ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

martedì 17 gennaio 2012

APRILE 2010

mercoledì, aprile 28, 2010
 
Ancora a proposito di regime...
IL 28 APRILE TUTTI IN PIAZZA NAVONA. Non sarà solo un'azione di testimonianza…
di Roberto Natale*


La mobilitazione sulle intercettazioni non è una semplice azione di testimonianza, che si fa per riaffermare principi sacrosanti, ma una battaglia che può essere vinta. E’ non solo giusta, ma utile. E’ importante averlo chiaro, alla vigilia dell’iniziativa di piazza Navona, dove ci ritroveremo alle ore 10 di mercoledì 28 aprile, in contemporanea con l’inizio del dibattito sul ddl Alfano nella Commissione Giustizia del Senato.
Avevamo chiesto a gran voce modifiche al testo uscito dalla Camera, che aveva raccolto tante critiche, a partire da quelle del Presidente della Repubblica. La settimana scorsa le modifiche sono arrivate, attraverso gli emendamenti presentati dal relatore Centaro, ma vanno nella direzione di peggiorare ulteriormente il testo: pene inasprite, restrizioni ancora maggiori al lavoro del cronista e dunque ulteriore secretazione dei fatti, un nuovo reato come la registrazione abusiva che avrebbe l’effetto di colpire anche una parte del giornalismo di indagine. I numeri della commissione e dell’aula sembrano non lasciare scampo, perché sul tema della pubblicabilità delle intercettazioni - dicono concordi tutte le ricostruzioni - il Presidente del Consiglio è irremovibile. Ma la situazione non è affatto chiusa. Per quello che faremo noi giornalisti, innanzitutto. Se l’iniziativa di piazza Navona non basterà (come è probabile), possono esserci azioni ancora più incisive: questo sindacato, del resto, fece uno sciopero tre anni fa contro un altro disegno di legge sulla materia, quando Ministro della Giustizia era Mastella anziché Alfano e a Palazzo Chigi sedeva Prodi anziché Berlusconi. Abbiamo ragioni comprensibili ed apprezzabili da larghi settori dell’opinione pubblica: se chiediamo di continuare a parlare di crack Parmalat e di clinica santa Rita, di scandali del calcio e di appalti del post-terremoto, è ben difficile farci passare come pettegoli ansiosi di spiattellare i dettagli più privati della vita dei potenti. E comunque, nessuna legge potrà imporci di venir meno al diritto-dovere di dare notizie: forse nella maggioranza non hanno ancora ben calcolato l’effetto che avrà - se il ddl dovesse passare in forme tanto pericolose - la disobbedienza civile e professionale che si metterà in atto con l’appoggio delle rappresentanze del giornalismo italiano a tutti i colleghi e le colleghe che sceglieranno di continuare ad informare. E poi c’è l’Europa: che ci può aiutare, che ci aiuterà, in un senso molto concreto e rapido. La Corte Europea di Strasburgo può essere attivata un minuto dopo l’approvazione della legge, e non c’è nemmeno bisogno di attendere (come accade invece per la Corte Costituzionale italiana) che un magistrato sollevi una questione di costituzionalità in un processo. I suoi ripetuti pronunciamenti vanno in direzione di una strenua difesa del diritto di cronaca, persino nel caso in cui il giornalista si sia servito di intercettazioni disposte illegalmente (come nella sentenza Dupuis). Sembra ragionevolmente certo il responso che dalla Corte Europea potrà venire sulla situazione dell’Italia, dove noi giornalisti chiediamo soltanto di poterci servire delle intercettazioni decise in modo pienamente legittimo dalla magistratura; e dove peraltro continuiamo a proporre una “udienza-filtro”, cioè la possibilità per il magistrato di sottoporre ad un ulteriore stralcio i testi delle intercettazioni e degli altri atti portati a conoscenza delle parti, per secretare quei passaggi che riguardino terze persone estranee all’inchiesta o anche gli stessi indagati, ma per aspetti privati non essenziali all’indagine. Per di più la Corte Europea è abituata a decidere in tempi sufficientemente brevi, rispetto a quelli della giustizia italiana: la sua risposta, se ce ne sarà bisogno, arriverà abbondantemente prima della fine della legislatura. La legge Alfano, dunque, non è una sciagura inevitabile. Le forze professionali e sociali che saranno insieme in piazza Navona non partono affatto battute.
* Presidente Fnsi
postato da carnesalli | 09:12 | commenti

martedì, aprile 27, 2010
 
Cromatismi (il mio 25 aprile)
Invecchiando, i miei capelli diventano sempre più bianchi, ma il mio cuore si tinge sempre più di rosso...
postato da carnesalli | 09:19 | commenti (1)

giovedì, aprile 22, 2010
 
Senza parole.
Ma proprio senza....
Ora non è che il fatto che Berlusconi abbia o meno il permesso di fare la comunione sia decisivo per le sorti del paese. Però le parole con cui mons. Fisichella spiega  il sì della Chiesa all’ostia per il Cavaliere sono divertenti assai.
L’alto prelato, già esultante per la vittoria pidielle-leghista alle elezioni regionali, spiega che “la Chiesa sui divorziati non ha affatto cambiato idea”, ma segnala che “con la separazione dalla seconda moglie Veronica il Cavaliere non vive più nel peccato”.
Vale a dire – è sempre Fisichella a parlare – che il premier “è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante, perché è il secondo matrimonio civile a creare problemi, visto che è solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi perché sussiste uno stato di permanenza nel peccato”.
Per il diritto canonico sarà anche corretto, ma di certo è esilarante.
Tanto da surclassare perfino l’inarrivabile arringa dell’avvocato Ghedini sull’”utilizzatore finale” ai tempi dello scandalo escort.
(dal sito di Repubblica)
postato da carnesalli | 09:07 | commenti (4)

mercoledì, aprile 21, 2010
 
Nella vita penso si debba provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga Renzo Bossi, detto “Trota”, intervista a Vanity Fair, 21 aprile
Mi permetto di suggerirne una terza: essere governati dal Trota...

postato da carnesalli | 08:54 | commenti (1)

venerdì, aprile 16, 2010
 
Abbecedario è con Roberto Saviano
 postato da carnesalli | 20:17 | commenti (3)

martedì, aprile 13, 2010
 
La retta via
Sottotitolo: l'Italia si può ancora salvare (forse). Un bel gesto di un imprenditore che si è fatto carico delle rette non pagate a Adro (BS). Ancora migliori le motivazioni che ha addotto.
«Sono - ha scritto l'imprenditore - figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film 'L'albero degli zoccoli'. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica».
Ha voluto anche dichiarare le sue preferenze politiche dicendo di «non essere comunista, d'aver votato Formigoni alle ultime elezioni» e d'essere certo che tra le 40 famiglie morose alcune sono «di furbetti che ne approfittano».
«Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell'Ucraina».
Lui, figlio di un mezzadro in un paese fino a pochi anni fa prevalentemente agricolo, si è rivolto ai suoi compaesani: «Si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi».
«Ma dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo?».
«Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare 'partito dell' amore?'. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia? Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro al mese (regolari)».
postato da carnesalli | 08:58 | commenti

lunedì, aprile 12, 2010
 
Rifiutata dall’ospedale perché le era scaduta la tessera sanitaria, una bambina nigeriana di 13 mesi muore poche ore dopo. Il padre, in regola con il permesso di soggiorno, aveva appena perso il lavoro e non poteva rinnovare il documento che forse avrebbe strappato la piccola alla morte
Serve un commento?
postato da carnesalli | 09:22 | commenti

venerdì, aprile 02, 2010
 
Un po’ a bocce ferme, sopita (non passata, ahimè) la rabbia.

Continua a leggerepostato da carnesalli | 09:39 | commenti (4)


 

Nessun commento:

Posta un commento