ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

giovedì 12 gennaio 2012

GIUGNO 2004

mercoledì, giugno 30, 2004
 
A - Amore (dell')
Vediamo se riesco a creare un po’ di scompiglio.
L’altra sera ho rivisto per televisione il film di Almodovar, Tutto su mia madre.
Secondo me in questo film Almodovar mostra, come sa fare lui, le diverse facce del femminile e, se si può circoscrivere un aspetto del film, una questione cruciale della società del benessere e del consumismo: la difficoltà di essere madri, genitori, e insieme l’esigenza del materno.
Oggi molte donne diventano madri grosso modo all’età in cui nell’ottocento diventavano nonne.
Le donne oggi lavorano, e spesso è lavoro precario, e con difficoltà riescono a sostenere insieme il peso della famiglia e del lavoro (colpa anche del nostro maschilismo...)

Ma mi viene da pensare se una difficoltà non possa derivare da una “paralisi” dell’anima, da un’indigenza di mente e cuore.
Nella nostra società la genitorialità - ma non solo - è divenuta difficile non solo per ragioni, per così dire, pratiche, ma, credo, per l’emergere prepotente della "soggettività" che pretende un’incondizionata libertà.
La difficoltà a contrarre legami, anche di media durata, è tale da rendere difficile prendere decisioni di genitorialità che in sostanza significano impegnarsi per il futuro (proprio e altrui).
Le relazioni sono vissute prevalentemente al presente (i giovani d’oggi vengono chiamati “la generazione del quotidiano” incapaci o impossibilitati di dipanare progetti): una sorta di gusto diffuso di indugiare nel provvisorio.
Per dirla tutta: credo che nel mondo contemporaneo a fronte di una maggiore “libertà” dei singoli si sia incrementato il tasso di egoismo (ormai anche spesso ostentato come virtù).
Non cattiveria: egoismo diffuso, quella che il filosofo Natoli chiama “avarizia”, una società avara di sé.
Una relazione d’amore fondata sul perseguimento del reciproco piacere – dice Natoli – è gradevole, ma nella sua radice è avara dal momento che il corpo dell’altro – e anche il suo pensiero – è visto in relazione al “guadagno” che ognuno “per suo conto” ne trae.
Credo però anche che questa avarizia sia molto diffusa ma spesso non consapevole.
A fronte di questo c’è l’amore che dona perché genera ed è capace di “farsi carico”: Aldomovar lo individua perfino nella prostituzione ove, a suo modo, si svela una certa disposizione caritatevole, umiliante ma generosa, come ben si vede nella stessa protagonista ex prostituta e poi grande madre, “madre universale” (e una bellissima poesia di un poeta che amo, Caproni, è tutta giocata su questo).
Finisce per lavorare in un centro per trapianti e per donare gli organi del figlio morto in un incidente, aiuta una ragazza che opera nell’ambiente a partorire.
L’amore vero è capacità di dare vita (non solo in senso generativo).
Con un po’ di cattiveria si potrebbe anche sostenere che spesso il procreare è prima che dare vita, progetto di vita, istinto di avere qualcuno che ci sopravviva per assisterci.
In ogni caso è difficile trovare amore se non se ne dà…

Scritto di getto, mi aspetto critiche.  



postato da carnesalli | 14:56 | commenti (2)

martedì, giugno 29, 2004
 
C - Cappello (giù il)
Vittorio Foa, anni 94.
"Questa cosa che è successa è bellissima. Penso sia cominciata un fase nuova...Forse è finita la micropolitica...che vuol dire educazione all'egoismo. Il pensare solo a se stessi e non al mondo. Solo al luogo in cui abiti e non ai bisogni del mondo che sono immensi. Non pensare mai alle disuguaglianze così profonde che ci sono ...Che sia finita questa cosa che a me pare intollerabile: la irrilevanza del linguaggio, per cui si può dire tutto quello che ti passa per la mente. Non lo tollero, perchè l'irrilevanza del linguaggio è anche irrilevanza morale. E' una cosa di cui sono, tutti siamo, completamente sazi...Il berlusconismo è stato questo: micropolitica..
Quando penso al centrosinistra ai suoi limiti e alle due divisioni...mi consola il fatto che il centro sinistra continua a sapere che non sono soltanto loro, che c'è qualcosa d'altro, che c'è qualcosa oltre, ci sono gli altri, i problemi, e gli altri, il mondo. E quando pensiamo a questo c'è già qualcosa che produce unità...Lì invece oltre la loro somma non c'era niente.
Vento del nord...Che storia è questa? Quel vento era la storia dei partigiani, non di Berlusconi. A Milano è cominciato qualcosa di diverso, di nuovo nella produzione, nella distribuzione, nel modo di organizzare la vita...
Lui ha peggiorato la situazione...ci ha rimpiccioliti, ci ha fatti sentire tutti legati all'immediatezza, al luogo, a non vedere quel che succede fuori e non occuparci dell ingiustizie crescenti che ci sono in giro...Penso anche alla disuguaglianza nelle incertezze, nelle paure, nelle possibilità...
L'Ulivo deve continuare a mettersi in discussione, ad arricchire la sua unità, un'unità programmatica per governare, avere la capacità di immaginare qualcosa di più grande...Le nostre questioni si intrecciano a questioni mondiali, il risultato del voto deve spingere a pensare in grande, ad avere una strategia che non sia solo di un giorno o di un mese, ma di tempi lunghi.
Dobbiamo stare attenti: possono avvenire anche delle cose molto spiacevoli. ..Ma ci sono delle persone che sono delle garanzie per tutti.
Dopotutto queste elezioni hanno dato la prova che può vincere il desiderio di qualcosa di diverso."
Novantaquattro anni...e la passione di un ragazzo
• Intervista a Vittorio Foa: «Ormai Berlusconi è finito»


postato da carnesalli | 08:44 | commenti (8)

lunedì, giugno 28, 2004
 
Milano: 54 - 46
Oggi chiuso per sbronza!

 Scià del vin - per Meneghin
chè il moment - de fass onor
finalment - l'è soltaa foeura.
Cattaloeura!
Che se beva e a ogni gott che se canta...
Sbegascemm, scudelemm, femm baldoria
chè l'è quest el temp giust de scialalla
e onoremm tucc i agn la memoria
de sto dì col glo glo, colla balla.
(Carlo Porta)


Per i non milanesi: Qua del vino, per Meneghino, che il momento di farsi onore è finalmente saltato fuori. Caspita!
Che si beva a ogni goccio che si canti...Sbevazziamo, cionchiamo, facciamo baldoria che è questo il tempo giusto di scialarla e onoriamo tutti gli anni la memoria di questo giorno col glu glu, colla sbornia.







postato da carnesalli | 08:24 | commenti (6)

venerdì, giugno 25, 2004
 
G - Giova ripetere? (per me, sì)
"Nella regola riconoscere l'abuso
e dove l'avete riconosciuto
procurate rimedio."
(B.Brecht)
Così ieri si è espresso (riassumendo) il Consiglio d'Europa.
Il conflitto di interessi e le TV
1) Il Governo italiano è invitato ad affrontare con urgenza e in maniera convincente il conflitto di interessi.
2) Predisporre leggi e altre misure che pongano fine all'ingerenza politica nel lavoro dei media...
3) Varare delle misure legislative urgenti per mettere fine al duopolio Rai-Mediaset.
4) Fare in modo che il passaggio al digitale garantisca il pluralismo dei contenuti.
5) Predisporre delle misure che mettano la Rai in linea con le raccomandazioni del Consiglio d'Europa..che riguarda l'indupendenza del servizio pubblico e le iniziative che puntino a promuovere il contributo democratico e sociale della radiodiffusione digitale.
6) Offrire esempio positivo ..ponendo e sostenendo ...iniziative che promuovano il pluralismo dei media in Europa.
Critiche alla legge Cirami
1) La legge rallenta i processi, quando (invece) l'Italia è condannata...per la durata eccessiva dei processi.
2) La legge spoglia il giudice naturale e al limite lascia la scelta del giudice agli accusati.
3) La legge fa pesare sull'insieme della magistratura la sfiducia degli imputati perchè il legittimo sospetto intacca la reputazione di tutto il Tribunale.
4) La legge è contraria al principio di uguaglianza di tutti avanti la legge perchè solo le persone che possono sopportare le spese potranno beneficiarne.
5) Il governo italiano è invitato ad abrogare la legge Cirami e a mettere in atto le raccomandazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite (rapporto di qualche mese fa ndr) che riguardano la riforma giudiziaria, i processi che riguardano il primo ministro e i suoi collaboratori.
Il Consiglio d'Europa è un'organizzazione internazionale fondata il 5 maggio 1949 con sede a Strasburgo e di cui fanno parte quarantacinque stati democratici del continente. Suo compito principale è assicurare una crescente garanzia ai diritti del'uomo, attivare sistemi efficaci di controllo e di protezione dei diritti e delle libertà fondamentali.
Diceva il vate: "libertà vo cercando..."








postato da carnesalli | 13:18 | commenti (10)

giovedì, giugno 24, 2004
 
La nebbia agl' irti "COLLI"
piovviginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar...

Brrr...




   io consiglio PENATI!




GIOVEDI' 24 GIUGNO ORE 21
PIAZZA DUOMO
chiusura campagna elettorale con:
FASSINO, RUTELLI, BOSELLI, GIORDANO, PECORARO SCANIO.
DI PIETRO, DILIBERTO, MASTELLA
L´appello per Penati con Biagi, Eco e Fo

P.S. Volevo scrivere qualcosa circa quanto sostenuto ieri sul Corriere della Sera da Mieli versus chi canta "Bella ciao".
Ma oggi Furio Colombo sull'Unità lo fa molto meglio di quanto avrei fatto io.
Ne consiglio la lettura.





postato da carnesalli | 08:30 | commenti (8)

mercoledì, giugno 23, 2004
 
P - Progetti (di vita)
"In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, è come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta al'indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima.
Così il lampadiere vede poco davanti a sè, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri.
Qualcuno ci prova. Non per eroismo o per narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita..."
(ultima parte di una lettera scritta recentemente a un amico da TOM BENETOLLO, Presidente dell'Arci, scomparso l'altro ieri, e posta come epigrafe sulla sua bara).
Così lo ricorda Gloria Buffo: "Tom era come vorresti fosse una persona di sinistra. Era intelligente come deve essere chi vuole cambiare il mondo e forte come chi vuole agire davvero contro le ingiustizie. E disinteressato in un modo che è sempre più raro."


postato da carnesalli | 08:26 | commenti (4)

martedì, giugno 22, 2004
 
D - Demonizzazione (a proposito di...)
"E' indegno ciò che accade nei seggi elettorali dove vengono cancellate schede elettorali a nostro favore e attribuite a loro. Tutto ciò a opera di un esercito di professionisti a danno dei nostri dilettanti che vengono fatti fessi...Anche per questo al ballottaggio dobbiamo votare per i nostri candidati, perchè ci sono due Italie: una di persone perbene come noi e una di persone come loro. Dobbiamo evitare di consegnare il paese a persone come loro".
S.Berlusconi, delirio a Sesto San Giovanni, 21 giugno 2004.
Io sono loro...
postato da carnesalli | 08:28 | commenti (8)
 
S - Sparire (voglia di...) - solo un pochino!
Come quando da bambino sentivi di averla fatta grosso, o assistevi a qualcosa di brutto, o che ti impauriva; e ti nascondevi.
E per farlo ti bastava chiudere gli occhi, e non vedendo gli altri eri convinto che gli altri non vedessero te.
Mi capita sovente ultimamente di trovarmi a desiderare che il "trucco" funzioni ancora.
In certi momenti...chiudere gli occhi e pensare che nessuno mi possa vedere. Anche solo per un poco...
Confesso: ci ho anche provato (il fanciullino che è in me è sempre vigile). Non funziona.
Accidenti: o ci vedono tutti benissimo o sono rimasti in giro pochi bambini...

postato da carnesalli | 08:23 | commenti (2)

venerdì, giugno 18, 2004
 
M - Maturità?
Sarà che sto invecchiando.
Sarà che sono - purtroppo - in altre faccende affacendato.
Però devo confessare che sto vivendo l'esame di maturità (di Stato) di mio figlio con tranquillità e leggerezza.
Quasi con sollievo (almeno tra un pò è finita!): oddio non ero angosciato neanche quando feci il mio, ma erano altri tempi, allora.

Tra l'altro - udite udite - quest'anno ho trovato belle anche le tracce dei temi: non complicate, critiche, con autori validi (per dire: Guccini invece che Berlusconi, come l'anno scorso).
Begli argomenti: il novecento, la legalità, l'importanza del pensare (anche se è comico proporre l'idea di legalità di questi tempi o chiamare a discettare di necessità di pensare una generazione di giovani addestrati dal Grande fratello).
La Moratti si sarà distratta. O i temi li avrà scritti qualcun altro.
Comunque mi pare di vedere questo esame non tanto come qualcuno lo dipinge con enfasi, quasi come il passagio di una ideale "linea d'ombra", quanto come un semplice momento di passaggio da orari rigidi e vincolanti ad una maggiore autonomia e libertà.
E questo fa bene a lui.
Sarà anche che non sono preoccupato affatto per l'esito finale.
E questo fa bene a me.




postato da carnesalli | 08:26 | commenti (8)

martedì, giugno 15, 2004
 
C - Coperta (olimpiadi del tiro della...)
Più rinfrancato dall'esito delle elezioni amministrative, comincia a preoccuparmi quanto mi pare già si intraveda quale tendenza prevalente "tra i nostri": il classico "tiro della coperta".

Credo sia esperienza comune di chiunque abbia dormito con qualcuno a cui vuol bene, che se la coperta non basta a coprire entrambi, due sono le cose da fare: cercare una coperta più grande (o cercare di prenderla dal letto vicino...) o stare più vicini.
Assolutamente sconsigliato cominciare a tirare la coperta un pò di qui e un pò di là: uno dei due resta sempre scoperto, o tutti e due contemporaneamente.
Modesto consiglio, allora.
Priorità:
1) cercare di portare via la coperta del vicino;
2) cercare comunque di allargare la coperta;
3) stare più vicini (e fa niente se l'altro ha il pigiama che non ci piace troppo).
O vogliamo dormire al freddo altri 5 anni?

P.S. un pensiero ed un abraccio a F., mio carissimo amico, sindaco di un paese di montagna a me caro: per pochi voti ha dovuto cedere la "poltrona" ad un esponente della Lega.
Caro F., coraggio: può darsi che anche lì funzioni la ricetta Montanelli. Facciamoglieli provare, così si vaccinano...
A presto...



postato da carnesalli | 08:49 | commenti (7)

lunedì, giugno 14, 2004
 
M - Mediano (una vita da...). Prima riflessione elettorale
Sinceramente avevo preparato una poesia di Carlo Porta in dialetto milanese che invitava a festeggiare tracannando dei gran bicchieri di vino...
Probabilmente avevo esagerato e mi ero lasciato prendere dall'euforia, investendo sull'intelligenza degli italiani.

Però se non una ciucca almeno un bicchiere per festeggiare ce lo meritiamo.
In fondo Forza Italia ha avuto un crollo (speriamo definitivo) e nel "proporzionale" per la prima volta i voti del centrosinistra sono più di quelli del centrodestra.
Qualcosa si comincia a muovere: chi sa un pò di montagna sa che spesso le slavine nascono da piccoli smottamenti...
La delusione è la lista dell'Ulivo: sostanzialmente i voti ci sono tutti e il progetto è ambizioso e richiede del gran lavoro "sul campo" (da mediano appunto).
Del resto noi italiani siano sempre originali: l'"effetto Zapatero" che altrove ha colpito i governi favorevoli alla guerra, qui ha provocato piccoli smottamenti di voti all'interno del centrosinistra. Del resto da noi c'è chi venderebbe la madre per uno 0,1% in più e per la sua "identità".
Tutti assieme comunque (se ciascuno non comincia a tirare la coperta dalla sua parte) possiamo tentare di dare un governo decente a questo povero paese.
In fondo ce lo meritiamo.
Il lavoro è ancora tanto, soprattutto "culturale" e di "informazione".
Avanti con fede.
Allego "Banas" di ieri di Marco Travaglio. Bello. E spiega anche un pò "in anticipo" l'esito delle elezioni.
L'uomo che ha cacciato dalla tv Biagi, Santoro e Luttazzi per averne fatto "un uso criminoso in campagna elettorale" è lo stesso che l'altro giorno, contumace negli Stati Uniti, ha occupato in permanenza la tv nel terz'ultimo giorno di campagna elettorale: 26 minuti nelle edizioni straordinarie dei tiggì, 36 minuti in quelle ordinarie, 13 minuti a Porta a Porta, il 100 per cento degli spazi politici sul Tg5 e a Studio Aperto (il Tg4 avrebbe voluto superare una volta tanto il 100 per 100 ma non è stato possibile). Secondo i calcoli di Sebastiano Messina, le sei televisioni italiane sono rimaste in ostaggio del presidente del Consiglio per un'ora, 3 minuti e 2 secondi sulle otto ore dedicate alla liberazione dei prigionieri. Nelle altre sette il presidente del Consiglio ha ceduto il passo ad altri carcerieri di stretta fiducia, i cosiddetti ministri Frattini, Martino, Gasparri, oltre al noto dissidente Giuliano Ferrara. Se, per aver dato criminosamente notizie vere in tv, Biagi, Santoro e Luttazzi hanno pagato con il confino, resta da stabilire quale sia la pena prevista per Vespa, Mimun, Mazza, Mentana, Fede e Giordano per aver consentito al padrone (Vespa direbbe "editore di riferimento") di imbottire di balle sesquipedali la testa di milioni di italiani senza una domanda, una contestazione, un dubbio: magari li fanno tutti cavalieri, o senatori a vita, o più probabilmente li promuovono maggiordomi a Villa La Certosa in sostituzione di Renato Farina.
Frattini ha superato se stesso: è riuscito a parlare per 23 minuti senza dire assolutamente nulla, se non che gli ostaggi erano stati liberati, notizia peraltro vecchiotta. "Non posso rivelare i particolari dell'operazione", ha aggiunto con far( misterioso la Volpe della Farnesina: un modo come un altro per dire che non li conosceva. Poi ha voluto esagerare: "La liberazione è avvenuta a Sud di Bagdad e nella periferia". Intanto Berlusconi parlava di Ramadi, 110 chilometri a Nord-Est di Bagdad (semprechè non abbia ragione Emergency, che parla di Abu Ghraib) cioè Bagdad): persino lui era più informato del suo ministro, sebbene stesse in America, o forse proprio per questo. Ormai è chiaro che han fatto tutto gli americani, nonostante i patetici sforzi del ministro della Pantofola Antonio Martin, per accreditare un "ruolo decisivo del Sismi". Che non ha fatto assolutamente nulla. Tutti concordi anche sulla "linea della fermezza", sul "non si tratta coi terroristi", mentre persino Barbara Contini ha parlato di un riscatto pagato e appare ormai chiaro che almeno uno dei carcerieri ha venduto gli altri e consegnato gli ostaggi in cambio dell'impunità e della fuga indisturbata. Su questo concordano tutti i giornali veri, mentre quello tinto, il Giornale, continua a titolare: "Ecco come gli 007 del Sismi hanno individuato la prigione". Trattasi dello stesso Giornale, molto attendibile, che un anno fa aveva più volte individuato le armi di distruzione di massa di Saddam, purtroppo all'insaputa degli angloamericani che ancora le stanno cercando.
In Spagna, per una sola bugia sulla strage di Madrid, Aznar ha perso 15 punti in un giorno e dunque le elezioni. In Italia, per una ventina di frottole sulla liberazione degli ostaggi, Berlusconi ha guadagnato uno o due punti in mezza giornata. Perché in Spagna, se il premier racconta balle, la tv le smaschera. In Italia le maschera, anzi le rilancia e le santífìca. Purtroppo, nell'ansia di strappare una comparsata in tv e un angolino sui giornali dell'indomani, il governo dei bugiardi non s'è coordinato a dovere. Mentre uno inventava una panzana, l'altro ne escogitava un'altra che smentiva la prima. Il solito problema di collegialità. Pisanu, per esempio, ha affidato a Repubblica di mercoledì la sua ricostruzione dei fatti. E, senz'accorgersene, ha confessato. Testuale: "Stavano per ucciderli, non potevamo più aspettare... L'azione di forza era ormai l'unica via percorribile. Con il trascorrere dei giorni si era delineato con sempre maggiore chiarezza lo scenario peggiore: quello dell'uccisione dei nostri connazionali. Il blitz ha scongiurato l' i 1 giugno italiano: avrebbero potuto ammazzarli proprio alla vigilia del voto". Dunque hanno aspettato? FE quanto? E perché? Che vuoi dire "il trascorrere dei giorni"? Se non avessero temuto che uccidessero gli ostaggi quanti altri giorni avrebbero atteso prima di intervenire? Magari tino a venerdì 11, vigilia delle elezioni? Per un mese s'è parlato di fantomatici "italiani" infiltrati in Irak per fare un "uso politico ed elettorale" ("criminoso", direbbe qualcuno) degli ostaggi. Ora, finalmente, si capisce chi erano






postato da carnesalli | 13:41 | commenti (1)

venerdì, giugno 11, 2004
 
S - Spudoratezza (ovvero a carte scoperte)
Elezioni
O viandante che transiti per questo sito,
con curiosità di conoscere e sapere:
sarai a volte contento, a volte pentito,
non sempre so fare il mio..."mestiere"!
Se ciò che ho scritto ti ha talvolta incuriosito,
se talaltra non hai condiviso il mio racconto,
ti do un consiglio che spero sia gradito:
e credimi, senza alcun tipo di tornaconto.
Se vuoi vivere libero e positivo
metti la tua croce sull'Ulivo!

(E intanto emergono leprime contraddizioni sulla liberazione degli ostaggi...)



postato da carnesalli | 08:26 | commenti (17)

giovedì, giugno 10, 2004
 
R - Ricordo
Matteotti veniva rapito il 10 giugno di sessant'anni fa da un manipolo di cinque fascisti armati di pugnale sul Lungotevere, prima di recarsi alla Camera per denunciare i brogli di bilancio del Governo Mussolini. E altri traffici del partito. Già il 30 maggio Matteotti aveva denunciato i brogli elettorali e le violenze squadriste alle elezioni del 6 aprile 1924.
 Lo scandalo seguito alla denuncia sarebbe stato fatale per il regime. Matteotti quindi doveva sparire: per le cose che sa e per l'intelligenza che usa, deciso com'è a fare un'alleanza tra legalità e popolo, borghesia onesta e mondo del lavoro, socialismo e liberali per bene.
Finì come sappiamo, col corpo martoriato di Matteotti ritrovato alla Quartarella, la breve crisi fascista e l'Aventino che sterilizzò l'opposizione. Contro le idee di Matteotti che aveva capito che la democrazia e i diritti non erano soltanto la via al socialismo - da costruire giorno per giorno - ma ancor più l'etica dell'opposizione riformista.
Che non dava tregua: sui programmi, sulla legalità, sulla difesa degli ultimi, sul rifiuto delle avventure belliche.
Per andare al governo coi moderati senza cedere sui principi di base.
Una lezione anche per oggi.
Mi piace ricordare coloro grazie ai quali sono quello che sono. 
postato da carnesalli | 08:37 | commenti (4)

mercoledì, giugno 09, 2004
 
C - Coincidenze


Troppe cose che non tornano: prima squilli di tromba, poi silenzi stampa, riscatti  pagati e poi negati, centinaia di detenuti iracheni liberati (scambio o non scambio?) qualche giorno fa, aerei carichi di giornalisti che vanno e vengono, Bush che riconosce la resistenza irachena, un capo  religioso iracheno che sostiene il giorno 6 che gli ostaggi erano liberi, le televisioni che lunedì sono ricomparse miracolosamente davanti alle case dei familiari dei tre, dopo settimane di azzenza, ostaggi liberati senza sparare un colpo dai polacchi...
E tutto la settimana delle elezioni...
Comunque sono felice per le tre vite salvate.


postato da carnesalli | 08:37 | commenti (6)

domenica, giugno 06, 2004
 
"La lotta dell'uomo contro il potere
è la lotta della memoria contro l'oblio"
(M.Kundera).

Ritrovo in molti blog ultimamente una certa vena intimista, molte volte "nobilmente" intimista, spesse volte però accompagnata da una sorta di rimprovero: ma insomma, sempre politica, sempre problemi seri (e spesso ahimè tristi).
Emerge una sorta di tentazione "antipolitica", come se politica fosse altro che scelte che coinvolgono direttamente in modi diversi la nostra vita, il nostro stare assieme.
A parte che chi mi conosce sa che mi occupo e mi interesso di molte altre cose (e Mirella può testimoniare da quel che legge che mi occupo anche d'altro), devo confessare però che non apprezzo troppo l'autoreferenzialità, il diario, il cazzeggio (a meno che non siano di "livello", e ce ne sono).
Del resto la canzone che amo di più di Giorgio Gaber (anche se risale alla presistoria) è "Maria". In uno spettacolo totalmente politico, questa canzone diceva: "chiedo scusa se parlo di Maria, non nel senso di un amore non conviene, certamente non è un tema appassionante in un mondo così pieno di tensione...ma...Maria, il Vietnam, la Cambogia...Maria, la realtà".
La mia formazione mi porta a pensare che è fondamentale il rapporto umano, la relazione, anche silenziosa, l'"esserci", i piccoli gesti, le piccole scelte consapevoli, l'essere presenti alle persone e creare una piccola rete dove ciascuno faccia la sua parte. E che il lavoro sincero di questa rete di esseri umani riesca almeno a "salvare" una vita, un solo essere umano. Già così sarebbe valsa la pena. E continuerò a lottare per questo, camminando assieme a tutti gli altri uomini che incontrerò che non abbiano una visione egoistica della vita. Se non puoi abbattere un muro a cannonate (si può anche provarci) si può iniziare eroderlo. Ogni volta che passi, graffi il muro con un chiodo. E' un lavoro lungo, ma tutti assieme, anche se uno alla volta, possiamo farcela.
Questa mia inclinazione al sociale e alle persone, si è fatta più "politica" dopo il 1994: quella sconfitta elettorale non era "solo" quello; rappresentava il deficit di cultura che ci stava dietro, l'indigenza di valori che manifestava, lo smarrimento che nascondeva (nuova destra = trionfo dell'individualismo, egoismo, edonismo, consumismo, economicismo, autoritarismo).
E' come se fosse stato sollevato un coperchio fino allora tenuto chiuso, e gli italiani si fossero sentiti autorizzati a esprimere le loro pulsioni più "viscerali", perchè qualcuno lo faceva impunemente.
Da allora è stato possibile, senza troppi clamori, che un ministro della Repubblica affermasse che gli immigrati adrebbero presi a cannonate.
E proprio allora per la presenza dilagante della Lega (a Milano essa prese il 70% dei voti per il sindaco) scrissi la mia prima "lettera" ad amici e conoscenti per esprimere il mio disagio, per motivare il mio no, per capire perchè ciò stesse accadendo.
E tra i 200.000 fradici di pioggia che sfilarono per Milano il 25 aprile 1994 c'ero anch'io. Come tutti, attonito, stupefatto, incredulo, preoccupato.
Sentivo che qualcosa stava cambiando: e da allora qualcosa è cambiato; mi pare che a poco poco ci abbiano tolto l'aria, la libertà, la reattività, in una sorta di addormentamento progressivo delle coscienze, almeno quelle lobotomizzate televisivamente.
Che a forza di strappi progressivi - di cui molti ormai, obnubilati, non si accorgono più - ci stiano avvolgendo come all'interno di una ragnatela.
E il ragno continua a girarci intorno e tessere la sua tela...
Poco tempo prima di morire Giuseppe Dossetti ci richiamava tutti, allertandoci, a fronte "del vuoto ideale e conseguentemente etico...alla inappetenza diffusa di valori...che porta a compensare con la ricerca spasmodica di ricchezza., ad appetiti sempre crescenti di cose...che cosificano l'uomo e lo rendono schiavo...è la notte della persone" un invito "alla ricostruzione delle coscienze" e alla difesa della Costituzione che per lui, e molti di noi, è lo scrigno nel quale questi valori sono contenuti.
Quindi non tanto - o non soltanto - una reazione politica, ma una ribellione a quella che il grande Pasolini chiamava "mutazione antropologica".
Ecco: io e il sistema di valori che si va facedo egemone con questa destra siamo "antropologicamente" opposti.
Si restringono spazi di libertà, di informazione, di cultura. Si sbertucciano valori che hanno accompagnato generazioni, come la solidarietà.
Per questo mi occupo prevalentemente di queste cose (potrei parlare d'altro: di meravigliose esperienze in montagna o di incontri risolutivi avuti con gente come Follerau con suo amore per l'Africa o Turoldo con il suo amore per la libertà, o dei mille incontri avuti con le persone, nella certezza - verificata - che spesso lo straordinario si trova proprio (e va cercato) nell'ordinario.
Ha scritto De Tocqueville: "La vera causa della tirannia non è necessariamente l'anarchia o il dispotismo. Fanno paura naturalmente, ma è l'apatia generata dall'occuparsi solo dei propri interessi il vero problema. Poche persone violente sono in grado di initmidire e indurre al silenzio. Nell'apatia una forma di tirannide può espandersi perchè nessuno si oppone; il vero nemico della democrazia non è il dispotismo dichiarato, ma piuttosto il silenzio della solitudine e della apatia"
Questo blog è (tra i tanti) uno strumento per far sentire la mia voce e combattere l'apatia.
Quando torneremo un paese "normale" ci sarà più tempo per scrivere anche di altro.
Di cui già adesso mi occupo, perchè vivo.
Questo è solo un blog!
P.S. Giusto per dire che non sono un paranoico trovo sul giornale di oggi queste parole contenute in relazioni approvate dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
"...abrogare la Legge Cirami che allunga i processi, non risponde al principio di eguaglianza, non rispetta l'indipendenza dei magistrati e non risponde alle raccomandazioni dell'Onu";
"la commisione...ha sentito parlare d'auto censura da parte di persone (giornalisti) preoccupate di perdere il loro post di lavoro...ha ascoltato testimonianze secondo le quali i giornalisti sottometterebbero i loro articoli per verifica e correzione a rappresentanti del governo";
"preoccupazione per il fatto che ci sia una concentrazione di potere politico, economico e mediatico nelle mani di una sola persona..."
E così via salmodiando..
(Per chi vuol verificare sono le relazioni predisposte dalla liberale Pachal Mooney, irlandese, e dalla liberale Leutheusser-Schnarrenberger, tedesca.)
postato da carnesalli | 18:07 | commenti (6)
politica, omelie, controcanto

venerdì, giugno 04, 2004
 
C - C'entro (io?)
Qualcuno l'avrà presente: è lo slogan elettorale di un noto (?) partito politico. Occhieggia ammiccante (sic) a molti angoli di strada.
Allora, ragioniamo: tempo fa, Pierferdinando Casini, presidente pro tempore della Camera e appartenente a quel partito (disgraziatamente autodefinitosi "cattolico") lanciò un segnale di allarme sulla questione morale in politica (siamo vicini alle elezioni e la cosa ha un certo rilievo).
"Rispetto al riaffacciarsi di pericolosi episodi di malcostume e corruzione" - disse - "la poltica non può abbassare la guardia o assuefarsi a metodi che nulla hanno a che fare con un corretto svolgimento della nostra vita democratica".
"Bisogna difendere" - pontificò con una certa enfasi - "la politica dall'affarismo".
Dunque vediamo: il suo partito è l'Udc (ciascuno legga l'acrostico come vuole), e allora non si capisce.
Nelle liste di questo partito infatti si può trovare una discreta serie di inquisiti, imputati, arrestati, pregiudicati, che non fanno venire alla mente politici immacolati...
Nel Nord ovest primeggia Vito Bonsignore, ras delle autostrade, definitivamente condannato a Torino a 2 anni per corruzione nello scandalo dell'Ospedale di Asti.
Nel sud è candidato il segretario di Buttiglione (il famoso filosofo: e non ridete così, perbacco), quel Giampiero Catone, arrestato a Roma nel 2001 per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al falso in bilancio e alla bancarotta fraudolenta pluriaggravata e rinviato a giudizio in dicembre a Chieti per la bancarotta di due delle sue 50 (cinqunta) società italiane ed estere (50 anche i miliardi spariti secondo l'accusa) e una serie di reati fiscali. I giudici romani lo accusano tra l'altro di aver truffato il Ministero dell'industria ottenendo con carte false 12 miliardi di finanziamenti pubblici per impianti tessili inesistenti nell'aquilano. E' anche direttore de "La Discussione" e dirige il dipartimento politiche comunitarie di cui è ministro Buttiglione (sì, sempre lui).
Che oggi vorrebbe farlo eleggere in Europa, possibilmente assieme al vicepresidente della Lega Calcio, Matarrese: incerto fino all'ultimo. Poi inquisito, assieme a Materrese, e quindi candidato.
Nelle Isole un altro plurinquisito: il "governatore" Totò 'vasa vasa' Cuffaro. Nell'ultimo anno ha ricevuto tre avvisi di garanzia per reati che vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa, alla corruzione, alla rivelazione di segreti d'ufficio.

Altri leader di quel partito in Sicilia non sono stati candidati: ma per motivi contingenti.
Hanno le manette ai polsi!
L'ex assessore comunale Domenico Miceli arrestato e ora imputato per concorso esterno in associazione mafiosa; i deputati regionali Antonio Borzacchielli e Vincenzo lo Giudice (detto "Mangialasagne") arrestati per concorso esterno.
E poi i deputati Francesco Saverio Romano (indagato per mafia) e Calogero Sodano (condannato per appalti truccati e imputato in altri processi ad Agrigento), oltre all'assessore regionale David Costa (appena indagato per mafia).

In tanta specchiata onestà, l'Udc fino a qualche settimana fa poteva contare su un "martire" delle famigerate toghe rosse: l'ex ministro Calogero Mannino, assolto nel 2002 per insufficienza di prove.
Qualche giorno fa è stato condannato in appello.
Sempre per mafia, naturalmente.

A questo punto lo slogan elettorale di questo partito ci va sovvenire strani pensieri.
Da settimane vediamo il faccione (naturalmente) moderato di Follini ad ogni angolo di strada che, circondato da famigliole felici, professionisti arrivati, bambini che giocano, ci ricorda che in tutto ciò "io c'entro".
Io?
Come ricorda Marco Travaglio: "visto quel che c'è dietro, quei manifesti rischiano di somigliare ad uno spot del telefono azzurro: se vedi uno così, chiama il numero verde.
Anche lo slogan "Io c'entro" forse va ripensato.
Qualcuno equivocando, potrebbe pensare ad una confessione".

Come ha detto il sempre grande Altan: "i nostri non saranno gran che, ma gli altri mi fanno proprio schifo".
Io c'entro?
No. Non centro proprio!













postato da carnesalli | 22:04 | commenti (11)
 
B - Bush e il 4 giugno



 E se facessimo vincere la pace?

                                                                                



   anch'io, grande Altan!








postato da carnesalli | 12:23 | commenti (6)

giovedì, giugno 03, 2004
 
A - Arriva il terrorista...
Attenzione, attenzione.
Sta per arrivare in Italia un pericoloso fiancheggiatore del terrorismo internazionale.
Egli ha avuto l'impudenza di affidare ad un quotidiano espressioni simili:
"capisco che gli iracheni possano prendere le armi contro le forze di occupazione";
"non tutti i combattenti sono terroristi";
"non sopportano di essere occupati";
"nè io nè nessun altro vorremmo essere al loro posto".
Chi ha osato fare affermazioni simili in Italia è stato tacciato di connivenza almeno "culturale" col terrorismo e di antiamericanismo: dal sottoscritto alla Gruber, da Don Ciotti a tutto il centrosinistra.
Attenzione: il pericoloso soggetto in questione risponde al nome di George W. Bush, certamente sospetto di terrorismo e sicuramente affetto da antiamericanismo. Se lo vedete segnalatelo a Ferrara, a Bondi (o a Baget Bozzo).
Chissà come la prenderà il puffo di Palazzo Chigi e la sua coorte...
P.S. Oh, non è che sia impazzito: è che ha bisogno del voto dei paesi europei presenti nel consiglio di sicurezza dell'Onu, casualmente tutti schierati contro la guerra in Iraq...



postato da carnesalli | 12:57 | commenti (3)

mercoledì, giugno 02, 2004
 
R - Revisionismi (miasmi...)
Non è che uno sia maniaco: ma su certe cose, perbacco, non si transige.
Nel XX secolo della storia versione Moratti  (di cui abbiamo già detto tutto il male possibile) non c'è spazio per il nazifascismo e la resistenza.
Le "indicazioni nazionali" prevedono che tra la prima guerra mondiale, l'età delle masse e la seconda guerra mondiale, si parli genericamente di "totalitarismi".
Dentro cui tutto si mescola, confonde e appiattisce.
Ha detto Alberto de Bernardi, docente universitario a Bologna: " Il '900 è diventato un secolo senza parola. Il ministro lo ha relegato a poco più che un'appendice cronologica che ruota attorno ad un'impostazione dei programmi strutturati sulla falsa riga di una favoletta edulcorata, eurocentrica, cristiana e autoassolutista. Stiamo assitendo a una mera operazione ideologica che cancella di fatto la memoria del paese e pone il veto su un tema di interesse delle nuove generazioni. Derubricato un pezzo di storia nazionale, che si compone anche (soprattutto, dico io) di fascismo e antifascismo, abbiamo un obbrobrio culturale di cui una società civile si dovrebbe vergognare".
Non affrontare la diversità fra fascismo, nazismo e comunismo e soprattutto la valenza della resistenza europea come recupero di un universalismo, della libertà e dei diritti dell'uomo è assurdo.
Se fatto apposta è carognesco.
Per non dimenticare
"Andatelo a dire
ai caduti di ieri
che il loro morire
fu come le nevi...
No, i fuochi di un tempo
non trovano pace,
la cenere al vento
riscopre la brace..
Una cosa il giudizio,
un'altra la pietà
lottare per la morte
o per la libertà...
L'unica dignità
della nostra storia
è la memoria della verità...
Alla vecchia e alla nuova
Resistenza italiana,
contro l'odio che odia,
per l'amore che ama...
Andatelo a dire
ai caduti di ieri
che il loro morire
fu come le nevi...
(G.D'Elia)















postato da carnesalli | 21:20 | commenti (5)
 
C - Condono (con danni)
Mi piacciono le cose belle. Soprattutto quando sono anche giuste.
Anche per questo mi fa schifo il condono edilizio (uno dei circa venti proposti dal governo): regalo ai furbi che sfregia il paesaggio educando all'illegalità.
Quando poi questo è anche stupido e controproducente (ma qualcuno si aspetava qualcosa di diverso?), beh, allora...
In sintesi.
La Camera dei Deputati col voto dei soliti noti ha approvato il decreto di proroga del condono edilizio.
Al di là di ogni considerazione etica, esso pare essere un flop anche dal punto di vista "economico": infatti le richieste (fortunatamente) sono largamente inferiori alle aspettative.
Ma se anche andasse come previsto dalla maggioranza (ad Attila piacendo) secondo una ricerca dell'Anci (l'Associazione dei Comuni italiani) le risorse acquisibili dalle sanzioni sarebbero circa 5,1 miliardi di euro. I costi di urbanizzazione svetterebbero invece a 8,7 miliardi di euro, che dovrebbero sborsare i comuni.
Quindi a fronte di un introito dello Stato per la copertura finanziaria 2004 di 3,8 miliardi di euro, una spesa di 9,6 miliardi.
Se aggiungiamo i costi di completamento dell'urbanizzazione per abitazione in area intensiva, si arriva ad una spesa di 24 mila euro di spesa media per le opere di urbanizzazione che ogni comune deve affrontare.
In sostanza: la finanza creativa del genio Tremonti baratta il patrimonio naturalistico italiano in cambio di un piatto di lenticchie di euro.
A Roma, per esempio, le entrate frutto dei due condoni precedenti (Craxi e Berlusconi, tanto per capirci), sono state pari a 447 milioni di euro. Le uscite sono state di 2.992 milioni di euro. In sostanza: ogni cittadino per compiacere il governo e gli appetiti degli abusivi ha versato una somma di 1.157 euro.
E intanto l'aspettativa dei condoni fa crescere l'edilizia abusiva.
Gli ambientalisti hanno trovato un nome per questa nuova città abusiva, figlia del condono: Berlusconia.
Sarà la prima (e crediamo ultima) "grande opera" del premier.
P.S. A proposito: io sono presidente del Consiglio di circolo di una scuola e possiedo una modesta casetta in montagna.
Non è che  posso collegarla direttamente alla pineta con un tunnel? Sarebbe un piccolo scavo di circa 800 metri.
Oh, ragioni di Stato e di sicurezza, potrebbe venirmi a trovare il Preside...









postato da carnesalli | 20:58 | commenti

Nessun commento:

Posta un commento