ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

martedì 17 gennaio 2012

GIUGNO 2009

 

giovedì, giugno 25, 2009
 
Scrivo meno, lo so
Molti me l’hanno fatto notare.
Non sono finite le energie (calate sì, però); di certo scarseggia il tempo.
Ma è come se una ragnatela mi stesse avvolgendo; e più mi agito e più mi sento intrappolato.
Non demordo certo, figurarsi. Chi mi conosce lo sa.
Ma mi chiedo: c’è speranza?
Cosa deve succedere in questo benedetto paese perché ci sia un sussulto se non di indignazione, almeno di dignità?
Siamo campioni olimpionici del farci del male, noi col nostro maledetto vizio del tafazzismo.
Bisogna svecchiare, si dice: ma dall’altra parte il più giovane è Cicchitto.
Manca identità, si sostiene: ma di là è un guazzabuglio.
Certamente, la questione morale: ma di questi tempi…
Radicamento sul territorio, si insiste: ma qualcuno conosce una sede della Lega a Milano?
Eppure la destra vince.
Siamo più esigenti con noi stessi, è vero. Ed è giusto che sia così.
La nostra “diversità” - ho scritto -  sta in questo: non in una presunta “superiorità”, ma nella reazione, nella risposta che si dà ai problemi.
Ma non è solo colpa nostra, se le cose stanno così.
Lo scontro purtroppo è – mi pare – più che mai ideologico; “a prescindere” direi.
Nessuno a Milano conosceva il programma di Podestà (sempre ammesso che ne avesse uno): il suo motto era “fai una precisa scelta di campo”.
Appunto, a prescindere.
Scrive oggi la Ravera su l’Unità: “Il povero ‘italian dream’ è un breve orgasmo, una piccola carriera, una spinta verso l’alto, una gratificazione, una mancia.”
E’ proprio così. Siamo in piena indigenza valoriale.
E’ ormai solo un povero italian dream…
I nostri valori non sono più diffusi tra le persone, la profezia di Pasolini si è avverata: di questi tempi – per dire - è inutile parlare di solidarietà, anche tra le persone (pensiamo ai posti di lavoro: ciascuno per sé).
Siamo sconfitti culturalmente.
Siamo ormai una minoranza, e non solo in Italia.
Non mollo, certo.
Ma non ce la faremo mai

postato da carnesalli | 14:38 | commenti (4)

lunedì, giugno 22, 2009
 
Intercettazioni
Non solo vogliono approvare in  fretta e furia una legge che è un colpo di stato.
Ma la vogliono addirittura retroattiva, quale foglia di fico (è il caso di dirlo...) per le sconcezze del nostro premier.
Aiuto, qualcuno chiami i caschi blu!
postato da carnesalli | 11:47 | commenti (1)

sabato, giugno 20, 2009
 
Si va bene, sono fatti suoi.
Ma continuo a credere che siano anche fatti nostri.
Secondo voi?


Barbara racconta le visite a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa
"Dopo la cena io me ne andai. Patrizia, che faceva la escort, restò col presidente"
"Io, Silvio e le altre ragazze
tutte lo chiamavano Papi"
"Reclutata" da Giampaolo Tarantini. Difende il premier: "E' stato simpaticissimo
Mi ha regalato dei gioielli e una busta con una cifra generosa solo per la presenza"
di PAOLO BERIZZI e GABRIELLA DE MATTEIS

BARI - Barbara Montereale ha 23 anni. È di Modugno. È una bellissima madre single di una bimba di un anno e tre mesi. Sull'avambraccio sinistro ha tatuato: "Sbagliare e soffrire". Ha vissuto per un periodo a Milano con un uomo che, all'epoca era bodyguard di Domenico Dolce.
"Lavoro come modella in un atelier per abiti da sposa", dice Barbara. Ha partecipato a "Uomini e donne" e - aggiunge - ha fatto altre comparsate in tv. "Quando ci riesco faccio la ragazza immagine. Per esempio sono stata Billionerina per tre anni. Ricordo che Fede mi promise di fare la Meteorina. Ci tengo però a dire che non sono una escort".
È Barbara "l'amica modella" con cui Patrizia, nel novembre del 2008, entra a Palazzo Grazioli. È lei la ragazza che "riscontra" con la Guardia di Finanza il suo racconto. È lei che, reclutata da Gianpaolo Tarantini, incontrerà il Presidente una seconda volta, nel gennaio di quest'anno, a Villa Certosa. È lei che, ora, svela "il metodo" del Presidente.
Andiamo con ordine. Ricorda come, quando e chi la introdusse a Palazzo Grazioli?
"Il giorno esatto non lo ricordo. Inizi di novembre del 2008, direi. La mia amica Patrizia mi chiese se mi andava di accompagnarla a una festa a Roma. E io accettai".
Come arrivaste a Roma?
"Non lo ricordo".
In aereo?
"Probabile, ma davvero non ricordo anche perché viaggio molto per lavoro".
Lei pagò per il viaggio?
"No".
Chi pagò?
"Seppi dopo che pagava Gianpaolo Tarantini".
Patrizia le disse che era una festa a casa del
Presidente del Consiglio?
"Sì. E, dopo, ricollegai una cosa accaduta, sempre a Roma, una settimana prima di quel viaggio. Ero con Patrizia all'inaugurazione di un negozio Versace. Un tipo che Patrizia mi disse essere uno degli autisti di Berlusconi le disse: "Carina la tua amica. Portala alla prossima festa"".
Torniamo a novembre 2008. Patrizia le fece il nome di Gianpaolo Tarantini prima di partire?
"No. Conobbi questo Gianpaolo solo quando arrivammo a Roma. Lo incontrammo all'hotel De Russie. Mentre noi eravamo alloggiate all'hotel Valadier".
Tarantini era da solo?
"No. Con il suo autista".
Ricorda il nome dell'autista?
"Dino".
Eravate solo lei, Patrizia e Tarantini?
"C'era anche un'altra ragazza di Bari, che non conosco".
Il nome?
"Non lo ricordo".
Che vi disse Tarantini?
"Ci disse che saremmo andati a casa del Presidente del Consiglio".
Concordaste un compenso?
"No. Non dissi nulla a Gianpaolo perché mi aveva portato Patrizia".
Come andò la cena?
"Mangiammo e scherzammo con il Presidente. Ebbi un'impressione straordinaria. Il Presidente è una persona bellissima e disponibilissima. Mi regalò degli anelli e delle collane che, disse, disegnava lui. Mi diede anche il cd di quel cantante napoletano, come si chiama...?".
Apicella?
"Apicella".
Eravate solo voi ragazze e il Presidente?
"No. C'era anche Gianpaolo".
Che rapporti hanno Tarantini e Berlusconi?
"Gianpaolo dà del lei al Presidente. Il Presidente gli dà del tu. Noi, comunque, avevamo capito che Gianpaolo lavorava per Berlusconi".
Finita la cena, cosa accadde?
"L'accordo era che io, Gianpaolo e l'altra ragazza lasciassimo sola Patrizia con il Presidente e così facemmo".
Perché Patrizia rimase?
"Per lavorare".
Lavorare?
"Sapevano tutti a quella cena che lei era una escort".
Anche il Presidente?
"Presumo proprio di si".
Dunque, ve ne andate e dove?
"Io e Giampaolo veniamo riaccompagnati nei nostri alberghi. E la mattina dopo, alle 8, rientrò anche Patrizia nella stanza che condividevamo".
Le disse qualcosa?
"Mi raccontò di aver avuto un rapporto sessuale con il Presidente. E aggiunse di non essere stata pagata. Aggiunse anche però che non le interessavano tanto i soldi quanto che lui le desse una mano con una questione che riguardava la costruzione di un residence".
Lei venne pagata per quella cena?
"No".
Sentì di nuovo Tarantini?
"Sì. A fine novembre 2008. Ero con Patrizia a Dubai, in vacanza. Mi chiama Gianpaolo al telefono e dice che il Presidente mi vuole incontrare di nuovo. Io mi lamento che la prima volta non ho neppure avuto il gettone di presenza. Lui risponde che questa volta è tutto a posto. Che avrei avuto i soldi e mi avrebbe pagato i biglietti aerei. A quel punto, Patrizia si arrabbia. Prende il telefono e grida a Tarantini: "Ma come, te l'ho portata io e adesso tu vuoi lei e non me?"".
E come finì?
"Non se ne fece niente".
Rivide il Presidente del Consiglio?
"Si. A Villa Certosa".
Quando?
"Metà gennaio di quest'anno. Fu sempre Tarantini a chiamarmi. Questa volta mi diede mille euro di gettone e andai".
Come ci andò?
"Una macchina con autista, sempre Dino, da Bari a Ciampino. E qui in aereo".
Che aereo?
"Un aereo privato. Piccolo".
Ricorda insegne dell'Aeronautica militare?
"No".
Chi la accolse a Villa Certosa?
"Licia Ronzulli. È lei che organizza la logistica dei viaggi delle ragazze. Che decide chi arriva e chi parte. E smista nelle varie stanze".
Chi c'era nella villa?
"Una ventina di ospiti. Molte ragazze e qualche uomo.
Oltre a Berlusconi e Tarantini, ricordo Susanna Petrone, quella che sta con Marco Borriello, il calciatore. E ricordo anche Carolina, quella del Grande Fratello che poi doveva fare una fiction".
Che si faceva nella villa?
"Balli, canti. Coreografie tra ragazze brune e bionde. C'era anche Apicella che cantava".
Incontrò Berlusconi?
"Sì, dopo che aveva finito di fare un massaggio mi portò insieme ad altre ragazze con la macchinina a visitare il parco. Giocammo con il cane che gli ha regalato Bush".
Lei come si rivolgeva a Berlusconi?
"Io lo chiamavo Silvio. Tutte le altre lo chiamavano Papi".
Tutte?
"Tutte. Io non avevo confidenza e mi limitavo a Silvio".
C'erano minorenni nella villa?
"Non saprei. Eravamo tutte molto giovani".
Vi parlaste?
"Fu molto dolce. Come un padre. Gli raccontai che avevo perso i genitori. Che la mia bimba non stava bene. Che non ce la facevo a tirare avanti da sola. Lui mi diede un bacio sulla fronte e prima che partissi mi consegnò una busta".
Cosa c'era dentro?
"Una cifra molto generosa in contanti. Fu un gesto bellissimo. E io, lo giuro su mia figlia, con lui non ebbi nessun rapporto sessuale. Posso solo dire che Tarantini diceva a noi tutte che per chi andava con il Presidente c'era la busta con cifra a piacimento. Io, lo ripeto, ho avuto la busta ma senza fare nulla perché non sono una escort".
Fu invitata di nuovo?
"Si. Un'altra volta, alla fine di febbraio, sempre a Villa Certosa, ma la cosa saltò perché morì la sorella del Presidente".
Anche quella visita doveva essere a gettone?
"Sì. Fosse stato per Tarantini mi avrebbe pagato ogni visita. Perché questo è l'accordo che aveva con me".
Sapeva che Patrizia aveva deciso di raccontare la sua storia?
"Patrizia meditava vendetta da Natale scorso. Mi disse che avrebbe fatto lo scoop perché non era stata aiutata dal Presidente. Io non ero d'accordo. Perché quello che penso io è: "Meno male che Silvio c'è". Scrivetelo, mi raccomando. Ci tengo. Difenderò Berlusconi fino alla morte".
Lei è mai stata invitata a presentarsi alle elezioni con il centro-destra?
"Sì, alle ultime elezioni ero candidata alle comunali nella circoscrizione Madonnella a Bari con la lista "La Puglia prima di tutto". Ho preso 91 voti".
Chi le ha offerto la candidatura?
"Patrizia".
Quello che lei ci ha appena riferito lo ha detto anche alla Finanza?
"La Finanza mi ha fatto meno domande di voi. Ma le cose che ho detto sono le stesse
Nelle registrazioni audio che la D'Addario ha eseguito a Palazzo Grazioli
sono raccontati gli incontri col premier. Si distingue la voce del premier
Quell'invito del premier a Patrizia
"Vai ad aspettarmi nel letto grande"
La mattina dopo, lui la chiama. Lei ha la voce rauca: "Strano, questa notte non ho sentito strilli"
di CARLO BONINI

BARI - Cosa documentano le registrazioni audio che Patrizia D'Addario ha clandestinamente inciso nell'autunno dello scorso anno a Palazzo Grazioli e quindi consegnato alla Procura di Bari a sostegno dell'attendibilità del racconto delle sue due visite?
La magistratura, mercoledì scorso, le ha secretate, apponendo i sigilli agli originali dei nastri su cui sono incise, e ha disposto che non ne venissero effettuate le trascrizioni. Negli ultimi otto mesi, quelle registrazioni sono state libere da vincoli, perché nella piena ed esclusiva disponibilità della donna.
Ora, tre fonti diverse e indipendenti che hanno avuto nel tempo accesso diretto all'ascolto delle registrazioni, o, quantomeno, ad alcuni dei loro passaggi salienti, riferiscono a Repubblica parte del contenuto. Con indicazioni coincidenti. A cominciare dalla cattiva qualità del sonoro, disturbato da fruscii di fondo.
Eccone dunque il dettaglio.
Ottobre 2008. Patrizia D'Addario è per la prima volta a Palazzo Grazioli. La si ascolta mentre si presenta con un nome di battesimo che non è il suo ("Alessia", come racconterà al Corriere della Sera il 17 giugno scorso) al presidente del Consiglio, la cui voce, a sua volta, si riconosce benché sovrapposta ad una musica di fondo che accompagna la conversazione. La D'Addario dice di essere la titolare di un'agenzia immobiliare. Aggiunge che non è facile per una donna single mandare avanti un'attività di quel genere. Si sente quindi ancora la voce del presidente del Consiglio impegnato a mostrare quelli che si intuisce siano dei quadri.
4 Novembre 2008. Patrizia D'Addario è per la seconda volta a Palazzo Grazioli. Non è un giorno qualunque. Mentre in Italia si fa notte, negli Stati Uniti mancano poche ore allo spoglio che dichiarerà presidente eletto Barack Obama.
Si distingue la voce del presidente del Consiglio che si rivolge a Patrizia spiegandole che si assenterà per fare una doccia e mettere un accappatoio. Il presidente invita la donna ad aspettarlo nel "letto grande". Patrizia risponde affermativamente - "Sì nel letto grande" - aggiungendo un dettaglio che si riferisce al letto e non risulta comprensibile all'ascolto.
Una successiva sequenza registra un qualche trambusto con voci di estranei che avvertono il presidente dell'elezione di Obama e lo sollecitano ai suoi impegni istituzionali. Patrizia - riferiscono due fonti diverse - spiegherà che il personale di Palazzo Grazioli ha urgenza di ricordare al presidente che è atteso da un appuntamento esterno. Una circostanza, questa, che per altro trova conferma in un dato obiettivo. In quelle ore, Silvio Berlusconi è atteso allo spazio Etoile a Roma dove la Fondazione Italia-Usa ha organizzato una serata ufficiale (ripresa in diretta da Skytg24) per la notte elettorale americana. Un evento cui partecipano almeno 500 ospiti, tra cui un centinaio di parlamentari, e onorata da un messaggio video dell'allora ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli e a cui il Presidente del Consiglio (la cui presenza era stata annunciata da almeno due settimane) non arriverà mai.
5 novembre 2008. Patrizia D'Addario registra una chiamata telefonica in entrata. Si riconosce la voce del presidente del Consiglio che le chiede "come va". La donna risponde di essere "un po' rauca". Il presidente, di rimando, si dice ironicamente sorpreso perché la notte precedente non ha sentito "strilli".
Quello stesso giorno, c'è una seconda telefonata registrata. L'interlocutore di Patrizia è Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore che le ha negato il compenso pieno (2000 euro) pattuito per la prima volta a Palazzo Grazioli ("Perché non ero rimasta", spiega lei nella sua intervista al "Corriere della Sera"). La D'Addario è arrabbiata. Dice di aver ricevuto soltanto "una tartarughina" per la notte e chiede conto dei 2000 euro.
Alle registrazioni si accompagnano, come detto, anche delle fotografie, scattate dalla D'Addario con il suo telefonino all'interno di Palazzo Grazioli. Di queste, "Repubblica" ha avuto conferma solo di un dettaglio, per altro anticipato dal Corriere della Sera, due giorni fa. Vale a dire, un'immagine che ritrae la foto incorniciata di Veronica Lario. Le altre istantanee - per quanto è dato sapere al momento - ritraggono altrettanti dettagli delle stanze della residenza privata del presidente del Consiglio.


postato da carnesalli | 09:58 | commenti
 
La Fao: emergenza nel Terzo mondo ma anche nelle periferie di Europa e Usa
La Banca mondiale: entro il 2015 moriranno fino a 400mila bimbi in più all'anno
Un miliardo di affamati
mai così tanti nel mondo
Per la prima volta nella storia umana soffre la fame più di un miliardo di persone, un sesto della popolazione del pianeta. È la stima della Fao, l'agenzia dell'Onu per l'agricoltura e l'alimentazione.
E noi siamo obbligati ad interessarci delle performance sessuali di un depravato...postato da carnesalli | 09:54 | commenti (1)

giovedì, giugno 18, 2009
 
Utilizzatore finale
Sarà senz'altro archiviata come quella sui Voli di Stato l'inchiesta per «induzione alla prostituzione» della procura di Bari. Mavalà Ghedini, parlamentare ormai ridotto al ruolo di Tom Ponzi, dopo aver fatto incetta di foto sarde ora assicura che la ragazza che accusa il premier di averla pagata per andare a passare la sera con lui a Palazzo Grazioli - questa si chiama Patrizia, non è la stampa comunista ad averla intervistata ma il Corriere della Sera, il complotto si estende ai giornali della borghesia - la ragazza Patrizia, dunque, dice Ghedini «non è mai entrata nell'edificio». Avrà di certo da esibire le liste della portineria arrivate via fax: prove inoppugnabili. In ogni caso, aggiunge il disperato Ghedini rientrando qualche minuto nei panni dell'avvocato, «ancorchè fossero vere le indicazioni della ragazza il premier sarebbe l'utilizzatore finale dunque non perseguibile». Utilizzatore finale è sublime. Rende perfettamente l'idea: le gentili intrattenitrici sono reclutate e pagate e trasportate a domicilio in volo in elicottero in auto, con genitori o senza, con amiche o da sole in funzione del soddisfacimento dell'utilizzatore finale. Il presidente-utilizzatore non è perseguibile. Utilizza, del resto: letteralmente rende utili le fanciulle. Dà loro uno scopo e una funzione, come per uno sturalavandini: ora sanno a cosa servono. Risolvono problemi, sono retribuite regolarmente: un gioiello, una Mini, un seggio, un assegno. Tutto regolare. Il problema di questo Paese non è più neppure di natura morale. Siamo ben oltre. Dire: non si fa, non è bello scegliere le ragazze dai cataloghi e poi candidarle alle elezioni dopo l'utilizzo - per quelle minorenni aspettare il compleanno - è una considerazione di retrovia. Se ne può parlare, certo, è uno spettacolo deprimente e per una minoranza incomprensibile quello delle madri che sollecitano le figlie a farsi avanti, delle insegnanti di liceo che dicono «chi non vorrebbe avere per amico un potente», dei fidanzati che quando chiama il presidente del Consiglio sul cellulare della ragazzina arretrano deferenti. È un sentire collettivo che si propaga più veloce dell'influenza suina, ormai: è normale, così fan tutti. Tuttavia il punto non è questo, dicevamo.
Il punto è la debolezza e la ricattabilità di un uomo potentissimo al centro di un sistema di favori femminili dai confini sterminati, perciò incontrollabile. Le ragazze «utilizzate» sono centinaia. Migliaia gli amici, genitori, parenti. Tutti sanno. Chiunque può in ogni momento avanzare e pretendere: ricattare. La rete di avvocati del premier non basta a difenderlo. I suoi collaboratori sono sgomenti, ora anche spaventati. ‘Unfit', scrive la stampa internazionale: l'uomo è inadatto. Ci sono delle regole di affidabilità che qui vengono meno: i governi dei Paesi vicini sono in allarme. «Gli alleati preoccupati», scriveva il Times. Gianni Letta è sotto attacco. Disapprova e la disapprovazione gli si ritorce contro: lo accusano - i falchi del Pdl - di non assicurare a sufficienza la protezione del capo del governo. È impossibile proteggerlo da se stesso, tuttavia. Unfit, inadatto. Sarebbero bastate le carte del processo Mills, in un altro paese. In questo il morbo letale in politica si chiama Patrizia. Il suo utilizzo, l'utilizzatore.

  Concita De Gregorio

postato da carnesalli | 17:36 | commenti (3)

venerdì, giugno 12, 2009
 
Bavaglio alla magistratura e alla stampa
Pil meno 6%
Un milione in più di disoccupati
Tagli di ore, organico e attività nei licei
Gheddafi in Senato

Solo ieri
Ma che altro deve succedere?

Dio, quanto ci manchi…

postato da carnesalli | 15:51 | commenti (3)

mercoledì, giugno 10, 2009
 
Disegno di legge sulle intercettazioni
Come le leggi speciali di Mussolini...

postato da carnesalli | 17:53 | commenti (2)

martedì, giugno 09, 2009
 
Risposta - parziale - al commento di cioccolatamara al post precedente (presa da internet oggi)
Il fatto è, cara C., che siamo ridotti così. E non solo accade, ma ormai non si incazza (scusate) nessuno. Neppure - purtroppo - i molti frequentatori delle sacrestie che si sono battuti per Eluana...
Ma forse anche lì, una vita vale meno di un'altra...
Clandestina muore dissanguata per paura di una denuncia
Ha cominciato a perdere sangue, probabilmente per un aborto spontaneo, si è sentita male ma non ha voluto chiedere aiuto. Ha avuto paura. Paura di perdere il lavoro appena trovato, paura, forse, di essere giudicata. Così è morta Vira Orlova, che si faceva chiamare Ylenia, una donna che avrebbe compiuto 40 anni l'11 giugno prossimo, di nazionalità ucraina, arrivata - forse due anni fa - in Italia, come tante donne dei Paesi dell'Est, per fare la badante. Il suo corpo è stato trovato in una pozza di sangue in un appartamento di via Grotta Regina, nella località costiera barese di Torre a Mare.
postato da carnesalli | 18:14 | commenti (6)

lunedì, giugno 08, 2009
 
Per capire chi ha perso
(a proposito di un regime che, dicono, non c'è...)



postato da carnesalli | 16:48 | commenti (8)

giovedì, giugno 04, 2009
 
Triste, ma carino

postato da carnesalli | 09:20 | commenti

mercoledì, giugno 03, 2009
 
Perfida Albione!


postato da carnesalli | 14:38 | commenti (2)

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