ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

martedì 17 gennaio 2012

DICEMBRE 2009

sabato, dicembre 26, 2009
 
Solo una gran voglia di bestemmiare
Fino a quando puù resistere un uomo senza spezzarsi? postato da carnesalli | 18:50 | commenti (4)

mercoledì, dicembre 16, 2009
 
Leggi fascistissime (1925): facciamo un pò di storia.



Questo il percorso:
tra il 1922 e il 1925, Mussolini svolge un sistematico processo di fascistizzazione dello Stato, delle sue strutture e del suo ordinamento, gettando le basi della dittatura:
rafforzamento del potere esecutivo: viene svincolato dalla sua base parlamentare, lo spazio e il ruolo del Presidente del Consiglio è rafforzato;
indebolimento delle prerogative del Parlamento: indebolimento delle funzioni di indirizzo e controllo politico sull’operato del Governo;
integrazione delle strutture militari e politiche fasciste nell’apparato statale;
riduzione del pluralismo politico per imporre il partito unico (PNF);
eliminazione delle libertà costituzionali come quelle di stampa, di associazione e di sciopero.
Vi viene in mente nulla?
LE LEGGI FASCISTISSIME


Il punto di partenza per la trasformazione dell’organizzazione dello Stato liberale furono le leggi del 1925-'26, dette "fascistissime", ispirate dal giurista Alfredo Rocco, con le quali il capo del Governo fu reso responsabile di fronte al re e non più di fronte al Parlamento.

Il Parlamento non aveva più il potere di discutere alcuna legge senza il preventivo consenso del Governo. Il "processo di svuotamento" dello Statuto e di fascistizzazione dello Stato venne terminato nel 1939, quando la Camera dei Deputati venne sostituita con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
Le “leggi fascistissime” sono:
legge 26 novembre 1925 n. 2029: predispone una mappatura dell’associazionismo politico e sindacale operante nel regno. Tutti i corpi collettivi operanti in Italia (associazioni, istituti, enti) su richiesta dell’autorità di pubblica sicurezza hanno l’obbligo di consegnare statuti, atti costitutivi, regolamenti interni, elenchi di soci e di dirigenti. In caso di infedele (o omessa) dichiarazione, il prefetto procede allo scioglimento, mentre sanzioni detentive indeterminate e sanzioni pecuniarie pesantissime, da un minimo di 2.000 ad un massimo di 30.000 lire;
legge 24 dicembre 1925 n. 2300: allontanamento del servizio di tutti i funzionari pubblici che rifiutano di prestare giuramento di fedeltà al regime;
legge 24 dicembre 1925 n. 2263 (primo intervento strutturale in materia costituzionale):
il Presidente termina di essere individuato come Presidente del Consiglio per diventare Primo Ministro Segretario di Stato, ottenendo la supremazia sugli altri Ministri i quali cessano di essere suoi colleghi (diventano suoi subordinati gerarchici). I singoli Ministri possono essere sfiduciati sia dal Re che dal Primo Ministro;
il capo del Governo è nominato e revocato dal Re ed è responsabile dell’indirizzo generale politico del Governo solo verso il Re, pertanto il Capo del Governo non è responsabile verso il Parlamento (non c’è rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo);
legge 31 gennaio 1926 n. 100: attribuisce la facoltà al Governo di emanare norme giuridiche;
legge 4 febbraio 1926 n. 237: modifica l’ordinamento municipale, eliminando il consiglio comunale, (elettivo dal 1848), e il sindaco (elettivo dal 1890). Al sindaco subentra il podestà, egli è nominato con decreto reale e resta in carica 5 anni. Il podestà esercita le funzioni del sindaco, della giunta e del consiglio comunale.
Regio decreto 6 novembre 1926 n. 1848: testo unico delle leggi di pubblica sicurezza con il quale vengono ampliati i poteri dei prefetti ossia sciogliere associazioni, enti, istituti, partiti, gruppi e organizzazioni politiche e istituisce il confino come sanzione principale nei confronti dei soggetti che erano contro il regime;
legge 25 novembre 1926 n. 2008 (provvedimento per la difesa dello Stato presentati dal Ministro della giustizia Alfredo Rocco):
art. 1: qualunque attentato diretto contro le persone del Re, della Regina, del Reggente, del Principe ereditario e del Primo Ministro viene sanzionato con la pena di morte;
art. 3: l’istigazione all’attentato, a mezzo stampa, diventa un reato specifico punito con la reclusione da 15 a 30 anni;
art. 5: la diffusione all’estero di “voci o notizie false, esagerate o tendenziose sulle condizioni interne dello Stato” tali da nuocere al prestigio statale o agli interessi nazionali, comporta la reclusione da 5 a 15 anni, accompagnata dall’interdizione permanente dei pubblici uffici, dalla perdita immediata della cittadinanza italiana e dalla confisca dei beni;
art. 7: per applicare il “provvedimento per la difesa dello Stato” venne istituito il Tribunale speciale. Le sentenze del Tribunale speciale erano immediatamente esecutive e inappellabili.
In 24 mesi, dal 3 gennaio 1925 alla fine del 1926, il fascismo si fa Regime aprendo una nuova pagina nella storia istituzionale della storia italiana.
Il piano eversivo di Concita De Gregorio
Ecco che cosa è irresponsabile. Mentire. Dire spudoratamente come fa Il Giornale a caratteri cubitali che «era tutto organizzato». Utilizzare il gesto di una persona che non sta bene (dov'era la sicurezza, dove stava guardando?) per criminalizzare ogni forma di critica e di dissenso, in definitiva mettere le premesse per uno stato di polizia dove diventi difficile, meglio se impossibile, manifestare, esprimere il proprio pensiero anche in modo aspro come avviene in ogni paese democratico.
Non c'è nessuno bisogno di leggi speciali, basta applicare quelle che ci sono. Non serve lo scudo fiscale, basta inasprire i controlli e far pagare le tasse. Non serve oscurare internet, basta usare gli strumenti che esistono per bloccare chi ingiuria. Chiudere internet equivale a spaccare il termometro per curare la febbre. Il problema, al solito, non è chi commenta ciò che accade: il problema è ciò che accade, e non basterà blindare le piazze e oscurare i siti perché i fatti cessino di esistere. Sarà solo molto peggio. Servirà ad esacerbare gli animi a provocare - così sì, così davvero - tumulti. Non occorre abolire i processi o ridurli al lumicino, basta sottoporsi ai giudizi. Se viaggio costantemente contromano e mi multano 2500 volte non sono perseguitata dai vigili urbani. Ho due possibilità: dimostrare che non ero alla guida oppure pagare la multa. La regola esiste, cambiare le leggi in corsa significa mandare agli italiani il messaggio che chi può - solo chi può, certo - fa come gli pare. Fessi gli altri. Si attrezzino a diventare molto ricchi e potenti o si illudano che basti attaccarsi al carro di chi lo è. Irresponsabile è scardinare le regole perché è più comodo, si va più veloce, che noia questo Parlamento, che zavorra questi processi, che tormento questa stampa. Eliminiamoli.
Non serve cambiare la Costituzione, basta rispettarla. Rispettare la Carta, i poteri, la magistratura, il capo dello Stato, l'opposizione. Non dire un giorno sì è l'altro pure che il tricolore va nel cesso, l'opposizione è cogliona, i giudici eversivi, il capo dello Stato fazioso. Non far finta che si sia agli anni di piombo, evocare come ha fatto ieri Cicchitto il terrorismo e i mandanti morali e intanto, con l'altra mano, mettere la fiducia su una Finanziaria che restituisce alla mafia i beni sequestrati. Questo sì è irresponsabile, pericolosissimo, criminale. Evocare il terrore per far carne di porco delle norme minime di convivenza, della discussione tra chi ha idee diverse e non per questo deve essere additato come assassino facendo di ogni erba un fascio: confondendo la violenza con l'obiezione legittima, Tartaglia con Rosi Bindi e guai a chi si azzarda a dire sillaba. Non siamo agli anni di piombo, Cicchitto. Siamo caso mai sempre alla P2. Siamo davanti a un disegno chiarissimo. Titolava ieri Libero: la Procura di Palermo non s'arrende. Ecco il punto: barattare il duomo in faccia con il colpo di spugna. Un folle lo ha ferito, emergenza nazionale, si azzerino i processi. C'entra? Non c'entra. Ai processi si va, si dibatte. In Parlamento si va, ci si sottopone al voto. Anche in piazza si va. A criticare, a far comizi. Nel caso dei comizi, possibilmente, con un buon servizio d'ordine. Di questo, in un paese normale, si parlerebbe oggi. Di come garantire la sicurezza e la civiltà nel confronto, non di come eliminarlo.
postato da carnesalli | 12:25 | commenti (6)

martedì, dicembre 15, 2009
 
Per carità: sono di Milano, ma non mi appassiona lanciare riproduzione del Duomo (al quale pure sono molto legato)
Ma insomma: solo nelle ultime 24 ore è stata rimossa la Bignardi da Rai2 e cancellato il suo programma e il governo ha ridotto per decreto la pubblicità a Sky
Ora si parla di limitazioni alle manifestazioni (anche a quelle del pensiero...)
Ci stanno togliendo poco per volta l'ossigeno....
Sarà poco trandy, ma credo abbia ragione la Bindi ;o)

postato da carnesalli | 09:36 | commenti (2)

venerdì, dicembre 11, 2009
 
12 dicembre 1969

(dal Corriere della Sera 14 novembre 1974.)
"Che cos'è questo golpe?"
Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969), e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il 1968, e, in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del referendum.
Io so i nomi di coloro che, tra una messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neofascisti, anzi neonazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine ai criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi bruciavano), o a dei personaggi grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killers e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti questi fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere.
Credo che sia difficile che il "progetto di romanzo" sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti.
Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il 1968 non è poi così difficile..."
Pierpaolo Pasolini

(Nota: Pierpaolo Pasolini, autore del brano, verrà assassinato, in circostanze mai pienamente chiarite, al Lido di Ostia il 22 novembre 1975, un anno dopo aver scritto l’articolo, dal quale è tratto questo brano, sul Corriere della Sera. )



postato da carnesalli | 17:28 | commenti (1)
 
Primus super palles
"Forte duro e con le palle"
E' l'immagine che ha dato di sè Berlusconi.
Vi viene in mente nulla?
Niene da fare, ormai si è convinto anche lui: è proprio una testa di c....
postato da carnesalli | 09:32 | commenti (1)

martedì, dicembre 08, 2009
 
Manovra pericolosa
La Finanziaria arriva in aula alla Camera dopo un travagliato e confuso cammino politico lungo il quale, ancora una volta, il Parlamento è stato umiliato. Non solo le opposizioni, ma neppure le forze di maggioranza sono potute intervenire. Il Ministro Tremonti ha trasformato la sua “Finanziaria light”, un pacchetto inizialmente di poche tabelle, in un maxi-emendamento governativo di 250 commi in attesa della 26esima fiducia da Montecitorio e di un’ulteriore voto di fiducia dal Senato
prima di Natale. Via XX Settembre vive alla giornata e la Finanziaria 2010 diventa la borsa di Mary Poppins: dentro c’è tutto, ma nulla di veramente utile ad aggredire i principali problemi del Paese. E comunque non basta: già si annuncia per Gennaio un altro Decreto Anti-crisi (il decimo in 20
mesi di legislatura), oltre al tradizionale decreto “mille-proroghe” di San Silvestro.
Oramai la sessione di bilancio dura tutto l’anno.
In sostanza, il Governo affronta la pesante fase in corso senza una strategia di politica economica. Tira a campare sperando che, prima o poi, la domanda globale riprenda e le imprese italiane possano in qualche  modo agganciarsi. Nel frattempo, vara e rinnega misure demagogiche (il fallimentare bonus famiglia ad esempio), taglia alla cieca la spesa poi corregge in parte gli errori del 2008 (per i comuni, la sanità, l’università, le forze dell’ordine, gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese), risponde in deroga ai disoccupati dei nuclei forti del mercato del lavoro. Soprattutto,
per tenere buoni i bacini elettorali di riferimento, smonta le prime misure di liberalizzazione dei mercati, privatizza i beni pubblici, allenta il contrasto all’evasione fiscale, taglia le retribuzioni ed i diritti dei lavoratori con l’accordo separato sul modello contrattuale, re-introduce forme di precarizzazione e annacqua le norme per la sicurezza sul lavoro. E, per continuare a comprimere l’informazione libera, riduce le risorse ed elimina il diritto soggettivo al finanziamento pubblico all’editoria.
L’Italia per aggredire i suoi mali storici ha bisogno di una strategia per la crescita sostenibile, sul piano finanziario, sociale ed ambientale. Una politica di bilancio alternativa è impossibile senza una politica economica di riforme strutturali per innalzare la crescita potenziale. Il minimalismo corporativo di Tremonti non può tenere insieme a lungo l’italietta dell’evasione fiscale, dei condoni, del familismo e dell’aziendalismo amorale, dell’impoverimento del lavoro, dell’immobilità sociale, dell’assistenzialismo verso il Meridione. Mancano le condizioni interne ed internazionali degli anni
’80: le svalutazioni competitive della Lira ed il debito pubblico. La rottura economica e sociale prima che territoriale si può evitare solo con una stagione di riforme. Il consenso è tutto da costruire. Si devono conquistare i soggetti economici e sociali ancora rassegnati al berlusconismo. Il
riassemblaggio di ceto politico, specialità della nostra classe dirigente, certo non basta.
STEFANO FASSINA
postato da carnesalli | 19:54 | commenti (2)

sabato, dicembre 05, 2009
 
 postato da carnesalli | 15:58 | commenti (1)

mercoledì, dicembre 02, 2009
 
Incredibile ma vero!
Dal blog di Giuseppe Civati
La guida Michelin delle ordinanze
Riprendo un post di qualche tempo fa (un ripropost), perché mi pare molto attuale.
I turisti si chiedono: qual era la città in cui non si può mangiare la pizza sulle scalinate? E quale quella dove non ci si può trovare in tre in un parco? E, ancora, quale quella dove non si può riposare sulle panchine? Quale, infine, la regione da cui è complicato telefonare a casa dai centri di telefonia fissa? E' necessaria una guida, si sono detti. In continuo aggiornamento. Michelin ha bruciato tutti sul tempo, offrendo la guida Ordinanze. Città per città, un'iniziativa editoriale di forte impatto e di sicuro successo. Una sorta di rough guide per rough mayors, per quei sindaci muscolari che tanto piacciono nel Paese medievale in cui tutti abitiamo. P.S.: ovviamente è uno scherzo, ma la realtà supera la fantasia e la guida è davvero necessaria. Paese che vai, ordinanza che trovi. Prima di essere multati... P.S./2: ovviamente la guida è a disposizione di tutti, democratici e non. Pubblicatela sul vostro blog. Così, per offrire un servizio a chi - come Gurb - viene da fuori. Magari segnalando questo link, anche perché, è notizia recente, a Montecatini parlare con una prostituta costa 400 euro, ad Alcamo prendono due fave con un'ordinanza e a Cavi di Lavagna si comminano sanzioni salatissime a chi passeggia in stato di ebbrezza. In quelle condizioni si rischia, in effetti, di investire un Suv.
postato da carnesalli | 17:33 | commenti (1)

martedì, dicembre 01, 2009
 
S – Sorpresa

Ho letto con qualche sorpresa (poca per la verità, più con sgomento) che a Napoli hanno chiesto il pizzo perfino ad un parroco, sui lavori di ristrutturazione della sacrestia (sic)
Il sacerdote, per fortuna, ha detto no.
Poi ho girato pagina.
E ho letto (senza alcuna sorpresa, per la verità) che Berlusconi, prima di “scendere in campo” -  ogni volta mi viene in mente Benigni ;o) - ha “convocato” un bel gruppo di industriali e ha chiesto loro un contributo, anche sotto forma di pubblicità (magari, come nel caso di quel galantuomo di Tanzi, levandola alla Rai).
E ho capito tutto…

postato da carnesalli | 13:25 | commenti

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