ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

venerdì 13 gennaio 2012

DICEMBRE 2004

venerdì, dicembre 31, 2004  

U - Ultimo dell'anno

Per una volta faccio finta che questo sia un blog serio.
Quindi, essendo l'ultimo giorno dell'anno, propongo l'indice di tutti i miei deliri del 2004.

Per chi ha perso il filo…o per chi è appena arrivato
(indice delle puntate precedenti)

Febbraio:
Lista Prodi; Lega e nazismo; dei brogli al Comune di Milano e di un assessore poco onesto; Pablo Neruda; epurazioni e naturalmente...esternazioni berlusconiane;
Marzo: sanità; democratici americani; fascismo e antifascismo; politiche del Comune di Milano; terrorismo; situazione economica; pace e sciopero generale; di Dio e del senso della vita, e naturalmente…esternazioni berlusconiane;
Aprile: politica e pena di morte; Grande fratello; ancora del senso della vita; Brecht; scuola; Iraq; Africa; del coraggio; dell’informazione; tortura - legittima difesa - paura sociale; 25 aprile e libertà, e naturalmente ... esternazioni berlusconiane;
Maggio: schiavi bambini; Kafavis (poesia); della politica e dell'utilità della stessa; Salò; Iraq; giorni di crisi, e naturalmente ...esternazioni berlusconiane;
Giugno: condoni; revisionismi; Udc; perchè il blog; Matteotti; elezioni; Foa; dell'amore, e naturalmente...esternazioni berlusconiane;
Luglio: Il re è nudo; profughi; donne; economia e tasse; Neruda; Link; mafia; Mostar; giovani, e naturalmente...esternazioni berlusconiane;
Agosto: commento estivo su censure TV e uscite leghiste; di immigrazione, sbarchi, lacrime finte e morti veri; per Baldoni; sul taglio dei fondi all’ANPI e sulla resistenza… per fortuna Berlusconi non ha esternato;
Settembre: Enzo Baldoni; ottim/pessim-ismo (Beslan); della pace, della guerra, del terrorismo e di ciascuno di noi); Vittorio Foa; l’altro 11 settembre (Cile); delle due Simone; equivalenze (della guerra e del terrorismo); del silenzio; promemoria (di Goebbels, Fini ed altro); Tagli, tasse, tarallucci; Robe da chiodi …esternazioni berlusconiane e dintorni;
Ottobre: Per la Costituzione; delle due Simone; della finanziaria – beautiful; ossigeno (dell’aria di Milano); Bottiglione; di un ministro e dei culattoni; omaggio a M.Luzi; Amico Vladimir; Mannoia (nel senso di Fiorella); Mafalda;
Novembre: Spigolando sul quotidiano; Bush; Costituzione europea; illusioni di Berlusconi; Sfiga; Falluja; delle tasse; Bambini 2004; ancora della finanziaria; Escrementi verbali di un ministro;
Dicembre: Tam tam (tasse ed equità); Camicie azzurre; Democrazia & cervello; Crocicchi; Buon Natale; Onda anomala e normalità.

A tutti un augurio di un sereno 2005!
Ma, per non distrarsi troppo:
Giovanni Caprara sul Corriere della Sera
Furio Colombo sull'Unità
Federico Rampini su La Repubblica
E porca miseria non ho trovato Benni sul Manifesto, ma è strepitoso...


Abbecedario aderisce alla campagna
SILENZIO PER LA NOTTE DI CAPODANNO











postato da carnesalli | 09:30 | commenti (15)


mercoledì, dicembre 29, 2004
 

O – Onda anomala e normalità

“Una volta mi sono tuffato nell’ottimismo.
Mi hanno salvato a stento” (Lec)

“L’uomo che resta fuori da tutto non ha mai torto
perché non ha mai avuto ragione” (Cioran)

Mentre i giornali fanno a gara a raccontarci tutto sulle disavventure dei VIP (ciascuno per la sua regione, che sia la devolution realizzata?), di fronte alla più grande catastrofe degli ultimi cento anni il mondo sembra come paralizzato.

Si immaginerebbe un fervore di iniziative, se non altro per cattiva coscienza (nei paesi colpiti, causa povertà, non esiste un sistema di allerta: ma l’allarme era stato lanciato molte ore prima del fenomeno! Gli strumenti del Pacific Tsunami Warning Center di Honolulu, nelle Hawai, hanno registrato il terremoto e inviato subito l'allarme, ma in Cile, non nei paesi del sud est asiatico, con i quali il centro americano non è collegato...).

Perfino Fini ha ammesso che il sistema (l’unità di crisi) “è andato in sovraccarico”.

Ci scorrono davanti immagini di morte e distruzione, ma governi, istituzioni, l’Onu sono come intorpiditi.
A molti sembra di assistere ad un film, nel rivedere mille volte le immagini scorrere sullo schermo della televisione, che organizza in modo estemporaneo raccolte di denaro via sms (somme sulle quali si paga l’Iva tra l’altro).

Si coglie come indifferenza, incapacità di capire.
Forse impotenza.

E intanto l’Unicef ci fa sapere semplicemente che potrebbe fare, ma che mancano i soldi.
(Qui il bilancio Unicef)

Ma noi sappiamo anche:
- che il Congressual Budget Office ha valutato in 44 miliardi di dollari il costo del primo mese di guerra in Iraq e in 7,5 miliardi ogni mese successivo.
L'Ufficio studi della Deutsche Bank ha stimato in 140 miliardi di dollari il costo dell'azione militare americana.
Il mantenimento delle truppe Usa nell'area della guerra costa 3 miliardi di dollari al mese (70 miliardi di dollari per il biennio del previsto protettorato militare); altri 40 miliardi di dollari sono previsti per la ricostruzione dei danni inflitti.
- che nel 1982 l'Unicef varò un piano di aiuti che riuscì ad ottenere l'appoggio di stati ed associazioni, ottenendo risultati ambiziosi, ma raggiunti soltanto in 5 del 55 paesi indicati dal progetto. Come si è visto, si è preferito spendere i soldi per altro.
Il nostro governo lo scorso anno ha ridotto del 20% i contributi versati all'Onu (e quindi anche all'Unicef).
Quest’anno sono stati tagliati i fondi per la cooperazione.
Per i Paesi in via di sviluppo vi è stato un taglio dei fondi per 1.350 miliardi nel 2005 e 300 milioni nel 2006 (e poi ci stupiamo che scappino dai paesi della fame per venire qui…)

Ciascuno farà i conti con la sua coscienza.
Governanti e cittadini elettori.

Io dò di nuovo un suggerimento – prima di tutto a me stesso per lenire il malessere che sento e ribadita la necessità di un impegno “politico” di ciascuno – a chi voglia dare un contributo.
La rete internazionale Caritas è già all'opera nei paesi devastati dal maremoto. Un delegato di Caritas India si sta recando nell'isola di Sumatra, in Indonesia, per valutare la situazione. In India le diocesi della costa hanno aperto scuole e chiese per accogliere gli sfollati e organizzato centri per la distribuzione di viveri. In Sri Lanka si teme lo scoppio di epidemie: le Caritas locali si stanno organizzando per distribuire medicinali e disinfestare l'acqua potabile. Per Sri Lanka e India, Caritas Internationalis attiverà entro 48 ore due team di risposta alla prima emergenza.

I primi contributi raccolti dalla rete internazionale Caritas ammontano a 1.700.000 dollari, dei quali 100.000 provenienti da Caritas Italiana.

Per sostenere gli interventi in corso si possono compiere offerte alla Caritas Ambrosiana attraverso:
§ Conto corrente postale n. 34565200 intestato a Caritas Ambrosiana
§ Conto corrente bancario n. 19859 (Cin J, ABI 03512, Cab 01601)
aperto alla sede di Milano del Credito Artigiano e intestato a Caritas Ambrosiana"




















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lunedì, dicembre 27, 2004
 














"Non mancano argomenti per tacere". (S.J.Lec)
postato da carnesalli | 08:23 | commenti (14)


venerdì, dicembre 24, 2004
 

Buon Natale a tutti!









Un bambino nasce puntuale
ogni anno, nel freddodi una mangiatoia. Nasceper ricordarci che ogni annomuoiono quindici milioni di bambini per fame. Nasceper ricordarci tra l’odio e la mortel’amore per la vitalo stupore e la gioia del creatonasce un bambino per ricordarcidi essere uomini, fratelliin un mondo disumano, spietato.Nasce un bambino ogni annopuntuale e innocentesorride, povero tra i poverisorride perché ci aspetta l’eternità

(E.Fiore)








































A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore.
A chi saluta
ancora con un bacio.
A
chi lavora molto e si diverte di
più.
A chi va in fretta in auto, ma
non suona ai semafori.
A chi arriva
in ritardo ma non cerca scuse.
A chi spegne
la televisione per fare due chiacchiere.
A chi è
felice il doppio quando fa a metà.
A chi si alza presto
per aiutare un amico.
A chi ha l'entusiasmo di un bambino
ma pensieri da uomo.
A chi vede nero solo quando è buio.
A chi non
aspetta
Natale per
essere più
buono...
postato da carnesalli | 08:32 | commenti (7)


mercoledì, dicembre 22, 2004
 

F – Fine (mettiamo la parola fine alla presa in giro delle tasse) - della paletta e del secchiello.

Mentre il nostro Presidente del Consiglio gioca con paletta e secchiello e inaugura la prima autostrada (parziale) al mondo ad una sola corsia, mentre in Parlamento il centrodestra si arrabatta per cancellare il reato di associazione mafiosa, e salvare anche Dell’Utri, possiamo finalmente mettere la parola fine alla presa in giro delle “riduzione delle tasse”.  

Con il 2005 le tasse aumenteranno di almeno 6,3 miliardi di euro.
Per di più in modo iniquo, visto che una bella «fetta» di maggiori esborsi deriverà dalle imposte indirette che colpiscono allo stesso modo poveri e ricchi (con effetti diseguali).
Il j’accuse sulla «rivoluzione fiscale» osannata da Silvio Berlusconi arriva dai gruppi d’opposizione alla Camera proprio nel giorno in cui Montecitorio ha votato la fiducia sulla manovra ter.
Un tassello importante del puzzle fiscale, visto che assicura 2 miliardi di euro di copertura agli sgravi Ire (ex Irpef) con il rinvio delle due rate del condono edilizio al 2005. Con la conversione in legge (321 sì contro 218 no ieri in Aula) del decreto la partita conti non è ancora finita: resta da completare la manovra bis di luglio (1,6 miliardi da trovare), mentre parecchie incognite si addensano sulle operazioni immobiliari della finanziaria scorsa. Insomma, nuova manovra in vista entro fine anno.

La beffa sulle tasse è scritta nero su bianco in Finanziaria.

Dai calcoli risulta infatti che tra aumenti di tasse, imposte e tariffe (bolli, tariffe, pratiche auto, imposte sui tabacchi, giochi, ecc) ci sarà una maggior spesa di 9,3 miliardi. A questi vanno aggiunti 2,6 miliardi di tasse «invisibili» (ovvero la mancata restituzione del drenaggio fiscale e la tassa sulle liquidazioni). Il totale di queste due voci porta l'aggravio per i cittadini a 12 miliardi a fronte di riduzioni di 5,6 miliardi.
La differenza tra le due voci dà appunto un aggravio complessivo di 6,3 miliardi nel 2005, 4,4 nel 2006 e 2,6 nel 2007.


Un salasso per le famiglie e nessun incentivo per le imprese.
Nonostante i numeri inquietanti per le famiglie Berlusconi continua la sua propaganda. «È una finanziaria epocale - dichiara - Sarebbe stato meglio approvarla prima di Natale, ma non si andrà all’esercizio provvisorio».
Effettivamente ha ragione lui: è epocale.
Cioè tipica di questi tempi.
Grami…













postato da carnesalli | 08:45 | commenti (9)


sabato, dicembre 18, 2004
 

C – Crocicchi

Molti di noi, credo, percorrono legittimamente il loro sentiero.
Molti di noi, credo, cercano a loro modo di riempire il sacco vuoto della vita.
Molti di noi, credo,  provano a rintracciare il filo che li porti fuori dal labirinto.
Molti di noi, credo,  guardano in fondo al tunnel della loro esistenza per cercare una luce che rischiari un po’ il cammino.
Molti di noi, credo,  si dotano di ganci cui attaccarsi nei momenti di bisogno.
Molti di noi, credo,  cercano con ogni mezzo di non sentirsi degli idioti, vivendo con consapevolezza.
Molti di noi, credo, cercano di porre dei cartelli-valori lungo il camino che stanno compiendo.
Molti di noi, credo, provano a fatica a essere coerenti con la segnaletica che hanno posto e deciso di seguire.
Molti di noi, credo, cercano di inventarsi una loro cultura perché quelle che ci offrono, anche se spesso tinte di nuovo, sono decrepite, come foglie secche, e se le prendi ti si sbriciolano tra le dita.
Molti di noi, credo,  cercano più che parole, momenti in cui guardare la diversità e lasciarsi interrogare.
Molti di noi, credo, cercano di dare un senso alla loro vita che li renda uomini felici.
Molti di noi, credo, persi nei sentieri di un mondo poco comprensibile, cercano di tener viva la fiamma che ci fa osare, seminare, andare oltre il sentiero sicuro delle nostre certezze  in un’ansia di cambiamento.
Molti di noi, credo, pensano che se nel non senso della confusione che viviamo oggi troviamo ancora la forza di incantare gli altri, o di farci incantare, allora davvero il mondo si potrà cambiare.
Molti di noi, credo,  cercano a volte di metter il piede nell’orma lasciata da qualcuno che ha percorso prima di noi lo stesso sentiero.
Molti di noi, credo, lo fanno però spesso per conto loro.

Ma ci sono punti nei quali tutte queste strade, tutti questi sforzi, si intersecano.
Anche senza volerlo.
Rifugi, porti sicuri, oasi; dove fermarsi a bere, ristorarsi, trovare conforto e conferme del cammino fatto. Spesso con altri compagni di viaggio.
Ci sono dei crocicchi nei quali tutti – ciascuno col suo zaino di provviste per il cammino - possiamo ritrovarci. Forse non interamente.
Neri, gialli, rossi, credenti, atei, alti, bassi, mori, biondi: se sinceri e non mossi da una visione egoistica della vita.
E mettere al suo posto una tessera del puzzle disordinato delle nostre esistenze.

Questo secondo me, è uno di questi crocicchi:

La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza., superala.
La vita un inno. Cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è una tragedia. Afferrala corpo a corpo.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
(Madre Teresa)
postato da carnesalli | 09:18 | commenti (40)


mercoledì, dicembre 15, 2004
 

B – Brutto carattere

“Bisogna essere…Non si può spiegare in due parole come bisogna essere…Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti, ma schierati. Bisogna ardere dall’ansia di elevare il povero ad un livello superiore…un livello …superiore…più da uomo, più spirituale, più cristiano, più tutto…”
(Don Milani)

Dipenderà dal mio brutto carattere, ma confesso di perdere facilmente la pazienza (qualche volta imbizzarrirmi proprio) quando vedo situazioni di palese ingiustizia, prepotenze o quando mi sento preso in giro.

E’ così.
Chiedo scusa, ma è così.

Mi intriga la dialettica, anche aspra, con posizioni diverse dalle mie, purchè argomentate.
Qualche volta forse mi faccio prendere la mano, ma cerco sempre di mantenere il massimo di rispetto per l’altro.
Tolleranza non significa che tutti hanno ragione, ma che tutti hanno il diritto di esprimere, in buona fede, le proprie idee, e di esser rispettati.

Rispetto, sempre; anche se qualche volta mi scappa la tastiera.

Dicevo: essere preso in giro, no.

Ritorno su qualche questione
(e poi il prossimo post piacerà a Mirella, lo giuro)

1) Tasse
Mentre Montezemolo afferma che per l’Italia è “la crisi peggiore dal dopoguerra”, arriva la richiesta di fiducia sulla Finanziaria delle tasse. Naturalmente, malgrado i proclami, più tasse per tutti, tra rendite catastali, imposizioni locali, revisione degli studi di settore, bolli e concessioni, nonostante la rimodulazione delle aliquote Ire. Meglio: più tasse per tutti, meno tasse per pochi (ricchi).
Il tutto in un maxi-emendamento record: 95 pagine e 593 commi.
Da votare “sulla fiducia”
Si dispone che le regioni che sforano il patto di stabilità interno siano «obbligate» a tagliare spese o in alternativa ad utilizzare la leva fiscale, in deroga al blocco delle addizionali Ire (ex Irpef) ed Irap. Tutti gli italiani, invece, sono pagati a pagare più «balzelli» per un miliardo e 120 milioni sotto forma di imposte di registro, bolli e concessioni, che si aggiungono ai 570 milioni già approvati dalla Bilancio. Insomma, circa due miliardi di tasse indirette in più da sommare alla revisione degli studi (3,8 miliardi), un miliardo di maggiori tasse sulla casa (revisione degli estimi) e sulle copperative , oltre alla stretta sui tabacchi e sui giochi (un altro miliardo). In un sol colpo si «spremono» quasi 7 miliardi indiscriminatamente (fumatori e giocatori ricchi e poveri), mentre gli sgravi Ire (di soli 6 miliardi) si concentrano sui più ricchi. Per di più nel 2006 aumentano gli acconti fiscali da versare: i contribuenti verseranno 196 milioni in più sotto forma di acconto Irpef, 225 di acconto Ires e 219 di acconto Irap. Nulla di fatto sulla tassazione del Tfr (aumentata), né per il recupero del fiscal drag.

       2) “Ires” di Dio di tagli.
Nel 2005 la quasi totalità dei comuni, una percentuale che va dall'80 al 90 per cento, sarà di fronte a un bivio: tagliare i servizi sociali o aumentare le imposte locali. E' la previsione dell'Ires-Cgil (istituto di ricerche economiche e sociali) che ieri ha presentato il rapporto 'Le 100 città del welfare', un'analisi sul come i comuni capoluogo di provincia (aree metropolitane escluse) hanno affrontato dal 2000 a oggi la spesa sociale, tra leggi di riorganizzazione del welfare (soprattutto la 328 del 2000) e tagli sempre più consistenti effettuati dal governo.
Nel 2000 la legge 328, elogiata dall'Ires come una normativa quadro finalmente organica, che tende a valorizzare il ruolo centrale degli enti locali nella gestione del welfare, finanziandone i progetti. Si intravvedono i primi cambiamenti positivi: soprattutto nel Centro Italia, l'Ires rileva una percentuale consistente di comuni " a cultura riformista", cioè "con un'impronta innovativa nelle strategie programmatorie". Negli ultimi due anni, però, i fondi della legge 328/2000 (e non solo quelli) subiscono forti tagli: in particolare si passa da 1,53 miliardi di euro del 2003 a 1,22 miliardi del 2004.
Un terzo delle città ha già tagliato il welfare. Così già nel 2003, per dirla con il presidente dell'Ires, Agostino Megale, "sono stati raschiati i fondi del barile". Nel 2004 una percentuale consistente delle città capoluogo di provincia (il 31,3 per cento) è stato costretto a tagliare la spesa sociale a causa dei tagli nei trasferimenti nazionali.
Nel 2005 tagli per 4,6 miliardi di euro. Questa la situazione prima degli ultimi tagli ai trasferimenti agli enti locali e di quelli dell'attuale finanziaria.
Al momento i comuni che hanno tagliato la spesa sociale (che attualmente, secondo l'Ires, corrispondono al 31 per cento delle città capoluogo di provincia) si trovano nel 70,4 per cento al Sud, nel 13,6 per cento al Centro e all'11,4 per cento al Nord.
Gli adulti in difficoltà la categoria più sacrificata. Quali le categorie maggiormente danneggiate finora dai tagli? Ad essere ridotte soprattutto le prestazioni monetarie nei confronti di adulti in difficoltà (53,8 per cento), anziani (38,8 per cento) e disabili (30,8 per cento).
Sarà sempre più difficile rispondere alle esigenze del milione di famiglie che l'Istat indica come quelle in stato di povertà assolute, o del milione e mezzo in stato di povertà relativa.
3
3)
Salva Previti
I    I l centro destra sconvolge i lavori del Parlamento per fare un regalo a Previti e Dell’Utri, e salvarli dalla galera. Oggi fuori
    dal Parlamento ci saranno i girotondi, a provare ad “alzare la voce”.

     A proposito di “moralità”.

    Bush ha appena accettato le dimissioni del Consigliere per la sicurezza nazionale, colpevole di aver la bambinaia non in   
    regola con i contributi previdenziali.
  
    Chissà se Dell’Utri ha una colf?
   
     P.S. A proposito di una piccola, bonaria polemica aperta su blogperlalibertà. 

    Alcuni brani della risposta che oggi il direttore dell’Unità dà al ministro Alemanno circa gli scontri all’università di Roma.
    "Per non tornare indietro"     …Nessuno vuole ritornare a un passato di tensioni e scontri…Su questo punto non ci sono dubbi né contrapposizioni.
     …L’invito alla conferenza avrebbe riempito l’aula di Scienze politiche se l’aula non fosse stata chiusa e preclusa agli 
     studenti. Ce lo dicono il Preside della Facoltà…ce lo dicono, oltre a molti studenti estranei ai fatti, le cronache precise
    di tre quotidiani non politici, La Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Messaggero. Da tutte le versioni (che coincidono
    con quelle del nostro cronista) risulta la presenza, forse mal gestita di uno schieramento di polizia che ha bloccato flussi e    
    passaggi…e ha forzato i giovani dentro o fuori perimetri chiusi e invalicabili.
    …Da un lato – ci conferma il Preside Moccia - non c’è stato alcun contatto o coinvolgimento con le autorità accademiche   
     tanto che il preside stesso non ha potuto accostarsi all’aula…e gli studenti non hanno avuto acesso all’aula.
    ...D’altro lato sia l’annuncio della manifestazione che lo svilgimento della stessa, hanno visto coinvolti come
      co-organizzatori,  gruppi di estrema destra che non hanno nulla a che fare con l’università, e non hanno alcun rapporto con
     gli studenti. I racconti dei tre giornali che ho citato, del nostro cronista e di tutte le agenzie di stampa ci dicono che vi era
     certo la presenza di studenti con slogan e striscioni antifascisti.
    Ma ci dicono anche che nessun contatto, nessuno scontro è avvenuto con questi studenti. Essi come tutti, hanno trovato
    un blocco…
    Ma ciò che tutte le versioni dei fatti hanno concordemente notato è stata la presenza di adulti estranei.
    Alcuni di essi hanno mandato all’ospedale tre studenti, in un evento che deve essere definito “aggressione” o “lezione
    impartita”, nel senso violento dell’espressione, non scontro tra opposte fazioni.”

Credo che Colombo sia una persona per bene.
Certamente nonviolento.

E non ha ricevuto querele.






















postato da carnesalli | 13:11 | commenti (13)


lunedì, dicembre 13, 2004
 

D & C – Democrazia e cervello (le parole degli altri), con piccola postilla su una sentenza Zelig e su un’altra molto più chiara.

Prima la postilla.
“Silvio Berlusconi, il mago Houdini della politica europea, è riuscito ieri sera a evitare la prigione. La Corte ha stabilito che l’accusa di aver pagato 430.000 per corrompere un Giudice era fondata. Ma Berlusconi è sfuggito alla condanna a causa della prescrizione, cioè più di sette anno e mezzo dalla contestazione del reato” (The Indipendent)

L’ultima cosa cui sono interessato sono i guai giudiziari di Berlusconi (per quanto si tratti di vicende avvicenti come racconti di Sherazade: un tourbillon di bonifici, viaggi, incontri, telefonate in paesi esotici e bizzarri, su conti correnti dai nomi fantasiosi).
Ho un miliardo (forse qualcuno di più) di motivi politici, culturali, etici, morali e financo umani e antropologici  che mi differenziano da lui e dal suo modo di vedere le cose e interpretare la vita, per fare caso se è anche un malfattore (per quanto un uomo politico…).

Però una piccola cosa vorrei puntualizzarla: perché a Milano dicono “vess tropp bon, se passa de cojon” (ad essere troppo buoni si passa da c…)
Venerdì è stata emessa la sentenza per il processo Sme, e subito, riposto il codone di paglia, è partito un tripudio di commenti liberatori, una sarabanda mediatica per convicerci che B. era stato assolto.
Un momento.
Contrariamente a quanto ci hanno raccontato tutte le Tv e moltissimi giornali (e a questo proposito sono opportune le riflessioni che seguono di Sartori):
-  Il tribunale di Milano ha accertato che sono riconducibili a Silvio Berlusconi i 434mila dollari provenienti dai conti Fininvest e versati, attraverso Cesare Previti, al giudice Squillante, ex capo dei gip romani (ha cioè accertato il rapporto di corruzione).
- Per questo reato, infamante, che si chiama corruzione di un magistrato, Silvio Berlusconi non sconterà pena alcuna. Il premier, infatti, si è salvato dalla condanna perché, ancora una volta, gli sono state concesse le attenuanti generiche che hanno reso possibile la prescrizione del reato.
- Per altri reati di cui era accusato, l’aggiustamento della sentenza Sme, Silvio Berlusconi è stato assolto per non aver commesso il fatto. Per un altro reato ancora, i 200 milioni versati per la corruzione di un secondo magistrato, è stato assolto per insufficienza di prove.
- A tale incredibile falsificazione della realtà danno copertura mediatica pressoché completa i tg Rai e Mediaset.

La sentenza recita “… qualificato il fatto come violazione degli art. 319 e 321 CP (corruzione) e riconosciute le attenuanti generiche, lo stesso è estinto per prescrizione..”

Così è andata anche per i processi per il finanziamento illecito a Craxi (All Iberian), per i 1.500 miliardi di falso in bilancio Finivest,  per i fondi neri per il calciatore Lentini, per i diritti TV: reati provati, ma sempre prosciolto per prescrizione.

E i giornali stranieri  (tutti i giornali stranieri) l’hanno rilevato.



Sulla sentenza Dell’Utri c’è stato poco da mistificare e si è preferito il silenzio: ma, nel giro di poche ore l’Italia appreso che il Presidente del Consiglio è un corruttore, il suo braccio destro Previti è condannato a sedici anni per corruzione, il suo braccio sinistro, Dell’Utri, già condannato per fatture false, è stato condannato per associazione mafiosa.

Come ha scritto Padellaro: tutto si può prescrivere, tranne la vergogna.

Per saperne qualcosa di più, leggiamo D’avanzo o Travaglio

La massima del giorno: “Quando una massaia entra in un negozio e allunga la mano per  comprare un tipo di pasta rispetto a un altro, la situazione non è dissimile alla decisione di fronte alla quale è posto il cittadino che va in una cabina elettorale e ha una serie di simboli”. (S.Berlusconi)
La democrazia è un supermercato?

Propongo allora:

La conferenza delle Lezioni Bobbio: Etica e Politica.
A Torino (ciao Momi).
Relatore Giovanni Sartori.

Premessa.
Dichiarazione di Norberto Bobbio che nel 1988 esprimeva questa preoccupazione: “Qual è il maggior pericolo che minaccia oggi la democrazia?...la ragione della crisi morale della democrazia potrebbe essere cercata nel fatto che sinora la democrazia politica è convissuta o è stata costretta a convivere con il sistema economico capitalistico. Un sistema che non conosce altra legge che quella del mercato, che è di per se stesso completamente amorale, fondato com’è sulla legge della domanda e dell’offerta e sulla conseguente riduzione di ogni cosa a merce, purchè questa cosa, sia pure la dignità, la coscienza, il proprio corpo, un organo del proprio corpo e perché no? il voto medesimo, trovi chi è disposto a venderla e chi è disposto a comprarla”.

La democrazia ha un futuro?
Se abbiamo un cervello e lo usiamo la democrazia resisterà. Ma oggi sembra non si voglia capire che le idee non sono tutte le cose che ci passano per la mente, bensì il frutto compiuto della ragione. E’ per questo che la democrazia non sembra stia molto bene.
Per Sartori è necessario tener conto del fatto che oggi la teoria classica deve fare i conti con un nuovo tema: la videopolitica, il suo rapporto con l’Homo videns.
In ultima analisi la democrazia è un governo di opinione fondato sull’opinione pubblica. Le opinioni sono però idee leggere. Il demos votante non ha bisogno di sapienza, ma di opinioni che sono condizioni deboli e variabili. Nel Demos il popolo non decide con un voto, ma con questo sceglie chi deciderà.
L’opinione di chi si interessa solo di calcio e belle donne, ai fini della democrazia, è evidentemente irrilevante.
Però siccome nessuno nasce con delle opinioni, vuol dire che queste vengono formate e purtroppo, negli ultimi tempi sono eterodirette e videodirette, per cui l’opinione del pubblico non esiste più se non come opinione di chi detiene il videopotere. La televisione produce immagini, cancella concetti e atrofizza tutta la nostra capacità di produrre concetti astratti. Per l’uomo che si nutre solo di TV ciò che non passa in televisione non esiste, non è mai esistito. La TV svuota la democrazia anche se apparentemente informa. Essa non è altro che la eco di ritorno della propria voce.
Di fronte a considerazioni di questo genere è evidente che il concetto di democrazia ne esce modificato tanto da diventare un governo di opinione dove l’opinione pubblica è però videodiretta e videomanipolata.
La conseguenza è quella di avere un fragile sistema sociale che lascia intravedere una democrazia senza demos ed è quindi inevitabile chiedersi se la democrazia abbia un futuro.

(sintesi di questo post si troverà anche qui)







postato da carnesalli | 08:59 | commenti (6)


giovedì, dicembre 09, 2004
 

S – Spendersi e/spandersi (delle camicie azzurre della Silvien Jugend)

“Non vi preoccupate delle risorse finanziarie: i soldi ci saranno, al limite con un mio impegno personale. Darò quello che devo ai miei figli, il resto lo darò per la libertà del paese” (Berlusconi)

“Noi non possiamo arruolare mercenari, non è nostro costume. Ad ogni mercenario dobbiamo far fronte con mille volontari. E’ il nostro modo di lavorare: non gente che si fa pagare, gente che si spende” (Prodi).

Mi è capitato casualmente di inciampare in alcuni minuti di “Domenica In”.
Protagonista – in quel momento – uno che in TV non ci va mai: Bruno Vespa, invitato a presentare per la centesima volta il suo nuovo libro: “Da Mussolini a Mussolini”, no, scusate:”Da Mussolini a Berlusconi”.
Da quel momento è iniziato un carosello di banalità, una sarabanda di inesattezze (si trattava pur sempre di un libro che avrebbe ambizioni storiche…), vere e proprie bugie (“dopo il rapimento di Moro tutti temevano che le Brigate Rosse facessero la rivoluzione comunista”), enormità storiografiche (Almirante citato quale “grande statista del dopoguerra” al pari di De Gasperi).
Le vene hanno cominciato a gonfiarsi e ho cambiato stanza, imprecando silenziosamente.
Soprattutto perché tutte le affermazioni erano pronunciate senza vergogna, con naturalezza, come fossero ovvie, ormai assodate, anzi opinione comune, dall’autore e da una coorte di noti e zelanti intellettuali del circo berlusconiano convocati per la bisogna: Limiti, Giletti, Galeazzi, Venier…
Cortigiani diligenti, uomini juke-box: pronti, inserita la monetina, a cantare la canzone richiesta dal padrone del momento.
Viene in mente la censura imposta alla Guzzanti col pretesto che anche con la satira occorre il contraddittorio.
Lì dov’era? Era un coro, stonato ma compiaciuto di cantare la medesima canzone.
Ma quante persone si formano la loro opinione (o anche solo “sensazione”) solo attraverso la TV? (del resto da una Rai della quale perfino Celentano ha detto: “non mi riconosce la libertà di parola che ho sempre avuto”, cosa possiamo aspettarci?)
Indecente. E pericoloso.
Nessuno che fosse in grado, o avesse la voglia o la possibilità di intervenire, puntualizzare, smentire.
E così la menzogna si fa senso comune.
Un’opera di disinformazione che neanche Goebbels…, e che si accompagna a pressioni e censure, leggi su misura ancorchè incostituzionali, a una riforma della giustizia di gelliana memoria, picconate alla costituzione con la creazione della figura di un primo ministro con poteri pressochè illimitati, controllo dell’informazione e minacce di abolire la par condicio.
A qualcuno la parola regime pare esagerata, forse perché la strategia è quella di procedere per strappi progressivi , in modo che i cittadini si “abituino” poco alla volta.
Ma se tutte quelle cose fossero fatte in tre giorni, non parleremmo di colpo di stato?

Allora la domanda è: noi cosa aspettiamo per far sentire la nostra voce, a provare a far circolare informazione vera?
A smettere di lamentarci perché c’è chi non fa abbastanza, mettendoci noi in gioco in prima persona?
O stiamo qui ad aspettare il verbo diffuso dalla Silvier Jugend?

Da Presidente del Consiglio del governo ombra – scherzo, è per continuare il gioco di Luca – propongo: tutti noi – per scelta, per piacere o per entrambe le cose – usiamo lo strumento blog.
Proviamo a “spenderci”: per “espanderci” (almeno per espandere spirito critico, voglia di libertà, buona informazione e perché no, buona politica – che poi è lo stesso).
Ciascuno di noi ha le sue sensibilità e capacità ed ha persone con le quali è in contatto (non solo telematico).
Credo sarebbe bello e utile organizzare una “rete” di scambi: chi se la sente approfondendo un tema, un filone, mettendolo a disposizione degli altri che a loro volta utilizzerebbero quel materiale mettendolo anch’essi a disposizione. E così via.
Perché da me passano amici che altrove non passano e viceversa.
Niente di maniacale, ma qualcosa di un po’ più “organizzato”.
Far circolare idee, contestare bugie, stimolare il confronto, fornire informazioni altrimenti inaccessibili.
Penso ad Anna per la scuola, Luca per il mezzogiorno, Flor per la giustizia e così via…

“Spendersi” per questo.
Gratis!
Con passione, ma non inquadrati, ciascuno con le sue idee e sensibilità.
Per riconquistarci un pezzo di libertà.
Io continuerò a farlo.

Anche per non dovermi rimproverare di avere “divagato” e di non essermi speso fino all’ultimo per le cose in cui credo in un momento che ritengo veramente denso di pericoli.
Potrò sbagliare la canzone, ma non sarò mai un juke box.

Un po’ come quando in montagna il viandante incerto trova una pila di pietre che chi è passato prima di lui ha messo lì, per segnalare un pericolo o la strada giusta.
Almeno “una” strada, quella che lui riteneva migliore o più utile.
Mi piacerebbe che il mio blog (assieme a molti altri) diventasse come quel mucchietto di pietre.

Consiglio:
a proposito di tasse un articolo di Paolo Prodi;
a proposito di solidarietà e politica l'intervento del Card Tettamanzi. ("La vita non è un reality show. Qui si piange davvero, si soffre davvero...La città è malata di solitudine, di isolamento, di anonimato. La solidarietà non può esaurirsi nella concessione di un voucher...Non bastano nuovi muri, il restauro della Scala, il polo fieristico, a rendere sostenibile la vita...")

***********************+
Sono anni che mi occupo di terzo mondo, educazione alla mondialità, globalizzazione.
Per questo forse che le cifre del rapporto della Fao non mi hanno sorpreso.
Continuano a scandalizzarmi, farmi indignare, farmi vergognare.
Continuano a farmi rimescolare dentro a causa della rabbia mista all'impotenza.
Proprio perchè tutti gli anni sono uguali.
Ce lo diciamo.
E tutto resta uguale.
Del rapporto parano tutti i giornali.

Io mi limito a due riflessioni:

VUOTI A PERDERE
Ogni anno circa 11 milioni di bambini nel mondo non riescono a festeggiare il loro quinto compleanno; la gran parte di loro muore per cause che si potrebbero assolutamente prevedere e curare e che derivano dalla miseria: diarrea, polmonite, malaria, infezioni.
Oltre la metà di questi decessi è dovuta alla malnutrizione.
Oltre sei milioni di queste vite potrebbero essere salvate semplicemente con l'utilizzo di antipiretici, antibiotici, antinfluenzali, bende sterilizzate, insetticidi.
Il problema è che tutti questi rimedi, assai diffusi in alcuni paesi del mondo, sono indisponibili proprio per quelle madri e quei bambini che ne avrebbero più bisogno.
Programmare interventi in grado di cambiare la situazione (dunque salvare almeno 6 milioni di vite all'anno) potrebbe costare annualmente circa 7,5 miliardi di dollari.
Il Congressual Budget Office ha valutato in 44 miliardi di dollari il costo del primo mese di guerra in Iraq e in 7,5 miliardi (e cioè esattamente la cifra annua sufficiente a salvare i 6 milioni di bambini) ogni mese successivo.
L'Ufficio studi della Deutsche Bank ha stimato in 140 miliardi di dollari il costo dell'azione militare americana.
Il mantenimento delle truppe Usa nell'area della guerra costa 3 miliardi di dollari al mese (70 miliardi di dollari per il biennio del previsto protettorato militare); altri 40 miliardi di dollari sono previsti per la ricostruzione dei danni inflitti.
Nel 1982 l'Unicef varò un piano di aiuti che riuscì ad ottenere l'appoggio di stati ed associazioni, ottenendo risultati ambiziosi: i decessi sotto i cinque anni diminuirono infatti dal 1980 al 1990 da 117 ogni mille nascite a 93.
L'obiettivo per il 2000 era di farli scendere a 70, ma è stato raggiunto soltanto in 5 del 55 paesi indicati dal progetto.
Come si è visto, si è preferito spendere i soldi per altro; il nostro governo lo scorso anno ha ridotto del 20% i contributi versati all'Onu (e quindi anche all'Unicef).

DIAMO I NUMERI: due mondi a confronto

Aspettativa di vita:
Paesi G8 77
Africa 48
Accesso all'acqua pulita:
Gran Bretagna 100%
Rep. Dem. Congo 45%
Spesa annuale a persona per la salute:
Canada $ 2.534
Mali $ 1
Numero di persone per dottore:
Italia 169
Malawi 50.000
Persone sieropositive:      Probabilità di morte durante la
mondo sviluppato 1,5 milioni       ravidanza:
Africa 28 milioni                  G8 1 su 4.085
                                  Africa 1 su 13
Persone che vivono con meno  Morti sotto i 5 anni ogni
di 1 dollaro al giorno:       mille persone:
Paesi del G8 0 G8 6
Africa 291 milioni Africa 174

Reddito annuale medio:
Usa 561 Mondo sviluppato $ 27.854
Africa 14 Africa $ 1.690
Spesa del G8 per sussidi agli agricoltori: $ 311 miliardi
Spesa del G8 per gli aiuti all'Africa: $ 13
Bambini africani con meno di 5 anni che muoiono ogni anno: 4.500.000
Costo dell'istruzione universale, del dimezzamento della povertà e della diminuzione di 3/4 dei decessi dei bambini: $ 25 miliardi
- Più del 50% della popolazione mondiale non ha mai fatto o ricevuto una telefonata.
- Due terzi della popolazione mondiale rischia di dover affrontare una carenza d'acqua nei prossimi 25 anni.

















postato da carnesalli | 08:47 | commenti (37)


venerdì, dicembre 03, 2004
 

H – Hai visto mai?

Io ci provo.

Sabato 11 dicembre alle ore 15 al Palalido di Milano
è prevista una grande manifestazione di tutto il centrosinistra: parlerà Prodi.

Credo sia importante dare un segno di “esserci”, in questo momento.
Credo anche sia importante trovarci “tutti assieme”.

Per tanti motivi.

Per non dire sempre: quelli non fanno mai niente…
Perché c’è un governo che sta facendo a pezzi i capisaldi e le ragioni del nostro stare assieme, del patto sociale che abbiamo sottoscritto con la Costituzione.

Perché ci viene imposta una politica economica e sociale iniqua e pericolosa.

Perché c’è in giro un signore (l’amico di Putin, Ucraina docet) che vuol cambiare la legge elettorale “così vinciamo!”.

Per noi: per dare un segno di vita e battere un colpo.

Per me: perché vorrei far sapere a lorsignori che, io, “non c’entro” (vero Follini?).

Io ci sarò.
Magari ci si può vedere….

Hai visto mai?




P.S. Soldi in tasca sempre meno, ma, essendo il mio compleanno, potrebbe anche scapparci anche una fetta di torta…

A giovedì prossimo….

(volevo dedicare a Floreana un bell'inchiesta pubblicata da L'Unità su Il difficile mestiere di donna, ma non è disponibile via internet...)


















postato da carnesalli | 14:08 | commenti (30)


mercoledì, dicembre 01, 2004
 

T – Tam tam (ovvero buoi in libertà)

In qualità di Presidente del Consiglio del Governo ombra….
Scherzo: ringrazio Luca (Fuori Tempo) per la “fiducia” e soprattutto perché è stato veramente spiritoso e geniale.

In realtà vorrei rispondere alla richiesta di Fiordiloto che in uno dei commenti mi chiedeva (con riferimento a tutta
la vicenda della finanziaria):
"Si può tramite internet far girare un documento, o meglio una sorta di volantino esplicativo....per chiarire?
E se sì, potresti farlo"

Non che abbia competenze particolari, ma credo che una delle peculiarità dei blog sia di far girare informazioni
altrimenti difficili da reperire.
E creare una rete di “amici” che si scambiano quelle informazioni ed opinioni, e che a loro volta le facciano
circolare negli ambienti in cui vivono.

Come buttare un sasso nell’acqua: i cerchi lentamente si allargano.
Non sappiamo quanti cerchi provocheremo, sappiamo però che più sassi buttiamo più ce ne saranno.

In tempi di “regime mediatico” (ma non solo) trovo che sia un compito essenziale, una responsabilità per ciascuno.

Ho così preparato una sorta di “riassunto” di quanto ho scritto nelle
scorse settimane sull’argomento tasse e finanziaria
, come suggerito da Fiordiloto.

Ovviamente non c’è copyright: se ritenuto utile (anche per i tuoi colleghi, Olmo), ciascuno è libero di “prelevare” ciò che crede.

La libertà e la democrazia credo stiano soprattutto nella circolazione delle idee,
nella consapevolezza di ciascuno e nella possibilità di incidere sulle decisioni che
ci riguardano.

Ma quest’ultima cosa è possibile solo se è preceduta dalle prime due.


C’è un termine del linguaggio borsistico che mi ha sempre fatto innervosire (che finezza, eh), ma che la dice lunga
su come questa società liberista ci consideri più sudditi che cittadini: “parco buoi”
(riferito ai risparmiatori e agli azionisti sulla cui testa vengono prese le decisioni economiche).

Perché non provare tutti assieme a forzare il recinto?

(A proposito di regime mediatico oggi consiglio la lettura di un bell’articolo di Antonio Tabucchi).


La propaganda del Polo e le vere tasse dell’Ulivo
Il trionfalismo con il quale sono state annunciate le misure fiscali non risulta
corrispondente alla sostanza delle misure adottate.
La sostanza, infatti, è quantitativamente m olto modesta (l’ultima Finanziaria
del centrosinistra introdusse sgravi fiscali molto maggiori) e qualitativamente
molto insoddisfacente.
L’ammontare effettivo della riduzione fiscale per il 2005, infatti, è di 4,3 miliardi di euro
(il centrosinistra ne tagliò 5,1 nel 1999 e oltre 10 nel 2000) e l
’articolazione
dell’alleggerimento è tale da destinare alla grandissima maggioranza dei
contribuenti risparmi molto contenuti
(e sicuramente erosi dal maggior onere
che essi dovranno subire per le diverse forme di nuovo prelievo introdotte per dare
copertura finanziaria alla riduzione del gettito),
mentre la parte più rilevante
dei tagli è riservata ai titolari dei redditi più alti
(vedi tabelle allegate),
i quali ottengono così sconti fiscali clamorosamente vistosi.
Anche il conclamato raddoppio dell’area di reddito esente da prelievo fiscale (“no tax area”) 
è, nei fatti del tutto infondata. Il governo sostiene di aver allargato in misura molto consistente 
la no tax area introducendo la “maxideduzione”  per i familiari a carico: per esempio, 
per un lavoratore dipendente con coniuge e due figli a carico la no tax area sarebbe 
passata da 7.500 a 14.000 euro. In realtà, per gli effetti sull’imponibile prodotti dalla trasformazione 
delle detrazioni in deduzioni, l’aumento della no tax area si risolve in gran parte in una 
illusione ottica: con riferimento proprio all’esempio scelto dal governo (lavoratore dipendente 
con coniuge e due figli a carico), nella legislazione vigente il lavoratore in questione non 
paga imposte fino a 12.800 euro di reddito, mentre con la riforma proposta dal governo 
non paga imposte fino a 13.900 euro di reddito. In altri termini, l’aumento della no tax area 
non è di 6.500 euro, come afferma il governo, ma di 1.100 euro. 
Inoltre, il risparmio d’imposta al livello della nuova no tax area, cioè a 13.900 euro, 
è di soli 318 euro all’anno (quanto paga oggi quel lavoratore con tale reddito), ossia 26 euro al mese, 
6,5 euro per ogni componente della famiglia. 
Un discorso analogo vale naturalmente per le altre tipologie familiari, con risparmi d’imposta 
altrettanto risibili. 
L’intera collettività è dunque chiamata ad accollarsi il costo
di benefici che riguardano in larghissima misura
una ristretta cerchia di soggetti tutt’altro che bisognosi di
sostegno, o sotto forma di nuovi esborsi o sotto forma
di riduzione dei servizi.

La relazione tecnica che accompagna l’emendamento alla
Finanziaria presentato al Senato peraltro dichiara
apertamente che il taglio delle tasse riguarderà soltanto il 40,7
per cento dei contribuenti, in tutto 15,6 milioni di persone
Non pochi, certo, ma cosa dirà il restante 59,3 per cento, 22,7
milioni di persone che non vedranno un euro?
E cosa diranno quei malcapitati 13mila che, invece di guadagnarci,
dovranno pagare 50 euro in più all’anno?
 
 
 
 
 
 
 
Inoltre i criteri di copertura adottati risultano in parte fortemente 
penalizzanti, in parte aleatori, in parte puramente teorici. 



Le uniche coperture certe sono quelle relative ad aumenti diimposizione  che peraltro riguardano imposte indirette quali bolli, 
concessioni governative eccetera, che interferiscono negativamente 
con l'attività economica.  
Per il resto si tratta di coperture incerte o virtuali: inattendibile 
è l'auto copertura della riforma; improbabile il gettito del condono 
edilizio; tutto da verificare l'ulteriore taglio ai consumi intermedi. 
Analisi della destinazione
delle risorse complessive
Decili di famiglie (reddito disponibile equivalente)
Ripartizione delle risorse
Milioni di €
%
Primo decile
34
0,5
Secondo decile
103
1,6
Terzo decile
234
3,7
Quarto decile
271
4,3
Quinto decile
438
6,9
Sesto decile
477
7,5
Settimo decile
560
8,8
Ottavo decile
749
11,8
Nono decile
1.062
16,7
Decimo decile
2.438
38,3
Totale
6.366
100,0

Ripartizione delle risorse
Composizione delle famiglie
Area geografica
Milioni di €
%
Nord
3.865
60,7
44,9
Centro
1.367
21,5
19,8
Sud
1.134
17,8
35,3
Totale
6.366
100,0
100,0

Effetti della riforma
Dati in euro
TIPOLOGIE DI CONTRIBUENTI
Reddito annuo imponibile
Beneficio annuo
Beneficio mensile
Dipendente, single, no carichi fam.
5.000
0
0
10.000
0
0
20.000
66
5,5
30.000
305
25,42
40.000
312
26
50.000
467
38,9
100.000
2.292
191
250.000
5.292
441
500.000
10.292
857,7
Dipendente, coniuge a carico
5.000
0
0
10.000
164
13,7
20.000
175
14,6
30.000
528
44
40.000
525
43,75
50.000
503
41,92
100.000
1.870
155,83
250.000
4.870
405,83
500.000
9.870
822,5
Dipendente, coniuge e un figlio minore a carico
5.000
0
0
10.000
0
0
20.000
208
17,33
30.000
547
45,58
40.000
831
69,25
50.000
649
54,1
100.000
1.585
132,1
250.000
4.585
382,1
500.000
9.585
798,75
Dipendente, coniuge e due figli minori a carico
5.000
0
0
10.000
0
0
20.000
240
20
30.000
484
40,33
40.000
712
59,33
50.000
761
63,42
100.000
1.300
108,33
250.000
4.300
358,33
500.000
9.300
775

* * *
Precisazioni:
a) Si è sentito dire che il cosiddetto “primo modulo” di riforma Irpef già
in vigore avrebbe permesso a 28 milioni di contribuenti risparmi medi
annui per circa 300 euro. In realtà quell’intervento è stato
adottato contestualmente alla cancellazione sia delle riduzioni
di imposta già varate dal governo precedente sia della restituzione
del fiscal drag per i lavoratori dipendenti. In conseguenza di ciò,
dei 28 milioni di contribuenti per i quali l’Irpef si è ridotta (con un
risparmio medio di 15,8 euro al mese pro capite), soltanto 18 milioni
hanno registrato un effettivo vantaggio: per altri 10 milioni
la nuova tassazione ha rappresentato un netto peggioramento rispetto
alla legislazione preesistente.
Ricordiamoche
la tassazione delle liquidazioni è passata dal
18% al 23%
(maggiori tasse per 1 miliardo di euro) e il drenaggio
fiscale non è stato restituito alle famiglie
(maggiori imposte
per 4,5 miliardi di euro).
b) Inoltre, l’aumento dell’imposizione locale introdotto in molte regioni
e comuni ha determinato un aumento complessivo del carico fiscale
per la maggioranza dei contribuenti.
c) In diverse occasioni esponenti della maggioranza vanno ripetendo che
durante la precedente legislatura le tasse sono state aumentate.
A dimostrazione di tale assunto viene fra l’altro affermato
che i governi di centrosinistra hanno introdotto l’Irap a carico di imprese
e lavoratori autonomi.
E’ necessario, allora, ricordare che:
1 – L’unico aumento di imposte varato dai governi dell’Ulivo fu la tassa
straordinaria per l’Europa, il 60% della quale fu poi restituita ai
contribuenti che l’avevano versata;
2 - Tra il ’98 e il 2001 i governi dell’Ulivo hanno introdotto sgravi fiscali pari
complessivamente a 4,4 punti di Pil e soppresso 24 fra tasse e
contribuzioni. Solo negli ultimi due anni di legislatura furono varati tagli
fiscali pari, rispettivamente a 5,1 e a oltre10 miliardi di euro.
3 – Nonostante questa massiccia riduzione, la pressione fiscale è rimasta
invariata grazie ad un cospicuo recupero di evasione, testimoniato anche da
uno studio della Banca d’Italia in cui si rileva come il “sommerso” sia stato
ridotto in Italia soltanto negli anni tra il ‘98 e il 2000.
4 – L’Irap venne introdotta abolendo Iciap, Ilor, patrimoniale sulle imprese,
imposta sulla partita Iva e vari tributi locali, oltre a tutta la contribuzione
sanitaria. Il prelievo complessivo Irap risultò inferiore al prelievo
complessivo di imposte e contribuzioni abolite per quasi 13.000 miliardi di
lire (6,5 miliardi di euro) determinando, perciò, un oggettivo
alleggerimento a favore dei contribuenti interessati a quel prelievo.

Proposta del centrosinistra:

La restituzione maggiorata del drenaggio fiscale attraverso un aumento delle deduzioni
da lavoro e una rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni Ire, che rende regolare
l'andamento della progressività, distorto dalla prima tranche della riforma Tremonti
e ancor più dalla proposta del governo.
Le aliquote Ire, diventerebbero: 23% fino a 18.000 euro; 30% da 18 a 33.500 euro;
40% da 33.500 a 70.000 euro; 45% oltre i 70.000 euro.
L'importo della deduzione per lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi sale,
rispettivamente, a 7.700, 7.200 e 4.620 euro.
A questo si aggiunge l'introduzione di un assegno integrativo dei redditi da lavoro
per i lavoratori con basse retribuzioni.

"Sulla manovra fiscale – dice Prodi - diciamo che le risorse vanno destinate
a ridurre l'imposta e sostenere i cittadini con redditi bassi e medi e non vanno
sprecate per fare un regalo ai ricchi".

La finanziaria del centrodestra:
Per reperire i 24 miliardi necessari a contenere il deficit, si «tagliano»
9,5 miliardi alle amministrazioni pubbliche.
Due provengono dai ministeri, il resto da Regioni, Province, Comuni
e autonomie locali. Che significa?
Stop a nuove metropolitane (è il caso di Roma), stop a nuovi asili nido
(a proposito di famiglia), stop a progetti di assistenza per poveri e
portatori di handicap, stop alla manutenzione delle strade.
A proposito di strade, una parte della rete verrà venduta (non data
in concessione, proprio venduta) per 3 miliardi di euro, che saranno
incassati di nuovo dagli acquirenti attraverso i pedaggi. Il ministro ha
assicurato che il pedaggio sarà a carico dello Stato, ma lo stanziamento
non c’è. Conclusione: pagheranno gli automobilisti.
Per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici i fondi stanziati
si fermano al 3,7% in più. meno del recupero dell’inflazione, che
tra il biennio passato (contando solo il differenziale tra programmata
e reale) e quello futuro arriva al 5,5%.
L’articolo 16 prevede che l’insegnamento dell’inglese alle elementari
sia effettuato da un insegnante già presente in istituto. La norma
consente un «taglio» di 7.100 docenti attualmente impegnati esclusivamente per
l’insegnamento della lingua straniera, per un risparmio di 234,5 milioni di euro.
Nelle finanziarie precedenti era già stato imposto uno stop alle supplenze
brevi (meno di 15 giorni), che non vengono più autorizzate.
Se un insegnante si assenta, gli alunni si distribuiscono in altre classi.
Viene scippato (per l’ennesima volta) lo stanziamento del fondo per l’occupazione
assicurato dal Patto per l’Italia, che a due anni di distanza è solo carta straccia. I soldi destinati a disoccupati, lavoratori atipici, precari, usati per garantire
sgravi da 255mila euro di risparmi per Silvio Berlusconi e 256mila circa
per Luca Cordero di Montezemolo.
Colpite anche le imprese, che vedono la trasformazione degli incentivi a
fondo perduto in mutui.
Quelle pubbliche, poi, (Fs, Poste) pagano un prezzo altissimo agli sgravi
fiscali pretesi dal premier: 620 milioni di euro in 3 anni.
Quattro miliardi già mancavano all’appello del fondo sanitario nella Finanziaria.
Con l’arrivo dell’emendamento fiscale si aggiungeranno 193 milioni di minor
gettito dovuto allo sgravio Irap.
Dunque, assitenza medica ridotta ai minimi termini.
Il fondo per le politiche sociali è stato ridotto di 600 milioni di euro.
Mancano i fondi per gli assegni per il nucleo familiare e di maternità,
l’indennità per i lavoratori talassemici, le agevolazioni per i genitori
portatori di handicap grave. Inoltre non è stato istituito il fondo per
la non autosufficienza che dovrebbe dare risposte a 2.700.000 cittadini
che versano in stato di gravissimo bisogno.
Infine resta solo virtuale il reddito di ultima istanza, che avrebbe dovuto
sostituire il reddito minimo di inserimento avviato dall’Ulivo
e eliminato dal centro-destra.

In generale quindi: il “progetto” di Berlusconi è meno fisco – meno servizi,
che rientra nel “meno tasse, meno regole, meno Stato”.

Allora:
- è vero che la destra ha fin qui aumentato le tasse e non diminuito la pressione fiscale
(dal 41% del Pil nel 2001 al 43% del 2003);
- è vero che i condoni hanno fatto crollare il gettito ordinario e distrutto l’etica pubblica
(favorendo l’evasione);
- è vero che mentre si finge di fare uno sgravio fiscale di 6,5 miliardi di euro, si impongono
maggiori entrate per più di 11 miliardi;
- è vero che la finanziaria per il 2005 sarà di 25 miliardi (oltre ai 7,5 già di quest’anno) con tagli soprattutto alla sanità e ai servizi (oltre che all’aumento delle imposte sull’acquisto
delle case o sui mutui);
- è vero che le coperture per gli sgravi sono in gran parte false (come il caso delle coperture
macroeconomiche, già scontate);
- è vero che la manovra è odiosa: pensiamo al blocco del turn over o ai tagli alla scuola.

Oltre alla inutilità di questa operazione ai fini della ripresa economica, si determina
infatti una gigantesca redistribuzione di reddito a vantaggio delle fasce più abbienti
della popolazione; i ricchi più ricchi, i poveri più poveri
.

Qual’è il valore morale e politico di una riduzione delle tasse in favore dei ricchi, rinnegando
il principio di progressività e il valore della tassazione come leva indispensabile per garantire
la prosperità e il benessere della comunità?

La conseguenza inevitabile di tutto sarà che la proclamata rivoluzione fiscale porta
ad uno smantellamento della funzione pubblica ed apre al via all’eclissi della cittadinanza sociale.

(Fonti: Nens – Sole 24 ore - La Repubblica – L’unità – Abbecedario)































































































































































postato da carnesalli | 12:57 | commenti (14)

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