ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

lunedì 16 gennaio 2012

MARZO 2006

venerdì, marzo 31, 2006
 
Tempo di elezioni/12
Non discuto che, come recita il titolo di un libro che una sua casa editrice ha pubblicato, Berlusconi abbia in mente una sua Italia e che (forse) la possa realizzare.
IL PROBLEMA E' CHE NON MI PIACE AFFATTO L'ITALIA CHE HA IN MENTE. Ma sono in buona compagnia.
La penso come Saverio Vertone, noto intellettuale e senatore di Forza Italia, che capito che il partito e' dominato non da un capo ma da un padrone, che vuole sostituire la prima repubblica "con una mescolanza di interessi aziendali, locali, corporativi, etnici, regressivamente clericali,declinato secondo un ammasso disordinato di aspirazioni, culture e di ignoranza...brutale negazione della politica" vede la possibile vittoria della Casa delle Liberta' come "una sciagura per l'Italia".
O come Norberto Bobbio che ha dichiarato: "Lo considero una persona con notevoli capacita'. Pero' ritengo che con lui protagonista la seconda repubblica sia iniziata male. Se vincera' le elezioni, come possibile, finira' peggio".
O come Enzo Biagi, che preconizza con il governo Berlusconi una "dittatura morbida".
O come Indro Montanelli il quale nella nota e censurata intervista televisiva ha dichiarato: "Son convinto che governera' senza quadrate legioni, con molta corruzione...e' il piu' grande piazzista del mondo...che ha della verita' un concetto del tutto personale, per cui la verita' e' quello che dice lui...questa destra mi fa paura, la sera a letto non mi metto a pensare a cosa fara' Rutelli, perche' non mi fara' nulla. Mentre cosa fara' Berlusconi mi inquieta un po'..."
E in effetti qualche lista di proscrizione gia' e' stata compilata (Gasparri docet): Luttazzi, Santoro, Fazio, Marrazzo, l'intero TG3 (bum)".
O come Andrea Camilleri che ha dichiarato: "Berlusconi dice: ho tanti soldi che nessuno mi puo' comprare? Ma il rischio di Berlusconi non e' che qualcuno lo compri. E' che continui a comprare"
O come O.L.Scalfaro: "La democrazia non e' una montagna di soldi; l'ipotetica vittoria del Polo e' un rischio".
(14. fine)
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politica, omelie, controcanto

mercoledì, marzo 29, 2006
 
Tempo di elezioni/11
Facciamoci aiutare nella scelta dai criteri consigliati dai Missionari Comboniani:
"Ci impegniamo a lottare contro una politica che rende i ricchi sempre piu' ricchi e i poveri sempre piu' poveri, non solo nel nostro paese, ma in tutto il mondo; vogliamo invece una politica attenta alle fasce piu' deboli e impegnata in relazioni internazionali tese a creare un mondo solidale, dove i beni sono distribuiti equamente. Diciamo no ad una politica che e' a servizio di un'economia di sfruttamento che arricchisce solo i ricchi.
Concretamente ci impegniamo a chiedere ai candidati alle elezioni, politiche o amministrative, cosa intendano fare riguardo a problemi come le poverta', le nuove schiavitu', le relazioni con i paesi impoveriti, l'economia liberista... E ci impegniamo a rifiutare il nostro voto a candidati che propongono una politica che continua a favorire i ricchi e a impoverire i poveri, in Italia come nel resto del mondo."
Quale orizzonte, pur tra difficolta' e contraddizioni?
Il problema e' prima che politico, culturale: cio' che impressiona e' che piu' i toni si fanno beceri, trucidi, volgari e razzisti, piu' la destra acquista consenso.
E allora occorre: "Dare anima alla politica..ritrovare il dolore del mondo, conoscerlo, viverlo, sentire che la propria esistenza, deve essere dedicata a salvare la vita di chi la rischia per l'ingiustizia, di chi la perde per le dittature. E sentire che vivendo e combattendo, governando e progettando si da' vita al disegno piu' importante per il proprio paese: costruire una nuova modernita', in cui la liberta' eguale dia a tutte le donne e gli uomini la possibilita' di partecipare da pari alla gara della vita. "Bisogna scommettere sul futuro" ha scritto il premio nobel Wiesel "Per salvare la vita di un solo bambino nessuno sforzo e' superfluo. Far sorridere un vecchio stanco, stanco di camminare e soffrire, vuol dire assolvere un compito essenziale. Combattere l'ingiustizia e l'infelicita' anche per un solo istante, per una sola vittima, vuol dire inventare una nuova ragione di speranza".
Questa e' la causa che giustifica la nostra esistenza, cio' a cui abbiamo deciso di dedicare noi stessi, la nostra vita, la nostra passione, i nostri sogni" (Veltroni, ibidem).
Se queste sono le premesse, quale allora il FUTURO (partendo da cio' che e' gia' stato fatto)?
Dalla "Lettera agli italiani di Rutelli" (sempre anno 2001):
"Un'italia piu' libera e sicura puo' crescere solo all'interno di un'Europa tollerante e pluralista: un progetto di societa' aperta che tuteli le tradizioni e accolga le differenze.
Due grandi obbiettivi:
- una piena e buona occupazione: fisco piu' leggero e semplice (una nuova cittadinanza sociale che assicuri a ciascuno servizi e prestazioni essenziali, formazione assistenza sanitaria, pensione); una scuola piu' importante (e' e deve rimanere un servizio pubblico, non statale); la flessibilita' e i nuovi diritti dei lavoratori (impedire che la flessibilita' diventi precarieta' diffusa); imprenditoria e nuove economie della conoscenza; il sud;
- una vita di qualita' per gli italiani: sicurezza e legalita' (essere severi col crimine e rimuovere le cause del crimine); ambiente come risorsa (sviluppo sostenibile); una nuova mobilita' (infrastrutture); uno Stato leggero e federale, sicurezza e qualita' dell'alimentazione, contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, tutela del territorio, volontariato per l'ambiente, diritto all'acqua.
Tra cinque anni consegneremo agli italiani un paese ancora migliore rispetto a quello in cui viviamo: piu' libero, forte e competitivo, con meno leggi e burocrazia, che combatte esclusione, poverta', discriminazioni, piu' unito e piu' civile, con maggiori sicurezze per il futuro, in un ambiente piu' pulito con servizi piu' efficienti".
(13. continua)

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politica, omelie, controcanto

lunedì, marzo 27, 2006
 
Tempo di elezioni/10
E' questo che vogliamo?
Abbiamo bisogno di ossigeno, coerenza, rigore: non mi separano da loro tanto o solo le ideologie, ma la visione del futuro, la qualita' delle proposte, l'idea di una societa' inclusiva e solidale.
E invece il modello dell'economia di mercato esasperata (con la pretesa che essa si regoli armonicamente in modo autonomo) e' anche un modello culturale (del resto Berlusconi a Parma ha affermato che vuole introdurre nelle scuole la cultura di impresa): il modello dell'individualismo, che e' poi egoismo, insofferenza alle regole che tutelano tutti.
In quanto rappresentano forme di rigidita' le strutture sociali e anche antropologiche vengono giudicate inefficaci.
Determinare le regole del gioco e vigilare sulla loro applicazione e' sempre stato un compito dello Stato. Ma a seconda della natura dello Stato tali regole possono essere piu' o meno eque. L'evocazione di regole non ci dice nulla sul tipo di societa' che si vuole costruire (fa fastidio sentire dire che i problemi non sono ne' di destra ne' di sinistra: nel libro della Carrol "Alice del Paese delle Meraviglie", a un certo punto Alice chiede al coniglio: come faccio a uscire di qua? E il coniglio risponde: molto dipende da dove vuoi andare.)
Politica dunque, e politica con i contenuti-regole giusti: scegliere i modi di intervento idonei a correggere le disfunzioni del mercato, introducendo dosi di uguaglianza in rapporti altrimenti troppo disuguali.
E' alla politica che spetta la scelta del contratto sociale, la scelta dei modi d'intervento idonei a correggere le disfunzioni del mercato (J.P.Fitoussi).
L'idea e' invece che la liberta' sia licenza (Hobbes), fare quello che individualmente si vuole e sceglie, e che pertanto ogni ostacolo esterno sia assenza di liberta'. La liberta' e' dove tace la legge, non attraverso la legge (individuo che si concepisce in opposizione gli altri): liberarsi da lacci e laccioli e' solo per molti un'ottima occasione per fregare meglio il prossimo. Che e' poi un sinonimo evangelico di Stato.
In questa direzione vanno: la liberalizzazione dei contratti a termine, la liberta' di licenziamento, il superamento del concetto di lavoro a tempo pieno, l'abolizione del contratto collettivo di lavoro, la privatizzazione si sanita' e scuola, sostenuti dal Polo.
La funzione della politica e' prendere decisioni nei casi di conflitto, considerare la liberta' al plurale, considerandola sia come fine che come mezzo, come un tutt'uno: e' il fatto che creino un tutto solidale che e' ragione di liberta', non il godere di una liberta particolare (A.Sen).
La liberta' non e' semplicemente un vantaggio personale, ma anche un vantaggio per la collettivita' (e da qui la critica alla interpretazione dello stato sociale dal punto di vista dei bisogni dei clienti - "i buoni" - che e' diventata l'ossatura ideologica della destra).
Liberta' del Polo. E' come mettere una libera volpe in un libero pollaio: tutti liberi, no? Questa destra ha una cultura istituzionale che ha una carica antistatuale, che assume forme di insofferenza per le regole, di disprezzo del parlamento e che risponde a due domande apparentemente contraddittorie, una domanda di autorita' e una di liberta'.
La tendenza e' la personalizzazione della politica impregnata di cultura di impresa: solo chi ha i soldi puo' fare bene. Questa connotazione etica del denaro e' inedita, come inedita l'idea che essa non rappresenti opulenza, ma esercizio di pubbliche virtu', messaggio politico.
Capacita' di governare eguale capacita' di fare soldi: rifiutando cosi' di separare gli interessi privati dai doveri pubblici (e impunita' derivante dai voti ottenuti).
Quanto a tale capacita', cosi' raccontava l'autorevole Milano Finanza del 8.7.2000" nel '94 Berlusconi aveva un passivo di circa 4.000 miliardi e qualche banca come il Credito Italiano cominciava a chiedere i rientri. In seguito col "mutato" clima politico le banche rinunciarono a chiedere i rientri e fecero grossi prestiti".
La democrazia nasce invece quando si stabilisce che non puo' essere la ricchezza a determinare il potere politico: altrimenti si avrebbe uno Stato patrimoniale. Qui e' legato anche il problema della par condicio: non puo' essere il denaro a stabilire l'accesso ai media.
Oltre al solito problema della commistione tra azione di governo e interessi privati.
(12. continua)
P.S. Un'amica mi invia questo appello, che volentieri diffondo:
Questo appello, per iniziativa di un gruppo di intellettuali latinoamericani, al quale hanno già aderito più di mille personalità della cultura e della società civile in tutto il mondo, fra cui molte degli Stati Uniti, è un documento per ricordare a molti giornalisti occidentali e ai media nei quali lavorano qual è la realtà che ha costretto l'Onu a riformare la Commissione per i diritti umani una volta di stanza a Ginevra. Gli Stati Uniti, preso atto dell'impossibilità di ridurre, come volevano, la composizione della nuova commissione a soli 30 paesi con l'obbligo dei 2/3 dei voti per entrarvi, hanno alla fine votato contro la riforma, sancita da 170 paesi e respinta solo da Stati Uniti stessi, Israele, Isole Marshall e isole Palau, dove, come si sa, ci sono due enormi basi militari nordamericane. Condoleeza Rice ha dichiarato che comunque il suo paese collaborerà con le altre nazioni, nonostante gli Stati Uniti pagheranno molto meno per il nuovo organismo.
In questo appello c'è la spiegazione delle ragioni della scelta fatta da Washington e anche dell'impulso deciso dal Dipartimento di stato nelle strategie portate avanti dal Ned (National Endowment for Democracy) l'agenzia di propaganda della Cia incaricata di preparare e convincere le opinioni pubbliche di tanti paesi del mondo ad accettare le scelte anche quelle più spericolate nell'agenda dell'amministrazione Bush. Una delle prime decisioni era quella di stravolgere e condizionare ancor più di prima la Commisione diritti umani dell'Onu. Per ora l'operazione non è riuscita, ma non è detto che non riesca in un prossimo futuro.
La redazione di  Latinoamerica
FERMIAMO L’IPOCRISIA SUL TEMA DEI DIRITTI UMANI
In coincidenza con la diffusioni di nuove immagini di torture inflitte da militari statunitensi a prigionieri iracheni, il prossimo 20 marzo inizierà a Ginevra il 62° periodo di sessioni della Commissione dei Diritti Umani dell’ONU.
Gli Stati Uniti ed i loro alleati dell’Unione Europea hanno impedito ripetutamente a tale Commissione di pronunciarsi contro le massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani promosse in nome della cosiddetta guerra contro il terrorismo.
I governi dell’Unione Europea si sono rifiutati di riconoscere le testimonianze e le prove presentate da cittadini dei loro stessi paesi che hanno patito diverse forme di tortura nella base navale di Guantanamo. Hanno permesso, inoltre, il transito di aerei della CIA che trasferivano prigionieri verso centri illegali di detenzione nella stessa Europa e in altre regioni.
I firmatari del presente documento chiamano gli intellettuali, gli artisti, gli attivisti sociali e gli uomini e le donne di buona volontà ad unirsi alla loro richiesta: la Commissione dei Diritti Umani, od il Consiglio che la sostituirà, deve esigere la chiusura immediata dei centri di detenzione arbitraria creati dagli Stati Uniti e la cessazione di tutte queste flagranti violazioni della dignità umana.
Marzo 2006
L’appello ha ottenuto sin ora più di mille adesioni, fra cui:
Adolfo Pérez Esquivel, Rigoberta Menchú (Premi Nobel per la Pace), José Saramago, Nadine Gordimer, Dario Fo, Harold Pinter e Wole Soyinka, (Premi Nobel per la Letteratura), Ramsey Clark (ex Ministro della giustizia degli Stati Uniti), Luis Sepúlveda, Eduardo Galeano, Tariq Alì (scrittori), Frei Betto, Leonardo Boff, Ernesto Cardenal, Francois Houtart, e Giulio Girardi (teologi), Blanca Chancosa (leader indigena), Mario Benedetti, Roberto Fernandez Retamar e Pablo Armando Fernández, (poeti), Oscar Niemeyer (architetto), James Petras (filosofo ex membro del Tribunale Bertrand Russel), Harry Belafonte, Danny Glover e Gerard Depardieu (attori), Walter Salles, Fernando Pino Solanas, Ettore Scola e Julio Garcia Espinoza (registi cinematografici) Gianni Vattimo (filosofo), Luciana Castellina, Gianni Miná, Alessandra Riccio, Ignacio Ramonet e Ramon Chao (giornalisti e scrittori), Danielle Mitterrand e Joao Pedro Stedile (attivisti sociali), Fabio Marcelli (dei Giuristi Democratici), Roberto Foresti (presidente Ass.ne di Amicizia Italia – Cuba), Leo Brower (musicista), Daniel Viglietti, Pablo Milanes, Silvio Rodriguez e Manu Chao (cantautori), Miguel Bonasso, Susan George, Almudena Grandes e Hernando Calvo Ospina (scrittori) Emir Sader, Pablo González Casanova, Samir Amin (sociologi) Alfonso Sastre (drammaturgo), Howard Zinn, Piero Gleijeses e Luciano Vasapollo (docenti universitari) Saul Landau, Salim Lamrani e Gennaro Carotenuto (ricercatori universitari), Jorge Enrique Adoum, Adolfo Sánchez Vázquez, Volodia Teitelboim, Atilio Borón, Theotonio dos Santos, Alice e Lucius Walker, James Cockcroft, Jorge Sanjinés, Pedro Guerra, Domenico Iervolino, Setsuko Ono, Jean Marie Binoche, Tristán Bauer, Alfonso Bauer
Per adesioni:
http://www.derechos-humanos.com/ <>
http://www.derechos-humanos.info/ <>
http://www.droits-humains.info/ <>
http://www.hhrr.info/ <http://www.hhrr.info/>
e.mail: derechoshumanos@derechos-humanos.com  <>
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venerdì, marzo 24, 2006
 
Tempo di elezioni/9
Insomma:
== Da una parte offrono una identita', ma non positiva. Alla insicurezza sociale (globalizzazione) si risponde con un "essere" che diventa "essere contro": riscoperta dell'etnia come reazione allo smarrimento individuale (sindrome dell'assedio). Il noi diffuso a destra non e' il noi della solidarieta', il noi che accomuna i diversi, ma il noi che nasce dalle differenze: il noi di Fini contro i professori omosessuali, il noi di Umberto Bossi contro gli immigrati, il noi di Berlusconi contro quelli che non si sono adeguatamente arricchiti mettendo a frutto capacita' che erano poi le loro amicizie, generano quel noi che si costituisce per esclusione.
== Dall'altra contraddittoriamente propongono proprio la ricetta liberista americana: quel modello americano dei 1600 miliardi di dollari di debito estero, dei 300 miliardi di dollari di deficit corrente l'anno, dei 75 milioni di cittadini senza copertura sanitaria e pensionistica ("soltanto chi paga viene curato: la nuova economia americana e' fondata sull'elasticita' dei contratti di lavoro. Appena il 57% delle aziende assicura i dipendenti contro le malattie. Le tariffe delle assicurazioni private sono proibitive: un cinquantenne in buona salute deve sborsare da 500 a 800 dollari al mese" Fonte: Famiglia cristiana).
A una destra che magnifica le meraviglie del libero mercato e del trionfo di una flessibilita' che e' solo precarieta', si affianca e si oppone una destra che cavalca le insicurezze, le angosce, le paure che quella flessibilita' porta con se': cantori del libero mercato e crociati contro la globalizzazione
nel contempo.
Non solo meno tasse, quindi, lavoro flessibile, mani libere nelle fabbriche: ma individualismo, ideologia del fai da te, xenofobia haideriana: minimo comune denominatore e' il rifiuto di qualunque legame nazionale o sovranazionale, l'idea stessa di una politica pubblica, di vincoli di solidarieta'.
Li' e' confluito un ceto medio composto da autonomi, piccoli imprenditori, professionisti, tecnici, operatori finanziari, giovani in attesa di impiego che fornisce lo zoccolo duro a chi promette liberta' da burocrazie, liberta' del fai da te; a cio' aggiungiamo un pizzico di xenofobia, l'antipolitica, la solita critica contro lo stato: ecco il "soggetto sociale" dei nostri tempi, il berlusconizzato.
Una destra che evoca solo liberta' ma non responsabilita' e doveri connessi ne' tantomeno uguaglianze.
Sta decadendo la cultura dei diritti e della solidarieta'; la generica voglia di cambiamento finisce per essere la maschera di un problema piu' grave, che intacca altri valori: il rispetto dell'altro da se', delle identita' culturali, dei fondamenti della democrazia. Celebrazione dell'individuo e antistatalismo: etica del fai da te e autoregolazione.
Si respira un'aria di arroganza, e di uomo della provvidenza; c'e' la prospettiva che possano esere perpetrate manomissioni alla Costituzione, al Codice Penale, alla laicita' dello stato, alla sua unita'. Un dilagare di volgarita' e incultura (il Cavaliere che annuncia in televisione la visita al papa' dei fratelli Cervi), simboleggiato da quel sorriso che campeggia su tutti i muri d'Italia, da manifesti che promettono cose impossibili da mantenere, sorriso falso di chi non crede in nulla se non nel denaro che ha accumulato (G.Garrone).
La politica ridotta a spettacolo televisivo.
Un programma virtuale che assomiglia al paese della cuccagna, ma in realta' tardoreganiano, di smantellamento del welfare e delle protezioni sociali e sindacali, con fine della scuola pubblica e del sistema sanitario nazionale a favore del sistema assicurativo.
Programma culturale di egoismo sociale propagandato anche dalle televisioni.
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"L'egoismo comune cagiona e necessita l'egoismo di ciascuno. Perche' quando nessuno fa per te tu non puoi vivere se non t'adopri tutto per te solo. E quando gli altri ti tolgono quanto possono e per li loro vantaggi non badano al danno tuo, se vuoi vivere, conviene che tu combatta per te, e contrasti agli altri tutto quello che puoi...anzi se tu cedi un passo gli altri ti cacciano indietro di venti passi, adoperandosi ciascuno per se' con tutte le sue forze; onde bisogna che ciascuno contrasti agli altri quanto puo' e combatta per se fino all'ultimo" (G.Leopardi - 1820)
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(11. continua)
P.S. periodo duro: continuo per forza di volontà.
Le cose in cui credi aiutano a tenerti "vivo".
postato da carnesalli | 08:25 | commenti (5)
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mercoledì, marzo 22, 2006
 
Tempo di elezioni/8
CONFRONTIAMO QUESTI CONTENUTI CON QUESTA DESTRA, INVECE:
- la Lega che, accantonato il paganesimo delle ampolle e del dio Po, si abbandona a una sorta di nazista difesa dello spazio vitale: terra - religione - popolo (appartenenza etnica) - razza (sangue): una via padana al liberismo.
Una sorta di etnonazionalismo che vuol dire ricerca della identita' nella lotta allo straniero, all'islam, nella contrapposizione tra famiglia naturale e artificiale.
Superata la fase storica di paladina della questione fiscale e di rappresentante delle piccole imprese essa cerca di rifondarsi nell'etnia dando sostanza al mito della (sic) razza padana.
La devolution che vogliono non e' altro che questo nazionalismo etnico che ha come obiettivo il controllo etnico del territorio secondo i valori della tradizione (famiglia, comunita', popolo) e il legame di questo con sangue e suolo.
In questa "eugenetica della cittadinanza" coloro che non hanno sangue nazionale saranno considerati forestieri.
Una per tutte: "Il prossimo presidente del consiglio deve avere una famiglia solida possibilmente con figli certi" (Bossi riferito a Rutelli padre adottivo di un bambino nato nell'Equador). La migliore risposta e' stata della Caritas che ha replicato: "Anche un certo Giuseppe scelse di adottare un bambino di nome Gesu' e di vivere con il figlio di Dio e non credo si possa sostenere che quella famiglia fosse meno certa delle altre".
- Alleanza Nazionale e i suoi attacchi ai valori fondanti della nostra storia, primi tra tutti la Resistenza e la Costituzione ritenuti valori superati (vedi tra l'altro l'affondo sui libri di testo e la richiesta insistente di maggior "ordine", di nuove leggi, non ricordando l'ammonimento del Manzoni nei Promessi Sposi: "non gia' che mancassero leggi e pene contro le violenze private. Le leggi anzi diluviavano, i delitti erano enumerati e particolareggiati con minuta prolissita'; le pene pazzamente esorbitanti...ad arbitrio del legislatore stesso e di cento esecutori... con tutto cio' quelle grida ripubblicate e rinforzate di governo in governo non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l'impotenza dei loro autori o se producevano qualche effetto immediato era principalmente d'aggiungere molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli gia' soffrivano da perturbatori, e di accrescere le violenze e l'astuzia di questi. L'impunita' era organizzata e aveva radici che le grida non toccavano o non potevano smuovere...tali erano i privilegi di alcune classi."
- Forza Italia e i suoi inviti alla evasione fiscale, al conflitto istituzionale, il conflitto di interessi, quasi ritenuto una questione di bon ton, il suo egoismo sociale ed economico (mascherato da parole fumose sulla solidarieta' ritenuta elemosina e non diritto di cittadinanza).
Per esempio nella scuola, la' dove il Polo promette una liberta' di scelta che si tradurrebbe inevitabilmente in una disparita' di diritti: si verrebbero a creare scuole di prima classe (finanziate per di piu' col buono scuola) e scuole di seconda classe.
La liberta' di scelta in questo caso sarebbe riservata a quanti hanno il portafoglio piu' pesante.
Non e' economia di mercato e' societa' di mercato: chi ce la fa ce la fa, e anche culturale: non liberta' per ma liberta' da.
Si presentano come nuova Democrazia Cristiana ma propongono e impersonano modelli libertini di comportamento individuale e sociale - si pensi all'azione pedagogica condotta ormai da vent'anni dalle televisioni Mediaset - e in cambio sostengono sul piano politico e legislativo soluzioni e proposte fondate su una concezione perbenista e autoritaria del cristianesimo.
Ma poi: Berlusconi e Fini sono divorziati, Casini e' separato. (Buttiglione no, ma chi lo vuole?)
Il tutto con una stile poco evangelico e a dir poco autoritario, con toni spesso aggressivi, violenti, sprezzanti: pensiamo alle prese di posizione di Formigoni, o a Storace che ha cambiato con nomine d'urgenza, senza passare dal consiglio regionale, tutti i direttori delle Asl romane (tutti del Polo); in Sicilia sono stati dimezzati i fondi ai teatri "sgraditi".
Pensiamo poi al cosiddetto MODELLO LOMBARDO, molto lodato ma poco conosciuto:
alla famosa riforma sanitaria a seguito della quale la spesa ospedaliera e' salita dai 7.440 miliardi del '96 agli 8.296 del '99, in gran parte finiti ai privati (i quali nel '96 incassavano 235 miliardi, nel '99 ben 440, quasi il doppio), o ai buoni scuola che danno soldi a fondo perduto (per ora L. 2.000.000) per chi manda i figli nelle scuole private con un reddito per componente nucleo familiare di L. 60.000.000 mentre destina (sfruttando per altro una legge del governo) solo 2.000 assegni di studio (da L. 1.000.000) soggetti ad una graduatoria complessissima, che prevede tra l'altro un tetto massimo familiare di L. 40.000.000.
La Lombardia si distingue anche per i risultati negativi nelle morti per mancata diagnosi e interventi sbagliati: Lecco, citta' del Presidente della regione Formigoni nella classifica di qualita' e efficienza dei servizi ospedalieri e' arrivata 114° su 215.
Del resto dal 1997 la Lombardia e' la regione che ha speso meno per la medicina di base e di piu' per gli ospedali convenzionati.
Altro e' il sistema sanitario nazionale (riformato negli anni dell'Ulivo) che e' basato sui principi dell'universalita', dell'eguaglianza e della solidarieta', per il quale tutti contribuiscono e tutti sono beneficiari; un sistema piu' equo e alla prova dei fatti finanziariamente piu' sostenibile rispetto ai sistemi mutualistici o assicurativi.
Il rapporto 2000 dell'Organizzazione Mondiale della sanita' infatti, pone l'Italia e il suo Servizio Sanitario al secondo posto nel mondo in termini di efficacia.
Contrapporre tutela collettiva e tutela individuale (i "buoni") e' un errore come hanno verificato quelli privi di un servizio nazionale forte che hanno perso contemporaneamente diritti collettivi e diritti individuali e se oggi si ammalano devono indebitarsi fino al collo (come in America).
I valori e i principi del SSN e di tutto il welfare sono l'espressione principale dei diritti di cittadinanza in una comunita' che vuole restare nazionale (il Presidente Bush tra i primi danni che ha fatto ha ridotto dell'86% i fondi per la sanita' americana, soprattutto la sociale).
Da uno studio del Politecnico di Milano risulta inoltre che le opere promesse da Albertini e portate a termine sono solo l'11%, quelle in costruzione non piu' del 21%, il 41% non esiste.
Nella Lombardia inquinata Milano e' ultima nella classifica nazionale delle prestazioni ambientali, prima al mondo per inquinamento auto, la nuova poverta' avanza e l'amministrazione non ha progetti di largo respiro neanche in termini di progetti architettonici.
Le strutture scolastiche di Milano (su cui ha competenza il Comune) sono tra le peggiori d'Italia: secondo una classifica stilata da Lega Ambiente su 103 comuni il capoluogo lombardo occupa la settantottessima posizione; 2.500 bambini sono in lista di attesa un posto negli asili nido, ma in compenso ogni famiglia paghera' nel 2001 100.000 lire in piu'.
Mancanza di progetti e privatizzazioni come panacea.
"Se i valori ideali hanno bisogno della politica, a sua volta la politica ha bisogno dei valori ideali. Occorre avere davanti agli occhi non necessariamente una citta' ideale, ma almeno un ideale di citta'" (Cardinal Martini).
Senza contare la questione morale: tra indagati, sotto inchiesta, rinviati a giudizio, agli arresti, sono oltre una decina gli alti funzionari della regione, e poi Formigoni, De Carolis, Lupi, Abelli (premiato con una poltrona da assessore, mentre chi denuncio' Poggi Longostrevi-che portava in giro sul suo elicottero lo stesso Abelli-e le sue ruberie fu licenziato), Guarischi (che da politico affidava i lavori all'imprenditore: conflitto di interessi?), Bertani, Fanchin, Verro (e poi rinvii a giudizio per le mense, indagini su Malpensa e la Sea, la fornitura dei Jumbotram, cablaggio), le polemiche intorno all'iniziativa "Adotta un nonno", le critiche della Caritas.
(10. continua)
postato da carnesalli | 08:30 | commenti (2)
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lunedì, marzo 20, 2006
 
Tempo di elezioni/7
PERCHE' ALLORA VOTARE ULIVO?
== Non solo per motivi di buona amministrazione: i numeri non sono opinioni si sa, e se anche nessuno li racconta (chi possiede gran parte dei media non ha interesse a farlo) non sono contestabili.
== Non solo per compiere una scelta politica: qualcuno ha in mente cosa possa voler dire un'alleanza che va da Bossi a Rauti, passando per Fini e De Michelis?
Ma per privilegiare un mondo di valori.
A) Innanzitutto, per dirla con M.D'Alema dei D.S.: "Il vecchio sistema non rende piu' uguali, aumenta le differenze. E noi invece vogliamo batterci perche' la parola uguaglianza torni a essere una parola che distingue la sinistra dalla destra. Uguaglianza vuol dire dare a ognuno la possibilita' di affermarsi nel lavoro e nella vita, lavorare per attenuare gli squilibri, conquistare standard vitali minimi, dando la possibilita' ai piu' deboli di godere di servizi come l'istruzione e l'assistenza e di quelle risorse indispensabili al libero sviluppo della personalita'." (discorso conclusivo alla festa dell'Unita' di Reggio Emilia 1997)
E con R.Prodi: "...un programma da proporre a tutti gli italiani, in modo che la sensibilita' sociale di una sinistra autenticamente moderna possa incontrarsi con il liberalismo di un centro capace di interpretare con efficacia il bisogno di modernita' del nostro paese...mettere insieme mercato e solidarieta', liberta' e attenzione ai soggetti deboli della societa', efficienza e preoccupazione per chi e' svantaggiato...contro il determinismo della destra, contro le sue teorie sociali ed economiche che giungono in ritardo di decenni..." (da "Governare l'Italia", Donzelli).
B) Ma non di solo pane vive l'uomo, e allora:
== cosi' afferma ancora M.D'Alema: "...una esistenza totalmente pervasa dal lavoro e dalla ricerca della ricchezza materiale finisce per essere povera di significato e vuota se non vi e' spazio per la cultura e le relazioni umane. Noi dobbiamo saper cogliere le domande di senso che ci vengono da questi italiani, se non vogliamo che nel deserto ideale cresca l'egoismo e l'antipolitica (e quindi attenzione al terzo settore)".
E poi: "La solidarieta' e' fondamentalmente un modo per riempire la propria esistenza e dare un senso alla propria vita, essere felici. La solidarieta' non ha un volto sofferente, ha un volto gioioso, perche' e' innanzitutto - nel dare agli altri - un modo per dare senso alla propria vita. Cosi' l'uomo si realizza, la persona realizza se stessa nell'impegno e non nell'appagamento. La meta, man mano che l'orizzonte si allarga, si sposta in avanti e ci appare come un punto limite che da' un senso al nostro impegno. La felicita' e' il viaggio." (ibidem)
(Cosi' invece ha sostenuto S.Berlusconi in una pausa dell'udienza del processo torinese per le frodi fiscali di Publitalia (sic): "Sono quattro i cardini della mia filosofia: appartamento a Milano, villa al lago durante i week end, casa al mare, patrimonio in contanti per i figli. A Marcello dell'Utri ho detto io di far cosi'...". Per la cronaca Dell'Utri e' stato poi condannato per fatture false con condanna passata in giudicato con patteggiamento);
== Cosi' G.Mattioli, deputato dei Verdi: "Questa societa' della solidarieta', dell'attivazione piena e ricca di tutte le sue componenti nella partecipazione della democrazia, e' la nostra visione della societa'...dalla societa' del possedere, del consumare, disattenta ai rapporti umani, povera di interiorita', possiamo creare le condizioni per una vita, certo piu' sobria nei consumi, piu' garantita nei bisogni essenziali e costretta a bloccare lo scempio dell'ambiente, a rendere piu' vivibili le nostre citta'."
Solidarieta' che non e' certo (o non solo) sentimento raccomandato da chi ha molto e rinuncia a una parte del troppo per darlo a chi ha nulla, perpetuando le disparita': la tutela dei diritti non dipende dai buoni sentimenti, ma dalla concezione che tutti hanno diritti di cittadinanza, e cioe' non da un'idea filantropica della democrazia ma da reciprocita' di garanzie e mutua tutela: da scelte politiche.
La legge sull'assistenza approvata dal Governo dell'Ulivo dopo un'attesa che durava da cent'anni stabilisce che il welfare "non dipende piu' dalla benevolenza dei Comuni" nel senso "che i diritti sociali sono diventati esigibili per tutti".
Una democrazia e' tale se tende a includere progressivamente gli esclusi, non interpretando in termini di carita' la solidarieta' nella politica ma in termini di allargamento dei diritti, guardando il mondo dalla parte degli esclusi.
Il cittadino gode di che quel che ha perche' gli spetta e non perche' gli e' dato.
E' un di piu' della politica essere caritatevole (la sostanzia forse), suo obbligo e' perseguire l'uguaglianza, quale autentica universale tutela della liberta'.
Questa e' la vera solidarieta'. Non solo aiutare chi resta indietro, ma fare in modo che nessuno
resti indietro.
Si tratta di concretizzare la solidarieta' in diritti di cittadinanza, in una societa' inclusiva.
Ecco come l'ha spiegato Veltroni al Congresso di Torino: "L'economia globale richiede una politica globale, capace di costruire una nuova armonia tra la globalizzazione dei mercati e quella delle speranze e delle paure dei cittadini..noi abbiamo il compito di muoverci nel mondo avendo come missione la dignita' dell'uomo quale individuo, la tutela e l'affermazione dei suoi diritti fondamentali, il riconoscimento del valore supremo della sua vita. Prendersi a cuore i problemi degli altri, della societa', del mondo, avere un orizzonte ideale. Immergersi dove c'e' la sofferenza umana. Stare dove nascono nuove domande e nuovi bisogni. Affiancare chi cerca la strada per esprimere le proprie capacita'. Essere dalla parte di chi lavora, difendere i suoi diritti, lottare per affermarne di nuovi. Difendere l'ambiente, curare il territorio. Andare li' dove la vita e piu' difficile, dove ogni giorno rischia di averla vinta la sfiducia, la rassegnazione, la paura degli altri, la rabbia contro le istituzioni. Combattere la miseria e l'ignoranza, l'ingiustizia e la violenza. Essere a fianco di chi subisce discriminazioni per la propria religione, per il colore della pelle, per i propri orientamenti sessuali. Essere dalla parte degli ultimi e di chi ha talento. Questo e' l'unico modo in cui siamo capaci di vivere, l'unico modo in cui possiamo tenere fede ai nostri ideali, per costruire l'Italia che vogliamo".
Cosi' il Cardinal Martini: "Il rischio e' che dietro all'affermazione della necessita' di una profonda ristrutturazione dello stato sociale si camuffi l'intenzione di cancellarne lo stesso principio di solidarieta' tra le diverse fasce della societa' che lo aveva ispirato in nome di una sorta di immediato pragmatismo e di acritica esaltazione dell'individualismo del puro mercato e dell'iniziativa privata". Come ha ricordato il Papa "ci sono bisogni collettivi e qualitativi che non possono essere soddisfatti mediante i meccanismi del mercato, ci sono esigenze umane che sfuggono alla sua logica; ci sono beni che non si possono e non si debbono vendere e comperare".
== Per chiudere cosi' sostiene M.Charrier (Presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro): "gli uomini pur con diversita' di visioni della vita e dei rapporti sociali anche di fede possono confrontarsi per produrre assieme qualche cosa di nuovo che sia davvero orientato al bene. Il riferimento fondamentale e' a mio avviso, l'uomo, la persona umana, la verita' sull'uomo...sara' evidente che una societa' va fondata sui valori della solidarieta' e non dell'egoismo; va organizzata secondo criteri di equita' e di rispetto della dignita' di ogni singola persona e non di disparita' e violenza; su una democrazia sostanziale e partecipata per costruire il bene comune e non sulla democrazia formale dove sono altri a decidere e condizionare la nostra esistenza...elaborando e determinando scelte politiche ed economiche che siano subordinate a questi obiettivi"
(9. continua)

postato da carnesalli | 08:25 | commenti (1)
politica, omelie, controcanto

venerdì, marzo 17, 2006
 
Tempo di elezioni/6
I "numeri" che abbiamo indicato prima sono gli indicatori fondamentali del benessere di una nazione: senza sistemare questi non ci puo' essere sviluppo (e quindi occupazione), ma solo interventi a pioggia o proclami demagogici (meno tasse! meno Stato!) che servono solo a scaricare i costi del risanamento sui piu' poveri.
Del resto la pressione fiscale italiana risultava a fine '95 pari al 44,7% del PIL, la spesa pubblica al netto degli interessi era invece il 41,4%. I corrispondenti valori dei paesi dell'Ue erano rispettivamente 44,8 per le entrate e 45,1 per la spesa. Se si prende invece in considerazione il livello della spesa comprensiva degli interessi, per l'Italia si tratta del 51,9 del Pil contro il 50% della media europea.
L'aggregato da ridurre per risanare strutturalmente i conti pubblici e' dunque quello della spesa per interessi (10,5 in Italia contro il 4,9 dei 15 paesi Ue): in quella direzione sono andate le ultime finanziarie e il risultato e' stato in gran parte ottenuto: con i conti a posto e' piu' facile crescere.
Senza sconquassi sociali, pero': infatti il rapporto tra il reddito nazionale e le prestazioni sociali non e' diminuito. Era del 19,5% del PIL nel 1993 e' stato ancora del 19,5% nel 1998.
Tutti si rendono conto che ci troveremo meglio con tassi di interessi minori in una economia stabile e in crescita che con una riduzione fiscale a breve termine.
E la finanziaria per il 2000 prevedeva infatti: sconti fiscali sulla prima casa e sugli affitti, riduzione delle aliquote Irpef (un punto nella fascia fino a 30 milioni), riduzione delle imposte di successione e di registro, ecc.
La finanziaria per il 2001 e' stata la finanziaria dell'equita' e del rilancio: ogni famiglia paghera' circa 830.000 lire in meno di tasse per la riduzione degli scaglioni di imposta; si riduce l'Irpef per i redditi medio bassi e chi guadagna fino a 12 milioni sara' completamente esonerato dal pagamento di qualsiasi tassa; si eliminano i ticket; aumentano le detrazioni per i figli: dal 2001 saranno 516 mila lire gli sgravi e dal 2002 saranno di L. 552.000; viene abolita l'irpef per la prima casa; sconti per chi e' in affitto, di 960.000 per i redditi sotto i 30 milioni e di 480.000 per i redditi tra i 30 e i 60 milioni; aumentano le pensioni, 50 mila lire in piu' al mese tra i 60 e 65 anni e 160.000 lire in piu' tra i 65 e i 75 anni; aumentano gli assegni per le neo mamme: da L.300.000 a L.500.000; meno tasse per le imprese: scende dal 37% al 35% l'Irpeg; riduzione del costo del lavoro e dell'Irap per le piccole imprese; crediti fiscali per le nuove assunzioni; i giovani che acquisteranno un computer o seguiranno corsi di formazione avranno finanziamenti agevolati.
Per un risparmio fiscale in quattro anni di 100.000 miliardi.
Risultato: "mezzo milione di poveri in meno tra cui oltre 140.000 bambini, come esito delle ultime due finanziarie: risultato finale il numero delle famiglie povere diminuira' del 7% (ovvero 1,03% del totale delle famiglie Italiane)": Fonte G.de Rita ex Presidente Cnel.
(E' di ieri il rapporto della Banca d'Italia dal quale risulta che:
- Spesa. "A consuntivo, escludendo le erogazioni per gli interessi e per le prestazioni sociali in denaro, nel 2005 la spesa complessiva è cresciuta di circa il 4% rispetto al 2004".
La propensione delle famiglie italiane a ricorrere all'indebitamento è quasi raddoppiata in dieci anni.
- Un lavoratore giovane su quattro è precario, e lo è addirittura uno ogni due 'fortunati' che l'anno scorso hanno trovato un impiego. In pratica, il 25% dei giovani con un'età compresa tra i 15 e i 29 anni ha un lavoro con contratto a termine (comprese le collaborazioni e prestazioni di lavoro occasionale) ma la percentuale arriva addirittura al 49,8% in questa fascia d'età tra i neo-assunti, coloro cioè che hanno trovato lavoro negli ultimi 12 mesi. Nel 2004, erano invece il 46,4%.

- ccupazione in calo. Complessivamente nei primi tre trimestri del 2005 l'incidenza dei rapporti di lavoro a termine sull'occupazione complessiva è stata del 10,8%. Per la prima volta dal 2005, e quindi negli ultimi dieci anni, l'occupazione è in calo, in particolare del -0,4% mentre nel 2004 è rimasta pressocché invariata. Contemporaneamente, il numero di persone occupate è lievemente cresciuto dello 0,2%. La diversità di segno di questi due indicatori deriva "soprattutto da un forte aumento delle posizioni lavorative a orario ridotto e in misura minore dall'accresciuto ricorso alla Cassa integrazione guadagni". )



postato da carnesalli | 08:18 | commenti (2)
politica, omelie, controcanto, economia - articoli

mercoledì, marzo 15, 2006
 
Tempo di elezioni/5
OCCHIO A PINOCCHIO
(la coerenza non e' piu' una virtu')
Contraddizioni (ma solo alcune):
- il giorno 10 gennaio 2001 il centrodestra ha votato per impedire l'approvazione della riforma delle adozioni (dopo aver la settimana prima chiesto la procedura d'urgenza);
- il giorno 14 febbraio 2001 il centrodestra non ha votato in Parlamento la legge che tutela i cittadini dall'inquinamento elettromagnetico;
- a Strasburgo al Parlamento europeo Forza Italia e' mancata a tutte le sessioni delle commissioni dedicate a internet e alla societa' dell'informazione: in 2 anni zero presenze (forse non basta scrivere buone intenzioni sui manifesti);
- i meno presenti alle votazioni in Parlamento sono stati: Bossi (0,93%), Berlusconi (1,62%), Buttiglione (2,92%), Fini, Sgarbi; i piu' presenti Mastroluca (99,71%), Duca (99,58%), Attili, Bruinale, Giardiello, tutti diessini.
Cosi' disse Berlusconi:
= 12 marzo 1999: "Nessun rapporto con Rauti. Non ho rapporti con quel partito."
Tale dichiarazione fu ripetuta molte altre volte.
(Rauti che teorizzava: "Noi difendiamo la continuita' storica e ideale con il fascismo movimento, con i suoi contenuti sociali...").
La lista di Rauti e' stata ufficialmente apparentata alle elezioni regionali in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Catania, Viterbo....
= "Con la Bonino e Pannella realizzeremo entro dieci mesi al massimo la grande riforma liberale e liberista contenuta nei venti referendum", fatti invece fallire (Berlusconi 21.7.1999).
Conflitto di interessi: Berlusconi dixit
- "Sono sceso in campo per il mio paese" ("Silvio Berlusconi e' entrato in politica per difendere le sue aziende", M.Dell'Utri);
- "Conflitto di interesse? La migliore garanzia sono io";
- "Certo credo che quella del blind trust americano sia la soluzione ideale" (11.4.1994);
"Il blind trust e' inapplicabile nella situazione attuale" (10.6.1994)
- "La storia del famoso conflitto di interesse non sta in piedi. Impossibile favorire se stessi o le proprie aziende. Anzi si puo' danneggiarle, come e' successo a me."
- "Se sentirete qualcuno parlare di conflitto di interessi con riferimento a me, sappiate che si tratta di una persona in malafede anzi di un mascalzone."
Fratelli - coltelli (citazioni ovviamente letterali)
Berlusconi versus Bossi
Credo che una coalizione con dentro il signor Bossi non sia neppure un'armata Brancaleone, ma qualcosa di peggio; in politica bisognerebbe conservare un minimo di dignita' personale: quando una persona ti dice che sei un piduista e un mafioso come fai a pensare di governare insieme non dico un paese, ma un condominio?
Dice tutto e il contrario di tutto, lo sfasciacarrozze, e' inaffidabile, un dissociato, un folle che fa dichiarazioni folli, sparge i semi dell'odio etnico, e' una calamita' naturale.
Non mi siedero mai piu' al tavolo dove ci sia il signor Bossi; Bossi e' un vero incidente di percorso sulla strada della democrazia.
Non sosterro' piu' un governo che conti su Bossi come sostegno. E' totalmente inaffidabile.
Bossi versus Berlusconi
Non ci sara' mai il premier della P2, un povero pirla, attenti al Berluscaiser, e' svaporato, e' cosi' abituato alle falsita' che tutto cio' che dice e' strumentalizzato, c'e' aria di golpe televisivo, un furbastro venditore di fustini, l'ometto Berlusconi suggestionato da sogni peronisti, un completo analfabeta giuridico, il nostro Peron della mutua, Forza Italia e' la P2, a quel che dice non bisogna mai credere, dovrebbe essere in carcere e comunque non in politica, persegue strategie da mafioso e' un perfetto bugiardo, la canaglia di Arcore, e' tutto tranne che un democratico; da dove vengono i suoi soldi; ha confuso lo Stato con la Fininvest; dopo tutta la fatica fatta per mollare Berlusconi figuriamoci se torniamo nelle sue mani.
Questo partito e' messo in piedi da una banda di persone che lo controllano nascosti dietro paraventi, non rispettano le regole della costituzione. Inoltre usano le televisioni, che sono strumenti politici messi insieme da Berlusconi quando era nella P2, secondo il progetto di Gelli.
La Lega non entrera' mai ove c'e' un asse di ferro di An con Silvio Berlusconi.
Non saremo mai la carriola berlusconiana.
Bossi versus Fini
E' un fascista, se venisse legittimato il porcile fascista tornerebbero i nazisti, un furbetto, un politico di piccolo cabotaggio un cretino, chiaccherone, falso, guerrafondaio.
Fascisti erano, fascisti sono e fascisti saranno.
Fini versus Bossi
E' l'Attila della politica nazionale, inaffidabile, potessimo sottoporlo all'antidoping ne vedremmo delle belle; con Bossi non siamo disposti piu' neanche a prende un caffe' insieme, un caso umano, un'autentica vergogna della politica italiana; chi non sopporto e' Bossi, un personaggio detestabile, un buffone, protervo, ignorante, un autentico buffone.
Dove c'e' la lega non si governa.
Si esclude qualsiasi ipotesi di accordo, a meno che, ma ci credo poco, non cambi radicalmente opinione. Ma anche se cambiasse radicalmente opinione non mi fiderei lo stesso,
l'ha cambiata troppe volte.
Bossi versus tutti
L'elettorato leghista non vota i fascisti, porci fascisti, cioe' Berlusconi, e
Fini, sono degli imbroglioni.
Ovunque ci sia scritto Polo noi non ci siamo.
La piu' bella: a fine legislatura il senatore DS Pardini pronuncia parole di fuoco in aula contro Berlusconi e gli spot Mediaset e fa riferimento addirittura al capo della propaganda nazista Goebbels, concludendo: "non vinca la ragione del piu' ricco magari privo di idee".
Intervento piu' volte contestato da Forza Italia, naturalmente. Sorpresa: Pardini risponde affermando di aver letto niente altro che l'intervento pronunciato come dichiarazione di voto del 21.10.2000 dall'allora capogruppo della Lega, Gasperini.
L'Italia e il mondo secondo la Lega (frasi tratte dal quotidiano 'La Padania'):
- Il settore universita' della Lega ha elaborato una proposta chiara: almeno l'85% dei posti nelle nostre universita' deve essere assegnato con priorita' ai residenti in regione da un minimo di cinque anni. Padani devono essere anche i docenti: i leccapiedi italioti dell'Ulivo vanno quindi cacciati...solo cosi' potremo dire: qui si respira aria di casa nostra.
- Noi padani non vogliamo pagare la bella vita a tutti i diseredati di questa terra, ma siamo pure stufi di mantenere il mezzogiorno d'Italia.
- E' un sacrosanto diritto di ogni individuo discriminare qualcuno o qualcun'altro in base a criteri personali. Una societa' in cui non e' possibile discriminare non e' una societa' libera.
- Nemmeno in un concorso stupido come Miss Italia le settentrionali riescono ad emergere in qualche modo. Anche quest'anno ha vinto una tipica bellezza mediterranea.
Gentilini (sindaco di Treviso, quello che voleva vestire gli immigrati da leprotti e prenderli a fucilate): "mi auguro di mandarli in esilio il 13 maggio; sara' una marcia su Roma, come quella che fecero i nostri antenati...noi siamo i barbari venuti dal nord".
Dal Libro del Siracide: "Non lodare l'uomo prima che abbia parlato, poiche' questa e' la prova degli uomini"
PER RIDERE UN PO' (rubate da Internet)
- C'e' gente che nasce mediocre. Albertini ha dovuto fare il sindaco di Milano per diventarlo.
- Quando gli insegnanti sottoposero Bossi a un test d'intelligenza i risultati furono sorprendenti: messo davanti a un cubo di Rubik Umberto impiego' solo 10 secondi a inghiottirlo.
- Casini "Ho una proposta: se vinciamo, il Governo degli onesti" Berlusconi: "Bravo, e il pluralismo?".
- Che cosa distingue Pietro Nenni, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi? Nenni non sapeva dire bugie, Craxi non sapeva dire la verita' e Berlusconi non sa dire la differenza.
- Invitato a leggere il Nuovo Testamento un sindaco della Lega ha chiesto: "Perche' sono compreso tra gli eredi?".
- Marcello Dell'Utri: Dicono che io abbia collusioni con la mafia. E' assolutamente falso. Semmai e' vero il contrario.
- Mio nonno Ernesto Bossi, me lo diceva sempre: Umberto la testa e' la cosa piu' preziosa che abbiamo, non sforzarla.
- Facciamo un gioco. Sei su una torre con Fini, Gasparri e Selva. Non ti vergogni?
- Roberto Formigoni ha sempre lottato contro i preservativi perche' ha paura di soffocare.
- Se ogni volta che ci si incarna si evolve, cos'era nella vita precedente Erminio Boso?
- Ombretta Colli come donna politica non e' uno zero assoluto, ma gli va sotto di poco.
- Quelli di forza Italia hanno un motto; quando hai fame, pensa a uno che ne ha piu' di te e mangia anche per lui.
- Silvio Berlusconi e' un uomo davvero molto fortunato. Quando lo Stato di San Marino decise di emettere francobolli rappresentanti il suo sedere stilizzato, dovette ritirarli, perche' Emilio Fede li leccava dal lato sbagliato.
- Un leghista moderato e' uno convinto che il plotone di esecuzione dovrebbe essere eletto democraticamente.
- Gasparri e' uno che come uomo ha ancora molto da imparare dalla vita. Ma come mammifero puo' sentirsi realizzato.

(Tanto per restare in argomento di comicità - anche se macabra - a proposito del confronto di ieri ho trovato irresistibile, a suo modo, l'affermazione di Berlusconi relativa alle donne: "abbiamo sempre tenuto conto delle esigenze della categoria..."
Categoria delle donne... neanche fossero i bancari!
C'è speranza, massì...)
(7. continua)



postato da carnesalli | 08:34 | commenti (3)
politica, omelie, controcanto

lunedì, marzo 13, 2006
 
Tempo di elezioni / 4
Premessa: non si governa per gestire l'esistente, ma per costruire - con realismo - una societa' piu' giusta, quindi con tratti di maggior equita'. E con un certo stile.
Ma per esempio:
(dal programma elettorale 1996)
-Rammodernare Stato e governo
Riforma Bassanini:semplificazione amministrativa e sburocratizzazione, delegificazione, decentramento sulla base della sussidiarieta' della pubblica amministrazione; (nel corso del 1996 gli italiani richiesero 70.640.000 certificati, alla fine del 2000 furono circa 30 milioni (con una diminuzione del 55% e un risparmio di circa 2000 miliardi);
Elezione diretta del Presidente delle Regioni;
Nuovo regolamento della Camera dei Deputati (maggiori diritti alle opposizioni);
- Stato leggero non indifferente
riforma del settore elettrico e del gas;
liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni;
avvio del risanamento di poste e ferrovie;
riforma del commercio e abolizione delle licenze;
riforma del servizio sanitario nazionale;
semplificazione nella costituzione delle societa';
- Creare opportunita'
Prestiti d'onore per iniziare attivita' economiche; Diritto allo studio: aumento delle borse di studio da 56.000 a 75.000 in un anno;
Maggior numero di esoneri dalle tasse scolastiche per bisognosi;
abolizione del servizio militare di leva;
incentivi all'agricoltura e sgravi fiscali anche alle piccole imprese artigiane (L. 59/97);
- Fisco giusto e semplice
Riforma complessiva del fisco - istituzione dell'Irap che sostituisce cinque imposte e fa risparmiare le aziende;
Fisco semplice: una sola dichiarazione per imposte, Inps e Inail, denunce presentate direttamente in banca o alla posta, pagamenti col bancomat, fisco telematico per maggior lotta all'evasione fiscale; istituzione del concordato fiscale;
riforma della imposta di successione con esenzione per patrimoni fino a 350 milioni per erede;
riduzione degli scaglioni Irpef e loro alleggerimento;
riduzione dell'imposta sui redditi di tutte le aziende al 19%;
riduzione imposta registro per acquisto prima casa;
credito d'imposta sul riacquisto di prima abitazione;
credito d'imposta per spese di ristrutturazione.
La pressione globale del 42,6% nel 1996 sara' nel 2003 del 41%.
- Scuola
riforma dei cicli scolastici e dell'esame di maturita' con elevazione dell'obbligo scolastico;
parita' scolastica;
autonomia scolastica;
riforma dell'universita';
carta dei diritti dello studente;
l'ultimo anno sono stati assegnati contributi per l'acquisto di libri scolastici fino a 1 milione a tutte le famiglie con reddito inferiore a L. 30.000.000
oggi c'e' un computer ogni 35 allievi, nel 1997 era 1 ogni 500.
- certezze nella giustizia
stituzione della figura del giudice unico e delle sezioni stralcio per smaltire in pochi anni l'arretrato;
L. 479/99 istituzione Giudice di Pace;
Riforma del Ministero di Grazia e Giustizia;
L. 155/99 rimodulazione dei Tribunali;
L. 458/97 potenziamento strutture e attrezzature;
Giusto processo nella costituzione;
L. 11/98 introduzione delle videoconferenze.
Fino a cinque anni fa di cento processi la magistratura ne chiudeva 75 e 25 finivano in lista di attesa; oggi la magistratura smaltisce piu' processi di quelli in entrata.
- famiglia
Legge Turco con stanziamento di 900 miliardi per l'infanzia
partime e anticipi sul TFR per permettere ai genitori di stare a casa fino ai 3 anni dei figli;
legge sui diritti dei bambini per garantire uguali opportunita' e minimo vitale per contrastare la poverta' minorile;
sostegno per pagamento degli affitti e sgravi per gli stessi;
legge sui congedi parentali;
aumento degli assegni per il nucleo familiare e tutela della maternita' (anche ai lavoratori autonomi e alle casalinghe) - crescita delle detrazioni;
L.285/97 sostegno ai progetti in favore dell'infanzia e adolescenza;
riforma dell'assistenza con passaggio dalla tradizionale assistenza a protezione sociale attiva. Un sistema di servizi e prestazioni con livelli essenziali di prestazioni: siamo considerati cittadini!
deduzione dei contributi versati per colf, baby sitter e assistenza agli anziani;
approvazione della legge contro la violenza domestica;
nuove regole per adozioni piu' facili;
mamma e papa' sono uguali per legge e possono chiedere un congedo dal lavoro fino a 10 mesi per una nascita;
- Europa
ottenimento ingresso in Europa e nell'Euro;
Trattato di Schengen, Legge sulla privacy;
E poi la legge sulla donazione di organi, i sostegni al cinema, agli enti lirici, ai musei, l'incremento delle aree verdi protette, il servizio civile per uomini e donne, l'approvazione del pacchetto sicurezza con inasprimento delle pene per i delinquenti.
C'e', per chi e' in buona fede, la consapevolezza che dalla scelta europea fatta dall'Ulivo nel 1996 (quando molti erano contro) e' nato un paese nuovo: il deficit ridotto dal 7,7% al 2%, il debito dal 125% al 104%, i tassi di interessi scesi di sei punti, l'Italia fa parte di una area forte e stabile (dall'aprile 1996 le imprese hanno risparmiato oltre 50 mila miliardi per minori oneri da indebitamento), l'aliquota media sul reddito d'impresa e' scesa di 14 punti (dati Mediobanca), con conseguente discesa della pressione fiscale, ripresa economica, inflazione scesa dal 4,5 al 2,3%, tra il 1996 e il 1999 le retribuzioni reali sono aumentate del 3,5%, tra il 1994 e il 1995 si erano ridotte del 2% (vedi il rapporto piu' che positivo dell'Ocse del 5.4.2001).
Pensiamo quanto fossero sbagliate le previsioni di coloro (che per fortuna non hanno vinto le elezioni) che non volevano l'Europa, che ritenevano che l'Italia sarebbe uscita massacrata: invece ci siamo, l'economia cresce come non mai dagli anni '70; la crescita anche della borsa ha prodotto uno straordinario arrivo di denaro nelle casse pubbliche (quindi restituzione dell'eurotassa, inizio della riduzione delle tasse). Solo dei ciechi o chi e' in malafede possono non vedere che l'Italia ha svoltato davvero: si comincia a restituire parte dei soldi dei sacrifici fatti.
Diamo i numeri!
Terminiamo con un elenco di cifre, che certo chiariscono meglio delle parole e sono facilmente verificabili (il Governo si e' formato nel maggio 1996):
- nel novembre 1995 l'inflazione era del 6%, nel 2000 del 2,5%, e prima dell'impennata del petrolio era al 1,4%' (le retribuzioni reali sono quindi cresciute del 3,5%);
- i tassi dei mutui sono passati dal 12% al 6%;
- il deficit dello Stato e' passato dal 7% al 1% del PIL e nel 2003 sara' il pareggio;
- il fabbisogno statale (gli interessi sui debiti, che e' cio' che ci strangola) e' passato dai 71.673 miliardi dell'aprile 1996 ai 31.500 miliardi dell'agosto 1997 ed e' in via di diminuzione;
- Il rapporto tra debito pubblico e PIL e' passato dal 124,6% del 1996 al 104,3% del 2000;
- il valore della capitalizzazione della borsa e' cresciuto dai 183 miliardi di dollari di fine 1995 (16,7% del PIL) ai circa 700 miliardi del settembre 2000 (oltre il 70% del PIL);
- la produzione industriale e' passata dal -2,8 dell'aprile 1996 a + 10% nell'aprile 2000;
- il PIL e' passato dall'1% del 1997 al +3% del 2001 (come negli anni 60);
- la lira fa parte dell'euro;
- l'indebitamento pubbliche amministrazioni rispetto al PIL dal 6,6% del 1996 al 1,5% del 2000.
A meta' del 1996 c'erano in Italia 20.119.000 occupati; alla fine del terzo trimestre del 2000 21.095.000; il tasso di disoccupazione e' sceso dall'11,7% al 9,9% (stima Ocse al 9,4% nel 2001).
(6. continua)

postato da carnesalli | 08:28 | commenti (8)
persone, omelie, democrazia, controcanto

venerdì, marzo 10, 2006
 
Tempo di elezioni / 3
A proposito di promesse e bugie.
Cinque anni di centrosinistra (1996 - 2001)
Pil + 2,9 (Istat) – 1.400.000 nuovi occupati (Ocse) - + 112.600 nuove imprese (Sole 24 Ore) – 1,5 deficit/pil
In politica e' certo importante la teoria, ma conta anche la pratica.
Verifichiamo allora prima brevemente se l'attivita' dei governi dell'Ulivo (1996-2001) e' stata coerente con le 'premesse' e le 'promesse'.
Tenendo preliminarmente conto che:
= la situazione ereditata (dal punto di vista economico, sociale e morale) era drammatica (qualcuno provi a mettere in fila gli zeri occorrenti per definire il debito pubblico che ci siamo trovati sulle spalle dopo la "spensierata" stagione di Tangentopoli: duemilionicinquecentomilamiliardi);
= l'opposizione politica non e' stata costruttiva.
Ostruzionismo con migliaia di emendamenti, decine di richieste di verifica di numero legale che significa: ogni seduta la conta nominativa dei presenti e all'ultimo nome l'uscita dall'aula, mancanza del numero legale, sospensione, ripartire da capo con la conta; plateali uscite dall'aula, blocco (temporaneo) di provvedimenti quali ad esempio il potenziamento del corpo dei Vigili del Fuoco, l'introduzione della seconda lingua straniera nelle scuole, perfino le norme contro i reati di pedofilia; ricerca di un clima di scontro continuo con un livello delle polemiche e una virulenza del linguaggio crescenti;
= l'opposizione sociale lo e' stata forse ancor meno. Tutti ricordiamo come i media (in particolare 'alcune' televisioni) abbiano frequentemente orchestrato:
-- campagne allarmistiche: sulla criminalita', per esempio: e' indicativo che a fronte di una diminuzione del numero delle vittime di reati di oltre il 4% dal 1997 al 2000 - il nostro paese occupa l'undicesimo posto nella graduatoria dei paesi europei per numeri di reati denunciati -, a fronte di tale diminuzione la delinquenza sia il problema piu' sentito dagli italiani che la vedono, e qui sta il bello, in crescita (percentuali del solo anno 2000: scippi -11,6%, furti auto - 10,7%, rapine in banca -15,2%, truffe -52,5%, omicidi - 14,1%); o sull'immigrazione: nel 2000 il numero degli sbarchi di clandestini in Puglia e' - statistiche alla mano - dimezzato e lo stesso e' avvenuto nel 1999 rispetto al 1998; le espulsioni sono state 20.500 nel 1998, 29.000 nel 1999, quasi 33.000 nei primi mesi del 2000 e malgrado cio' la percezione del fenomeno e' sempre piu' di allarme;
-- campagne demagogicamente antigovernative: il caso Di Bella - in America stanno ridendo ancora adesso -, le Ferrovie dello Stato (ma gli incidenti sono finiti improvvisamente?), il caso KGB (ma queste spie dove sono?), il caso Luttazzi (tanto rumore per far tacere la Rai e far sentire piu' forte la voce delle addomesticate reti Mediaset?), e via elencando.
"Mancano o sono indeboliti" - ammoniva di recente il Cardinal Martini - gli organismi di filtro societari...frammentazione individualistica...la comunicazione non trova un tessuto etico pronto ad accoglierlo con senso critico. Trova una serie di individui con i loro interessi particolari...siamo cosi' testimoni della celerita' con cui il sentire superficiale tende a lasciarsi condizionare dalla moda del momento";
-- campagne martellanti qualunquisticamente in malafede. Ricordiamo:
- la battaglia contro la legge sul finanziamento ai partiti (a proposito Fini, a quali enti ha devoluto, come promesso, la somma ricevuta?), cui e' seguito il voto della maggioranza polista in Consiglio Regionale della Lombardia (a voto segreto, si intende) per un aumento mensile di L.2.000.000 nette oltre al pagamento di un portaborse per ciascun consigliere. Del resto i soldi in politica contano: Bossi si e' messo con Berlusconi contemporaneamente al ritiro da parte di quest'ultimo di una querela da 6 miliardi e Forza Italia ha concesso una fidejussione di 2 miliardi alla Lega: viene un sospetto...
Casualmente dalla collezione della 'Padania' sono da allora scomparsi proprio i numeri fra il 6 e il 23 agosto 1998 quando la Lega orchestro' una campagna denunciando la matrice mafiosa dei primi soldi del Cavaliere, per esempio ponendo domande come queste:
"1. Il 26.9.1968 la sua Edilnord sas acquisto' l'intera area dove lei edifichera' Milano 2. Lei pago' il terreno 4.250 lire al metro, per un totale di oltre 3 miliardi di lire. Questa somma nel 1968, quando lei aveva 32 anni e nessun patrimonio familiare. Oggi equivarrebbe a oltre 38.739.000.000. Dopo l'acquisto apri' un gigantesco cantiere edile, il cui costo arrivera' a sfiorare i 500 milioni al giorno. Tutto questo denaro chi gliel'ha dato, signor Berlusconi? Chi si nascondeva dietro le finanziarie di Lugano?"
"5. Il 21.3.1975 a Roma lei diede vita alla Finivest srl, 20 milioni di capitale, che l'11 novembre diverranno 2 miliardi. L'8 giugno lei fondo' la Finanziaria di investimenti srl, 20 milioni, amministrata dal padre di Cesare Previti. Il 30 giugno quei 20 milioni diverranno 50, e il 7 dicembre 18 miliardi (81 miliardi di oggi). Questa gigantesca massa di capitali da dove arrivo', signor Berlusconi?"
"6. Signor Berlusconi per quale ragione affido' consistenti quote delle 22 holding alla testa del suo impero societario alla societa' Par.ma.Fid di Milano, la stessa che nel medesimo periodo gesti' il patrimonio di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e grande riciclatore di soldi sporchi per conto di Alfredo Giuseppe Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati e altri boss della mafia siciliana operanti a Milano. Perche' la Par.ma.fid?"
Le domande erano 10 ed a nessuna fu data risposta.
Non vi ricorda il caso Satyricon? Ora se negli Usa, nota patria del comunismo, venisse a galla del materiale, della documentazione cosi' su un candidato, si troverebbe pubblicata su tutti i giornali e telegiornali. Qui, no.
- il clima di vittimismo di Berlusconi contro i giudici comunisti (che peraltro spesso l'hanno assolto), salvo poi scoprire che, per esempio nel processo alle tangenti alla Guardia di finanza, la Corte d'Appello che pure alla fine lo ha assolto per prescrizione, ha raggiunto la prova della sua colpevolezza sulla base di "elementi indiziari certi, univoci, precisi e concordanti" (a volere essere maligni si potrebbe pensare che non e' perseguitato dalla giustizia perche' e' entrato in politica ma che e' entrato in politica per non essere perseguitato dalla giustizia),
- le accuse di regime (forse per via della par condicio, definita illiberale e stalinista, ma che e' una norma in vigore in tutta Europa; ma del resto come egli ha sostenuto, "un partito e la Coca Cola hanno regole identiche per raggiungere il successo") fatte da chi in cinque anni di governo dell'Ulivo e' diventato l'uomo piu' ricco d'Europa ed ha esteso il suo impero mediatico e economico (il Presidente operaio ha un patrimonio di 12,8 miliardi di dollari, ed e' l'uomo piu' ricco d'Italia; non solo, ma la sua ricchezza col centrosinistra al governo e' piu' che raddoppiata dal 1996 ad oggi, malgrado con la consueta sfacciataggine abbia dichiarato: "Se qualcuno mi parla di conflitto di interessi io ho l'impulso di strozzarlo. Perche' quel conflitto esiste, ma al contrario: da quando sono sceso in campo, le mie aziende hanno avuto soltanto danni"). "Il Popolo mi fischia, ma io mi applaudo da me, a casa mia, quando contemplo le mie ricchezze in cassaforte" (Orazio),
- le polemiche sul conflitto di interessi: ma si e' mai visto (a parte la Thailandia) un soggetto privato - che nel contempo vuole divenire Presidente del Consiglio - che e' titolare di un contratto con lo Stato in base al quale gestisce una parte consistente di un bene collettivo in un settore delicato? Sara' proprio lui poi a decidere a chi attribuirlo: ma non puo' essere concedente e concessionario. Bisaglia nel 1980 si e' dovuto dimettere dal governo perche' proprietario di una agenzia di assicurazioni (il Corriere della Sera allora commento' "l'incompatibilita' tra l'incarico di governo e quello di dirigente di una societa' di assicurazioni e' troppo criticabile...le regole del gioco vanno rispettate").
E questo vale anche per le assicurazioni, le case editrici, le banche, le squadre di calcio ecc. ecc.
Oltre tutto gli interessi sono prevalenti nel settore dell'informazione.
Una chicca da una intervista a Simona Ventura: A Mediaset non ti hanno mai chiesto di scendere in campo? "Ai tempi del referendum. Ci chiamarono e ci spiegarono che cosa stava capitando. Chi vuol darci una mano? Molti decisero di dare una mano."
Del resto lo stesso Indro Montanelli ha dichiarato (Telemontecarlo 10.2.2001) che il giorno stesso in cui e' entrato in politica Berlusconi si e' presentato, senza preavviso, nella redazione del quotidiano formalmente del fratello per imporre la sua linea politica al giornale.
Anche il Financial Times del 18.10.2000 nell'editoriale "Cieca ambizione" rilevava il conflitto di interessi, non solo per la proporzione della ricchezza ma per il modo in cui essa e' concentrata nel settore dei media.
Recenti studi imparziali hanno rivelato che la presenza di Berlusconi nelle reti di sua proprieta' nel 2000 ha raggiunto le 36/40 ore, superando di dieci volte il secondo classificato, D'Alema; per esemplificare nel periodo novembre - dicembre 2000 alla Rai ai DS e' stata dedicata 1 ora e 32 minuti e a Forza italia 1 ora e 30 minuti, a Mediaset ai DS sono stati dedicati 30 minuti e 40 secondi e a Forza Italia 'solamente' 3 ore e 42 minuti. Nel mese di gennaio le reti Mediaset hanno dedicato a Forza Italia il 54% del tempo e ai DS il 3%, la Rai rispettivamente il 23% e il'8%. L'imparziale TG5 21 minuti a Forza Italia e 5 minuti ai DS.
Del resto il possesso di imprese editoriali con centinaia di prodotti e decine di migliaia di dipendenti permettono certamente di organizzare in maniera capillare il consenso, favorendo una deriva plebiscitaristica a sfondo videocratico, una sorta di "berlusconizzazione degli spiriti".
E ancora la sproporzione di forze economiche: alle elezioni europee del 1999 Forza Italia ha speso ben 27,5 miliardi contro i 5 dei DS.
E' un intollerabile regime, e' vero: ma e' il suo!
E poi: dalla defiscalizzazione di Tremonti (anno 1994) ministro del governo Berlusconi, quest'ultimo tramite trasferimenti di comodo di merci in magazzino da una societa' del suo stesso gruppo, guadagno' centinaia di miliardi.
Last but not least: dalla lotta forsennata che il Polo ha fatto a fine legislatura per evitare di ratificare il trattato con la Svizzera che semplificava le rogatorie, non ci ha forse guadagnato l'indagato Berlusconi?
(E' di ieri lo studio del Nens che ricorda, tra le atre cose, come i benefici fiscali accordati e concentrati per lo più sui redditi alti, vengono azzerati per metà dalal mancata restituzione del fiscal drag e dalla cancellazione di sgarvi già previsti.
A parte i risultati economici (Pil e amenità simili) 9,3 miliardi sono le imposte che le imprese devono versare ne 2006, 11,150 miliardi sono le maggiori imposte introdotte nell'ultima legislatura dagli enti locali, 4,8 miliardi sono le imposte indirette introdotte nel 2006 a carattere permanente, 0,0% è l'effetto sul Pil delle misure fscali nel 2006: tagli uguali agli aumenti)
(5. continua)
postato da carnesalli | 08:30 | commenti (4)
politica, controcanto, economia - articoli

mercoledì, marzo 08, 2006
 
Tempo di elezioni / 2
Una pre riflessione, prima di cominciare, tratta dal libro "Fahrenheit 451" di R.Bradbury: scritto nell'anno 1953, racconta la vita delle persone in un paese dove progressivamente si vieta di leggere libri e le sole informazioni vengono fornite dalla televisione.
Custodi di questo ordine di cose sono i pompieri che, invece di spegnere gli incendi, bruciano i libri e isolano o perseguitano i pochi che resistono.
L'episodio riportato si riferisce al momento in cui il protagonista (pompiere) comincia a porsi/porre domande sulla moralità di tutto ciò.
Questa è la risposta del "capopompiere":
"Non ci sono stati in origine editti, manifesti, censure, no! ma la tecnologia, lo sfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto lo scopo: oggi grazie a loro tu puoi vivere sereno e contento per ventiquattro ore al giorno...hai il permesso di leggere i fumetti, le nostre care e vecchie confessioni con i bollettini e i periodici commerciali.
Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici, perchè' non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezza da superare ...ecco perchè un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme!
Rendiamo inutile l'arma. Castriamo la mente dell'uomo.
Gli esseri umani vogliono la felicità, non e' vero?
Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago?
Non è per questo che in fondo viviamo?
Per il piacere e i più svariati titillamenti? Alle fiamme il libro! Serenità, pace...Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici non presentargli mai i due aspetti di un problema, o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno. Se il governo e' inefficiente, appesantito dalla burocrazia e in preda a delirio fiscale, meglio tutto questo che non il fatto che il popolo abbia a lamentarsi. Offri al popolo gare che si possono vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari stati dell'Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l'anno passato. Riempi i loro crani di dati non combustibili...sicuri di essere veramente ben informati. Dopo di che avranno la certezza di pensare...e saranno felici, perchè fatti di questo genere sono sempre gli stessi...noi siamo gli Happiness Boys, i militi della gioia...non lasciamo che il torrente della tristezza e del pessimismo inondi il pianeta".
La televisione e il suo uso strumentale, certi programmi e telegiornali, i quiz, il disimpegno, l'informazione omologata, gli slogan, la felicità a tutti i costi, le promesse strabilianti di gioia e benessere di chi penserà' anche per noi: era il 1953.
Ma non ci ricorda nessuno?
Sabina Guzzanti in una recente intervista ha dichiarato:"I programmi al 90% hanno un contenuto ideologico a favore del Polo. A prescindere da quello che trattano, prevale l'ideologia berlusconiana: tette e culi, diventare famosi e ricchi, vippame e superficialità, disprezzo per il ragionamento. L'ideologia del Polo e' la stessa dei pubblicitari: non a caso Berlusconi è stato eletto grazie alla struttura di Publitalia".
Nomen omen dicevano i latini: Berlusconi è nato dal francese eberluer - sbalordire, meravigliare - e non (come qualche malizioso potrebbe insinuare) dal diavolo berloc.
Cosi "avoir la berlue" - avere visioni o farsi illusioni, e' quello che si dice - appunto - un nome un destino.
Esempio. Andiamo sul classico: la chiave di volta del programma del Polo è l'abbattimento della pressione fiscale. Almeno dieci-quindici punti nel giro di tre/quattro anni (dichiarazione di Berlusconi a 'Porta a porta' del 6.10.2000). Il mancato gettito di questa operazione varierebbe tra i 220 mila e i 350 mila miliardi in totale.
Allora: per coprire tale vuoto non basterebbe il licenziamento in tronco di 1 milione di dipendenti pubblici (68 mila miliardi) o la soppressione dell'intero sistema sanitario nazionale (134 mila miliardi di lire).
Ma - si sostiene - la copertura avverrebbe da una maggiore crescita economica: ammesso che esista un rapporto automatico tra minore pressione fiscale e maggiore crescita (comunque su tempi lunghi) per compensare la riduzione della pressione fiscale il PIL dovrebbe crescere ad un tasso annuo tra il 7 e il 9 per cento (l'anno scorso, 2000, il migliore degli ultimi cinque, l'aumento e' stato del 2,8%; in America siamo circa al 2%).
Se poi si considera non solo il minor gettito ma anche la proposta riduzione delle aliquote a due (23% - 33%), si conferma che la perdita di gettito e' sempre significativa e raggiunge i 125mila miliardi e comunque i ceti medi risultano sempre i più sfavoriti e i contribuenti ricchi e ricchissimi i più favoriti.
Al 20% più ricco delle famiglie italiane la proposta del Polo concederebbe sgravi fiscali pari all'82% delle risorse che verrebbero destinate alla riduzione fiscale.
A sostegno delle sue tesi Berlusconi cita Reagan e la Thatcher (che portarono peraltro ad un aumento vertiginoso del deficit pubblico e delle disuguaglianze nei loro paesi).
Lo stesso Padoa Schioppa, del Direttorio della Banca Centrale Europea, ha sostenuto: "quando Reagan vinse il referendum in California per i tagli fiscali, subito dopo quello Stato licenziò migliaia di insegnanti e impiegati".
Problemi anche con le soglie di esenzione promesse: un contribuente con un reddito appena superiore alla soglia sarebbe assoggettato ad un aggravio di imposta molto elevato (passerebbe di botto da una aliquota pari a 0 ad una del 23%).
In definitiva, per semplificare:
= la proposta del Polo genera un appesantimento del carico fiscale per le famiglie che hanno un reddito imponibile medio di circa 30 milioni e un vantaggio per i più ricchi (la parte più rilevante (l'80%) dei soldi impiegati per la riduzione fiscale e' destinata ai contribuenti con i redditi più alti);
= nella proposta del governo una maggiore efficacia di equità in termini distributivi viene raggiunta utilizzando un terzo di risorse in meno rispetto a quelle messe in campo dal Polo per tale scopo.
Del resto nel 1995 (finanziaria Berlusconi) un lavoratore dipendente con reddito di L. 30.000.000 pagava di Irpef L. 4.724.000, oggi L. 3.610.000; un lavoratore autonomo con reddito di L. 70.000.000 rispettivamente L. 19.809.000 e L. 18.688.000; un pensionato fino a 75 anni non pagava Irpef con un reddito di L. 8.780.000, oggi di L. 12.300.000; tutti pagavano l'Irpef sulla prima casa, oggi nessuno; nel 1995 l'Irpeg e' aumentata dal 36% al 37%, oggi diminuita dal 37% al 33,9%.
Peraltro qualche "dubbio" deve sfiorarli se Tremonti ha dichiarato al Financial Times: "Solo se si produce un netto incremento della crescita si intende procedere con le riforme fiscali più radicali...Se le nostre cifre sono sbagliate dovremo cambiare le proiezioni per rispettare la situazione". Gli elettori italiani però non leggono abitualmente il Financial Times e sui manifesti appesi ad ogni angolo leggono ben altro.
Appunto: eberluer - sbalordire, meravigliare.
Poi si vedrà.
(E si è visto, direi.
Del resto nei giorni scorsi di fronte al giudice di pace davanti al quale era stato trascinato da una vecchietta per non aver rispettato la promessa delle pensioni a un milione di lire, i suoi avvocati hanno dichiarato “era solo una promessa politica”. Ah sì?
Ieri sera a Telelombardia è riuscito a dichiarare che a cinque anni andava a scaricare le cassette della frutta nei mercati…e che nel 1956/57 andando a sentire De Gasperi era passato per Anzio per la famosa visita al Cimitero americano (quindi non era dopo la guerra...).
Peccato che De Gasperi era spirato il 19 agosto 1954.
E via promettendo e mentendo…
4. continua)
postato da carnesalli | 08:34 | commenti (10)
politica, democrazia, controcanto

lunedì, marzo 06, 2006
 
Tempo di elezioni /1
“Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo Sancho c’è bisogno soprattutto
di uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto.

Mi vuoi dire caro Sancho che dovrei tirarmi indietro
Perché il male e il potere hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?”
(Francesco Guccini, Don Chisciotte)
“A megghiu parola è chidda ca un si dice”
(antico proverbio siciliano)
Invece no: ci conosciamo, e quindi mi permetto di farti avere qualche pagina di modeste “riflessioni elettorali”.
Fanne l’uso che credi.
Leggerle ti porterà via un po’ di tempo (non più di un’edizione del TG4 comunque, ma certamente meno dannose): ma può essere che ne valga la pena, di questi tempi.
O forse no.
Forse la politica ti ha un po’ deluso.
Forse non capisci più la politica.
Forse non ti interessa troppo la politica.
E’ certo però che la politica si interessa di te.
“Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili.
Vivete bene e muterete i tempi”
(S.Ambrogio)
(Il testo originario comprendeva vignette di Ellekappa, Staino, Maramotti, Altan, Quino, Giannelli, Vauro ecc. che non ho idea di come riprodurre…
3. continua)

postato da carnesalli | 08:37 | commenti (5)
politica, idee, democrazia

venerdì, marzo 03, 2006
 
"Il problema principale dell’Italia è Berlusconi stesso, non tanto per quello che dice o per quello che ha detto in passato, ma per quello che è”
(Financial Times)
Non lo volevo anche perché avevo la consapevolezza di come sarebbe andata.
E come me, tanti altri.
Commentò Fassino all’indomani della sua vittoria nel 2001: “Bisogna capire di che morte vivremo”.
Opinione condivisa dalla gran parte della stampa internazionale:
“Ai tempi in cui la Spagna era governata da Franco la satira si poteva vedere in certi palcoscenici di Barcellona. Alla televisione spagnola non doveva trapelare la minima critica. L’Italia ha raggiunto questo livello” (The Guardian);
“La gente ha la memoria corta. Berlusconi ha persuaso molti che avrebbe portato cambiamento. Giunto al potere ha cambiato solo le leggi che consentivano di processarlo” (Newsweek);
“Forse ci dice qualcosa sulle priorità di Berlusconi il fatto che il suo avvocato che è anche presidente della Commissione Giustizia, ha minacciato di sciogliere le Camere se una certa legge a favore di Berlusconi non fosse stata votata” (The Economist);
“Gli europei sono a bocca aperta. Non per Berlusconi ma per quanto l’Italia è scesa in basso” (Newsweek);
“Dove altro nel mondo occidentale un uomo d’affari può ammassare grandi ricchezze, possedere i media, diventare premier, affrontare un processo per corruzione, far cambiare le leggi che non gli piacciono e continuare a governare senza ostacoli?” (Los Angel es Times);
“Non è sbagliato dire che in Italia si sta creando un regime. Come si dovrebbe chiamare uno Stato dove un politico ha il potere incondizionato del Parlamento, controlla il 70% dei media e l’85% delle TV, possiede banche, assicurazioni e usa tutto il suo potere per acquistare ulteriore potere?” (Die Zeit);
“Berlusconi, primo ministro italiano, era sotto processo per corruzione. Si è fatto dare l’immunità dalla sua maggioranza. La legge è stata subito firmata. Ma il suo coimputato Previti è stato condannato a 11 anni. In Italia si scrive Previti, ma si legge Berlusconi” (Time magazine).
Ma poi a parte tutto questo, a parte, come scrivevo altrove raccontando solo le ultimissime, le comparsate in televisione di Bellachioma, la dis-par condicio, gli attacchi a magistrati, cooperative, partiti della sinistra, i giornalisti dalla schiena flessibile, la legge Pecorella, il far west della Lega e la galera di An, il condono sulle mazzette (“siamo stati beccati” confessa Tremonti - sic), Alemanno a giudizio per Parmalat, un paio di sindaci arrestati per tangenti, altri per mafia, il deficit dello Stato alle stelle (dovuto “al temporaneo venir meno di consistenti incassi derivanti dal gioco del lotto realizzati nel mese di gennaio 2005, derivanti dall’attesa del numero 53”: sempre Tremonti – doppio sic), i neonazisti al prossimo Parlamento.
E infine - ultimo, ma non ultimo - le lettere di propaganda inviate a ignari quanto “inesistenti” neonati (gli immigrati - si badi bene - non europei, si sa, sono fantasmi).
A parte tutto questo: che dire dei risultati di questo governo?
Enzo Biagi, con una delle sue fulminee definizioni, ebbe a dire che “se avesse lanciato lui il traguardo della terra promessa, credo che i nostri antenati sarebbero ancora in giro”.
Alcune cifre a caso?
1) Fisco & povertà: a fronte di una riduzione complessiva del prelievo fiscale pari a 12,5 miliardi, a lavoratori e pensionati non è stato restituito fiscal drag per 9,1 miliardi. Il taglio delle tasse ha premiato il 96% dei titolari di rediti alti e solo il 24% di quelli poveri. La mancata restituzione del fiscal drag ha penalizzato il 76,5% delle famiglie con redditi da lavoro dipendente e da pensione, che sono state alleggerite di 222 euro all’anno tra il 2001 e il 2005. I due moduli di riforma fiscale hanno invece avvantaggiato il 79,2% delle famiglie a prescindere dalla natura del reddito con 295 euro all’anno. Ma è una media. Se da questa somma di sottraggono i 222 euro si ha come risultato 73 euro. I pensionati hanno ottenuto il beneficio più basso ed ad averli è stata solo la metà della categoria a fronte del 65% dei professionisti e del 70% degli altri lavoratori autonomi. A livello nazionale la povertà è aumentata passando dall’11% del 202 all’11, 4 del 2004; ma al sud è cresciuta al 25% dal 22,4%. L’indice dell’intensità di povertà (che misura di quanto la spesa media delle famiglie sia al di sotto della sogllia a livello nazionale è aumentato dal 21,4 al 21,9%. Al nord è calato, ma al sud è salito dal 22,3% del 2002 al 24% del 2004.
2) bilancia commerciale: in un anno dal 2004 al 2005 la bilancia commerciale ha aumentato il proprio deficit di otto volte e mezzo: un livello che – secondo l’Istat - non si toccava dagli anni ottanta.
Le importazioni sono salite del 6,8%
3) Sicurezza: il numero dei reati (la sicurezza!) passa da 2.163.826 del 2001 a 2.231.550 del 2002. Nel 2003 addirittura 2.456.887, 225.337 in più rispetto all’anno precedente: sono aumentate violenze sessuali, rapine, truffe…
4) Scuola: nell’ultima relazione della Commissione Europea sulla scuola italiana l'Italia occupa le ultime posizioni. Come nella capacità di "comprensione del testo" mostrata dai quindicenni italiani. La percentuale di coloro che non superano il primo livello (il più basso) del test Pisa ("Programme for International Student Assessment", programma per la valutazione internazionale dell'allievo) per la lettura è enorme: il 23,9 per cento, nel 2003, contro il 18,9 del 2000.
La percentuale di giovani italiani di età compresa fra i 18 e i 24 anni in possesso "solo del diploma di secondo grado inferiore", la nostra licenza media, e che non frequentano neppure la formazione professionale - sono cioè definitivamente usciti dal sistema formativo - è ancora alto. Dei 25 paesi dell'Europa "allargata", ci superano solo Malta, Spagna e Portogallo. Quasi un quarto (il 22,3 per cento, in calo rispetto al 2000) della popolazione di riferimento è in possesso della sola licenza media.
Dati abbastanza recenti anche per i giovani in possesso almeno della maturità. In Italia, nel 2004, erano quasi 73 su 100 i giovani fra i 20 e i 24 anni in possesso del diploma. Ancora quartultimi, con la media europea più bassa di 4 punti.
Nel 2000, l'Italia ha investito in educazione il 4,57 per cento del Pil, un anno dopo nel 2001 il 4,98 per cento, ma nel 2002 l'investimento cala al 4,75 per cento: mezzo punto in meno della media europea. Parecchio indietro rispetto a paesi come la Norvegia (7,63 per cento) la Francia (5,81), l'Inghilterra, la Polonia, il Portogallo e gli Stati Uniti.
5) Pil: è di due giorni fa lo zero senza appello dell’Istat accanto alla voce crescita del Pil al termine del 2005. L’economia italiana è ferma. Crescita zero vuol dire un'economia che soffre in ogni suo aspetto. Anche nell'occupazione: 100mila posti di lavoro persi in un anno. Una contrazione dello 0,4 per cento.
E crescita zero vuol dire, ovviamente, conti dello Stato fuori controllo. A dirlo, prima ancora che il dato del rapporto annuale deficit/Pil, fisso al 4,1% (ovvero l’1,1% al di sopra dei parametri europei) è il continuo crollo dell’avanzo primario (vale a dire il calcolo delle entrate finali meno le spese finali al netto d’interessi). Avanzo primario che era stato, negli anni, dei governi ulivisti il vero motore della riduzione del debito pubblico.
Su questa voce le stime del governo vengono riviste al ribasso, passando dallo 0,6% allo 0,5%. Ed impressionante è la progressiva contrazione che si è registrata in questi ultimi cinque anni: si passa dal 3,2% nel 2001, al 2,7 nel 2002, all' 1,7 del 2003, all'1,3 nel 2004 e allo 0,5 nel 2005.
Nel 2005 anche il risparmio delle Amministrazioni pubbliche (saldo delle partite corrente) è pari ad un valore negativo stimato di 6.831 milioni di euro, contro il valore negativo di 4.879 milioni di euro del 2004. Manca, fra i dati forniti dall’Istat, un numero fondamentale, quello del debito, previsto dal Governo in crescita al 108.5%. Lo comunicherà la Banca d’Italia il 15 marzo.
Tutto ciò e molto altro ancora è molto ben documentato anche con cifre e tabelle (impressionantui soprattutto queste ultime) nel bell’articolo di Stefano Livadiotti comparso di recente sull’Espresso.
Per questo come ad ogni elezione - ma per queste in particolare - avevo in mente di preparare un opuscoletto di “riflessioni elettorali” da distribuire ad amici, parenti e conoscenti, come contributo alla scelta.
Avevo persino pensato al titolo: “Non dite che non vi avevo avvisato…” (anche se poi a conti fatti le cose sono andate ancora peggio che nelle previsioni).
Non riesco purtroppo a trovare il tempo di redigere un nuovo libercolo e pertanto ho pensato di riproporre – a puntate – alcuni brani di quanto avevo preparato per il 2001.
Rileggendolo mi sono accorto che – pur di qualche anno fa – non è datato.
Purtroppo.
Allora non andò bene.
Oggi chissà...
Tanto le ultime puntate le conoscete già.
(2. continua)
postato da carnesalli | 08:28 | commenti (5)
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