ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

venerdì 13 gennaio 2012

DICEMBRE 2005

mercoledì, dicembre 28, 2005
 
A – Arcore (Natale a)
Tardi, ma è arrivato.
Come chi.
Il Babbo Natale di Arcore - ne ha uno privato a libro paga, non lo sapevate? -, con la sua slitta ad alta velocità, trainata dai cervi del parco della Villa S.Martino (una volta nei periodi morti li accudiva tale Vittorio Mangano, oggi ci pensa Bondi: sì, pensa anche a quello…)
Si è fatto un regalo, il nostro.
Ieri è stato prosciolto nel processo All Ibrian (Craxi, do you remember?)
Motivazione?
“… s’impone pertanto declaratoria di non doversi procedere nei confronti degli imputati stessi in ordine ai reati a loro ascritti essendo i medesimi non più previsti dalla legge come reati”

Non è che non l’abbia commesso.
Nooo, quella è una cosa per banali persone oneste.
Non è più reato!!
Peccato che a cancellarlo sia stato lui, con qualche aiuto, si intende: facile no…
Auguri, Presidente.
No, non a lei.
A noi.
Ne abbiamo bisogno…
postato da carnesalli | 09:15 | commenti (15)
sfoghi, pruriti, democrazia, controcanto, fessono

venerdì, dicembre 23, 2005
 
Buon Natale!
Quest’anno gli auguri ve li faccio così:
“Un Buon Natale è possibile”
di Alex Zanotelli
Un altro Natale è possibile:
ci può essere ancora un Buon Natale!
Con il Natale la vita vince nonostante tutto.
Ogni bimbo che nasce è il
segno che Dio non si è ancora stancato dell'umanità (Tagore).
Viola, la perla bianca di Anna
nata nel cuore della ricca Brianza
ha davanti a sè ottanta anni di vita (se tutto va bene) e una dote iniziale di 25.000 euro.
Njeri, la perla nera di Rachele,
nata nella baracca di Korogocho
ha davanti a sè quaranta anni di vita (se tutto fila liscio) e una dote inziale di soli 250 euro.
Due mondi, due bimbe,
divise da un invisibile muro di vetro.
La prima, Viola, fa parte del 20% dell'umanità che si "pappa" 1'83% delle risorse mondiali.
La seconda, Njeri, fa parte dell' oltre un miliardo di ‘esuberi umani’ che devono accontentarsi dell' 1,4% delle risorse,
costretti a vivere con meno di 1 dollaro al giorno:
sono gli innocenti di cui si rinnova la strage oggi.
E Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché essi non ci sono più.
Milioni di bimbi muoiono di fame, malattie, aids:
un bimbo muore di fame ogni due secondi,
11 milioni ne muoiono all'anno per malattie meno gravi di un raffreddore, centinaia di milioni non inizieranno neanche la prima elementare.
Due mondi, due Natali.
Il nostro è il Natale dell'opulenza, delle luci, dei regali del consumismo
degli affari.
E un business senza fine,
è uno shopping anche di domenica.
Questo sfavillio di luci natalizie sembra un meraviglioso "acquario"
in cui guizzano costosissimi pesciolini esotici.
A scrutarlo centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro che guardano affascinati l'acquoso ed esotico luccichio.
Fino a quando la parete di vetro
proteggerà il banchetto degli esotici pesciolini?
Per assicurarci che la parete di vetro sia davvero infrangibile
e ci protegga eternamente da quei visi sognanti di bimbi affascinati noi investiamo somme astronomiche in armi:
Usa ed Europa spendono ogni anno
750 miliardi di dollari.
Un altro Natale non solo è possibile ma è urgente e necessario! Boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici:
il Natale dei consumi, dei regali, degli affari,
un Natale ‘pagano’ che ha ben poco da spartire
con quel Bimbo che nasce in una mangiatoia
alla periferia dell'impero, fuori dell'acquario
anche lui indistinguibile volto nero in mezzo agli altri volti scuri.
Diciamo no al consumismo vieppiù indotto e incentivato
e diciamo sì alla festa natalizia della famiglia allargata a nonni, cugini, zii, nipoti
ma anche alla famiglia dell'immigrato
che lavora per noi o che ci è più vicino.
Diciamo no al decadente e ripetitivo tango di regali,
e diciamo sì ad un consumo critico,
al regalo fatto in casa con amore e con le proprie mani,
o a quello equo e solidale
di lavoro fatto "in dignità".
Diciamo no alla stupida pervasività televisiva
e diciamo sì alle relazioni umane in famiglia,
ritornando a raccontarci gioie e dolori
e a riprendere confidenza con l'immaginario, la fiaba prendendo a cuore anche la bellezza del celebrare insieme il fascino del Natale.
Diciamo no alla violenza e alla guerra e diciamolo con fierezza,
e diciamo sì alla pace e alla nonviolenza con evidenza mettendo bandiere arcobaleno ai nostri balconi e camminando con uno "straccetto bianco di pace".
Solo così il Natale ritornerà ad essere la festa della vita
che farà rifiorire la speranza di un altro mondo possibile.
Coraggio, dunque,
ci può ancora essere un Buon Natale!
Buon Natale!!
postato da carnesalli | 08:25 | commenti (12)
omelie

martedì, dicembre 20, 2005
 
B – Buoni (siamo tutti più)
Ci avviciniamo al Natale.
E ci raccontano (con un fondo di campanelle, musiche dolci e neve finta) che siamo tutti più buoni.
Non mi piacciono i luoghi comuni.
Non mi piacciono le ipocrisie.
Non mi piacciono gli ipocriti; l’ho già detto: mi irritano i sepolcri imbiancati.
Quelli che inneggiano alla “pace in terra agli uomini di buona volontà” (giusto in sé, ovviamente), magari all’interno di chiese che “rigurgitan salmi” per dirla con De Andrè, e poi si inventano la Bossi-Fini o sono due anni che uccidono civili in Iraq (anche gli italiani, vero Italia 1?).
Per dire.
Ecco allora, oggi voglio augurare pace in terra agli uomini per davvero di BUONA volontà.
E anche agli altri: non è mai troppo tardi, come ci diceva il buon maestro Manzi tanti anni fa.
E lo faccio con le parole che Cindy Sheehan ha scritto alla madre del Presidente Bush.
Parole di pace, oltre che di dolore.
“Signora Bush, io accuso
Cara Barbara,
il 4 aprile 2004 suo figlio maggiore ha ucciso mio figlio maggiore, Casey Austin Sheehan.
A differenza del suo figlio maggiore, il mio era una persona meravigliosa e si era arruolato per servire il suo Paese e per cercare di rendere il mondo migliore. Casey non voleva andare in Iraq, ma conosceva il suo dovere.
Suo figlio si assentò senza permesso dalla sua unità speciale.
George non riusciva nemmeno a sopportare l’Alabama Air National Guard. Casey si è arruolato nell’esercito prima che suo figlio ne diventasse il comandante in capo. Sappiamo tutti che suo figlio pensava di invadere l’Iraq già nel 1999. Casey era un uomo morto ancor prima che George diventasse presidente e ancor prima di arruolarsi nell’esercito nel maggio 2000.
Ho educato Casey e gli altri miei figli ad usare le parole per risolvere i problemi e i conflitti. Fin da quando erano molto piccoli ho detto ai miei quattro figli che è SEMPRE sbagliato tirare calci, mordere, picchiare, graffiare, tirare i capelli ecc. Se i più piccoli non riuscivano a trovare le parole per risolvere i loro conflitti senza fare ricorso alla violenza, li ho sempre incoraggiati a ricorrere ad un mediatore come, ad esempio, un genitore, un compagno più grande o un insegnante che li aiutasse a trovare le parole adatte.
Lei ha insegnato a George ad usare le parole e non la violenza per risolvere i problemi? Le ha insegnato che uccidere altre persone per ricavarne dei profitti e per il petrolio è SEMPRE sbagliato? Ovviamente no. Ero anche solita lavare la bocca dei miei figli con il sapone nelle rare occasioni in cui mentivano... ha fatto la stessa cosa con George? Può farlo ora? Ha mentito e continua a mentire. Saddam non aveva né armi di distruzione di massa né legami con Al Qaeda e i promemoria di Downing Street provano che suo figlio lo sapeva benissimo prima di invadere l’Iraq.
Il 3 agosto 2005 suo figlio ha dichiarato di aver ucciso mio figlio e altri coraggiosi e onesti americani per una “nobile causa”. Ebbene, Barbara, da madre a madre, questa dichiarazione mi ha mandato su tutte le furie. Invadere e occupare un altro Paese che, come è stato dimostrato, non costituiva una minaccia per gli Stati Uniti non la considero una “nobile causa”. Non credo che invadere un Paese, ucciderne i cittadini innocenti e distruggerne le infrastrutture per far arricchire i profittatori di guerra della sua famiglia e degli amici della sua famiglia sia una nobile causa.
Così ad agosto sono andata a Crawford per chiedere a suo figlio per quale nobile causa ha ucciso mio figlio. Non ha voluto parlarmi. È stato un gesto di incredibile maleducazione. Ritiene che un presidente, si tratti pure di suo figlio, debba essere così inaccessibile ai suoi datori di lavoro? In particolare se si tratta di una persona la cui vita George ha completamente devastato?
Da agosto sono stata diverse volte alla Casa Bianca per cercare di incontrare George e la settimana prossima sarò nuovamente a Crawford. Pensa di poterlo chiamare e chiedergli di fare ciò che è giusto ritirando le truppe da questa guerra illegale e immorale da lui insensatamente iniziata? Mi dicono che lei è una delle poche persone con cui ancora parla. Non parla con suo padre che ben conosceva le difficoltà e l’impossibilità di invadere l’Iraq e per questa ragione decise di non farlo in occasione della prima guerra del Golfo. Se non può dirle di ritirare le truppe può almeno sollecitarlo ad incontrarmi?
Ecco quanto lei stessa disse nel 2003, poco più di un anno prima che il mio caro, dolce Casey fosse assassinato dalle politiche di suo figlio: «Perché dovremmo sentir parlare di sacchi di plastica con dentro i cadaveri e di morti? Intendo dire che non è rilevante. Perché dovrei sprecare il mio prezioso cervello per occuparmi di cose del genere?» (Good Morning America, 18 marzo 2003).
Debbo dirle qualcosa, Barbara. Nemmeno io volevo sentire parlare di morti e di sacchi di plastica con dentro i cadaveri. Il 4 aprile 2004 tre ufficiali dell’esercito sono venuti a casa mia per dirmi che Casey era morto in Iraq. Sono caduta a terra urlando e pregando il crudele Angelo della Morte di prendere anche me. Ma l’Angelo della Morte che ha preso mio figlio è suo figlio.
Casey è tornato a casa il 10 aprile in una bara avvolta da una bandiera. La mia mente è piena di immagini del suo corpo bellissimo in un feretro e del ricordo di aver sepolto il mio coraggioso e onesto figliolo ancor prima che la sua vita avesse inizio. La mente meravigliosa di Casey è stata spenta dal proiettile di un insorto che lo ha colpito al capo, ma a tirare il grilletto avrebbe potuto essere benissimo suo figlio.
Oltre che incoraggiare suo figlio a mostrare un po’ di onestà e di coraggio facendo finalmente ciò che è giusto, non crede di dovere a me e a tutti gli altri genitori della Gold Star Families for Peace (ndr Organizzazione che riunisce i parenti di soldati morti in Iraq) delle scuse per il suo crudele e avventato commento?
Le politiche sorprendentemente ignoranti, arroganti e sconsiderate di suo figlio in Iraq sono responsabili di molto dolore e di molti problemi in tutto il mondo.
Può farlo fermare? Lo faccia prima che altre madri abbiano a soffrire in modo insensato e crudele. Ce ne sono già state molte in tutto il mondo.”
Pace a te, Cindy.
P.S. A proposito di bontà
Un blog intelligente propone un “gioco” intelligente e simpatico, che può servire anche per conoscere nuovi amici. Parla anche di me, con belle e lusinghiere parole.
Troppo buoni, amici.
postato da carnesalli | 12:55 | commenti (12)
omelie

venerdì, dicembre 16, 2005
 
D – Diciotto (metri quadrati di bugie)
“… la democrazia, in tutte le sue componenti, fra cui la giustizia e la libertà di informazione e di espressione, rappresenta un sistema di anticorpi. Se questi anticorpi non funzionano dilagano le prepotenze, la corruzione e altri mali… Noi italiani potremo guarire se ci convinciamo che è in gioco la nostra stessa dignità: accettiamo di diventare sudditi o vogliamo restare persone libere?”
(P.Sylos Labini)
Scrivevo tempo fa, al tempo del minuetto Follini – Berlusconi, (della serie “vai avanti tu che mi vien da ridere”):
“Temo che per mettere assieme i cocci di questo governo e della sua politica ricomincerà il ritornello “abbiamo rispettato i patti” (Ballarò non ha insegnato niente).
Quando comincerà il tormentone teniamoci pronti.
Ricordiamo tutti la sceneggiata televisiva di Berlusconi che firma alla presenza del suo notaio di fiducia, Vespa, il famoso “contratto con gli italiani”.
Aveva detto, nel 2001: se non realizzo 4 su 5 punti del contratto con gli italiani mi ritiro dal voto
E sull’onda della firma apposta su quella scrivania di ciliegio, la sua armata brancaleone ha vinto le elezioni.
Lui ora torna dal suo notaio e in tv dice: ho fatto tutto, sono costretto a ricandidarmi.
Su cinque solenni promesse, pronunciate da quell’«altare catodico» dell’era berlusconiana che è il salotto di Bruno Vespa, finora soltanto una è stata mantenuta. E siamo a un anno dalle prossime politiche.”
Il ritornello è ricominciato: abbiamo ancora negli occhi la scrivania di ciliegio sulla quale Silvio Berlusconi ha firmato da Bruno Vespa il “contratto con gli italiani” che già si possono ammirare, sui muri delle città e nel sito di Forza Italia, i nuovi manifesti 6x3 di Silvio Berlusconi.
Segnano l’avvio della cosiddetta ”operazione verità” voluta dal premier in vista delle elezioni (e già sentire parlare di verità da parte sua è bizzarro, essendo, oltre un noto “illusionista”, condannato per falsa testimonianza in Tribunale, per la P2).
Poi seguirà il martellamento degli spot, se riuscirà a modificare la par condicio.
“Stiamo mantenendo tutti gli impegni! ...e andiamo avanti!”, affermano perentoriamente con un tono – almeno per me – vagamente minaccioso e angosciante: altri cinque anni con Berlusconi al governo?
Ma, nel merito: nei manifesti egli afferma di aver onorato un pezzo di carta che cita espressamente, il Contratto con gli italiani del 2001, ma i dati dimostrano che non è vero.
Esaminiamo rapidamente allora lo stato di attuazione delle cinque promesse contenute nel Contratto, una per una.
1) Berlusconi si impegnò a introdurre un’Irpef con due sole aliquote, «23 per cento per i redditi fino a 200 milioni di lire» e «33 per cento per i redditi sopra i 200 milioni». Nulla di ciò è successo: le aliquote sono ancora quattro, la più alta è addirittura del 43 per cento.
Peraltro è aumentata l’imposizione indiretta, bolli, tariffe, tassazione regionale e locale, ticket sanitari.
Promessa non mantenuta.
2) Ai sensi del Contratto, avrebbe dovuto verificarsi «una forte riduzione del numero dei reati rispetto agli attuali tre milioni». Nessuno l´ha vista. Secondo l’”Annuario” Istat appena uscito, al contrario, i reati per i quali si è iniziata l’azione penale, che nel 2000 erano 2.533.000, con i governi di centrodestra sono aumentati: se ne sono contati 2.879.000 nel 2001, 2.842.000 nel 2002, 2.890.000 nel 2003. Se ci si limita ai soli delitti denunciati dalle forze dell’ordine anch’essi sono saliti, passando da 2.163.000 nel 2001 a 2.231.000 nel 2002 a 2.456.000 nel 2003. Il dispiegamento dei fantomatici poliziotti di quartiere non pare aver prodotto effetti.
I reati complessivi sono aumentati del 13,5% dal 2001.
Promessa non mantenuta.
3) L’«innalzamento delle pensioni minime ad almeno un milione di lire al mese», invece, c´è stato. Però ha riguardato soltanto un quarto degli assegni più bassi, giacché chi aveva meno di 71 anni non ha ricevuto neanche un euro. Eppure nel Contratto non si prevedevano discriminazioni in base all’età.
Solo due milioni di anziani poveri ottengono l’aumento, su una platea di oltre sette milioni.
Promessa non mantenuta, se non in parte.
4) Al mondo del lavoro Berlusconi assicurò, testualmente, il «dimezzamento dell’attuale tasso di disoccupazione». Quel tasso, in calo già durante i governi dell’Ulivo, nel maggio del 2001 era del 9,6 per cento; a fine legislatura avrebbe dovuto ridursi al 4,8. In realtà non è mai sceso sotto il 7,5 per cento, ed è matematicamente impossibile che lo faccia in tempo utile.
A parte la crisi economica.
Promessa non mantenuta.
5) “Grandi opere”: il Cavaliere promise l´«apertura dei cantieri per almeno il 40 per cento degli investimenti previsti dal Piano decennale per le grandi opere».
Il Piano comprendeva 127 iniziative per un valore complessivo di 126 miliardi di euro, il 40 per cento equivaleva dunque a 50,4 miliardi. Ebbene, il ministro Pietro Lunardi ha dichiarato il 23 agosto scorso: «Abbiamo appaltato e cantierato opere per 34 miliardi, il 26,5 per cento del primo programma di infrastrutture»; ben meno del 40 ipotizzato. Secondo "Il Sole-24 Ore" del 22 aprile, però, il consuntivo era ancora più magro. Il Piano infatti, a causa dell’aggiornamento dei costi, valeva ormai 196 miliardi, rispetto ai quali i 34 miliardi vantati costituivano appena il 17,3 per cento.
Negli ultimi due anni gli investimenti pubblici per infrastrutture sono crollati del 30% (col precedente governo dal 1996 al 2001 erano aumentati del 12%).
Promessa non mantenuta.
Questo è quanto.
Dall’esame delle nude cifre, emerge che il Contratto non è stato affatto rispettato: gli obiettivi 1, 2 e 4 sono stati sicuramente mancati, il 3 è stato centrato soltanto in parte, il 5 chissà.
Perciò proclamare che “stiamo mantenendo tutti gli impegni”, come fa Berlusconi nei manifesti freschi di stampa, è palesemente assurdo.
Promettere “e andiamo avanti” non lascia intravedere nulla di buono.
Peraltro a fronte di una destra che prima promette ed oggi racconta di una Penisola felice, più ricca, più ottimista, il Censis ci informa che ormai il solo 10% degli italiani possiede il 50% della ricchezza del paese.
E l’altro 90%?
Allora: se fosse un uomo di parola il premier, ritrovandosi a mani semivuote, farebbe scattare se non altro la clausola finale del Contratto che recita che «Nel caso in cui al termine dei cinque anni di governo almeno quattro su cinque di questi traguardi non fossero stati raggiunti Silvio Berlusconi si impegna formalmente a non ripresentare la propria candidatura alle successive elezioni politiche. In fede».
Parole chiarissime.
Ma all’eventualità di un passo indietro il Nostro non ha mai seriamente pensato, anzi ha truccato le carte (vedi legge elettorale) e adesso è infognato fino al collo nella campagna per la riconferma.
Il 28 novembre, anzi, ha cominciato a dire di voler predisporre un nuovo e “più ampio” Contratto.
Bugiardo ancora una volta…
postato da carnesalli | 14:23 | commenti (13)
politica, controcanto

giovedì, dicembre 15, 2005
 
C… - Faccia di (cuore…cervello…non ricordo più…)
“Tutti hanno il telefonino, la lavatrice, il televisore. Certo che il bilancio delle famiglie è cambiato!
C’è il cellulare che costa, si fa una dieta costosa (sic!): poi i conti in famiglia non tornano.
Ma questo non è certo colpa del governo”.
(S.Berlusconi, Ansa, 14 dicembre)

P.S. Onorevole Berlusconi, l’ammiro sinceramente molto per suoi pezzi di cabaret che trovo davvero irresistibili (per quanto un po’ ripetitivi), ma, mi consenta, continuerò a votare dall’altra parte.
Sa, sono “stupido”, come mi ha carinamente definito ieri, in una ora pericolosamente tarda del pomeriggio, accompagnato dall’amato Bruno Vespa.
P.P.S. Un nuovo amico propone “INONDIAMO DI e-mail DI PROTESTA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO” a proposito dell’approvazione della legge elettorale, suggerendo questo testo:
"Signor presedente del consiglio. l'Italia ha bisogno di regole condivise, di trasparenza, governabilità. Io dico no! alle scelte unilaterali del suo governo, no! alla legge elettorale approvata solo dalla sua maggioranza e auspico che il presidente Ciampi ne rilevi gli aspetti contradditori e incostituzionali rinviandola alle camere".
Io ci sto.
postato da carnesalli | 08:51 | commenti (6)
politica, pruriti, democrazia

mercoledì, dicembre 14, 2005
 

Oggi Abbecedario abbassa la serranda
per protesta contro il consumato golpe
elettorale.
No pasaran!
postato da carnesalli | 11:53 | commenti (3)
politica, legalita, democrazia

martedì, dicembre 13, 2005
 
G – Giorni (ci sono…)
Ci sono giorni nei quali ce l’hai col mondo o il mondo ce l’ha con te.
O almeno così ti sembra (e non sono matto: qualche indizio ce l’ho…).
Oppure giorni nei quali semplicemente hai voglia di fare un viaggio nel tuo passato  e cercare qualche traccia del percorso che ti ha portato fin qui, e che ti sei dimenticato per strada.
O ancora altri nei quali ti assale un po’ di malinconia o un pò di banale nostalgia.
E allora ti metti a fare ordine nelle tue cose, un po’ per farti passare il nervoso, un po’ perché speri sempre di trovare qualcosa che ti possa ravvivare dei ricordi o delle passioni.
Diceva uno scrittore: “uno dei vantaggi di essere disordinati è che si fanno continuamente delle scoperte esaltanti”.
Così sistemando una pila di libri (ho libri dappertutto, davvero non so più dove metterli) ho trovato il saluto che le maestre della scuola elementare di uno dei miei figli avevano preparato per la fine del quinto anno.
Parole semplici, ma che mi hanno riempito di tenerezza.
E che mi hanno offerto qualche motivo di riflessione.
“Vogliamo salutarvi raccontandovi un antico apologo, una breve storia allegorica.
Durante la costruzione di una cattedrale medievale a tre tagliatori di pietre fu rivolta a turno la stessa domanda.
“Che cosa stai facendo?”
“Come vedi sto tagliando pietre” replicò il primo in tono seccato.
Il secondo rispose: “Mi guadagno la vita per me e la mia famiglia”.
Ma il terzo disse con gioia “Sto costruendo una grande cattedrale!”.
Ci piacerebbe che affrontaste la vostra vita futura con l’atteggiamento del terzo tagliatore, con l’idea di contribuire a realizzare ciascuno il proprio impegno, un grande meraviglioso progetto.
Con affetto.
Giugno 1996.
Una riflessione per tutti.
Con affetto





 P.S.  “Lo rifarei”       
         (G.Bush, a proposito della guerra in Iraq)






postato da carnesalli | 08:30 | commenti (10)
resto

martedì, dicembre 06, 2005
 
P – Polo, la famiglia col buco in mezzo
Mi piace – diciamo meglio che trovo efficace – l’espressione “sepolcri imbiancati”.
Che sta a indicare – in termini non proprio lusinghieri - quel modo di “essere” farisaico e borghese (e dico subito che per me il termine “borghese” ha un’accezione etica prima che politica, è una categoria dello spirito prima che una classe sociale) che dà molta importanza all’apparenza, allo status, all’identità, all’immagine, alla forma.
E assai poco alla sostanza.
Di chi fa del consumo esibito e del possesso ragione di vita, predilige il sembrar essere che non l’essere, l’apparire piuttosto che il fare, finge scandali pubblici spesso per coprire nefandezze private (chi ricorda gli Ippopotami di Roberto Vecchioni?).
Irritanti nel loro falso perbenismo (sbracato qualche volta, ma ‘loro’ sanno quando si può mettere la bandana e quando no, per dire), soprattutto quando pretendono (salendo su una cattedra che nessuno gli ha conferito) di bacchettare, bacchettoni, sulle dita a destra e manca, dando lezioni di coerenza (!), quando non addirittura di bon ton, a chi è una vita che si sforza di essere coerente (o a chi per motivi oggettivi non ce la fa ad essere coerente). Pagando magari prezzi in prima persona per questo: ed è la vita che parla per noi, le nostre scelte quotidiane e di fondo.
Disgustosi poi quando nelle loro capriole ideologiche e culturali si atteggiano a “modelli” di virtù.
Difensori dei Grandi Valori: Dio, Patria, Famiglia, Libertà (e… borsellino), quando si impuntano sulle imprescindibili radici cristiane dell’Europa, disinteressandosi di come poi sta si sta sviluppando l’albero che c’è cresciuto sopra.
Pronti a spendere una lacrima per chi muore di fame, purchè lo faccia a debita distanza, con una mano sul cuore, ma l’altra sul portafoglio (o sulla fondina, ultimamente).
Patetici quando si vantano di essersi “fatti da soli”, come se fosse un merito e come se la vita fosse solo una gara (“mi sono fatto da me, mi sono fatto di m.”, ammoniva Gaber)
”Benpensanti”, li chiamano.
Mi permetto di dissentire, mi piacciono poco: io preferisco chi “pensa bene”.
I peggiori di tutti poi sono gli atei devoti: coloro che appoggiano “da fuori” la Chiesa, anzi la incitano trovandola troppo remissiva. Della sua verità e della sua morale non si curano, ma tengono in gran conto il suo patrimonio di autorità, da investire politicamente.
Con questi atei clericali, cui senza scandalo la Chiesa spalanca portoni d´onore e braccia materne facendo nascere il sospetto che ormai il fine giustifica ogni mezzo, il dialogo, credo, è non tanto impossibile, quanto impensabile.
Mi affiorano alla memoria le parole di Giorgio Strehler, che ricordava quando alla fine della guerra gli affidarono i locali di Via Rovello a Milano, per farne quello che diventò poi il Piccolo Teatro.
Ma che era stato fino ad allora, lo ricordo agli smemorati, la sede della Brigata Muti (fascista), con annesse sale di tortura.
“Ricordo” disse “che quando con entusiasmo cominciammo i lavori di ristrutturazione e cominciammo a grattare via il sottile strato di calce che copriva i muri, a poco a poco emerse qualcosa di agghiacciante: macchie di sangue, scritte di condannati a morte, segni di tortura…”
Sotto lo strato immacolato di calce viva.
E bastò grattare appena..
Ecco: sepolcri imbiancati. Un sottile strato di perbenismo per fare “bella figura” (indispensabile ingrediente della ‘borghesità’) ma al quale basta un graffio per far emergere ben altro.
Giani bifronti: crociati dei valori occidentali e cristiani da un lato, diffusori di valori pagani e disgreganti (un caso: le televisioni) dall’altro.
Per esempio: si “porta” molto, è molto trendy ultimamente, la famiglia.
Anzi, la Famiglia.
Meglio, il Valore Della Famiglia.
Ed è curioso osservare questi signori benpensanti dall’alto della loro esperienza di bigami, divorziati, conviventi ecc. ecc. predicare il verbo dei valori fondamentali della famiglia.
Giusto, per carità.
Ma da che pulpito, viene da dire.
Che spettacolo squallido vedere questo stracciarsi le vesti per chi osa difendere i Pacs (e abbiamo già notato che per i parlamentari questo istituto esiste già: ecco l’ipocrisia, altro ingrediente della borghesità), e assistere, in mezzo ad un turbinio di retorica militar-patriottarda per gli eroi di Nassirya, allo spettacolo di una povera vedova lasciata per strada perché non regolarmente sposata con una delle persone morte nell’attentato.
E io dovrei essere contrario ai Pacs? Ma il dolore e il ricordo – non la retorica: il dolore che ti squassa il cuore e il ricordo che di squassa il cervello - non è uguale per tutti?
O ci sono morti (e vivi) di serie A e di serie B?
Per dire:
- Pierferdinando Casini chiede "rispetto per il suo diritto di dire laicamente no ai pacs"... il cattolicissimo presidente della Camera convive: pendente la sua richiesta alla Sacra Rota di annullamento del matrimonio con Chiara Lubich (sposata dopo l'annullamento delle precedenti nozze di lei) da cui ha avuto due figlie adolescenti, è legato ad Azzurra Catagirone e padre della piccola Caterina;
- Il leader di CL e "governatore" lombardo Roberto Formigoni (noto per il suo voto di castità e celibato) che ritiene la posizione di Prodi sui Pacs “uno scivolone rivelatore di come l'Unione non voglia difendere la cellula fondamentale della società: la famiglia” sei anni fa finiva sulla copertina di Novella 2000 accanto alla fidanzata Emanuela Talenti in lacrime. Facevano coppia nelle occasioni sociali, trascorrevano le vacanze insieme ed erano dati per nubendi dai rotocalchi: invece non fu così;
- Nando Adornato, ex laico di sinistra convertito alla dottrina teo-con, ha precisato alla Stampa che lo inseriva tra gli “onorevoli, conviventi” di essere “felicemente.. sposato da qualche anno”. Negli anni '70 invece, preferiva la convivenza (da cui è nato un figlio oggi ventenne);
- La Lega è paladina della famiglia, tradizionale “impostata su riconosciuti valori e responsabilità”, con qualche incongruenza.
Passi il decennio di convivenza di Umberto Bossi divorziato prima di sposare Manuela Marrone in seconde nozze.
Ma sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Ruini del matrimonio celtico, con druido e altare a Odino e giuramento “sul fuoco che mi purifica”, celebrato nel 1998 da Roberto Calderoli (oggi regolarmente coniugato davanti a Dio, che non sappiamo se abbia gradito). Calderoli che aborre le coppie di fatto in quanto ”atto contro natura e primo passo verso la dissoluzione di una società fondata sui valori” e non pensava che “per un pugno dl voti il centrosinistra potesse cadere così in basso”, 7 anni fa scambiava i braccialetti (mica gli anelli) con la poetessa Sabina Negri in abito celtico di Gattinoni color Padania in autunno, nella villa del calciatore Vialli: un simpatico rito pagano officiato da Formentini.
Nel '98 sempre con rito celtico Roberto Castelli, divorziato con un figlio, sposava a Pontida la giovane attivista Sara Fumagalli: nozze "regolarizzate" (in Comune) quest'anno.
- Franco Frattini ritiene “non necessaria” l'introduzione dei Pacs in Italia: “La mia opinione come cittadino è che non ce n'è assolutamente bisogno, tenderei a escluderli”.
Frattini, separato con una figlia, già fidanzato con un paio di teleconduttrici, è stato goliardicamente salutato da Berlusconi a Gubbio: “Attente ragazze, so che Franco è tornato single...”.
- L'attrice Elisabetta Gardini, divorziata con un figlio, convive da anni con un regista, ma come portavoce azzurra ammonisce: “Con Prodi l'Italia imboccherebbe la deriva zapaterista anche sulle questioni eticamente sensibili”.
- Dal sacrificio della convivenza non si è salvato neppure Silvio Berlusconi: ottenuto il divorzio dalla prima moglie Carla Dall'Oglio ha sposato l'attrice Veronica Lario dopo 6 anni di convivenza. Dei tre figli avuti con lei, la primogenita (e fotogenica) Barbara è nata prima del matrimonio.
- Alberto Michelini strenuo custode della famiglia, e caro all'Opus Dei. II futuro deputato forzista visse un breve mo mento di imbarazzo quando, nel 1989, vennero resi noti i verbali dell'annullamento delle sue "prime" nozze.
“L'uomo deve essere libero e non legarsi mai con alcun vincolo” confessava allora ai giudici della Sacra Rota (poi si risposò).
A diffondere i verbali un consigliere comunale, missino, Tommaso Manzo, che così si giustificò: “Niente di personale, anche altri candidati Dc sono divorziati e risposati. Ma almeno non poggiano il proprio programma sulla difesa del matrimonio e della famiglia”.
Appunto.
Che dire poi della politica di questo governo di predicatori di valori (validi solo per gli altri)?
Come è possibile sostenere una legge come la Bossi Fini in cui il volto dell’immigrato è visto solo come minaccia e non è permesso il ricongiungimento familiare?
Come è possibile che la cultura giuridica del nostro ordinamento venga sostituita da percorsi legislativi più attenti alle ragioni dei potenti che dei poveri cristi?
Su quali valori può costituirsi un monopolio delle televisioni che opera sulla manipolazione delle coscienze, sulla promozione pubblicitaria?
Che senso ha annunciare una legislazione a tutela della vita e abbandonare poi ogni normativa capace di intervenire sui suoi problemi?
Che dire dell’ultima finanziaria che fa terra bruciata di interventi sociali e a sostegno della famiglia, ad eccezione di una piccola mancia, erogata a ridosso delle prossime elezioni, a chi fa il primo figlio (indipendentemente dal reddito e solo se rigorosamente cittadino italiano)?
Sepolcri imbiancati.
Loro non sanno che un piccolo graffio, a volte…
Ma noi sì.
postato da carnesalli | 12:53 | commenti (9)
sfoghi, pruriti, controcanto

venerdì, dicembre 02, 2005
 
B – Basta la salute
Chiudo, per ora, il “trittico economico”.
Noioso, a prima vista.
Pieno di aride cifre, è vero.
Ma dietro le cifre ci sono le persone, le loro vite, i loro bisogni, le loro speranze e i loro sogni.
Perché se tagliano i fondi degli Enti locali, non sono “risparmi”: vuol dire meno servizi sociali.
Perché se tagliano i fondi alla ricerca non è “un miglior utilizzo delle risorse”: vuol dire meno innovazione, e quindi meno lavoro.
Perché se tagliano i fondi alla cooperazione internazionale non è “puntare su veri progetti”: vuol dire migliaia di bambini, uomini e donne morti per fame e malattie; e immigrazione in aumento.
Perché se tagliano i fondi alla scuola non è “efficienza”: vuol dire meno cultura, istruzione, “possibilità” per tutti.
Perché se tagliano i fondi alla cultura non è “razionalizzazione”: vuol dire più ignoranza, più televisione; vuol dire togliere ossigeno non solo alla Scala di Milano ma anche alla compagnia teatrale di una piccola cittadina o di una parrocchia (che coinvolgono forse poche persone), e quindi privare un quartiere magari periferico della possibilità di socializzare, uscire la sera, ritrovarsi.
Perché se tagliano i fondi, le persone sono più sole.
Perché…
Come dice Sandra Bonsanti “ai figli bisogna dare le radici e le ali”: qui stanno tagliando una ad una le radici e ora cominciano a tarpare le ali…
Forse per insegnar loro già da piccoli che nella vita devono imparare a cavarsela da soli, che solidarietà è una parola vuota, che devi riuscire, farti furbo…
Che sta nascendo una nuova “metafisica”: quella del denaro, dell’edonismo, della merce, del successo, ma soprattutto del farcela da soli.
Chi ce la fa, va avanti.
Gli altri? Persi per strada…
E i valori etici diventano pian piano disvalori...
Perché se tagliano i fondi alla sanità non è “lotta agli sprechi”: vuol dire per esempio meno vaccini per gli anziani.
Il solito esagerato, già mi sembra di sentir mormorare…
Ecco, oggi voglio far conoscere il contenuto di un volantino distribuito dalla Caritas di una parrocchia della zona nord di Milano.
Eccolo:

                                     Caritas parrocchiale GMG
                                                 Milano
                                                Quando c’è la salute…
Ricorda Giovanni Paolo II nella “Centesimus Annus”: “… sembra che il libero mercato sia lo strumento più efficace per collocare le risorse e rispondere efficacemente ai bisogni. Ciò tuttavia vale per quei bisogni che sono ‘solvibili’, che dispongono di un potere d’acquisto… Ma esistono numerosi bisogni umani che non hanno accesso al mercato. E’ stretto dovere di giustizia e verità impedire che i bisogni umani fondamentali rimangano insoddisfatti e che gli uomini che ne sono oppressi periscano…Esiste un qualcosa che è dovuto all’uomo perché è uomo, in forza della sua eminente dignità…per evitare la riduzione dell’uomo al livello di una semplice merce: il salario sufficiente per la vita della famiglia, le assicurazioni sociali per la vecchiaia e la disoccupazione, la tutela adeguata delle condizioni di lavoro…un limite al mercato: ci sono bisogni collettivi e qualitativi che non possono essere soddisfatti mediante i suoi meccanismi: ci sono esigenze umane importanti che sfuggono alla sua logica..”
Il diritto alla salute è certamente uno di quelli.


Invece una situazione sociale complessivamente in peggioramento e l’aumento della popolazione anziana ci pongono di fronte a problemi, se  non nuovi, almeno aggravati.
Emerge infatti con sempre maggior chiarezza per chi intende la carità quale dimensione costitutiva della maturità del suo essere cristiano e per chi in tale senso è impegnato (e quindi per tutti), la divaricazione crescente fra bisogni e risorse, la difficoltà di dare riposte puntuali alle richieste ed esigenze che vengono da più parti.
A maggior ragione di questi tempi nei quali a fronte di roboanti quanto retorici proclami a favore di una famiglia ideale e idealizzata non corrisponde (per usare un eufemismo) un adeguato impegno verso essa e i suoi problemi
Precise scelte di politica economica, che peraltro sottendono una precisa visione dell’uomo e della società, hanno portato ad una progressiva riduzione delle prestazioni sociali: da quest’anno infatti gli anziani allettati non potranno – sostanzialmente – usufruire della vaccinazione antinfluenzale gratuita.
Cioè proprio coloro che ne hanno più bisogno. La parte più debole della società.
Compito della Caritas è certamente un impegno formativo, pedagogico, culturale, di educazione alla solidarietà.
Dovere della Caritas (e di ciascuno di noi) è però anche intervenire concretamente nelle situazioni di maggior emergenza.
Ecco perché la Caritas parrocchiale quest’anno a fronte ad una così grave ingiustizia sociale e di bisogno di molte famiglie,
1) denuncia con forza questa situazione;
2) Chiede di raccogliere fondi perché si possano acquistare dosi di vaccino che medici volontari si impegneranno a distribuire

postato da carnesalli | 14:40 | commenti (8)
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