosse disposto a partecipare ad un’altra azione. Rispose affermativamente…
Avvenne così che nelle prime ore del 24 agosto colonne di automezzi tedeschi e italiani si avviarono verso la Valle del Lucido…. I morti furono quasi 200 tra cui 29 donne e bambini,uccisi con mitraglia e bombe a mano…; una bimba di due mesi (Battaglia Nunziatina) uccisa al volo dopo essere stata lanciata in aria; una donna (Papa Ercolina) denudata e impalata; una donna incinta (Marchi Alfierina) squartata; una vecchia sessantacinquenne bruciata viva con un lanciafiamme (teste Marchi Ilma); due vecchi (Boni Silvio e Mattei Paris) bruciati vivi nelle loro abitazioni date alle fiamme”.
Durante il processo gli assassini italiani individuati su scagliarono uno contro l’altro…
Una testimonianza per tutte: “Caporal maggiore repubblichino Giovanni Tomagnini detto Sergio: “Moracchini Giovanni disse che era stato uno dei più facinorosi e che si vantò con Porta Benito di aver ucciso e squartato una donna incinta…” Dopo i fatti di Vinca l’imputato, in un’osteria, volle brindare col padre “per la donna che avevo squartato”.
Caporalmaggiore Giuseppe Diamanti, detto Gatton: uccise e rapinò più volte. Partecipò al tiro contro la piccola, lanciata in aria e presa come bersaglio di abilità sparatoria. Ai commilitoni che gli chiedevano “O Gatton, quali sono gli ordini? Lui rispondeva “quanti ne vedete tanti ne ammazzate.”
(estratto da “L’armadio della vergogna di F.Giustolisi).
Giudici comunisti anche allora? Saranno ancora vivi questi "combattenti"?
E’ troppo evidente che c’è la volontà di riscrivere la storia (tra l’altro con le modifiche alla prescrizione dei reati prevista dalla legge salva Previti alcuni dei processi per le stragi naziste in Italia potrebbero essere interrotti) per ricostruirsi un imene irrimediabilmente lacerato.
C’è in gioco il filo che tiene unita la storia del paese, dall’Italia risorgimentale ai giorni nostri, il diritto, la continuità dello stato, i passaggi che portano dallo statuto albertino alla Costituzione Repubblicana.
Antifascista.
In quest’Italia delle amnesie e delle rimozioni occorre muoversi sul terreno della testimonianza e dell’impegno.
Continuo, per non dimenticare.
Come ha scritto il partigiano Mauri (Enrico Martini): “La guerra contro il nazifascismo ha richiesto agli uomini liberi di tutto il mondo uno sforzo immane. La guerra è finita. Queste brevi parole ne chiudono un significato tanto profondo che ognuno le pronuncia o le ascolta con un senso quasi di smarrimento e incredulità.
Bisogna invece convincersi, scuotersi, agire.
Agire contro il fascismo che non è finito…noi abbiamo combattuto per la libertà e abbiamo ridato la libertà al nostro popolo.
Tutti i cittadini hanno ora il dovere di concorrere alla ricostruzione del paese, di parteciparvi con tutte le energie e con ferrea volontà”
Valeva per allora.
Vale per adesso.

postato da carnesalli | 09:19 | commenti (8)
politica, memoria, democrazia

lunedì, gennaio 02, 2006
 
P – più e meno
Oggi voglio essere “egoista”, e farmi gli auguri per il "mio" 2006.
Mi auguro (elenco assolutamente parziale, sono uomo dai molti e variegati desideri…):
più rispetto, meno mobbing;
più tranquillità, meno stress;
più serenità, meno preoccupazioni;
più felicità (esageriamo), meno tristezze;
più sorrisi, meno mugugni;
più cuore, meno tachicardia;
più amicizia, meno “isolamenti”;
più salute, meno acciacchi;
più energia, meno stanchezza;
più familiarità, meno Famiglia;
più pazienza, meno nervosismo;
più attenzioni, meno girare lo sguardo;
più giustizia, meno torti,
e, massì,
più Ulivo, meno Polo…
Però: un 2006 rispettoso, tranquillo, sereno, felice, sorridente, con più amore, amicizia, salute, giustizia…
Forse, a pensarci bene, questi auguri possono andare bene a tanti.
E allora: ciascuno scelga l’augurio che più lo “riguarda”.
Diventerà così il mio personale e condiviso augurio a ciascuno di voi, amici: un in  bocca al lupo a Lidovina, Vincenzo, Silva, Acqua, Sebastiano, Hase, Carlo, Cinzia, Tiziano, Chiara, Betta, Momi, Luca, Aurora, Carla, Mirella, Vera, Marietta, Lorenzo e Anna, Giulio, Maria Grazia e Giovanni, Anna, Stefano... e a tutti gli altri che ho conosciuto - anche di persona - alla faccia  di chi parla di "fuga nel virtuale".
Persone in carne ed ossa, con i loro sentimenti e le loro passioni.
E un in bocca al lupo anche a chi mi segue senza avere un blog: Minuccia, Flaminio, Oliviero, Nerino, Lella, Carlo, Nadia...
Chi crede lasci allora il suo desiderio qui:
E incrociamo le dita…
postato da carnesalli | 09:20 | commenti (17)
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