ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

lunedì 16 gennaio 2012

GENNAIO 2007

mercoledì, gennaio 31, 2007
 
D - della Dignità (e di uomini sepolcri imbiancati)
Raccolgo adesioni
per fondare
il Partito Veronica.


postato da carnesalli | 08:30 | commenti (3)

venerdì, gennaio 26, 2007
 
M – Memoria (giornata della)

"Anche se voi vi sentite assolti,
siete lo stesso coinvolti..."
(F.De Andrè)
Sessant’anni dalla liberazione di Auschwitz da parte delle truppe dell’Unione Sovietica.


Dicono che i vecchi hanno le loro fissazioni.
Ciascuno legato alla “sua” memoria, ai “suoi” ricordi.
E quindi sono noiosi.
Sarà che anch’io sono pericolosamente vicino al “mezzo del cammin” della mia vita (anzi statisticamente l’ho superato da un pezzo), ma io adoro i vecchi.
Soprattutto perché tengono viva la memoria.
E adoro la memoria, perché non invecchia.
Forse perché la lotta dell’uomo contro il potere, contro i soprusi, per la giustizia e la felicità è – in fondo, in gran parte - la lotta della memoria contro l’oblio.
Oggi è la giornata della memoria della Shoah.
E il fatto di sapere che a qualcuno ciò faccia venire il mal di pancia, o che altri considerino l’argomento attuale come uno studio sul mesozoico, mi lascia totalmente indifferente.
Anzi, mi fa salire l’adrenalina.
Anche perché – qui, in questa Europa – questi sono periodi di revisionismi e dimenticanze, strane equiparazioni e banalizzazioni, rigurgiti razzisti e antisemiti.

E’ a Parigi  che J.M.Le Pen relativizza la “disumanità” degli occupatori nazisti senza che da molti anni – da quando definì Auschwitz come “un dettaglio della seconda guerra mondiale” – gli elettori lo puniscano, anzi.
E’ a Londra che un “ignaro” (o ignorante?) principino si veste di croci uncinate.
E’ a Roma che un esaltato pallonaro comunica coi suoi tifosi con il saluto a mano tesa.
E’ a Dresda che al Parlamento di Sassonia i deputati neonazisti del Npd si rifiutano di osservare il minuto di silenzio in memoria della Shoah.
E’ ad Anversa che un partito nazista si candida  alla guida della città.
E’ nel nostro Parlamento che si propone la pensione e gli onori civici ai torturatori assassini di Salò e si negano i finanziamenti per la celebrazione del sessantesimo della Liberazione dai nazifascisti.
E’ un deputato italiano, Gramazio detto “Il pinguino”, di An, che ha dichiarato nei giorni scorsi: “la destra italiana non ha avuto responsabilità nello sterminio degli ebrei, l’Italia fascista non condivise le leggi razziali e Almirante salvava gi ebrei”.

La Lega  non ha firmato la risoluzione del Parlamento europeo nel sessantesimo del'Olocausto


E’ come se lentamente l’Europa perdesse le sue difese immunitarie.

Facciamo allora un po’ di memoria.

Le cifre dell’olocausto: il numero degli ebrei uccisi durante la “soluzione finale”


Stato       Pop. ebraica sett. 1939     perdite        percentuale

Polonia         3.300.000                       2.800.000                   85
Urss              2.100.000                       2.100.000                   71,4
Romania           850.000                       425.000                    50
Ungheria           404.000                       200.000                   49,5
Cecoslovacchia 315.000                       260.000                   82,5
Francia              300.000                        90.000                   30
Germania           210.000                       170.000                   81
Lituania              150.000                       135.000                   90
Olanda               150.000                        90.000                   60
Lettonia                95.000                         85.000                   89,5
Belgio                   90.000                        40.000                   44,4
Grecia                   75.000                        60.000                   80
Jugoslavia              75.000                        55.000                   73,3
Austria                   60.000                        40.000                   66,6
Italia                       57.000                        15.000                   26,3
Vari                        20.000                          6.000                   30  



















                            8.301.000                 5.987.000                   72
                                              
Mi piace (si fa per dire) però oggi ricordare i bambini di Terezin
A Terezin, una piccola città di 7000 abitanti nella Boemia, la celebre cittadella fu trasformata dai nazisti in uno dei principali lager: qui vissero oltre 40.000 ebrei e transitarono innumerevoli convogli ferroviari destinati ai campi di sterminio.
A Terezin passarono anche 15.000 bambini che condivisero con gli adulti miseria e violenza, sevizie e fatiche; di loro soltanto cento sono sopravvissuti alla morte mentre di tutti gli altri conosciamo soltanto il nome, la data di nascita, di deportazione e di morte, il numero di matricola.
In queste condizioni disumane un gruppo di educatori, i cui nomi resteranno per sempre sconosciuti, per tenere accesa la speranza nel cuore dei bambini, cercarono di fare in modo che essi avessero la possibilità di esprimersi con il disegno e la poesia.
"…Siamo abituati a piantarci su lunghe file alle sette del mattino, a mezzogiorno e alle sette di sera, con la gavetta in pugno, per un po’ di acqua tiepida dal sapore di sale o di caffè o, se va bene, per qualche patata. Ci siamo abituati a dormire senza letto, a salutare ogni uniforme scendendo dal marciapiede e risalendo poi sul marciapiede. Ci siamo abituati agli schiaffi senza motivo, alle botte e alle impiccagioni: Ci siamo abituati a vedere la gente morire nei propri escrementi, a vedere salire in alto la montagna delle casse da morto, a vedere i malati giacere nella loro sporcizia e i medici impotenti. Ci siamo abituati all’arrivo periodico di un migliaio d’infelici e alla corrispondente partenza di un altro migliaio di esseri ancora più infelici …"

Così scriveva Petr Fischl, nato a Praga il 9/9/1929, deportato a Terezin l’8/12/1943, morto ad Auschwitz l’8/10/1944 (come tutti i bambini autori dei disegni riprodotti).
Egli fu uno dei 15.000 bambini e adolescenti ebrei che, strappati per lo più ai loro genitori, vissero più o meno a lungo nella città-ghetto di Terezin, prima di essere deportati nel campo di sterminio di Auschwitz.
Vorrei condividere con voi oggi una poesia, di P. Friedman:
La farfalla
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
 Pavel Friedman (1921 – 1944)
 E qualche disegno di quei bambini, nei quali, malgrado la cupezza, vive ancora la capacità di sognare un mondo migliore.












































Quei tratti a pastello sono oggi uno dei documenti di accusa più spietati e toccanti contro l’assurdità di tutti i fascismi e di tutte le guerre, un monito a lavorare per la pace e a diffondere i semi dell’amore e della tolleranza.
Teniamo accesa la stessa speranza suscitata da quegli educatori nei nostri cuori.



















Intanto ricordando quei bambini.
+++++++++++++++
Per chi non ha voglia di dimenticare
vorrei portare una piccola testimonianza.
Mio padre ha fatto molti anni di prigionia, e quindi era fuori gioco.
Mio nonno e mia nonna erano cattolici antifascisti: di quelli iscritti all’Azione Cattolica perché alternativa “culturale e antropologica” ai Balilla.

Ma è di mio zio (in realtà il fratello di mia nonna, ma noi lo chiamavamo zio Mario) che vorrei parlare.

Dovete sapere che da parte di padre ho lontanissime origine nobili (a Verona esiste ancora un Palazzo Carnesalli), ma da parte di madre ho solide e meravigliose origine contadine.
Proprio quei contadini che si vedono in “Novecento” di Bertolucci.
Per riuscire a mangiare una parte dei miei “zii” si trasferirono a Milano e due di loro andarono a “servizio” da un famoso marchese che aveva la casa avita in via Pontaccio.
Brav’uomo, generoso; ma burbero e piuttosto distaccato con la servitù (che peraltro durante la guerra riuscirà a sfangarla mangiando il cibo preparato per i suoi cani; della qual cosa lui evito sempre di accorgersi).
La storia è lunga: ma insomma, durante la guerra egli aiutò e nascose partigiani ed ebrei.
Alla fine,come era inevitabile, lo individuarono e lo rinchiusero a San Vittore, insieme naturalmente al fido portinaio; ovviamente complice (per convinzione) dell’”atroce misfatto”.
Restano nella memoria familiare i racconti di questi due uomini che si cibano – per fame, il nobile e il servitore, insieme nella cella di S.Vittore - delle bucce delle patate, per poter sopravvivere.
Erano i giorni della primavera del 1945.
Entrambi erano già inseriti in una elenco di futuri deportati in Germania,
Per fortuna (ma la fortuna, ci hanno insegnato, va aiutata) arrivò l’aprile del 1945 e entrambi furono liberati.

Io ho ancora nelle orecchie il racconto che lo zio Mario ci faceva di quei giorni, la descrizione dei fascisti e dei nazisti, l’affiatamento che si creò tra di loro per il resto della loro vita (e qualcosa questo mi ha insegnato).

Non so se c’è un nesso: ma certo fin dall’infanzia, la mia verdura preferita sono le patate.










Bella notizia: il Governo (questo) ha approvato un DDL (col voto contrario della Casa delle Libertà) che prevede tra 'altro che la propaganda o l'incitamento alla superiortà razziale, e qualunque discriminazione, anche quella sull'orientamento sessuale in Italia sarà reato.
Ricordo non è languore nostalgico.
E' Memoria, attiva.
postato da carnesalli | 09:21 | commenti (6)
memoria, idee, democrazia

martedì, gennaio 23, 2007
 
A – Abbè Pierre

Credo che ciascuno di noi sia fatto in gran parte degli incontri che ha vissuto, delle persone che ha conosciuto lungo “il suo viaggio”, zainetto in spalla.

Non necessariamente di persone famose, o importanti, anzi; a volte anche per pochissimo tempo, altre volte anche solo “tramite” la lettura un libro, o l’ascolto di un disco.

In fondo non siamo altro che “relazioni”.

Talora questi incontri sono semi che germogliano dopo anni, talaltra sono esperienze che squassano, che ti cambiano la vita.


E’ di ieri la notizia della morte dell’Abbè Pierre.

Ho cercato tra le mie carte e ho trovato – addirittura datati “febbraio 1972”, avevo 15 anni appena compiuti! – gli appunti di un incontro a Milano con l’Abbè Pierre.

Quando si dice incontri che aiutano a cambiarti la vita…

Qualche breve brano, scelto tra i geroglifici del quaderno:

“… non bastava servire coloro che soffrono se non si riusciva a vedere che poteva esserci molta ingiustizia nel meccanismo generale del mondo che aveva fatto sì che noi fossimo ricchi..
Per la prima volta nella storia … scopriamo di colpo che la parte spaventosamente crudele e scandalosa d’ingiustizia, lo schiacciamento di una moltitudine di innocenti è immensamente peggiore di quanto noi avevamo credito…
…questa sera in tutte le nostre famiglie tutti sono rientrati, i bambini hanno gridato: “Mamma ho fame!” ed era il grido della gioia di vivere perché sulle tavole c’era tutto il necessario. Ma nel medesimo istante, dovunque nel mondo quanti milioni di madri avevano sentito esattamente le stesse parole “Mamma ho fame!” ed era il grido della peggiore disperazione!

… Noi siamo liberi non di amare o non amare, noi siamo liberi per amare…

… ‘Padre quando incontra qui da noi (Uruguay, ndr) dei partigiani, dei guerriglieri cosa dice loro?’
Si, accade talvolta che io li incontri…dopo averli lasciati parlare non ho niente da dire loro.
Io che non ho fame, io che non ho dei bambini malati, io che non manco di niente, con quale diritto potrei dare loro delle esortazioni?
Dopo averli ascoltati però io sono cosa dire a coloro che li accusano… “I veri violenti e assassini siete voi! Voi che siete la disperazione degli altri. Voi uccidere ogni giorni tanti innocenti…

C’è un’altra gioventù che scopre che la grandezza della libertà non è l’essere fine a se stessa, ma un mezzo meraviglioso che ci è stato dato  per essere capaci di amare!

Perché questo accada bisogna impegnarsi completamente.
Occorre sentir questa consegna.” 

Ecco: anche lì ho sentito “mia” questa “consegna”, ed è una vita che ci provo.
E spero di passare il testimone a mia volta a qualcuno che ci provi.

Non per pietà (il destrorso “conservatorismo compassionevole”)
Ma per pietas.

Che fortuna, per me, nascere in quegli anni…

postato da carnesalli | 09:28 | commenti (1)
persone, omelie

venerdì, gennaio 19, 2007
 
P – (Due) pensieri ad alta voce

Sul tram, questa mattina, mentre sfoglio il quotidiano.

Di sanità e di ticket sanitari abbiamo già parlato.
Mi chiedo però: c’è qualche nesso, qualche legame tra la situazione attuale (Espresso docet) e il fatto che i ministri della salute dei governi (Berlusconi e Berlusconi bis) che hanno occupato l’intera scorsa legislatura siano rispettivamente il primo rinviato a  giudizio per corruzione ed appropriazione indebita ed il secondo al centro delle dichiarazioni di più di un imprenditore che sostengono di avere versato mazzette   “che non bastavano mai” in cambio di favori?


Quei giovanotti col braccio teso nel noto saluto simpaticamente definito “romano” (fascista of course), che con regolare spontaneità levano insulti grevi e volgari all’indirizzo di esponenti del governo, non sono (almeno a giudicare dalle bandiere che sventolano) appartenenti a quello che si proclama il partito dell’amore in contesa col partito dell’odio?
O li confondo?
(foto scattata ieri all'Università Cattolica di Milano)

Critichiamo duramente anche chi governa ora, naturalmente.
Anzi, più puntualmente di prima, come fai con coloro ai quali vuoi bene.

Ma dove sono finite le bottiglie incendiarie che sarebbero servite a far luce (scusate il gioco di parole) sui fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova e su tutti gli inquietanti fatti accaduti in quei giorni?

Senza memoria si muore sempre…

E qualcuno che vuole fartela perdere c'è sempre...


Nubifragi e cicloni nel nord Europa: ancora sole in Italia.
Per dirla con Vergassola: non piove,governo onesto?

postato da carnesalli | 09:24 | commenti (5)
controcanto

martedì, gennaio 16, 2007
 
G - Grazie Cirielli, grazie! (e ci perdoni Paluani…)

Reati prescritti per Silvio Berlusconi fino al luglio del 1999 nel processo sui presunti fondi neri di Mediaset che vede imputati anche il presidente della società, Fedele Confalonieri, l'avvocato inglese David Mills e una decina di altre persone accusate a vario titolo di appropriazione indebita, falso in bilancio, frode fiscale, ricettazione e riciclaggio.

Il presidente della prima sezione del Tribunale di Milano, Edoardo D'Avossa, con un'ordinanza ha decretato il non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, relativamente all'appropriazione indebita (fino al luglio del 1999), al falso in bilancio (fino al 1998), alla frode fiscale (fino al 1998), i tre reati contestati a Berlusconi. Il reato di ricettazione, contestato a Mills e al banchiere Paolo Del Bue, è andato prescritto fino al 1993.

Ha ragione ancora una volta Silvio: il suo governo ha lasciato una eredità coi fiocchi… soprattutto a lui!

P.S. A questo proposto, se avete lo stomaco forte – e se trovate qualche notizia sui giornali, nella TV non ci sperate – seguite la vicenda Storace.
Non è granchè come prospettiva, mi rendo conto; ma la cosa comincia farsi succulenta: intercettazioni… mazzette… bustarelle… regali…
Una nuova soap opera… de noartri….

postato da carnesalli | 09:30 | commenti (10)
politica, legalita, democrazia

giovedì, gennaio 11, 2007
 
O.P. – Operazione verità

Pare che Berlusconi abbia definitivamente abbandonato il proposito di diffondere a reti e cervelli unificati l’ennesima “operazione verità” (nell’attesa di compiere l’ultima “operazione inganno” organizzando manifestazioni “spontanee” di cittadini delusi al seminario di Caserta dell’Unione) per spiegare i motivi veri per i quali l’economia italiana comincia a dare segni di ripresa (cercando di attribuire a sé il merito, ovviamente).

Fenomeno che lo ha preso in contropiede: capisco il suo stupore, certo non se la aspettava, questa ripresa.

Del resto l’impresa sarebbe stata affidata al fido Tremonti; un po’ come affidare una campagna per la morigeratezza dei costumi a Lapo Elkann.
Operazione temeraria e poco credibile…

I conti pubblici infatti migliorano: il deficit è in ribasso (il gettito dell’autotassazione di novembre è cresciuto dell’8%).
Migliora il saldo primario.
Aumenta anche la produzione industriale.

La querelle se l’andamento positivo dei conti pubblici sia merito di questo governo o del precedente è un po’ che va avanti, almeno da quando le cifre hanno mostrato che il fabbisogno statale è in diminuzione.

Non sono un economista, ma a parte la precaria situazione economica lasciata, il rapporto deficit - pil in crescita, il declassamento delle agenzie di rating, l’utilizzo di tutto l’avanzo primario, la crescita zero,  i mancati finanziamenti per opere già deliberate ecc., so che nel 2006 la spesa corrente al netto delle uscite per pagare gli interessi sul debito pubblico, è arrivata al punto più alto della storia dell´Italia repubblicana: il 40,2 percento del Pil.
Nel 2001, quando prese in mano le redini del Governo, l´esecutivo di centrodestra, nonostante il lassismo praticato nella seconda metà dell´anno, si ritrovò una spesa corrente primaria pari al 37,6 percento del Pil.
Niente male come «rigoroso controllo della spesa pubblica»: un´impennata delle uscite di 2,6 punti percentuali di Pil, circa 37 miliardi di euro.
Niente male come «eredità coi fiocchi» lasciata all´Italia, un debito pubblico di nuovo in aumento nel 2005, dopo 12 anni di riduzione faticosamente raggiunta.
Nella legislatura governata dal centrodestra, l´economia italiana è rimasta piatta, la produttività - risultato senza precedenti storici - è addirittura diminuita e le retribuzioni dei lavoratori hanno perso potere d´acquisto. Ma l´euro non c´entrava nulla, come non c´entrava nulla l´invasione delle merci cinesi o indiane: nello stesso periodo, infatti, l´area dei Paesi euro registrava performance nettamente migliori. L´unica variabile effettivamente in espansione grazie alle iniziative del Governo Berlusconi, come documentato dall´Istat qualche settimana fa, è stata l´evasione fiscale, alimentata dall´abbandono di direzione politica delle iniziative per contrastarla e da oltre venti condoni (più o meno tombali).
Ma poi verrebbe da chiedere agli eccitati leader del centrodestra come mai, pur essendo così sicuri della bontà delle misure da essi adottate, stimavano nella Relazione Trimestrale di Cassa del 5 aprile 2006 (non dell´aprile 2005) un fabbisogno di circa 31 miliardi di euro (quasi due punti percentuali di Pil!) peggiore di quello indicato i giorni scorsi dal ministero dell´Economia?
Fabbisogno previsto da Tremonti per il 2006: 66,5 miliardi di euro; fabbisogno effettivo: 35,2 miliardi di euro. Una sottostima non proprio trascurabile
Delle due l´una: o l´ex ministro dell´Economia non credeva nell´efficacia delle sue politiche e ne sottostimava in modo clamoroso gli effetti; o - ipotesi decisamente più realistica - le sue politiche non c´entrano nulla con il risultato raggiunto.
Guzzanti direbbe: la seconda che hai detto…
Tale positivo risultato si deve, infatti, credo, in parte ad una crescita dell´economia leggermente migliore delle previsioni e, soprattutto, a quanto prospettato dall´esecutivo Prodi durante la campagna elettorale e poi via via realizzato a partire dal giorno del suo insediamento. Innanzitutto, la chiusura - credibile - della stagione dei condoni, il riavvio di guida politica alla lotta all´evasione fiscale, le misure legislative ed amministrative introdotte con il decreto Bersani-Visco del 4 luglio scorso. Come evidenziano i dati mensili sulle entrate tributarie, a partire guarda caso dal mese di aprile 2006, il comportamento fiscale dei contribuenti è significativamente migliorato. Ad esempio per il gettito dell´Iva, l´imposta più evasa: l´incremento mensile, misurato rispetto al corrispondente mese del 2005, è aumentato da aprile 2006 in avanti ad un tasso medio doppio rispetto a quello registrato nel primo trimestre dell´anno. In secondo luogo, ha concorso al positivo risultato di consuntivo il controllo della spesa corrente, nonostante la necessità di finanziare Ferrovie dello Stato e i cantieri dell´Anas lasciati a secco dall´ultima Finanziaria di Tremonti.
In sintesi, i dati sono a prova di propaganda e segnalano senza ombra di dubbio che durante la precedente legislatura non c´è stato né rigore, né sviluppo.
E che forse il merito è di qualcun altro.
Sull’andamento dei conti pubblici i dubbi dovrebbero essere svaniti.
Sull’andamento positivo dei conti privati di Berlusconi (che ha incassato dalla Fininvest nei giorni scorsi – forse per eludere la plusvalenza che dovrebbe aumentare - cedole per 215 milioni di euro) invece nessun dubbio.
Merito del governo precedente e delle sue leggi “su misura”.
Forse qui occorrerebbe un’operazione verità…

postato da carnesalli | 12:28 | commenti (7)
fessono, economia - articoli

martedì, gennaio 09, 2007
 
C - Cvd
"Strage di Erba: in carcere i vicini di casa"
Come volevasi dimostrare...
P.S. A propositio di informazione: forse  se guardate bene il giornale che averte in mano, potrete trovare in piccolo piccolo la notizia che l’inchiesta su Consorte e Castellano (inciuci tra magistrati e economia..) è stata archiviata per “insussistenza di elementi”.
Non era l'imputazione peggiore, certo; ma su questa accusa fasulla Fede e i colleghi del circo ci hanno intinto il pane per settimane…

postato da carnesalli | 09:53 | commenti (4)
societa, pruriti, controcanto

lunedì, gennaio 08, 2007
 
 A - (ri) futura memoria

Pensavo di intitolare questo post “a futura memoria”, ma sono stato battuto sul tempo.
Le rane hanno cominicato a gracidare prima...

La mala sanità costa.
L’ultima finanziaria di Berlusconi ha stabilito che nelle regioni che nel 2005 hanno sfondato i tetti di spesa sarebbero stati i cittadini a pagare.

Facciamo un caso: la Sicilia nel 2005 era fuori budget di ben 625 milioni di euro, per cui i siciliani nella prossima dichiarazione dei redditi dovranno pagare per mezzo dell’addizionale Irpef  mezzo punto in più (dallo 0,9% all’1,4%).

Peraltro nel frattempo il disavanzo è arrivato nel 2006 a un miliardo e 152 milioni di euro (facendo lievitare la spesa per ogni abitante al 30% in più del Veneto, per dire).
Forse per via delle 1800 convenzioni con i privati che la regione ha stipulato…

Due parole poi sulla Lombardia.
Il ticket delle visite specialistiche ambulatoriali è cresciuto di 7 euro con l’inizio del nuovo anno.
Il primo rincaro fu deciso nel 2003 quando la Regione decise di portare a 46 euro la soglia massima di compartecipazione alla spesa: dieci euro in più rispetto agli altri italiani non lombardi che pagano 36 euro (Padania libera…) con aumenti  su odontoiatria e pronto soccorso.

La finanziaria dell’anno prossimo prevede un ticket di 10 euro, ma “consiglia” di assorbirlo là dove fosse già in vigore: e in Lombardia erano e sono rimasti i più alti d’Italia (per dire la Toscana non ha aumentato ticket e ha solo in via sperimentale introdotto quello sul pronto soccorso per i casi non urgenti).

Si poteva quindi non alzare il ticket, ma Formigoni ha deciso di aumentare di dieci euro e rilanciare di altri 7, come a poker (forse per venire incontro a certi suoi amici delle strutture private…).

Del resto anche in Lombardia la spesa è aumentata: dai 12,2 miliardi di euro nel 2002 ai 14,7 del 2005 (inutile chiedere al TG3 regionale chiarimenti: quello è organo privato del governatore…)

Inevitabile l’aumento?
Per dire: il confronto tra le liste di assistiti e quelle dei cittadini residenti nella Regione al giugno 2003 vede un numero incredibile di cittadini deceduti da anni ma che risultavano vivi e titolari del diritto all’assistenza sanitaria.
Aria fina, a Milano. Ci sarebbero stati infatti ben 850 ultracentenari, dei quali alcuni con oltre 110 anni e altri oltre 120 anni: per i quali la regione ha continuato a percepire i trasferimenti dello Stato, ha  chiesto soldi ai cittadini sotto forma di ticket e pagato il medico di base…

Questo è l’osannato modello lombardo della sanità (e infatti Berlusconi è andato a farsi curare all’estero!): soprattutto con le continue convenzioni con strutture private di difficile controllo.
Nota la recente vicenda del S.Raffaele dove le prestazioni del pronto soccorso venivano trasformate per la regione, che non se ne accorgeva e pagava a piè lista, in ricoveri della durata di qualche giorno.

E’ una contraddizione quella di chi urla alla rapina per di vuol far pagare tasse (magari a tutti) e poi utilizza tutti gli spazi per far scivolare nelle mani degli amici quegli stessi soldi…

Così se nel corso del 2007 aumenterà la pressione fiscale locale o i ticket sanitari, prima di maledire il governo in carica, proviamo a vederci chiaro.

postato da carnesalli | 09:41 | commenti (2)
controcanto, fessono

martedì, gennaio 02, 2007
 
Q – Quelli che
(Ripensando in questo inizio d’anno a Don Milani e al suo “I care”)


Negli ultimi tempi mi pare di notare - per dirla elegantemente - un calo di tensione, una sorta di disillusione, di sfiducia, di chiusura in noi stessi, di rassegnazione quasi.
Ce l'ha fatto notare anche il Presidente del Repubblica nel suo bel discorso di fine anno.

Come dire, un'apatia (a volte astiosa) diffusa; una sorta di 8 settembre delle coscienze.

Per questo per gli auguri quest'anno voglio riproporre un vecchio post.
Che credo ancora attuale...

***************

Quelli che: tanto non cambia mai niente,
quelli che: tanto una volta al potere pensano solo a se stessi,
quelli che: cosa c’entro io, deve pensarci lo Stato,
quelli che: cosa c’entra lo Stato, ci penso io,
quelli che: il mondo è sempre andato così,
quelli che: il mondo è dei furbi,
quelli che: io non voto, tanto sono tutti uguali,
quelli che: la politica è una cosa sporca,
quelli che: non credo più a nessuno, tanto rubano tutti,
quelli che: primo prossimo me stesso,
quelli che: fatti furbo, tanto non cambia niente,
quelli che: i poveri ci sono sempre stati,
quelli che: se la sono voluta, avessero pensato ai fatti loro,
quelli che: non ti impicciare, non ti riguarda,
quelli che: no guardi, non mi intendo di politica,
quelli che: non è che non c’è lavoro, è che non hanno voglia di lavorare,
quelli che: io ai miei tempi…,
quelli che: una volta qui era tutta campagna,
quelli che: la mafia non esiste,
quelli che: almeno ci danno lavoro,
quelli che: ma chi te lo fa fare, goditela,
quelli che: cosa vengono a fare, a portarci via il lavoro?
quelli che: Padania libera,
quelli che: l’importante è essere liberi dentro,
quelli che: in fondo c’è sempre il telecomando,
quelli che: si è arricchito lui, arricchirà anche noi,
quelli che: tanto poi chiediamo il condono,
quelli che: io faccio quello che mi pare,
quelli che: ma a lei cosa interessa cosa faccio io?
quelli che: io non ho visto niente,
quelli che: forza Milan,
quelli che: ma che cosa vuoi che sia,
quelli che: ah, i miei quindici giorni di vacanza…
quelli che: non ci sono più valori,
quelli che: io omosessuale proprio no,
quelli che: certo io ce la faccio ancora, ma gli altri come fanno?
quelli che: così la prossima volta imparano,
quelli che: l’ha detto la TV,
quelli che: se non lo faccio io, lo fa un altro,
quelli che: il problema è un altro,
quelli che: è un illuso, vuol cambiare il mondo...

Quelli che: ma io cosa ci posso fare?

A tutti “quelli” dedico per il nuovo anno,

La storia

La storia siamo noi, nessuno si sente offeso;
siamo noi questo prato di foglie sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si sente
escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono: "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera"
ma è solo un modo per convincerti
a restare chiuso dentro casa quando viene la sera;
Però la storia non si ferma davvero davanti a un
portone
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi siamo noi
che scriviamo le lettere
siamo noi che abbiamo tutto da vincere
o tutto da perdere.
E poi la gente (perché è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
che sanno benissimo cosa fare:
quelli che hanno letto un milione di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare;
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perché nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo
la storia non ha nascondigli, la storia non passa la
mano,
la storia siamo noi,
siamo noi questo piatto di grano.

(F. De Gregori)
***

Ricordo di avere letto su una vecchia meridiana – nel mio vagabondare per cose antiche che hanno dentro di sé il lavoro e la vita di un uomo (o di una donna…) e ce la raccontano – questa frase: “Non amare soltanto quello che è perfetto, ma rendi perfetto ciò che ami”.

Ecco, questo è l’augurio che faccio a ciascuno di noi per il nuovo anno.

I care: mi interessa, mi riguarda, me ne faccio carico (il contrario del fascista “me ne frego”, sosteneva Don Milani).

Non storcere il naso perché le cose non sono come vorremmo, non aspettare che lo siano, né che sia qualcun altro a pensarci; ma se c’è amore, nelle nostre azioni, se c’è passione, se c’è un progetto, un sogno, un’idea-le, se crediamo – o almeno ci proviamo - di non far parte dei “quelli che”, prendiamocene cura, spendiamoci per renderlo perfetto.

Tutti assieme, forse, ce la possiamo fare, a rendere perfetto ciò che amiamo.

Perché la storia siamo noi.

“Ho sempre pensato e lo penso tuttora – ha sostenuto Vittorio Foa per la politica, ma credo che valga anche per la vita - che la forza politica non sta nell’impazienza. Sta nella continuità dell’impegno. Nella capacità di non perdere mai di vista ciò che sta succedendo. Nel tenere gli occhi aperti e saper rispondere a tutto ciò che accade”.

**************
P.S. Spiace dover iniziare l'anno in questo modo.
Gira per internet una fotografia che "celebra" il tremillesimo soldato caduto nella guerra in Iraq.
Io, che sono stato ferocemente e ostinatamente contrario a questa guerra, e mi sono battuto fino all'ultima goccia di energia perchè non ci fosse, ne preferisco un'altra che mi pare coniughi bene la "pietas" con l'individuazione esatta del responsabile (che esiste) di tutto ciò che è accaduto. E che accadrà.
Eccola:

postato da carnesalli | 09:25 | commenti (3)
societa, sfoghi, idee, omelie, controcanto

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