ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

lunedì 16 gennaio 2012

settembre 2008

lunedì, settembre 29, 2008
 
C – Codice

Per riprendere il discorso del penultimo post.

Il “berlusconismo” (dimentichiamoci per un momento – difficile, ma salutare - Berlusconi) non nasce certo con la ‘discesa in campo’ dell’attuale capo del governo, ma attraverso un disegno più complesso che passa anche attraverso lo sviluppo della televisione commerciale (superfluo rifarsi alla P2…).

Essa ha avuto in effetti una grande capacità di formare (!) le coscienze attraverso un imbarbarimento progressivo ed un sistema di valori, per così dire, quantomeno discutibili.
Nel contempo – e necessariamente - la politica ha via via perduto la capacità di mettersi in relazione con la società, anche perché ha smarrito o non ha saputo inventare un codice alternativo a quello proposto dalla televisione.
Del resto le persone, i cittadini vengono ormai sempre più spesso confusi col “pubblico” televisivo (o peggio ancora con i “consumatori”).

Si è persa la complessità dell’approccio e la semplificazione paga: la destra italiana ha trovato un linguaggio (volgare, razzista, vuoto, molto spesso) costruito su emergenze, demagogia e populismo, ma chiarissimo ai suoi elettori.
La TV funge da trasmettitore e connettore.

“Politica format”, la definiva Michele Serra pochi giorni fa su Repubblica.

Moretti ha parlato di assenza di opinione pubblica.
Manca forse di più la cosiddetta “società civile”, credo.
E la sinistra ha smarrito questa capacità che aveva di essere “opinione pubblica” (critica).
La destra viceversa ha fortissimo il senso di sé e si sente rappresentata, trova risposte.
(E lì sta il trucco: dare legittimità e voce a idee e concetti che fino a pochi anni fa ci si sarebbe vergognati di esporre.)

E’ quella che Pietro Ignazi ha chiamato nuova lotta di classe: scardinare quel poco che è rimasto dello stato sociale, della classe operaia sindacalizzata, difendere i lavoratori autonomi da ogni meccanismo regolativo e fiscale per riprendere la redistribuzione del reddito a loro favore, spremere il ceto medio per compensare i benefici alle altre componenti sociali.
Difesa di interessi corporativi, insomma: togliere al povero per dare al ricco (abolizione del’ICI per i ricchi, eliminazione della tracciabilità degli onorari dei liberi professionisti…)
E alla povera gente (come nell’antica Roma) la demagogia dell’”emergenza sicurezza”: in sostanza, trovare un caprio espiatorio più povero di loro…

Creare il proprio bacino elettorale, un proprio “mondo” di riferimento: non fanno altro.

Ecco cosa occorre fare, secondo me (noi almeno “democratici”, in senso lato): trovare (o ritrovare) un “codice”.
Trovare le parole per dirlo; e avere ben chiaro cosa dire (che poi sono le cose di sempre) e da che parte stare (che poi sono gli stessi di sempre).
La possibilità di indignarsi ( bellissimo sentimento, che raccomando a tutti) o di essere portatori di valori comuni si costruisce dopo la consapevolezza che si parla la lingua di tutti.
Altrimenti sarà una babele di indignazione diverse e di valori differenti.

Certo, sarà necessariamente un lavoro lungo, che dovrà passare altrettanto necessariamente attraverso una nuova definizione di sé.
Chi siamo, dunque.
E che parole usare per dirlo.

Ne riparleremo

postato da carnesalli | 13:21 | commenti (1)
politica, idee

domenica, settembre 28, 2008
 
Bravo, Walter
postato da carnesalli | 11:40 | commenti (11)

venerdì, settembre 26, 2008
 
B - Buona approsimazione
Non è proprio tutto, secondo me, ma insomma si avvicina…

“Oggi in Italia chi si incazza è ridicolo. Mentre credo c’è bisogno di un amore feroce per il nostro paese. Una smisurata compassione per quanto è accaduto in questi dieci anni.
Per come siamo diventati barbari e ignavi. Per l’incapacità della mia generazione a governare con la schiena dritta, con lungimiranza e uno straccio di dignità.
Non è mai stato Berlusconi il problema per chi non condivide la sua visione del mondo. Lui ha pescato nelle acque più limacciose di noi stessi. Si è semplicemente specchiato. Ha dragato nei vizi e nelle paure, nella smania di denaro e di potere, nella storica irresponsabilità all’italiana di addossare sugli altri le proprie manchevolezze e addirittura efferatezze. Immaginatevelo, il berluschin-pescatore con la canna e il cappellino con visiera, seduto gambette penzoloni, paziente e scaltro,  a pasturare lo stagno immobile italiano con manciate d’oro.
Ecco i primi capini che abboccano, i musetti neri di Fini e della Mussolini, la carpa Storace, i pescioni socialisti della P2, tutta la feccia che smaniava di tornare a galla di cui profetizzò Montanelli.
Adesso guardate le miriadi di pesciolini rossi che si muovono in branchi,spaventati, senza un capo, né coda. Mentre il Berluschin-pescatore continua a pasturare e cava, dal loro stagno, la tinca verde di Bossi, e quelle anguille color dollaro di Calderoli e Castelli.
Il film lo conoscete. Facciamo un fermo fotogramma. Immortaliamo il pescatore nella sua opera di genio. Lo sapevano tutti che in quella fanghiglia di noi stesso nuotavano le nostre ombre, i vizi, i non ricordo, i segreti di Stato, la corruzione, l’evasione fiscale, la xenofobia, gli appetiti più ingordi, l’ignoranza grassa,la storica vigliaccheria, il fascismo mai morto, il razzismo con quella faccia da stronzo che hanno i pesci gatto, e i pesci siluro della massoneria, delle lobby, dei club, fino a certe sozzure de mondo del calcio. Gli stessi che incarnavano platealmente questi piccoli e grandi orrori si guardavano bene dall’affiorare  in superficie. Anche nel popolo dei pesci rossi ve n’erano, eccome. Scelsero come rappresentanti i più presentabili e cacciarono gli altri ancora più giù, sotto la sabbia.
Quale fu la genialata del berluschin-pescatore?
Il perfetto contrario. Non solo pescò il peggio di noi stessi, ma lo assolse. Infilò a quei rospacci che, purtroppo, siamo sempre stati (anche principi, ci mancherebbe, ma questo o sappiamo a memoria) la casacchina azzurra degli angeli, pose un’aureola di latta sul capo a tutti quelli che si sentono martirizzati dallo Stato e la mattina, invece di dire ciao all’universo, sbraitano “Governo ladro!”.
Disse loro: “Hai evaso le tasse? Hai ragione. Ti attizzerebbe avere i soldi che ho io? Le fighette che ho io? I villoni che ho io? Te lo meriti, ed io ti aiuterò.”
A Fini disse “Giù quel braccio, e anche tu, Alemanno, un po’ di contegno, diamine. Vi faccio entrare  a Palazzo, non fatevi riconoscere subito!” Alla tinca col mitra Bossi, abbassò la canna. Ai pesciolini rossi, le mutanze.
Cazzo, se è stato bravo.
Però mi fa schifo, tutto qui.
Torniamo al punto: a che serve incazzarsi ora? Ce la siamo voluta.
Facciamo qualcosa di diverso. Cominciamo a chiederci: chi siamo, cosa vogliamo e dove andiamo.
… E poiché l’amore, se non son frottole, tocca dimostrarlo…desiderate un paese diverso, immaginatevi un’Italia in cui non sentirvi stranieri come ora ma a casa vostra, con tutti i problemi condominiali possibili, ma vostra, un territorio del quale – perché no? – essere fieri e orgogliosi, con dei bei davanzali fioriti, e senza che necessariamente il dirimpettaio della finestra di fronte ti sputi nella tazzina del caffè quando fai colazione…
Protestare certo, resistere sempre…
(Jack Folla - Diego Cugia)



postato da carnesalli | 08:46 | commenti (5)
idee, controcanto

domenica, settembre 21, 2008
 
No al porcellum 2!





Grazie a Pippo Civati per il contributo




postato da carnesalli | 20:07 | commenti (2)
politica
 
C- Che fare (sembra facile...)
"La domanda è: di fronte a una così clamorosa emergenza in cui sono in gioco l´immagine politica, l´identità storica, la natura morale, la difesa costituzionale di un Paese che sta per essere sottoposto al violento shock di frantumazione del federalismo leghista, e dove tutto il potere politico, tutto il potere mediatico e - da adesso - tutto il potere economico sono nelle stesse mani (con l´infinita possibilità di guidare qualsiasi gioco, incrociando questi poteri) in Italia si può continuare a fare opposizione di normale andatura parlamentare, come se il Parlamento non fosse stato neutralizzato e disattivato persino nella sua componente di maggioranza? Si può fare una opposizione all´ombra di un governo ombra, che vuole dire corrispondenza simmetrica e valori condivisi, quando, in realtà, alla simmetria si contrappone il segreto, e i valori condivisi sono rappresentanti solo dal Capo dello Stato? Si può fare opposizione parlamentare senza separarsi nettamente dalla finzione di un gioco impossibile, che comprende persino la celebrazione del fascismo? Chiariamo. È il governo Berlusconi che è uscito dal Parlamento per andarsene in incontri segreti o nella cancellazione della storia italiana o nelle banche. È l´opposizione che resta al suo posto nelle Camere a nome degli italiani che vogliono sapere chi li rappresenta. Ma non possiamo fare opposizione con lampi stroboscopici che alternano sprazzi di luce a una disorientante penombra. Qui si tratta di testimoniare ogni giorno, ogni ora, in ogni atto della nostra vita pubblica che il loro voto è legittimo, il loro modo di governare no."
(F.Colombo)
L'articolo intero qui
postato da carnesalli | 15:28 | commenti (9)
politica

venerdì, settembre 19, 2008
 
Si aggrava il bilancio dell'agguato a Castel Volturno: muore uno dei ricoverati
Per gli inquirenti un'azione punitiva contro gli immigrati che non pagavano le tangenti ai Casalesi

Strage nel Casertano, un altro morto
Guerriglia urbana nel corteo di protesta
Il prefetto Monaco: "Potrebbe arrivare l'esercito in città"

Una delle vittime uccisa in auto
CASERTA - Volevano spacciare nella terra dei Casalesi senza pagare la tangente al clan. Per gli investigatori non ci sono altre spiegazioni alla strage di extracomunitari ieri sera nel Casertano. Una feroce "punizione" contro chi non voleva rispettare le regole imposte dalle cosche. Un collegamento, quello tra immigrati e camorra, che non viene però accettato dalla comunità africana di Castel Volturno, che ha sfilato per le vie del comune in un corteo, presto degenarato in guerriglia urbana, con il ribaltamento di automobili e il lancio di pietre.
Il bilancio di morte si è aggravato. Sette le vittime in due agguati. Sei i morti nella mattanza di Castel Volturno, sulla Domiziana: tre ghanesi, un liberiano e un immigrato del Togo morti sul posto; un altro liberiano morto stamane in ospedale. Resta in gravi condizioni un altro straniero. E poi c'è il titolare della sala giochi di Baia Verde, massacrato con venti colpi di mitraglietta 20 minuti prima dell'esecuzione degli immigrati. "Due episodi collegati", ripetono le forze dell'ordine.
LE IMMAGINI DELLA STRAGE - LE IMMAGINI DEL CORTEO
Tranquilli, abbiamo le impronte digitali di tutti i Rom d'Italia...
postato da carnesalli | 16:40 | commenti (4)
politica, legalita, societa, pruriti

martedì, settembre 16, 2008
 
R- Revisionismi /2
La Storia non si prescrive

Ormai siamo abituati a quasi tutto: ma oggi in Italia si vuole premiare chi è stato alleato con le armi in pugno con i nazisti sterminatori, chi ha potuto partecipare ai rastrellamenti per catturare gli ebrei e consegnarli ai forni.
E’ quanto con orrore dobbiamo constatare pensando alle parole di alcuni esponenti politici (e ripensando alla proposta della scorsa legislatura (di An) per il riconoscimento della qualità di “belligerante” a quanti militarono sotto le insegne della Repubblica sociale).

Se la seconda guerra mondiale fosse stata vinta dal loro schieramento, da sessant’anni non vi sarebbe più un ebreo vivo nella penisola. Essendo stata vinta dallo schieramento opposto, gli sconfitti sono rimasti vivi e attivi.

Vecchia questione: rispetto per tutti i morti (pietas); ma chi fucilava a Salò per deportare ebrei nei campi di sterminio non sarà mai equiparabile a chi veniva fucilato per impedirlo.

Io sono perchè tutti gli uomini abbiano gli stessi diritti e pari regole di uguaglianza (e come diceva don Milani, non si fanno parti uguali tra diseguali!).
Ma non credo che tutti gli uomini siano "uguali", in una indistinta melassa di sentimenti alla "volemose bene".
Posso salvare l'uomo, ma devo condannare l'idea.
Uguali nei diritti: ma mio nonno combatteva per farci liberi ed aveva ragione, il ministro Tremaglia combatteva per tradurre gli ebrei in Germania, e continua ad avere torto.
Le lacrime delle madri sono identiche: le idee per le quali sono morti i figli, no.

E se oggi siamo qui a dircelo (nostalgici di Salò compresi) è perché hanno “vinto” i secondi e i loro “valori di riferimento”.

In quei mesi gli italiani si divisero tra chi combattè per Mussolini e Hitler e per l’eliminazione degli ebrei e chi si inserì in quello strampalato amalgama di comunisti e monarchici, cattolici e liberali, anarchici e soldati angloamericani. Quella divisione persiste: la storia non è scritta sulla sabbia, è incisa nella carne delle genti di un territorio (l’anno passato sono stato a S.Anna di Stazzema…).

Chi compì la scelta errata e omicida, sessant’anni dopo può anche diventare ministro, ma non può essere onorato per quello che orgogliosamente fu (e rivendica di essere stato).

Il passato non si prescrive: rimane.

Non si può un giorno commemorare le vittime della shoah e quello dopo onorare chi combattè volontariamente nello schieramento che attuava la shoah.

Ma tutto ciò ha una sua “valenza simbolica”: dare dignità morale a una Repubblica sociale che dignità morale non ha.

E’ lo ri-scrivere la storia non con i dati della storia, con la individuazione delle responsabilità, ma con la prepotenza della politica.

Molte sarebbero le cose da dire.

Due però sono secondo me importanti.

- Una, per così dire, formale.

 Il tentativo evidente è quello di scardinare la verità storica, delineando un tempo senza riferimenti istituzionali, dove tutti sono uguali perché tutti animati da amore per la “patria”.

Si nasconde però che la patria (quella della quale si riempie la bocca Fini dai manifesti sparsi per tutta Italia), l’Italia che nasce dal risorgimento è retta dallo statuto albertino, è a tutti gli effetti rappresentata dal Re e dal suo governo che (a parte ogni altra considerazione) hanno dichiarato il 13 ottobre 1943 guerra alla Germania.

Dunque quelli che in Italia scelsero di servire direttamente o come alleati la Germania erano e rimangono anche formalmente traditori della patria.

- Una seconda più di contenuti.

C’è da chiedersi cosa vogliamo intendere per militari della Rsi: forse quelli che vennero reclutati e addestrati in Germania mentre centinaia di migliaia di militari italiani morivano nei campi di concentramento per essersi rifiutati di mettersi agli ordini di Hitler?

Oppure la Guardia nazionale repubblicana, le Brigate nere (destinate alla lotta contro i partigiani), la Legione Muti (chi abita a Milano ricorda ancora i racconti di Giorgio Strehler sulle macchie di sangue trovate nelle sale di tortura di quello che sarebbe diventato il Piccolo Teatro), la X Mas, o addirittura le SS italiane?

“Il comunismo è rovina, distruzione e morte” così sostiene il signor B.

Ma, in Italia, quando mai il comunismo ha portato rovina, distruzione e morte?

Furono invece decine di migliaia i nostri connazionali massacrati dai criminali del fascio e della svastica (altro che eliminare i simboli!)

Chi sono allora questi eroi repubblichini?

Nella motivazione della sentenza sulla strage di Fivizzano (paese nel quale quello smemorato di Bondi fu a lungo sindaco) emessa dalla Corte di Assise di Perugia il 21 marzo 1950 si legge”…la sera del 23 agosto 1944 giunse a Carrara un ufficiale superiore delle SS il quale…conferì col colonnello Giulio Lodovici, federale di Carrara e vice comandante di quella brigata nera. Al Lodovici reduce da un’azione contro partigiani al Ponte di Vara fu chiesto se fosse disposto a partecipare ad un’altra azione. Rispose affermativamente…

Avvenne così che nelle prime ore del 24 agosto colonne di automezzi tedeschi e italiani si avviarono verso la Valle del Lucido…. I morti furono quasi 200 tra cui 29 donne e bambini,uccisi con mitraglia e bombe a mano…; una bimba di due mesi (Battaglia Nunziatina) uccisa al volo dopo essere stata lanciata in aria; una donna (Papa Ercolina) denudata e impalata; una donna incinta (Marchi Alfierina) squartata; una vecchia sessantacinquenne bruciata viva con un lanciafiamme (teste Marchi Ilma); due vecchi (Boni Silvio e Mattei Paris) bruciati vivi nelle loro abitazioni date alle fiamme”.

Durante il processo gli assassini italiani individuati su scagliarono uno contro l’altro…

Una testimonianza per tutte: “Caporal maggiore repubblichino Giovanni Tomagnini detto Sergio: “Moracchini Giovanni disse che era stato uno dei più facinorosi e che si vantò con Porta Benito di aver ucciso e squartato una donna incinta…” Dopo i fatti di Vinca l’imputato, in un’osteria, volle brindare col padre “per la donna che avevo squartato”.

Caporalmaggiore Giuseppe Diamanti, detto Gatton: uccise e rapinò più volte. Partecipò al tiro contro la piccola, lanciata in aria e presa come bersaglio di abilità sparatoria. Ai commilitoni che gli chiedevano “O Gatton, quali sono gli ordini? Lui rispondeva “quanti ne vedete tanti ne ammazzate.”

(estratto da “L’armadio della vergogna di F.Giustolisi).

Giudici comunisti anche allora? Saranno ancora vivi questi "combattenti"?

E’ troppo evidente che c’è la volontà di riscrivere la storia (tra l’altro con le modifiche alla prescrizione dei reati prevista dalla legge salva Previti alcuni dei processi per le stragi naziste in Italia potrebbero essere interrotti) per ricostruirsi un imene irrimediabilmente lacerato.

C’è in gioco il filo che tiene unita la storia del paese, dall’Italia risorgimentale ai giorni nostri, il diritto, la continuità dello stato, i passaggi che portano dallo statuto albertino alla Costituzione Repubblicana.

Antifascista.

In quest’Italia delle amnesie e delle rimozioni occorre muoversi sul terreno della testimonianza e dell’impegno.

Continuo, per non dimenticare.

Come ha scritto il partigiano Mauri (Enrico Martini): “La guerra contro il nazifascismo ha richiesto agli uomini liberi di tutto il mondo uno sforzo immane. La guerra è finita. Queste brevi parole ne chiudono un significato tanto profondo che ognuno le pronuncia o le ascolta con un senso quasi di smarrimento e incredulità.

Bisogna invece convincersi, scuotersi, agire.

Agire contro il fascismo che non è finito…noi abbiamo combattuto per la libertà e abbiamo ridato la libertà al nostro popolo.

Tutti i cittadini hanno ora il dovere di concorrere alla ricostruzione del paese, di parteciparvi con tutte le energie e con ferrea volontà”

Valeva per allora.

Vale per adesso.


postato da carnesalli | 09:14 | commenti (19)
politica, memoria, democrazia, controcanto

domenica, settembre 14, 2008
 
Semplicemente straordinario l'intervento di Walter Veltroni a Cortona.
Tutti i contributi li trovi sul sito del PD.
L'intervento di Veltroni lo puoi vedere ed ascoltare qui.
Leggere qui

postato da carnesalli | 13:24 | commenti (1)
politica
 
R – Revisionismi/1

“Sono intransigente nella fede, ma universale nell’amore”

Era la frase che ripeteva spesso don Minzoni, ai suoi ragazzi di Argenta.
Prima che una squadraccia fascista mandata da Italo Balbo lo massacrasse di botte, fino alla morte.
Leggete qualcosa di lui (qui trovate una bibliografia), ne vale la pena.

No, quel Balbo non è un’omonimo.
E’ lo stesso Italo Balbo elogiato dal vostro Presidente del Consiglio, del quale ha detto, tra l’altro, “ha fatto cose egregie”.

Ha usato manganelli di prima qualità?

postato da carnesalli | 10:26 | commenti (2)
persone, democrazia, controcanto

giovedì, settembre 11, 2008
 
Bello quest'intervento di Enrico Franceschini sul dibattito di questi giorni sull'antifascismo
postato da carnesalli | 11:01 | commenti (13)
idee
 
P - Profezia
A proposito di scuola...
Agghiacciante questa profezia di Calamandrei del 1950
(grazie a Marchesini per la segnalazione)

postato da carnesalli | 10:46 | commenti
politica, democrazia, controcanto

mercoledì, settembre 10, 2008
 
L'Italia sempre più povera Istat: consumi in caduta libera
In un anno meno 7 per cento (non ve ne siete accorti? Potenza delle televisioni...)
(vedi anche il post dell'8 settembre)
Le famiglie italiane tirano la cinghia. L'Istat rileva che le famiglie italiane risparmiano soprattutto sui beni durevoli i cui consumi registrano una drastica riduzione pari, su base annua, al 7%. Ma il dato che fa più riflettere è quello sui beni non durevoli i cui consumi registrano un calo dell'1,6%.
Continua a leggerepostato da carnesalli | 15:47 | commenti
politica, economia - articoli

martedì, settembre 09, 2008
 
I fatti (assoluti) del fascismo

Non voglio neppure nominare i nomi di alcuni uomini (sic) politici (doppio sic) protagonisti di queste ore.
C’è chi sostiene che quando si tocca il fondo, qualcuno comincia sempre a scavare.

Invito solo alla lettura di questo articolo di Vittorio Emiliani (e, dopo, chi cerca la “pacificazione” la cerchi prima di tutto con la sua coscienza, se la trova…)


Il fascismo “male assoluto”, come ha affermato Gianfranco Fini, o male relativo, come ha sostenuto pochi giorni fa il suo confusionario allievo Gianni Alemanno sindaco di Roma? Andiamo a vedere allora i principali guasti prodotti dal fascismo, in dati e cifre.
La soppressione dei diritti e delle libertà
Parte da lontano, con le sopraffazioni delle squadracce fasciste che seminano morte e terrore, con la “notte di fuoco” di Firenze, con la colonna Brandimarte a Torino, col rogo delle grandi cooperative ravennate preludio alla Marcia su Roma. Decine e decine di morti, centinaia di feriti, devastazione di Camere del lavoro e di partiti. Mussolini sa scegliere chi colpire: un parroco, don Giovanni Minzoni, ad Argenta, ucciso a bastonate nel 1923; il socialista Giacomo Matteotti, il più tenace e popolare fra i leaders parlamentari, rapito ed ucciso nel giugno 1924; il liberale Giovanni Amendola, ex ministro, selvaggiamente picchiato a Montecatini, morto nel 1926, come Piero Gobetti, il più giovane e originale fra gli oppositori, che si spegne a Parigi dopo violentissime percosse; il giovane dirigente comunista Gastone Sozzi, torturato e “suicidato” nel carcere di Perugia nel 1928; il liberalsocialista Carlo Rosselli, promotore della partecipazione alla guerra di Spagna («Oggi in Spagna, domani in Italia»), assassinato in Francia assieme al fratello Nello nel 1937; Antonio Gramsci duramente condannato e fatto marcire in carcere fino alla morte, in clinica, nel 1937.
Continua a leggerepostato da carnesalli | 15:39 | commenti (9)
democrazia, controcanto

lunedì, settembre 08, 2008
 
T - Tremonti: trucchi, tasse, tagli
Antipasto: norme antiprecari. Precari a vita!
Poi: un emendamento al decreto (in seguito leggermente modificato) sulla manovra che cancella i 400 euro di pensione per casalinghe, suore, frati e persone indigenti dal gennaio 2009.
La modifica è nata da una richiesta della Lega in chiave anti-immigrazione (per frenare i ricongiungimenti familiari), che ha portato il governo a prevedere che l'assegno sociale spetti solo a chi ha lavorato e versato contributi per 10 anni continuativi

Scuola: tagli & privatizzazioni
Previsti dalla finanziaria di Tremonti 150.000 tagli tra il personale docente e non docente (con un ammontare nei prossimi 3 anni, di un 10% in meno di cattedre, con 87.245 insegnanti in meno e  42.500 Ata in meno)
Taglio complessivo per istruzione e conoscenza previsto nella finanziaria di “Robin Hood”: 8 miliardi di euro.
Durissimo, soprattutto tenendo conto che in Italia solo lo 0,3% del Pil è destinato alla ricerca (un terzo della media europea)
E 150.000 posti in meno non sono solo meno stipendi da pagare: ma meno cattedre, meno ore di scuola, meno materie, meno scuole.
Nel giro di tre anni circa 2 mila istituzioni scolastiche potrebbero "chiudere o essere accorpate". Risultato: niente scuole per gli alunni dei centri con meno di 5 mila abitanti
In cambio reintroduzione del voto di condotta e dei voti invece dei giudizi.
E maestro unico alle elementari… per decreto legge!
Ci avevano promesso la scuola delle 3 “I”.
Promessa mantenuta: insipienza, inadeguatezza, ignoranza
 
Ma non è l’unica brutta notizia per la scuola pubblica

Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia e presidente della Commissione Cultura della Camera, ha tirato fuori un disegno di legge molto simile a quello che era stato esaminato in commissione durante il precedente governo Berlusconi. In quella circostanza firmatari, assieme all’Aprea, erano stati Bondi, Bonaiuti, Adornato, Cicchitto. "Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti" è il titolo del ddl, che al momento è stato assegnato in sede referente alla VII commissione.
Alcune dei mutamenti più significativi: le scuole verranno trasformate in fondazioni.
Per quanto riguarda gli organi collegiali, consigli di circolo e consigli di istituto spariranno, sostituiti da consigli di amministrazione, in cui saranno presenti anche "rappresentanti dell’ente tenuto per legge alla fornitura dei locali della scuola ed esperti esterni, scelti in ambito educativo, tecnico e gestionale".
Per quanto riguarda i docenti, si configura un’ulteriore rivoluzione: saranno istituiti albi regionali; la carriera sarà articolata in tre livelli (iniziale, ordinario ed esperto); l’aumento stipendiale, oltre che dall’anzianità, sarà determinato dall’appartenenza al singolo livello e a selezioni interne. Si diventa docente ordinario con concorso per soli titoli; esperto con concorso per titoli ed esami. Ciascun istituto potrà bandire autonomamente concorsi per reclutare il personale docente: niente più maxi concorsi e graduatorie. Infine, spariranno le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) e per i docenti verrà istituita una specifica area contrattuale.
Se dovesse passare, il ddl di Valentina Aprea porterebbe una vera e propria rivoluzione nell’istruzione.
In un senso che crea un esplicito e pericoloso accostamento tra scuola e azienda; in cui la concorrenza avrà una funzione fondamentale; in cui al principio della partecipazione si sostituisce quello del soddisfacimento di esigenze e bisogni individuali dell’ "utenza" (i genitori, più volte evocati); in cui la logica del profitto - sotto l’imprimatur dei termini "efficacia", "efficienza" e "modernità", buoni ormai per ogni stagione - si sostituisce alle logiche dell’art. 33 e 34 della Costituzione; in cui si sottolinea che la "sfida è quella di riallocare le risorse finanziarie destinate all’istruzione partendo dalla libertà di scelta delle famiglie, secondo i principi che le risorse seguono l’alunno.
Attraverso l’abolizione dei concorsi pubblici, inoltre, ciascuna scuola potrà reclutare il personale, secondo criteri che violeranno principi di uguaglianza e di pari opportunità: la scuola - sotto la competenza regionale - darà carta bianca, come ampiamente previsto, ai principi secessionisti.
Senza parlare del fatto che la regionalizzazione porterebbe all’assenza di docenti al Nord, a un esubero al Sud - con fondi minimali - oltre a violare il principio della libera circolazione dei lavoratori.

A seguito della finanziaria, se approvata, dall'anno accademico 2009-2010, varie università saranno costrette ad aumentare le tasse di iscrizione. Nei tre anni successivi qualche università potrebbe non riuscire nemmeno a pagare gli stipendi ai dipendenti, che nel frattempo saranno migliaia in meno rispetto ad oggi, perché i vincoli alle assunzioni saranno strettissimi.
I rettori italiani hanno bocciato all'unanimità la manovra Finanziaria:  la riduzione dei finanziamenti al settore universitario, dicono, potrebbe rivelarsi insostenibile.
Fino al 2011 le assunzioni dovranno essere contenute entro il 20% delle cessazioni dal servizio. In sostanza, ci potrà essere un contratto a tempo indeterminato ogni cinque pensionamenti. Dal 2012 il tetto salirà invece al 50%, cioè un'assunzione ogni due pensionamenti.
Le università non trarranno però benefici dalle minori spese. Parallelamente, a partire dal prossimo anno, verrà infatti ridotto il Fondo di finanziamento ordinario, che oggi ammonta a circa 7 miliardi di euro. Nel 2009 lo Stato diminuirà i propri versamenti di 63,5 milioni di euro ma questa cifra salirà fino a 455 milioni nel 2013, per un totale di quasi 1,5 miliardi nell'arco di cinque anni.
Sanità  tagli a personale e ospedali, minori risorse alle Regioni
I primi tagli interesseranno il personale e i posti letto degli ospedali.
Inoltre il governo chiederà un impegno ai governatori delle Regioni ad applicare autonomaticamente i ticket, anche a carico dei non esenti, non appena i conti di Asl e ospedali minimamente accennano a superare il budget.

Sorprendente anche l'abolizione del superticket da 10 euro sulla specialistica: la proposta della maggioranza prevede la cancellazione definitiva del superticket dall’1 gennaio 2009 con l’impegno però del governo a farsi carico solo per 50 milioni della copertura totale di 854 milioni prevista dal 2007. In questo modo le Regioni dovranno coprire totalmente la restante cifra, pari a 784 milioni. Non solo il governo chiede ancora in maniera perentoria alle Regioni il taglio del 20% degli stipendi dei direttori generali, amministrativi e sanitari, dei compensi ai collegi sindacali di Asl e ospedali, e la riduzione degli oneri per gli “organismi politici” e per gli “apparati amministrativi” locali. E non è finita qui perché, nel caso in cui queste misure non siano sufficienti, le Regioni potranno decidere sui ticket, eventualmente graduandoli sulla specialistica, oppure aggiungendo altri ticket per altre prestazioni sanitarie (come per esempio farmaci o altro) in sede locale.

Infine: con un tratto di penna il governo ha revocato il decreto votato dall'esecutivo Prodi che estendeva i livelli essenziali di assistenza ( i Lea) a nuovi servizi e categorie: dal dentista per gli indigenti alla fornitura di apparecchi per la mobilità, al parto indolore.
Il decreto garantiva anche una maggiore assistenza ai malati cronici, a cominciare dall'Alzheimer; forniva gli apparecchi a chi non riesce più a parlare e a sentire; riconosceva 109 malattie rare, ampliava i servizi di protesi con l'introduzione di nuovi ausili informatici e rafforzava l'assistenza a domicilio ai malati terminali. Infine prevedeva il vaccino gratuito contro il papilloma virus, causa del cancro all'utero. Ora tutto questo è cancellato, o quanto meno sospeso.

Beni culturali e spettacolo
Tagli di Tremonti anche per i beni culturali e lo spettacolo e la cultura: un miliardo circa di euro nei prossimi tre anni. Oltre ai 150 milioni già sottratti.
Dunque, niente assunzioni di tecnici, riduzione degli orari dei musei e magari chiusure diffuse, nessuna ispezione o missione sul territorio con grande gioia di speculatori, ladri, tombaroli e abusivi. Si pagherebbero, di fatto, i magri stipendi (il direttore di un grande museo non arriva ai 1.500 euro mensili) e poco più. Con tanti saluti al turismo culturale. Una sorta di suicidio in piena regola, anche a volerlo guardare dal solo punto di vista economico.
All’articolo 58, poi, si scopre che il superministro Giulio Tremonti, privati i Comuni dell’Ici e di un ben po’ di risorse sino a ieri trasferite dal centro, spinge gli Enti locali a vendere, anzi a svendere tutto pur di turare le falle, or ora allargate, dei loro bilanci correnti.
I Comuni infatti dovranno operare forzosamente la privatizzazione del loro patrimonio edilizio formando Piani delle Alienazioni Immobiliari in cui iscrivere i «singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione».

Sicurezza
Gli "accreditamenti per le manutenzioni ordinarie" per le caserme dei carabinieri, questure e
commissariati  sono stati sospesi da una circolare interna del Viminale, datata 13 giugno 2008.
Mancano i soldi per gli agenti sui treni a lunga percorrenza: da 8 mesi sono in attesa delle indennità.
Dimezzati poi i fondi per la squadra nautica di Porto Empedocle: le motovedette impegnate sul fronte caldo dell'immigrazione clandestina rischiano di rimanere in porto.
Eppure della sicurezza il centrodestra ha sempre fatto la sua bandiera. Nel programma elettorale del Pdl si legge, al punto 3: "Aumento progressivo delle risorse per la sicurezza e maggiore presenza
sul territorio delle forze dell'ordine".
A prescindere dai tagli annunciati nella manovra finanziaria (3 miliardi di euro in tre anni, secondo i sindacati di categoria), i conti in rosso delle forze dell'ordine già fanno sentire i loro effetti. Il 13 giugno scorso, per fare un esempio, Giovanna Iurato, direttore centrale dei "Servizi tecnico-logistici e della gestione patrimoniale" del ministero dell'Interno, ha firmato una circolare a tutte le Prefetture, questure e al comando generale dei carabinieri: "Gli accreditamenti predisposti da questo ufficio per le manutenzioni ordinarie degli immobili demaniali e privati adibiti a sedi delle
caserme dei carabinieri e della polizia di Stato - si legge sulla circolare - sono stati sospesi…
Nonostante la consapevolezza del disagio provocato dal ritardo delle aperture di credito - prosegue la Iurato - al momento risulta impossibile provvedere all'emissione degli accreditamenti. Si prega
pertanto di sospendere gli affidamenti dei lavori e delle manutenzioni".
Tradotto: per cambiare una lampadina, un toner o aggiustare un bagno, commissariati e caserme dovranno aspettare tempi migliori.

Tagli nella Giustizia
L’articolo 60, comma 1, elenco 1 prevede il taglio del 22% dal 2009 di quelle spese che vanno sotto la voce di consumi intermedi, e che normalmente riguardano acqua, luce, gas, carta, fax, armadietti e benzina. Percentuale destinata a salire al 30% nel 2010 e al 40 nel 2011.
Tra l’altro il precedente governo Berlusconi aveva già effettuato altri tagli: dai 202 milioni del 2002 a 107 del 2006.
La temuta scure di Tremonti poi si abbatte sugli organici, per i quali sono previsti tagli dal 10% fino al 20% nelle diverse amministrazioni, il che significa, la paralisi degli uffici giudiziari, per non parlare poi dei magistrati, che da una scopertura di 1068 unità si unirebbero circa 180 vacanze in più annue senza possibilità di sostituzione e con il blocco delle assunzioni, con due concorsi già indetti.

Alitaglia

Il TG4 l’ha chiamato “rilancio”, e già questo…

A Berlusconi basta il nome. Basta che Alitalia resti “nelle mani degli italiani”
Per lui, il salvataggio è fatto. Come per l’emergenza rifiuti a Napoli: lì per toglierla dalla strada e nasconderla sotto il tappeto, si trasformano ope legis tutte le discariche in terreni militari; qui per evitare la bancarotta congiunta di Alitalia e Airone si alterano ope legis le norme sulla concorrenza sottraendo la valutazione sulle deroghe temporali all’autorità antitrust.
In un paese normale un premier così non sarebbe acclamato a reti unificate come salvatore della patria, ma denunciato alla Corte dei Conti.
Quella scelta per Alitalia non è una soluzione, ma, come ha scritto Scalfari, solo un imbroglio.

Secondo il piano di Air France il salvataggio di Alitalia sarebbe passato attraverso la difesa dell’unitarietà del gruppo, gli esuberi sarebbero stati 2.150, si sarebbero rafforzate le grandi destinazioni e le rotte a medio e lungo raggio, si sarebbero potenziate Fiumicino e Malpensa.
Ci sarebbero stati circa 2,6 miliardi di investimenti e i piccoli azionisti sarebbero stati risarciti con un’Opa.

Col nuovo piano: divisione della vecchia Alitalia in due società, una "cattiva" con tutte le passività in testa allo Stato (cioè oltre un miliardo di euro pagati dai contribuenti, coi soldi del Fondo per le vittime di frodi finanziarie: e se lo ammettono loro…), l'altra libera e affidata ai privati (tutti casualmente già partner del governo con prebende tipo le concessioni pubbliche autostradali o le commesse pubbliche infrastrutturali, oltre al business in caso di vendita delle azioni naturalmente); sospesi i poteri dell'Antitrust per sei mesi al fine di render possibile la concentrazione Alitalia-AirOne e instaurare il monopolio della tratta Linate-Fiumicino; salvaguardare la nuova Alitalia da ogni rivalsa dei creditori e dei dipendenti; consentirle di acquistare da una società fallita tutta la polpa (aerei, slot, diritti di volo, personale dipendente necessario); aprire un negoziato con i sindacati per portarli, già domati, a stipulare contratti nuovi col nuovo vettore.
Ultimo, ma non ultimo, gli esuberi previsti vanno da un minimo di cinquemila ad un massimo di settemila (oltre all’indotto di Fiumicino e Linate).

Un caso tipico di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, che sarà probabilmente esteso anche ad Air France o a Lufthansa se entreranno per una quota nell'Alitalia nascente (che acquisteranno per pochi euro ciò che avrebbero acquistato ad un prezzo molto più alto)
Insomma una svendita preceduta da un imbroglio. Le perdite allo Stato (cioè a tutti noi) i profitti ai privati, nazionali e stranieri. Un imbroglio che camuffa una svendita.
La Frankfurter Allgemeine ha scritto: "Un'operazione insolente contro il mercato e contro l'Europa".

Il tutto per una Compagnia di “bandierina”, come ha detto Veltroni.
A spese nostre…
E adesso si sono inventati non l'ICI, no: banale.
La Service tax...
Terrificante Tremonti!


postato da carnesalli | 15:45 | commenti (5)
politica, economia - articoli

mercoledì, settembre 03, 2008
 
Tolleranza zero!
 











Questa volta sono d’accordo.

Ma, per una volta:
Nei confronti di chi se la prende sempre coi poveri cristi e mai coi potenti (o solo forti)
Nei confronti di chi scambia la legalità con la sicurezza
Nei confronti di chi risparmia per fare cassa sulla scuola, sulla sanità, sui trasporti, sui servizi sociali, sulla cultura… sui diritti delle persone, insomma
Nei confronti di chi si fa i fatti suoi e pensa ai suoi interessi…
Nei confronti di chi fa strame di legalità
Nei confronti di chi privatizza gli utili e socializza i costi
(continua, purtroppo…)

Nei confronti di chi docilmente e complicemente accetta, permutando la sua coscienza con il suo portafoglio

“Lodo” chi si oppone a tutto ciò.
Sì, tolleranza zero!
 



postato da carnesalli | 09:36 | commenti (14)
sfoghi, omelie, democrazia, controcanto

lunedì, settembre 01, 2008
 
Gruppi di fondamentalisti religiosi americani che appoggiano la candidatura repubblicana, hanno organizzato incontri di preghiera perché Dio facesse piovere sulla convention democratica di Denver.
Sulla quale invece ha sorriso un sole splendido.
In compenso la convention repubblicana sarà probabilmente posticipata per l’arrivo dell’uragano Gustav.
Si, Dio c’è.
postato da carnesalli | 10:08 | commenti (12)
controcanto

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