ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

lunedì 16 gennaio 2012

GENNAIO 2008

giovedì, gennaio 31, 2008
 
F.M. – (a) Futura Memoria / 3

De profundis. «Dopo un mandato disastroso Berlusconi ha lasciato alle spalle una pillola avvelenata, la legge elettorale. Non c’è la più piccola speranza che sia meglio scommettere su un suo ritorno. Berlusconi ha chiarito che la sua priorità sarebbe di nuovo quella di proteggere i suoi interessi rendendo più difficile l’utilizzo delle intercettazioni in tribunale. Povera Italia»
(L’Ecomomist, 31 gennaio 2008)

Tralasciando il giudizio di Bono Vox, per quel che vale, ma comunque lusinghiero, sul governo Prodi:

A proposito di leggi criminali (per es. la Gentiloni):
Secondo i giudici della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva "è contrario al diritto comunitario".
A questo punto Retequattro potrebbe essere costretta a migrare sul satellite per lasciare spazio all'emittente di Francesco Di Stefano impegnata da anni in una guerra legale per vedersi riconoscere il diritto a trasmettere via etere su scala nazionale.
Per la Corte di giustizia Ue il regime italiano "non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati". Nella sentenza si ricorda che Centro Europa7 srl, è una società attiva nel settore delle trasmissioni radiotelevisive e che nel 1999 ha ottenuto dalle autorità italiane un'autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, ma non è mai stata in grado di trasmettere perché non sono mai state assegnate le radiofrequenze.
Il giudice del rinvio "sottolinea che in Italia il piano nazionale di assegnazione delle frequenze non è mai stato attuato per ragioni essenzialmente normative, che hanno consentito agli occupanti di fatto delle frequenze di continuare le loro trasmissioni, nonostante i diritti dei nuovi titolari di concessioni".
Le leggi che si sono succedute, che hanno perpetuato un regime transitorio, "hanno avuto l'effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai titolari di concessioni in tecnica analogica e di impedire ad altri operatori di partecipare alla sperimentazione della televisione digitale".

A questo punto il Consiglio di Stato DOVREBBE conformarsi alla sentenza Ue annullando tutto quello che è contrario alle norme comunitarie, vedi la Gasparri (già silurata da Bruxelles per altri aspetti), e assicurandosi che il ministero delle Comunicazioni provveda alla sanatoria spostando Retequattro sul digitale.

A proposito dell’epoca che abbiamo trascorso (tanto per farci un’idea)
(da un articolo di Furio Colombo)
…ci sono un paio di ragioni che non depongono a favore di una mia ritrovata mitezza ma servono a capire l’epoca che abbiamo trascorso.
Debenedetti, da ex senatore Ds attivo e scrupoloso, nel suo periodo e nel suo buon lavoro conosce l’ambiente. Ma, devo dirgli, solo in parte. Questa volta non potevi parlare a causa delle urla scomposte e continue fondate sulla ripetizione infinita della negazione di legittimità sia del governo sia della maggioranza. Entrambi venivano continuamente dichiarati “frutto di broglio”. Nei rari momenti di semi-normalità e di relativo silenzio era il tuo gruppo che ti supplicava (ognuno di noi) di tacere, di rinunciare anche di fronte alla pioggia di insulti su Rita Levi Montalcini o sui presidenti emeriti Scalfaro e Ciampi. Avevamo una capogruppo, Anna Finocchiaro, che parava i colpi con dignità e il massimo di pacatezza possibile - a volte di fronte a vere e preoccupanti esibizioni di squilibro e di patologica concitazione, in momenti tragici e in momenti di farsa. La ragione del silenzio forzato che ci veniva richiesto: cercare di calmarli per riuscire a votare.

L’ultima seduta del Senato, ricordo all’amico Franco Debenedetti, è stata una triste “compilation” del Senato in cui abbiamo vissuto. Un senatore tenta di comportarsi con libertà e decoro e viene aggredito al punto di essere portato in barella fuori dall’Aula. Il senatore aggressore non smette di urlare le peggiori invettive e per essere meglio capito fa con le dita il gesto della pistola. Un altro senatore, già noto per le sue stranezze getta in aria fette di mortadella, brandisce bottiglie di champagne e - per completare l’effetto della “diretta” sugli atterriti cittadini italiani - grida e ripete al collega privo di sensi «squallida checca». Un altro ha fatto roteare lo champagne prima di stapparlo in modo da ottenere un violento schizzo di schiuma da buttare in faccia e sulle divise dei commessi, come un padrone alticcio e bizzarro.

Ora tutti noi - a parte il senso di imbarazzo e di vergogna - sapevamo che i nostri colleghi non sono matti. Eseguivano ordini. Ordini di chi? Come tutti sanno, uno solo in Italia dispone del potere e dei mezzi per indurre persone - molte delle quali sono privatamente rispettabili - a comportarsi pubblicamente, deliberatamente in un modo indecente che avrebbe stravolto ogni italiano di sinistra e di destra.
L’ordine era che niente sarebbe stato abbastanza volgare o abbastanza insultante per celebrare il funerale politico di Prodi.
Coloro che hanno avuto la sventura di assistere al giorno più brutto e più triste della Repubblica (perché le istituzioni erano attaccate da dentro, non da misteriose mani assassine estranee i cui delitti hanno rinsaldato le istituzioni) hanno ancora negli occhi la scena della «squallida checca», della mortadella lanciata in aria (ed esibita penosamente sulle loro stesse facce) dei lavoratori del Senato inzuppati dal lancio di champagne.
Ora un serio e saggio ammonimento li raggiunge con una firma illustre dalla prima pagina del Sole 24 Ore: alla fine di due anni di insulti continui a Prodi (ricordate il “mascalzone bavoso” titolo di un editoriale de Il Giornale?) nell’Italia della Commissione Telekom Serbia e della Commissione Mitrokin, entrambe destinate all’eliminazione politica dell’allora candidato Prodi, adesso ci dicono: «Basta tormentare Berlusconi!».

(continua, ahimè, in questa… e nella prossima legislatura)


postato da carnesalli | 18:14 | commenti (1)

mercoledì, gennaio 30, 2008
 
F.M. – (a) futura memoria / 2
con una aggiunta dell'ultima ora: P - Pancia (non c'è più)
- vedi in fondo il P.P.S. - 

“Il governo Prodi si è comportato sorprendentemente bene negli ultimi 20 mesi.
L’evasione fiscale è stata drasticamente ridotta e il deficit di bilancio, dal 4,4% del Pil lasciato dal precedente governo di centro destra è stato tagliato a circa il 2%. Il trend ascendente dell’enorme debito pubblico è stato invertito.
L’ultima cosa di cui ha bisogno l’Italia sono altre elezioni”
(La Prava)

No… è il Financial Times del 23.1.2008 (e chissà se il F.T. ne capisce più di me...)

Il bigamo Casini strilla (ma a bassa voce, chè il padrone non vuole) che occorre cambiare prima del voto la legge elettorale che lui stesso aveva ispirato (attribuita a Calderoli: ma è impossibile, non sa né leggere né scrivere…); legge detta, come per le ville palladiane, “la porcata”.

 L’estimatore di giovinette di quarta mano, Gianfranco Fini (beh, anche lui non è proprio fresco di giornata), preso ripetutamente a schiaffi dal suo principe, sostenitore acerrimo del referendum, critico verso la attuale legge elettorale, che pure aveva votato, si è immediatamente accodato (e chi aveva dubbi?) ai voleri del boss.

Bossi, al quarto grappino, vaneggia di insurrezioni armate….

Berlusconi prima fonda un partito dall’alto (alto?) del predellino della sua Mercedes (con contorno di 10 milioni di inesistenti sostenitori che – secondo Emilio Fede - hanno partecipato alla scelta del nome del medesimo), poi lo rottama subitaneamente senza soluzione di continuità, buttando a mare le magnifiche sorti e progressive del nuovo movimento, già contrapposto irreversibilmente all’”ectoplasma” CDL (con la quale però si presenterà alle elezioni).

Storace storaceggia, Fiore smacchia il doppiopetto (e io sento un gran odore di olio di ricino).

Mussolini: nomen omen…

Senso del pudore mi impedisce di parlare di Dini, Mastella, Cuffaro, Rotondi….

Per fortuna (e per scelta) non sono elettore del centrodestra…

Intanto in TV imperversano i TGU di regime: secondo Fede (o Studio aperto, o TG5, o Buona Domenica…) siamo ad un passo dal Darfur, la fame e la miseria dilagano, qualcuno è perfino costretto a scendere dal Suv a chiedere l’elemosina…

In compagnia - del resto - dei soliti malpancisti dell’Unione: quelli che “mi aspettavo di più”, quelli che “il governo non era abbastanza a sinistra”, quelli che “la caduta Prodi mi è del tutto indifferente”, quelli che “meglio che sia caduto, così torniamo all’opposizione”.
Quelli che non hanno mai dato istruzioni neppure alla donna di servizio, ma se fossero stati loro al governo… (si sa, siamo un paese di commissari tecnici) 

Allora, per fare un po’ di chiarezza, dico la mia, almeno su questo punto.

Io – ma solo perché sono solo un povero riformista – mi sarei accontentato al termine di cinque anni di legislatura – di poche cose. Almeno:
1)  Riduzione della disoccupazione
2)  Uscita dall’Iraq
3)      Più sicurezza ai cittadini
4)      Più dignità alla scuola e all’università
5)      Cambiare la Bossi-Fini
6)      Risanamento dopo l’infausta stagione della “finanza creativa” di Tremonti e  lotta senza quartiere all’evasione fiscale dopo lo scandaloso quinquennio dei condoni.

(Certo anche: una legge sul conflitto di interessi, una nuova legge elettorale, la cancellazione delle leggi della vergogna).

Dopo venti mesi (non cinque anni, venti mesi), cosa possiamo dire?

1) La disoccupazione è effettivamente discesa. Anzi, è ai livelli più bassi degli ultimi venticinque anni.

2) Iraq: le truppe sono state ritirate (e non era così semplice).

3) La maggior parte dei reati è in calo. E, per quel che riguarda la criminalità organizzata, è stata infilata una serie straordinaria di arresti di latitanti di spicco.

4) Scuola e università: reintroduzione del controllo pubblico sugli esami di maturità, fine della proliferazione anarchica degli atenei, valorizzazione dei risultati degli ultimi tre anni scolastici ai fini dei percorsi universitari. E l’Agenzia di valutazione dell’università e della ricerca, con premi per le università che lavorano meglio.

5) Al posto della Bossi-Fini era già pronta la Amato-Ferrero, i cui princìpi di civiltà hanno comunque trovato anticipazione in diversi atti del governo (pensiamo alla querelle Fioroni-Moratti).

6) Risanamento finanziario: il deficit è stato dimezzato, è il più basso dal ’99.

E quanto alla lotta all’evasione: 20 miliardi recuperati non sono pochi.

In un anno e mezzo di governo.
Per di più con una maggioranza risicatissima al Senato e una guerriglia permanente contro un governo che sarebbe dovuto cadere ogni settimana.

Perché allora ha dominato sempre quel clima di depressione insoddisfatta?

Certo, c’erano anche la legge sul conflitto d’interessi (o l’altra sua faccia: la riforma televisiva), la legge elettorale e la cancellazione delle leggi della vergogna. Ma davvero le prime due potevano essere fatte senza avere una vera maggioranza in Parlamento? E in ogni caso, si poteva fare una legge elettorale con la “propria” maggioranza? Quanto alle leggi della vergogna: sulla Pecorella è intervenuta la Corte, sul lodo Schifani pure, su rogatorie e Cirami la giurisprudenza internazionale o interna hanno agito (per fortuna) da neutralizzatori.
Restano la Cirielli e il falso in bilancio e su tutte e due si stava intervenendo.

Il bilancio di questo governo sta molto al di sopra di ciò che il suo elettorato ha percepito (o gli hanno fatto percepire, il che talvolta coincide).

Certo si poteva fare di più (si può sempre fare di più), se non altro evitare quel clima da pollaio permanente.
Ma se ci sono le galline al governo è difficile fare diversamente…

Senz’altro Berlusconi avrebbe letteralmente martellato gli italiani per settimane con ognuno dei risultati su elencati.

Noi possiamo – a bocce ferme – mettere ordine nel pollaio (ed è il senso delle parole di Veltroni: PD da solo).

Breve quadro sinottico:
Indicatori dal Governo Berlusconi al Governo Prodi

PIL
2005 0,1%                              2007 1,9%

DEBITO/PIL
2005 106,2%                          2007 104,00%

DISOCCUPAZIONE
2005 8,0%                              2007 5,6%

DEFICIT / PIL
2005 4,1%                              2007 2,0%

EXPORT
2005 – 05%                            2007 + 2,5%

INVESTIMENTI DALL’ESTERO
2005 20 mld di dollari  2007 28,1 mld di dollari


Dopo 20 mesi!

P.S. E’ di oggi la notizia che le entrate fiscali sono aumentate a gennaio del 9,4%.
Significa che il prossimo presidente del consiglio (lo scrivo minuscolo perché, ahimè, sarà probabilmente il cainano) avrà un “tesoretto” di circa 7 miliardi di euro
E poi favoreggiano del culo di Prodi….

P.P.S.
P - Pancia (non c'è più)

Assolto perché il reato non esiste più: questa la (incredibile ndr) motivazione con cui i giudici del Tribunale di Milano hanno assolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi imputato nel processo Sme (e lo stesso era accaduto con il processo All Iberian) con l’accusa di falso in bilancio. Ma dopo l’entrata in vigore della legge sul diritto societario voluta proprio dalla Casa delle Libertà durante il governo Berlusconi, il reato di falso in bilancio non è più tale.

I difensori di Silvio Berlusconi, gli avvocati Nicolò Ghedini e Gaetano Pecorella, questa mattina in aula al processo stralcio Sme hanno chiesto l'assoluzione di Berlusconi non perché innocente (troppo facile) ma perché il fatto non è più previsto dalla Legge come reato
Ladri, ma sinceri…

Adesso si capisce perché allora Pecorella (avvocato del premier ed estensore della legge) allora commentò soddisfatto: «Una splendida legge».

Sono abbastanza vecchio per ricordare una pubblicità di Carosello, di un olio di oliva mi pare, nella quale un signore piuttosto obeso, nel sonno sognava di dimagrire e saltando sul letto cantava felice: "e la pancia non c'è più, e la pancia non c'è più".

Era solo un sogno, naturalmente.
Al risveglio la pancia c'era ancora: il protagonista dello spot non era certo Presidente del Consiglio...


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politica, controcanto, economia - articoli

martedì, gennaio 29, 2008
 
F.M. – (a) futura memoria/1

Il reddito delle famiglie con capofamiglia lavoratore dipendente "è rimasto sostanzialmente stabile" (+0,3%) dal 2000 al 2006, considerando l'aumento del costo della vita.
Il reddito delle famiglie con capofamiglia autonomo, nello stesso periodo, sempre in termini reali, è cresciuto del 13,1%.

La ricchezza netta degli italiani aumenta ma è sempre più concentrata in poche famiglie.
Infatti nel 2006 il 10% delle famiglie italiane più ricche possedeva quasi il 45% dell'intera ricchezza netta, una percentuale in crescita rispetto al 43% del 2004.

Nell'ultimo biennio si è registrata una crescita del 4,3% in termini reali per i redditi da lavoro dipendente.
Ma questo incremento, rileva Bankitalia, "compensa soltanto in parte la riduzione osservata fra il 2000 e il 2004".

(Siccome non voglio sembrare troppo servizievole, non la riporto, ma invito tutti a leggere la lettera che mons. Bettazzi ha scritto a Romano Prodi.
Cercatela: dubito però che la troverete su Libero o Il Giornale…)

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lunedì, gennaio 28, 2008
 
N – Non solo Neruda…

Le nostre sconfitte non provano nulla

Se quelli che lottano contro l’ingiustizia
mostrano i loro volti feriti,
grande
è l’impazienza di coloro che stanno al sicuro.

Perché protestare? Chiedono.
Avete lottato contro l’ingiustizia! E adesso
siete stati vinti.
Tacete dunque.
….
Oh amici
che ve ne state sicuri,
perché ci siete così ostili? Siamo
vostri nemici, perché nemici dell’ingiustizia?
Se chi lotta contro l’ingiustizia è vinto,
non per questo l’ingiustizia ha ragione!

In realtà le nostre sconfitte
non provano nulla, se non che
siamo troppo pochi
noi che lottiamo contro gli iniqui,
e da chi sta a guardare aspettiamo
che almeno si vergogni!

(B.Brecht)

postato da carnesalli | 09:25 | commenti (3)
poesia, sfoghi, leparoledeglialtri

venerdì, gennaio 25, 2008
 
M – Memoria (il giorno della)

“…se qualcosa potrà salvare l’umanità, sarà il ricordo: il ricordo del male servirà da difesa contro il male; il ricordo della morte servirà da difesa contro la morte”
(E.Wiesel)

Sono otto anni che la proposta di Furio Colombo, di istituire il giorno della memoria è diventata legge.

La lingua latina usa ben tre diversi verbi per indicare la facoltà del ricordare: nemini (avere in mente), reminiscor (richiamare alla mente), recordor (richiamare al cuore, presunta sede della memoria).
E al cuore e alla mente parlano gli ex deportati che ostinatamente cercano uno spazio per lasciare un ricordo,  nonostante quasi tutto intorno a noi ci inviti alla dimenticanza, al passaggio rapido, allo sguardo frettoloso e superficiale.
Certo non si può pensare di ricordare solo per un giorno, ma si può pensare opportunamente di dedicare un giorno al ricordo e alla memoria.
Non solo al ricordo di milioni di vittime dell’incubo nazifascista, ma alla memoria perché continuiamo a riflettere su quanto accaduto sessant’anni fa.
Sapendo però che essa ci offre la possibilità di interpretare il presente.
Perché l’incubo non ritorni più: perché il recupero dell’esercizio della memoria significa sviluppare coscienza critica, sollecitare la partecipazione, educarsi alla consapevolezza di sé, dei propri diritti e doveri.
In altre parole significa comprendere che solo impegno, convinzione, idealità rendono l’uomo un uomo migliore, anche se forse pagando qualche prezzo.
Significa credere che un mondo giusto è popolato da uomini giusti.
Significa rendersi conto che il silenzio, l’indifferenza, la viltà possono avere conseguenze catastrofiche, come ci insegna proprio l’orrore anche italiano che fu la shoah.

Purtroppo è sempre più difficile remare contro la logica del consumo acritico di merce che non chiede riflessione, contro la lontananza cronologica ma anche, ahimè, ideale, contro la paura di essere coinvolti, contro una società che sopisce, che non sviluppa tracce da seguire con convinzione, idee, passioni.

Ecco perché giornata del ricordo, della “memoria”: monito permanente perché non si ripetano gi errori/orrori del passato, sorveglianza dell’assunzione di una responsabilità di partecipazione attiva.

Che consente di dire di no, di essere contro.

Di respingere il sonno della ragione.

(sito della Fondazione Memoria della Deportazione)

P.S. In questi giorni certamente le “urgenze” sono altre, ma non siamo “fuori tema”: al di là del valore in sé della giornata, è evidente una “lontananza ideale” da questi temi.
Senza enfatizzare, ma ancora ieri in Senato – a parte episodi gravissimi di aggressioni fisiche – un senatore di An, del quale non voglio ricordare neppure il nome – ha apostrofato un collega che votava in modo difforme dal suo con l’epiteto: “frocio… checca squallida” (tale senatore non è sposato).

C’erano delle persone, nei campi di sterminio, che portavano sul braccio un triangolo rosa…

postato da carnesalli | 12:27 | commenti (4)
politica, memoria, democrazia

giovedì, gennaio 24, 2008
 
Comunque vada (e andrà male in ogni caso) la replica di Prodi è stata quella di un galantuomo, di alto spessore morale.
Sarà anche un'armata Brancaleone.
Ma almeno non sono mercenari lanzichenecchi.
Ad majora

postato da carnesalli | 18:03 | commenti (6)

mercoledì, gennaio 23, 2008
 
V - Vitamine
"A te mio dolce amore caro io auguro pace e felicità.
Addio amore..."
(Roberto Ricotti partigiano condannato a morte - S.Vittore 13.1.1945)
Discorso agli studenti milanesi
di Piero Calamandrei
“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sè
La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro i combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità
Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica.
E un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo: “La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che  qualcheduno di voi conoscerà di quei due emigranti, due contadini che traversano - l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava
E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio “Ma siamo in pericolo E questo dice “Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda”. Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: “Beppe, Beppe, Beppe se continua questo mare il bastimento affonda”.
Quello dice “Che me ne importa unnè mica mio”
Questo è l’indifferentismo alla politica.
E così bello, e cosi comodo è vero è cosi comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica!
Eh, lo so anche io, ci sono
Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non una piacevole cosa
Però la libertà è come l’aria Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai
E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, vivere, sentirla come vostra, metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica!
E rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo
Ora io ho poco altro da dirvi.
In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie
Sono tutti sfociati qui i questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane E quando io leggo nell’art 2 “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale”, o quando leggo nell’articolo 11 “L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria italiana in mezzo alle altre patrie... ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art 8 “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”, ma questo e Cavour!
O quando io leggo nell’art 5 “La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”, ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art 52 io leggo a proposito delle forze armate “l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, esercito di popoli, ma questo è Garibaldi’
E quando leggo nell’art 27 “Non è ammessa la pena di morte’, ma questo è Beccaria!
Grandi voci lontane, grandi nomi lontani Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti
Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione
Dietro ogni articolo che questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione”.
Piero Calamandrei (1889-1956)
UN RICORDO
"Eravamo profondamente convinti che la nostra esperienza, con le sue luci e le sue ombre, potesse essere di esempio per far comprendere il valore della libertà, il rischio di perderla, il sacrificio che occorre per riconquistarla; per far nascere nelle coscienze la volontà di affermarla, difenderla, arricchirla…
Durante la Resistenza ci battemmo per la libertà di tutti, la nostra, quella di chi non partecipava, quella di chi era contro; oggi intendiamo continuare ad operare perchè essa sia sempre  più piena, ricca, garantita”
Arrigo Boldrini - Comandante Bulow
Grazie
PER NON PERDERE IL VIZIO











postato da carnesalli | 09:21 | commenti (3)
politica, idee, democrazia, leparoledeglialtri

lunedì, gennaio 21, 2008
 
“L’unico vero realista è il visionario”
(F.Fellini)

Ringrazio:
i sotutto
i telavevodetto
i non c’è speranza
i sonotuttiuguali
i machitelofafare
i lapoliticaètuttaunamerda
….

Ringrazio.
Ma non mollo.
Perché uno può perdere ciò che ha (la pazienza per esempio).
Ma non ciò che è.

E io sono un inguaribile, appassionato don Chisciotte di sinistra

“Cinque anatre volano a sud: molto prima del tempo l'inverno è arrivato.
Cinque anatre in volo vedrai contro il sole velato.
Nessun rumore sulla taigà: solo un lampo, un istante ed un morso crudele:
quattro anatre in volo vedrai ed una preda cadere.
Quattro anatre volano a sud: quanto dista la terra che le nutriva?
quanto la terra che le nutrirà e l'inverno già arriva.
Il giorno sembra non finire mai, bianca fischia ed acceca nel vento la neve:
solo tre anatre in volo vedrai e con un volo ormai greve.
A cosa pensan nessuno lo saprà: nulla pensan l'inverno e la grande pianura,
e a nulla il gelo che il suolo spaccherà con un gridare che dura.
E il branco vola, vola verso sud: nulla esiste più attorno se non sonno e fame:
solo due anatre in volo vedrai verso il sud che ora appare.
Cinque anatre andavano a sud: forse una soltanto vedremo arrivare,
ma quel suo volo certo vuole dire che bisognava volare!”
(Francesco Guccini, il bardo)
1. continua (potete contarci)
postato da carnesalli | 20:15 | commenti (6)
 

Anche il piissimo Borghezio (quello che dà fuoco agli extracomunitari, perché si sa, le discariche sono ormai piene) al raduno di Roma, per difendere il Papa a nome dei “padani e cattolici tradizionalisti”.

Ho già inoltrato formale richiesta per diventare valdese…
postato da carnesalli | 09:16 | commenti (12)

sabato, gennaio 19, 2008
 
Superato quell'attacco di nausea che ostinatamente continua a venirmi (non mi riesce proprio di abituarmi...), mi sovviene l'aneddoto (raccontato da Enzo Biagi) di quella madre che - in riferimento alla figlia ancora nubile - sosteneva:
"Sì, è incinta.
Ma solo un pò"
postato da carnesalli | 18:40 | commenti (1)

venerdì, gennaio 18, 2008
 
Tolleranza / 2
(prima puntata)

“La tolleranza è la disposizione civica a convivere armoniosamente con persone di credi differenti e persino opposti ai nostri, e anche con regole sociali e usanze che non condividiamo.”
 (F.Savater)

La tolleranza non è semplice “indifferenza” ma è qualcosa che implica, in molti casi, sopportare quel che non ci piace: il che ovviamente non impedisce di formulare critiche ragionevoli e nemmeno ci obbliga a passare sotto silenzio il nostro modo di pensare per non «ferire» chi la pensa diversamente.

La tolleranza ha due direzioni: non proibire o impedire la condotta del prossimo ha come contropartita che questi si rassegni a obiezioni di chi ha opinioni differenti.
Essere tollerante non significa affatto quindi essere acquiescente.
Chi deve essere sempre rispettato sono le persone e non le loro opinioni o i loro comportamenti. Ovviamente, la tolleranza esige un piano condiviso di istituzioni che devono essere riconosciute da tutti: chi nega tale condivisione sta negando anche il suo stesso diritto ad essere tollerato.

Uno dei pilastri della tolleranza è delimitare ciò che la minaccia, vale a dire denunciare l’intolleranza e l’intollerabile, combattendolo democraticamente.
Lo scrittore svedese Lars Gustafsson lo ha riassunto bene: «La tolleranza dell’intolleranza produce intolleranza. L’intolleranza dell’intolleranza produce tolleranza».

Nell’ambito religioso, la tolleranza democratica è riconoscere il diritto di chiunque a praticare le proprie credenze religiose, sempre che tale culto non violi le leggi civili (in caso di contrasto, sono queste regole a dover predominare). Ma questo diritto individuale non può mai convertirsi in un dovere, per nessuno né d’altronde per la comunità nel suo complesso. Nessuna autorità religiosa può aspirare a convertirsi in una specie di tribunale superiore che giudichi quali leggi devono essere accettate e quali rifiutate. Vale a dire: nessuna autorità religiosa può pretendere di convertire ciò che secondo la propria credenza sono considerati «peccati» in «delitti» per tutti, in reati definiti dal Codice Penale. Conviene non scordarsi che anche il rifiuto di credere nel soprannaturale (per esempio, in nome della verità o della ragione) deve essere una posizione religiosa difesa e protetta dalla legge.

Essere tollerante non vuol dire essere debole, ma essere sufficientemente forte ed essere sufficientemente sicuro delle proprie scelte per convivere senza scandalo né rigetto con il diverso, sempre che si rispettino le leggi, nel confronto continuo.
Quel che realmente si oppone alla tolleranza è il fanatismo, molte volte insito non tra i più convinti ma tra coloro che pretendono di zittire i propri dubbi screditando e chiudendo la bocca agli altri.
Come ha detto Nietzsche, «il fanatismo è l’unica forza di volontà di cui sono capaci i deboli».

Insomma, una società “buona” consiste nella ricerca degli elementi comuni al di là delle differenze.
Nel rispetto reciproco.

postato da carnesalli | 09:00 | commenti (5)
politica, societa, idee, democrazia

mercoledì, gennaio 16, 2008
 
chi semina vento...

postato da carnesalli | 08:51 | commenti (14)

lunedì, gennaio 14, 2008
 
N - Nausea
Nausea 1 - "Non potremmo trattare con forze politiche che mettessero in atto una decisione criminale come il disegno Gentiloni. Non ci sarebbe alcuna possibilità di dialogo".
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/legge-elettorale-13/berlusconi-nessun-dialogo/berlusconi-nessun-dialogo.html
Decisione criminale?
Nausea 2 - Nel 1976, l'anno delle elezioni più drammatiche dopo quelle del 1948, dinanzi al male assoluto che un governo con il Pci avrebbe arrecato al sistema di sicurezza dell'Alleanza atlantica, nel novero degli estremi e possibili rimedi il fronte occidentale, le potenze alleate (MA DI CHI?) e in qualche misura la Nato presero in considerazione anche l'ipotesi di un colpo di Stato. Un "coup d'Etat", letteralmente: alla francese.
(Fonte Planning Staff del Foreign Office, il ministero degli esteri inglese)
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/documenti-foreign-office-1/documenti-foreign-office-1/documenti-foreign-office-1.html

Nausea 3  - Bandiere di Foza Italia Udc, An e Forza Nuova tra i
"moderati” che stanno mettendo a ferro e fuoco l’Italia 
(pagati da qualcuno, sostiene il prefetto di Cagliari).
Nausea 4  - Pierferdy Casini a Cortina d’Ampezzo (luogo dove notoriamente vanno solo i diseredati) durante le ultime vacanze invernali ha utilizzato per sciare il pass della figlia, perchè costava meno  (è stato multato per questo)

Nausea 5  - Il Papa dice messa voltando le spalle ai fedeli: per la prima volta da decenni, Benedetto XVI ha adoperato l'antico altare della Cappella Sistina addossato al muro Papa Sistina, secondo il rito preconciliare.
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/papa-messa-di-spalle/1.html

Nausea 6  - L’episodio della Thyssen e del rapporto dei suoi dirigenti circa gli incidenti avvenuti a Torino mi fa troppo schifo per riportarlo. 
Ricordo solo che la Fiat ha sospeso degli operai perché sorpresi a bere un bicchiere d’acqua anziché andare in bagno come dichiarato…

Nausea 7  - Quella su Bruno Contrada (condannato in via definitiva per mafia) "è una battaglia che Lino Jannuzzi sta facendo e credo sia una battaglia che merita tutto il nostro appoggio: non si può pensare che chi è stato condannato per le accuse di chi ha contribuito a far arrestare, un servitore dello Stato, possa essere dimenticato e trattato in questo modo. E' qualcosa che francamente non si può accettare". Lo ha detto Silvio Berlusconi.
E all'ex premier si rivolge l'avvocato di Contrada (già fondatore di un partito sponsorizzato dalla alla mafia )

Nausea 8 - Ogni 10 controlli sette negozi, nel 2007, sono risultati non in regola con l'emissione degli scontrini fiscali.

Nausea ......

E poi dice che uno si butta a sinistra…

postato da carnesalli | 09:46 | commenti (4)
politica, controcanto, fessono

venerdì, gennaio 11, 2008
 
S – Sfogo

Ratzinger, basta per favore.

Io ho il massimo rispetto per la Chiesa e per le sue gerarchie.
Ma basta.

A parte che nell’udienza di ieri  si è comportato come se Zapatero venendo in visita di cortesia in Italia (tale è lo scambio di auguri di inizio anno), dichiarasse pubblicamente e con acrimonia appena sceso dall’aereo che Fiumicino è sporco e che bisognerebbe finanziare l’Iberia.

Ma poi: è mai stato a Milano?

Che effetto e che sconcerto poi vederla (il Papa della Chiesa universale) parlare dei bilanci delle Asl e dei finanziamenti alle strutture cattoliche…
Che fa un aspro discorso tutto politico col dito indice alzato, come al solito.

Va be, mi si dirà, è il vescovo di Roma...

Ma andatevi a confrontare lo spessore umano, culturale e religioso del convegno sui mali di Roma organizzato dal Card. Poletti trent’anni fa.

Ma andatevi a leggere il discorso alla città del Cardinal Tettamanzi in occasione di S. Ambrogio 2007 (ma anche uno dei precedenti, meglio ancora quelli del card. Martini).
Lì c’è premura pastorale: un forte richiamo, ma nel rispetto, nel dialogo, non nell’interferenza.
Il tono è quello di un pastore.
Intransigente, ma buono (come da Vangelo)
Non… tedesco…

Ma poi, anche nel merito: Veltroni ha raddoppiato i posti negli asili nido laddove il sindaco Moratti chiude le porte della scuola dell’infanzia a bambini i cui genitori non hanno le carte a posto o sono solo poveri.
Ma in questo caso, nulla.
Il dito indice, lì, è rimasto abbassato.

Se non le piace il PD, rifaccia la Dc, ma per favore: basta…. la prego.

P.S. scusate l’approssimazione di questo post, ma è solo uno sfogo.
P.P.S. Chissà cosa ne direbbe il grande Faber, di cui oggi ricorre l'anniversario della morte...

postato da carnesalli | 09:20 | commenti (11)
sfoghi

mercoledì, gennaio 09, 2008
 
S - Spigolando

Spigo-conti
Il deficit si è attestato nei primo 9 mesi dell'anno scorso all'1,3% del Pil (4% nello stesso periodo 2006).
Si tratta del risultato migliore dal 1999.
Lo comunica l'Istat. Nel terzo trimestre 2007 il deficit è stato pari allo 0,5% del Pil. Il risultato si deve all'effetto combinato di maggiori entrate (+7,2%) e una contrazione delle uscite (-5,5%). Il saldo primario si è portato, in 9 mesi, al 3,5% del Pil.
Nel terzo trimestre l'incidenza sul Pil dell'avanzo primario è stata pari al 4,4%, contro -1,7% dello stesso periodo del 2006. Nello stesso periodo il saldo corrente (risparmio) è risultato positivo e pari a 10.411 milioni di euro, contro il valore positivo di 5.105 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell'anno precedente, con una incidenza positiva sul Pil pari al 2,7% (più 1,4% nel corrispondente trimestre del 2006).

Spigò





    bravo Sarkò, perchè no?

















Spigo-(mora)toria 1
Di Maria Novella Oppo
La sociologa Chiara Saraceno ieri mattina a Omnibus ha detto delle parole così chiare e giuste sull’aborto che più di una spettatrice si sarà commossa. In particolare quando ha cercato di spiegare a Buttiglione che non si può obbligare la donna a partorire, perché «se non c’è il sì della donna, non c’è vita». Ecco il punto, portato alla sua estrema chiarezza. Ed è proprio il punto che molti uomini fanno fatica ad accettare. Non sopportano che le donne decidano del loro corpo e della loro vita, se non in funzione degli uomini. Per questo reagiscono malissimo a ogni no. La cronaca nera è piena di esempi estremi, mentre la cronaca politica è piena di esempi cinici. Come la richiesta di moratoria per l’aborto, che avvicina le donne al boia. Chi la propone finge di ignorare che l’unico modo per diminuire davvero il numero degli aborti in Italia è la legge 194. Ma a Giuliano Ferrara questo non interessa, mentre il fatto che il Papa si accodi ai furbetti del catechismo come Ferrara, per noi laici rappresenta il crollo dell’autorità morale della Chiesa.

Spigo-(mora)toria 2
“La vita è un valore troppo grande per essere ancora rinchiusa nella gabbia della cultura patriarcale che continua a imporre il proprio autoritario paternalismo amministrando e strumentalizzano le paure che l’uomo e la donna hanno di fronte alle pulsioni della vota e alla finitezza dell’esistenza. Riteniamo distruttivo e opposto alla cultura della vita colpevolizzare le donne che vivono il dramma dell’aborto, definirle “assassine”, accostare l’aborto stesso alla pena di morte, accusare la legge 194 di genocidio di feti.
Non è deprimendo la soggettività femminile e il senso di responsabilità della donna che si difende la vota.
Quando il potere ecclesiastico avrà compiuto una riparazione storica facendo finalmente spazio alla maternità che non è solo dar vita in senso biologico ma è cultura, è visione femminile deludi Dio, della Bibbia, di Cristo, della fede e dell’etica, allora potrà intervenire credibilmente sull’etica della vita.
Ma in questo momento si sarà dissolto come “potere”.
Sarà un bel giorno.
Merita lavorare perchè si avvicini.”
(Le comunità di base cristiane italiane)
postato da carnesalli | 14:07 | commenti (4)
politica, idee, omelie

lunedì, gennaio 07, 2008
 
Le parole di Mir in un commento recente (Buon anno Roberto, e ..qualche post che parli di te, anche ;) ) mi hanno fatto tornare alla mente una piccola provocazione del marzo 2005 di una cara amica che qualcuno di voi ricorderà  e che purtroppo non c'è più.
Voglio allora riproporre quanto scrivevo allora in risposta alla piccola provocazione della cara Clara detta "Nuova".
Per me non è cambiato nulla

P – Passioni (breve e affettuosa risposta a Fiordiloto)
“Era bello parlare insieme
seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare
scambiandoci le sigarette)
e tutto quel raccontare di noi…
fino a poter confessare quanto
anche messi alle strette
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare”
(G.Caproni) .
E’ un brano di una bellissima poesia di Giorgio Caproni.
“E’ bello chiacchierare assieme”: conversare, comunicare, essere attraversati dal brivido del desiderio e della conoscenza condivisa, questo può essere il sale che insaporisce la terra.
Questo è quanto scrivevo ad un carissimo amico tempo fa (ed è già una passione).
No, carissima, non mi sono arrabbiato per nulla per il commento di ieri (“Le cose che hai letto sul giornale le conosci già,ti hanno già fatto male e male ti faranno domani. Perchè ci saranno anche domani. Una pausa,una piccola pausa,non te la potevi prendere stavolta?”) e non devi scappare (da me poi…)
Puoi restare tranquilla tra le tue cose, nel tuo bel giardino.
Poi sai che ho un debole per i toscani…
Però, seppur sommariamente e con l’approssimazione che è inevitabile quando si improvvisa, vorrei rispondere alla tua piccola “provocazione” di ieri, proprio perché è bello “chiacchierare assieme”.
Non vorrei che pensassi a me come a un melanconico, triste, vecchio brontolone (beh, brontolone un po’ sì…),  con le sue fisse come tutti i vecchi (vecchio, poi: 49 anni non ancora compiuti!), seduto sulla panchina del parco a “stramaledire le donne, il tempo e il governo” come cantava l’immenso De Andrè.
Credo che chi mi conosce lo possa testimoniare.
Ho le mie passioni, che certo di dividere equamente nel poco tempo che ho.
Una delle passioni della mia vita è la lettura: possiedo migliaia di libri e li coccolo come figli. Rappresentano gran parte di quel che sono e che sarò, una sorta di autobiografia alla quale attingere di tanto in tanto.
Una delle passioni della mia  vita è la musica: ne ascolto molta, dai trovatori alla rinascimentale e polifonica, al gregoriano, a Bach (i Brandeburghesi!), le sinfonie (Mahler, il dies ire della Messa da requiem di Verdi!). Ma anche i cantautori o la musica popolare.
Una delle passioni della mia vita sono i libri antichi e le stampe (mi piace accarezzarli, aprirli, toccare le pagine ruvide e il cavo della pressione del torchio, lo scoprire ogni volta il gusto con cui venivano confezionati anche i libri più poveri, leggere con divertimento quanto sia mutato il costume).
Una delle passioni della mia  vita è la scrittura.
Una delle passioni della mia vita sono i mobili e gli oggetti antichi, che hanno dentro di sé il lavoro e la vita di un uomo (o di una donna…) e ce la raccontano, (quanto girare con un amico antiquario per paesi e baite per qualche piccolo restauro o alla ricerca di qualche mobile, oggetto, documento o fotografia, quanti segreti rubati, quante scoperte…. quanto girare per mercatini alla ricerca di cose belle…e il naufragar mi è dolce tra quegli oggetti…). 
Una delle passioni della mia  vita sono l’arte e le mostre, la fantasia e la bellezza.
Una delle passioni della mia  vita è la fotografia.
Una delle passioni della mia  vita è la montagna (questa, passione particolare).
Una delle passioni della mia vita è viaggiare (il più possibile da “viaggiatore” e non da “turista”, alla ricerca di persone e “modi di vita”, di qualcosa  di inedito, o magari di conosciuto ma da leggere non superficialmente).
Una delle passioni della mia  vita sono i cibi genuini, l’amicizia e la convivialità.
Una delle passioni della mia  vita sono le serate passate a chiacchierare con gli amici.
Una delle passioni della mia vita è cucinare (e la buona tavola).
Una delle passioni della mia  vita sono il cinema e il teatro (amori più che giovanili..).
Una delle passioni della mia vita è organizzare incontri e conferenze, momenti di riflessione.
Una delle passioni della mia  vita è fare volontariato.
Una delle passioni della mia vita sono il silenzio e la meditazione.
Una delle passioni della mia  vita sono le persone (un po’ meno la “gente”).
Una delle passioni della mia vita sono l’amore e l’amicizia.
Una delle passioni della mia  vita sono i racconti dei vecchi, le loro testimonianze, favole, leggende, tradizioni…
Una delle passioni della mia vita è l’ozio (magari nel mio buon ritiro alpino!)
E mi fermo qui…
E quelle che ho detto non rappresentano “solo” passioni e basta, sogni, desideri: no, sono passioni “coltivate”, cresciute come bambini, perseguite pervicacemente.
Insomma,  la passione della mia vita è la passione per la vita.
Da dividere naturalmente con la moglie, i figli, il lavoro (ahi, il lavoro…)
E poi certo, qui Fiordiloto hai ragione, un’altra mia grande passione è “diffondere” come per contagio le cose in cui credo, passione che vivo intensamente perché fa tuttuno col il mio essere, la mia vita, le mie scelte. E con la vita di tutti, e per questo importante.
Passione, certo di parte, ma credo non faziosa, perchè sempre argomentata e aperta al dialogo e al confronto.
Passione, ma non sofferenza (quasi mai).
Anche passione per la politica, in un certo senso, per i motivi di cui sopra, perché credo che sia importante mettere la vita, la passione e i sogni nella politica, riempirla di “cifre”, ma anche darle una “cifra”, perché ci sia più consapevolezza e più giustizia.
Battermi per le cose in cui credo: e penso che in questo campo il blog sia lo strumento più giusto (o almeno che per un blog questo sia – non unicamente ovviamente - l’argomento più adatto, non fosse altro per le potenzialità enormi che offre la rete).
Citavo al mio carissimo amico anche una frase di Verne: “Il mare non appartiene ai despoti. Alla sua superficie essi possono ancora esercitare diritti iniqui e battersi, divorarsi; recarvi tutti gli orrori della terra; ma trenta piedi sotto il suo livello il loro potere cessa, la loro influenza si estingue, tutta la loro potenza svanisce”.
E gli scrivevo: “potranno prendere il mare, il mondo, ma non trenta metri sotto, la coscienza, mai.
Potranno imporre uno stile di pensiero.
Ma non arriveranno mai alla mia coscienza e (ne sono certo) neanche alla tua.
E così il contagio può continuare.”
E gli ricordavo il libro da cui è stato tratto il bellissimo film di Trouffeau , di Bradbury, “Fahrenheit 451”, “ storia della ribellione di un uomo in un regime dove era vietata la lettura dei libri e a poco a poco assume consapevolezza entrando in contatto con gli uomini-libro, uno sparuto gruppo di uomini che mandato a memoria ciascuno un libro, intende così preservare la cultura dalla distruzione, raccontandoseli a vicenda e trasmettendoli ai nuovi”.
Ecco, questo è il blog, per me.
“Una”, ma solo una,  delle mie passioni.
P.S. - La mia passione erano – e sono – anche i miei figli.
Quanto tempo passato con loro a inventare giochi, leggere libri, raccontare storie, camminare in montagna, vedere cose…
Ormai sono grandi: ma ricordo che tra le cose “create” dalle mie mani (le pareti erano piene di disegni ed altro) c’erano un paio di fogli tutti colorati con delle piccole poesie, pensate anche per “giocare” assieme a leggere.
Una era questa, che  oggi regalo a ciascuno di noi:
I bravi signori
Un signore di Scandicci
buttava le castagne
e mangiava i ricci.
Un suo amico di Lastra a Signa
buttava i pinoli
e mangiava la pigna.
Un suo cugino di Prato
mangiava la carta stagnola
e buttava il cioccolato.
Tanta gente non lo sa
e dunque non se ne cruccia:
la vita la butta via
a mangia soltanto la buccia.
(G.Rodari)


Per non perdere il vizio:
P.P.S. Leggo sulla “Padania” di ieri un titolo a caratteri cubitali: “ La Padania con la Svizzera”.
Che dici, dolcissima Mirella (come vedi Mir, anche allora eri nei miei pensieri...ndr): tutta la “Padania”, no.
Ma i ”padani”, quelli, potremmo mandarveli.
Prova un po’ a informarti…

postato da carnesalli | 12:17 | commenti (7)

venerdì, gennaio 04, 2008
 
D – Disturbare (non) il conducente. Di lepri e di conti

Capisco che a ogni giorni basti la sua lepre.

Questa volta poi è bella grossa: la legge 194 e le stupidaggini dell’intelligentissimo Ferrara.

Tutto serve per parlare d’altro, creare divisioni e polemiche (sterili il più delle volte: ma vuoi mettere quante belle dichiarazioni televisive? E poi a forza di provare…): che fine hanno fatto – per dire - la compravendita di senatori, il mercato delle vacche in Rai e amenità consimili?

Il Giornale di famiglia, quanto ci avrebbe campato con quelle intercettazioni?

A Milano è scritto anche sui tram: “non disturbare il conducente” (in questo caso delle nostre menti).
Perfino Habermas in una recente intervista ha dichiarato: "La berlusconizzazione del pubblico è la fine della democrazia".

Oggi vorrei ricordare – a dispetto di chi da due anni a TG unificati chiede elezioni (!) perchè il paese è allo sfascio (!!) – qualche cifra.
Utile anche a Fede o Mimum che mostrano solo casalinghe inferocite o cartomanti che, casualmente, pronosticano un 2008 bellissimo e pieno di soldi perché tornerà Berlusconi (è vero, giuro, l’ho visto coi miei occhi..).

Con un avanzo di 15 miliardi di euro, messo a segno nel mese di dicembre, il fabbisogno del settore statale nel 2007 è sceso a 27 miliardi, 7,6 in meno rispetto ai 34,6 del 2006. Il dato è migliore rispetto ai 28 miliardi fissati come obiettivo programmatico e segna il risultato migliore dopo il 2000 (cioè i cinque anni del governo del conducator).

Questo significa avere (significa avere ora) le risorse per rispettare quanto già scritto e quindi deciso perché programmato) all’art. 1 della finanziaria di quest’anno: tutto il surplus andrà ad aumentare salari e pensioni.

Non credo occorra uno sciopero generale o gonfiare il petto nella giacca di cachemire arrotando la erre: non ho mai visto costruire una casa partendo dal tetto (e al tetto ora siamo arrivati) o correre una corsa automobilistica senza la benzina (e il pieno ora l’abbiamo fatto).

Tenendo conto che, tra l’altro, sono stati recuperati in via strutturale 20 miliardi di euro all’anno di evasione fiscale.

E poi, così, per fare qualche cifra:

1) l’indebitamento netto si è ridotto dal 4,4% del Pil nel 2005 (governo del conducator) al 2,4%;
2) il debito pubblico sta diminuendo, dopo la crescita registrata dal 2002 (governo del conducator) ed è previsto sotto il 100% nel 2010;
3) l’avanzo primario è stimato al 2,6% nel 2008 (ed è destinato ad aumentare di qui a fine legislatura). Con lo scorso governo (sempre quello del conducator) era 0 (zero).
4) Le esportazioni sono aumentate del 12,1%.

Vogliamo parlarne?

postato da carnesalli | 09:26 | commenti (8)
politica, societa, democrazia

martedì, gennaio 01, 2008
 
T – Tolleranza/1

In questa società inevitabilente “multietica”, non c’è alternativa democratica alla tolleranza, che non si può governare che con la ricerca continua di un punto di contatto di mondi etici diversi.
Il contrario di quello che sta accadendo (basta guardarsi in giro).
Per questo dedico il primo (e il secondo) post di quest’anno alla “tolleranza” .

Una cosa è certa: viviamo in una società di “stranieri morali”.
In una società cioè formata da gruppi di persone che hanno visioni del mondo, culture, etiche diverse tra loro.
Così diverse spesso, da non riconoscersi tra loro.
Vivere in questa società “multietica” (anche perché multietnica) non è semplice: soprattutto quando siamo “costretti” a incontrarci per elaborare leggi nelle quali la diversità delle etiche sostanziali devono trovare – di necessità - una sintesi (a meno di non scatenare ogni volta una guerra: che è quello che spesso accade, ahimè).
Il problema allora è: come si governa una società (ma anche un partito) multietico?
Esiste cioè una via di mezzo  tra la “visione assolutistica” e il totale “relativismo”?
Pensiamo solo a ciò che è accaduto in Spagna in questi giorni.

Credo – credo – che per governare una società “multietica” (che non abbiamo scelto, è così) dobbiamo percorrere intanto due passaggi – per così dire – preliminari:
-          accettare l’esistenza (di fatto, non è un giudizio di valore) di una pluralità di moralità sostanziali, ovvero una pluralità di visioni del mondo;
-          accettare che ciascuna di queste “morali” possa conservare la sua identità senza che una prevalga sulle altre.

Certo non è facile accettare che esista una pluralità di morali sostanziali.
Forse solo nel Medioevo vi fu una società “organica” fondata sul monoteismo culturale del cristianesimo.
Ma - per semplificare - da Martin Lutero in avanti è inziata una “frammentazione” della visione morale.

Dando per superati i roghi, come fare se la religione – oggettivamente – non riesce più (e comunque non è accettata) come sintesi monoculturale?

Certo, nell’ottocento molti hanno immaginato che la ragione potesse sostituire la fede nella costruzione di una morale “sostanziale”  oggettiva e universale: ma anche qui la filosofia ha finito per frammentarsi.
E per fortuna: pensiamo a cosa è accaduto ogni volta che un progetto “assolutista” ha cercato di concretizzarsi un progetto politico (lo stato etico)… ricordiamo il nazismo.

Allora: se esistono diverse morali sostanziali (religiose o filosofiche) ciascuna delle quali trova sostanza al suo interno e non trova fondamento all’esterno, allora in una società multietica non c’è alternativa alla tolleranza.

Una tolleranza operativa, procedurale, non sostanziale.
Se non è possibile elaborare una morale universale, dobbiamo metterci d’accordo per tutelare la visione etica di tutti.
Lo Stato – laico – ha il compito di arbitro neutrale: salvaguardare gli interessi etici di tutti i suoi concittadini, considerandoli “agenti morali” liberi e responsabili.
Quindi lo Stato:
1)      non deve promulgare leggi e normative che cancellino l’identità di un gruppo morale a favore di un altro;
2) deve creare le strutture perché ognuno possa vivere secondo il suo sistema di valori.

Ma la tolleranza deve essere totale?
No.
Non può esservi un “relativismo totale”: la società non sopporterebbe una frammentazione etica totale.
La tolleranza va applicata acquisendo una capacità di distinguere tra i giudizi di valore delle varie etiche e proponendo una sintesi che eviti sia la presenza di una morale assoluta (credo che la dichiarazione dei diritti dell’uomo sia sufficiente) sia la frammentazione delle morali.

Partendo dai fatti, intanto (le razze, è dimostrato, non esistono…)
Ma siccome anche i fatti possono essere interpretai in modo eticamente diverso, occorre una sorta di stanza di compensazione ove ciascuno – pur non rinunciando ai propri giudizi di valore – riconosca l’esistenza di mondi morali diversi e riconosca che il confronto tra le diverse etiche ha un carattere storico e culturale, evolutivo infine.

La condizione è che ciascuno accetti questa “elaborazione continua”: elaborazione che avviene tramite il confronto e la ricerca, nel rispetto reciproco, che è esattamente il contrario della rinuncia alla ricerca etica – relativismo assoluto – ma anche dell’assolutismo morale integrale.

Con la tolleranza “sistematica”, l’accettazione dei “fatti” e la ricerca continua di un punto di contatto tra mondi etici diversi, si può trovare il modo di governare la società multietica senza scadere nel conflitto aperto.
Ma nel confronto e nel rispetto.

Altro non credo ci sia dato.

Auguri di un 2008 tollerante e rispettoso.

postato da carnesalli | 11:16 | commenti (7)
politica, societa, idee, democrazia

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