ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

martedì 17 gennaio 2012

AGOSTO 2011

martedì, agosto 30, 2011
 
 A proposito di mani in tasca…

“Ha vinto Berlusconi!” titola festoso oggi ‘Il Giornale’ di famiglia.
Non so se ha vinto Berlusconi, certo ho perso io.

I quattro cialtroni che hanno arraffazzonato l’ennesima manovra per far fronte alla “crisi che non c’era” – peraltro radunandosi a spese nostre in una residenza privata – e che ci hanno condotto a questo punto per colpa della loro incapacità, hanno deciso che per la Previdenza non possano più essere ricongiunti gli anni dell’università.

Ora, a parte il fatto che io ho versato tutti i contributi richiesti per il riscatto, questo mi comporta:
- che andrò in pensione cinque anni più tardi (quanto valgono Presidente, cinque anni di vita di una persona?);
- che perderò il diritto di avere il conteggio della pensione con il metodo retributivo e passerò a quello contributivo, con una perdita secca del 25% dell’importo della pensione (non solo le mani, anche i piedi ha messo nelle mie tasche, Presidente!).
Non solo, ma - siccome uno si fa i suoi progetti di vita illudendosi di essere governato da politici appartenenti alla specie homo sapiens – anni fa non ho sottoscritto un fondo integrativo per la pensione, facendo conto su quanto avevo maturato e su quanto mi avevano promesso.

Evidentemente l’indigenza mentale di chi ci governa impedisce loro di tenere conto nelle scelte – per improvvisate e in malafede che siano: toccare i ricchi e gli evasori mai, eh Presidente? - che hanno a che fare con la carne viva della gente, con persone che sulle loro promesse hanno fatto precise scelte di vita.

Oltretutto con la consapevolezza  che questo mio travaso di sangue – oltrechè iniquo – sarà inutile: non essendoci in questa saga delle manovre una riga dedicata alla sviluppo di questo che ormai oltre che essere un povero paese, è anche un paese povero, sappiamo già che con le stime del PIL al ribasso, mancano all’appello già molti miliardi di euro.

Ma loro ci giocano, con la vita della gente.

A Villa San Martino, questa volta, il bunga bunga è toccato a me…

 postato da carnesalli | 10:11 | commenti (4)


 

LUGLIO 2011

venerdì, luglio 22, 2011
 
Di solito, appena arriva l’estate, non succede più niente.
O almeno così si pensa.
La televisione riempie i palinsesti di repliche, i lavori programmati si sospendono perché tanto adesso vanno tutti in ferie, le leggi, le manovre e i rimpasti si rimandano a dopo il meritato riposo degli italiani, o si fanno subito e di nascosto grazie a quello. E se devono cadere i governi lo fanno dopo, oppure diventano, appunto, balneari.
Ora, gli italiani hanno recentemente dimostrato di saper coniugare ferie e dovere civile, per esempio andando al mare prima o dopo aver votato.
E anche chi se ne va in vacanza lo fa sapendo che durerà troppo poco per riuscire a dimenticare i problemi di tutti i giorni.
Restiamo vigili anche questa estate, allora, attenti, decisi e pure un po’ incazzati.
Continuiamo a tenerlo su quel vento che sembra soffiare in Italia da qualche tempo, un’aria nuova che non ha paura dell’afa estiva. Non facciamogliela passere liscia neppure da sotto l’ombrellone.
L’estate, con il suo tempo libero o quasi, dovrebbe essere un momento buono per pensare. Perché prendersi una pausa non vuol dire spegnersi, come le macchine, ma ricaricarsi. Che vuol dire anche riflettere, sentire e agire per cambiare le cose.
Buone vacanze (per chi ci va)
postato da carnesalli | 11:48 | commenti (2)

mercoledì, luglio 06, 2011
 
Sarà cambiato il vento.
Ma continuaa tirare una brutta aria
Dopo una manovra economica ingiusta e dirompente, dopo il tentativo (l'ennesimo) di farsi una legge su misura, dopo le purghe in Rai, ora vogliono zittire, censurare, la rete.
Diciamo no, no e ancora no.
Continuiamo a farci sentire, perchè il duce di Arcore non riesca nemmeno questa volta a ledere la nostra libertà.
Firmiamo sul sito Avaaz.org 4
postato da carnesalli | 10:54 | commenti

GIUGNO 2011

giovedì, giugno 16, 2011
 
V - Vento

Pensare che è un periodo che sono di buon umore...
Come tutte le mattine passo dall'edicola a prendere il giornale.
Salgo rapidamente (beh, compatibilmente con l'età...) sul tram, mi siedo comodo e comincio lo sfoglio.
La preghiera laica, la definiva Kant: appuntamento irrinunciabile per me.

Già l'apertura è inquietante: "Eminenze nere".
Seconda: "P4, ricatti, segreti e dossier. Arrestato Luigi Bisignani". Segue descrizione del mondo che gira intorno a Berlusconi
Poi in ordine:
- "mazzette e appalti travolgono il pdl di Lucca"
- "Epolis, evasione da 9 milioni. Indagato l'editore Rigotti" (amico di dell'Utri)
- "Piemonte: arresti domiciliari per l'assessore alla sanità di Cota"
- "Brunetta insulta i precari" (precari! come sparare sulla croce rossa)
- "un ticket Alfano - Maroni: Bossi prepara il dopo Silvio" (ahinoi...)

Sono solo a pagina otto.

Scoraggiato, alzo lo sguardo, e osservo gli altri passeggeri.
Tutti con le cuffiette a sentire musica.
Qualcuno sfoglia un giornalino di quelli che servono per incartare l'insalata.

Neanche una sciarpa arancione.
Speriamo che il vento continui a soffiare...

postato da carnesalli | 09:24 | commenti (1)

martedì, giugno 14, 2011
 
...e poi la gente, perché
è la gente che fa la storia,
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare
(Francesco De Gregori - La storia)

postato da carnesalli | 09:09 | commenti (2)

lunedì, giugno 13, 2011
 
 postato da carnesalli | 17:36 | commenti

giovedì, giugno 09, 2011
 
Berlusconi, dopo aver spiegato ad Obama che i magistrati italiani sono inaffidabili davanti a tutto il mondo, si rammarica del fatto che il Brasile non ha considerato i magistrati italiani affidabili per processare Battisti. postato da carnesalli | 16:32 | commenti

lunedì, giugno 06, 2011
 


Contro il sonno della ragione, ho scritto spesso nei miei post.
Ero e resto convinto che il problema di questo paese è prima di tutto culturale. Poi, e solo poi, politico.

La ragione forse non dorme più, ma certo è ancora appisolata.

Come narcotizzata, ipnotizzata…
Comunque questa volta ce l’abbiamo fatta.

A Milano (ma non solo) è rispuntato l'arcobaleno.
Certo hanno contribuito molti fattori: candidature per una volta valide e sostenute da un voto delle primarie (che ora tutti si attribuiscono, ma che prese in giro quando le abbiamo inventate...), e noi siamo bella gente: ci basta poco per entusiasmarci ogni volta, un sindaco uscente che peggio di così non si può, lo spostamento in massa del voto cattolico (anche gli stomaci più forti alla fine non ce la fanno a digerire tutto..), una mobilitazione davvero energica e globale (per una volta niente distinguo, soprattutto da quella sinistra che ogni volta ti fa l'esame del sangue per sentirsi sempre un pò migliore di te)
E una certa de-ideologizzazione del voto: per una volta non ha pesato il richiamo dela foresta delle "ideologie" (anche se ci hanno provato), ma soprattutto il malessere verso chi governa male il paese da almeno dieci anni e ci ha portati verso un declino certo economico e sociale, ma anche politico, culturale e morale.
Il difficile però comincia adesso.
Perchè le aspettative sono davvero altissime.
E in un voto de-ideologizzato i risultati vengono misurati in tempi brevissimi
Colpa dei tagli agli enti locali, per esempio.
Colpa della prepotenza di qualcuno e delle televisioni: certo in politica la televisione non è tutto, ma qualcosa vorrà pur dire se nel 1987, in media, gli italiani guardavano la tv 178 minuti al giorno, e nel 2002 questa quota è raddoppiata al 235 minuti al giorno, con una prevalenza assoluta tra gli anziani e le casalinghe (ma per fortuna dilaga internet).
Forse anche della smemoratezza e dello snobismo di molti.
Ma soprattutto, come già ho sostenuto, temevo che saremmo forse riusciti in qualche modo a sbarazzarci di Berlusconi (quante ne ha fatte, eppure è sempre in sella...), ma certo sarebbe stata impresa titanica liberarci del “berlusconismo”.
Ci vorrebbe la penna di Flaiano o di Longanesi per descrivere cosa si cela nelle viscere di questo paese: perché continua a stare a galla chi parla alla pancia delle persone (e al loro portafoglio) piuttosto che alla testa e ai sentimenti.
”Regimetto” l’ha definito Tabucchi: forti tratti di regime (libertà di espressione per esempio) innestati sulla solita italietta di sempre, fatta di piccoli egoismi, furbizie, vicini di casa che si accoltellano per il taglio della siepe di confine.
Da un certo punto di vista, come il fascismo: non “parentesi” nella storia d’Italia ma l’emergere di una parte della “vera” Italia.
E’ come sempre – Gramsci docet – un problema culturale, di “egemonia”: bisogna rovesciare il sistema di valori, e allora cambierà anche il voto.
“Conversione”, dicono i cattolici: cioè inversione di rotta.
Dobbiamo produrre risultati, subito, lavorare bene
Ma soprattutto dobbiamo, ciascuno per la sua parte, fare in modo che cambi la “stella polare”.
Sennò rischieremo sempre di  “buscar el levante por il poniente”.
Cominciando dai “nostri” politici.
Uno sforzo di generosità.
Da parte di tutti.
E contagioso.
Non è finita con il voto.
Un altro mondo è davvero possibile?
Possiamo solo credere che sì, è possibile.
Sì, davvero si può
Io ci credo...

 postato da carnesalli | 16:07 | commenti (1)


 

APRILE 2011

mercoledì, aprile 20, 2011
 
Il ministro Tremonti me lo avrebbe detto....
http://tv.repubblica.it/copertina/enrico-letta-tagli-alla-scuola-la-gelmini-non-ne-sa-niente-caos-in-studio/66673?video=&ref=HREA-1 postato da carnesalli | 11:10 | commenti

sabato, aprile 16, 2011
 
Ormai è certo...

postato da carnesalli | 17:01 | commenti (1)

giovedì, aprile 14, 2011
 
Processi che saltano grazie a Berlusconi, al Pdl, alla Lega e ai Responsabili:
Thyssen Krupp, Torino
Santa Rita, Milano
Cirio e Parmalat
Strage di Viareggio
Casa dello Studente, l'Aquila
Ilva, Taranto
Fincantieri, Palermo (amianto)
Quando si dice unire il Paese. Sotto il segno della vergogna. postato da carnesalli | 16:56 | commenti

martedì, aprile 05, 2011
 

Mai in mio nome!
postato da carnesalli | 17:20 | commenti (2)
 
L'APPELLO
L'ora della mobilitazione
di GUSTAVO ZAGREBELSKY
Questo è l'appello alla mobilitazione apparso sul sito di Libertà e Giustizia, firmato dal presidente onorario dell'associazione, Gustavo Zagrebelsky
Navi affollate di esseri umani alla deriva, immense tendopoli circondate da filo spinato, come moderni campi di concentramento. Ogni avanzo di dignità perduta, i popoli che ci guardano allibiti, mentre discettiamo se siano clandestini, profughi o migranti, se la colpa sia della Tunisia, della Francia, dell'Europa o delle Regioni. L'assenza di pietà per esseri umani privi di tutto, corpi nelle mani di chi non li riconosce come propri simili. L'assuefazione all'orrore dei tanti morti annegati e dei bambini abbandonati a se stessi. Si può essere razzisti passivi, per indifferenza e omissione di soccorso. La parte civile del nostro Paese si aspetta  -  prima di distinguere tra i profughi chi ha diritto al soggiorno e chi no  -  un grande moto di solidarietà che accomuni le istituzioni pubbliche e il volontariato privato, laico e cattolico, fino alle famiglie disposte ad accogliere per il tempo necessario chi ha bisogno di aiuto. Avremmo bisogno di un governo degno d'essere ascoltato e creduto, immune dalle speculazioni politiche e dal vizio d'accarezzare le pulsioni più egoiste del proprio elettorato e capace d'organizzare una mobilitazione umanitaria.
"Rappresentanti del popolo" che sostengono un governo che sembra avere, come ragione sociale, la salvaguardia a ogni costo degli interessi d'uno solo, dalla cui sorte dipende la loro fortuna, ma non certo la sorte del Paese. Un Parlamento dove è stata portata gente per la quale la gazzarra, l'insulto e lo spregio della dignità delle istituzioni sono moneta corrente. La democrazia muore anche di queste cose. Dall'estero ci guardano allibiti, ricordando scene analoghe di degrado istituzionale già viste che sono state il prodromo di drammatiche crisi costituzionali.
Una campagna governativa contro la magistratura, oggetto di continua e prolungata diffamazione, condotta con l'evidente e talora impudentemente dichiarato intento di impedire lo svolgimento di determinati processi e di garantire l'impunità di chi vi è imputato. Una maggioranza di parlamentari che non sembrano incontrare limiti di decenza nel sostenere questa campagna, disposti a strumentalizzare perfino la funzione legislativa, a rinunciare alla propria dignità fingendo di credere l'incredibile e disposta ad andare fino in fondo. In fondo, c'è la corruzione della legge e il dissolvimento del vincolo politico di cui la legge è garanzia. Dobbiamo avere chiaro che in gioco non c'è la sorte processuale di una persona che, di per sé, importerebbe poco. C'è l'affermazione che, se se ne hanno i mezzi economici, mediatici e politici, si può fare quello che si vuole, in barba alla legge che vale invece per tutti coloro che di quei mezzi non dispongono.
Siamo in un gorgo. La sceneggiatura mediatica d'una Italia dei nostri sogni non regge più. La politica della simulazione e della dissimulazione nulla può di fronte alla dura realtà dei fatti. Può illudersi di andare avanti per un po', ma il rifiuto della verità prima o poi si conclude nel dramma. Il dramma sta iniziando a rappresentarsi sulla scena delle nostre istituzioni. Siamo sul crinale tra il clownistico e il tragico. La comunità internazionale guarda a noi. Ma, prima di tutto, siamo noi a dover guardare a noi stessi.
Il Presidente della Repubblica in questi giorni e in queste ore sta operando per richiamare il Paese intero, i suoi rappresentanti e i suoi governanti alle nostre e alle loro responsabilità. Già ha dichiarato senza mezzi termini che quello che è stato fatto apparire come lo scontro senza uscita tra i diritti (legittimi) della politica e il potere (abusivo) magistratura si può e si deve evitare in un solo modo: onorando la legalità, che è il cemento della vita civile. Per questo nel nostro Paese esiste un "giusto processo" che rispetta gli standard della civiltà del diritto e che garantisce il rispetto della verità dei fatti.
Questo è il momento della mobilitazione e della responsabilità. Chiediamo alle forze politiche di opposizione intransigenza nella loro funzione di opposizione al degrado. Non è vero che se non si abbocca agli ami che vengono proposti si fa la parte di chi sa dire sempre e solo no. In certi casi  -  questo è un caso  -  il no è un sì a un Paese più umano, dignitoso e civile dove la uguaglianza e la legge regnino allo stesso modo per tutti: un ottimo programma o, almeno, un ottimo inizio per un programma di governo. Dobbiamo evitare che le piazze si scaldino ancora. La democrazia non è il regime della piazza irrazionale. Lo è la demagogia. La democrazia richiede però cittadini partecipi, attenti, responsabili, capaci di mobilitarsi nel momento giusto  -  questo è il momento giusto  -  e nelle giuste forme per ridistribuire a istituzioni infiacchite su se stesse le energie di cui hanno bisogno.
Libertà e Giustizia è impegnata a sostenere con le iniziative che prenderà nei prossimi giorni le azioni di chi opera per questo scopo, a iniziare dal Presidente della Repubblica fino al comune cittadino che avverte l'urgenza del momento.
postato da carnesalli | 16:14 | commenti (1)


 

MARZO 2011

martedì, marzo 08, 2011
 
«Uomini tocca a voi, ribellatevi a Berlusconi»
di PIlar Del Rio Saramago
Un giorno, anni fa, lo scrittore portoghese – e anche italiano, perché no? – Josè Saramago lanciò una sfida pubblica: che gli uomini uscissero in strada, solo gli uomini, per dire alto e forte che loro non maltrattavano le donne, che non accettavano la vessazione come moneta di scambio nelle relazioni fra generi. Aggiunse che se le donne sono le vittime, sono gli uomini ad avere il problema perché sono gli uomini a maltrattare.
Proprio per questo gli uomini rispettosi, quelli che trattano le donne come loro stessi vorrebbero essere trattati, devono farsi sentire senza sosta per non essere confusi con gli altri: quelli che ancora non si sono resi conto né delle dimensioni del loro crimine, né di quanto diventano sporchi nell'ignorare che le donne non sono cose e hanno pienezza di diritti: possono dire «io» senza che nessuno le uccida, le disprezzi o le segreghi. Uguali davanti alla legge, uguali nei diritti e nei doveri, tanto in casa quanto nel lavoro e nel governo comune della società.
Ebbe successo, Saramago: in varie città – Sevilla e Montevideo in testa – migliaia di uomini rispettosi ed educati uscirono per strada condannando il flagello sociale dei maltrattamenti e denunciando l’uso che della donna fanno certi mezzi di comunicazione, condannando un certo modo di sentirsi uomo, meglio sarebbe dire maschio, un modo assolutamente incompatibile con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. In quelle manifestazioni il nome di Berlusconi era presente. Non per gli scandali, né per incidenti come quelli che gli sono occorsi di recente, ma per l'indecenza del suo comportamento civile e l'assenza di etica che lui e i suoi accoliti imponevano come norma nei mezzi di comunicazione dei quali andava impadronendosi. Pubblici o privati che fossero, sempre che la distinzione sia possibile visto che tutti i canali televisivi sono concessioni pubbliche.
Quelle manifestazioni - che si ripetono anno dopo anno perché anche le coscienze più dure capiscano che le donne sono compagne e non mercanzia per l'uso personale del maschio - e quel messaggio di Saramago, valgono oggi per l'Italia, la Grande Italia di Verdi, che ha visto centinaia di migliaia di donne, come un’immensa bandiera bianca spiegata, in strada per dire no a un modo di governare che non rispetta né gli esseri umani, né i valori che ci hanno fatto progredire lungo i secoli allontanandoci dall’orda e facendoci diventare comunità.
Per questo, e nello spirito che abitava in Josè Saramago e che la sua nobiltà ingigantiva, mi azzardo a suggerire – ora che le donne italiane, compagne nell'anelito per un modo più pulito più giusto e più bello, si sono espresse e si esprimono ogni giorno – che siano gli uomini a uscire per strada, solo gli uomini, per dire a Berlusconi che le loro madri, figlie, spose, amiche, amanti non possono essere trattare così.

Nemmeno per scherzo. Che lo Stato non è un’orgia, che la schiavitù è finita da secoli, che le malattie fisiche e psichiche si possono curare, che un Paese non può essere infangato perché una persona ha problemi di autostima e quella mancanza di autostima la obbliga a collezionare corpi come se i corpi non fossero animati e, tanto spesso, corrotti con lusinghe e minacce.
Sì: gli uomini che non accettano la distorsione democratica come norma di governo, lo sperpero, l'arbitrio e la mancanza di rispetto verso i propri simili. Ecco, quegli uomini non potranno far altro che organizzarsi e scendere per strada per dire ora basta, come hanno fatto le donne italiane.
Quel giorno, speciale e importantissimo, in cui gli uomini scenderanno in piazza per dire di non essere e di non voler essere Berlusconi, noi donne dai lati delle strade li applaudiremo e li riempiremo di fiori. Dopo potremo incontrarci, da pari a pari, per avanzare insieme nel processo di umanizzazione che Berlusconi e i suoi frenarono con violenza, con le peggiori astuzie e i più miserabili artifici.
Uomini, compagni, amici, amanti, mariti, fratelli, padri: se non siete uguali a coloro che ripudiamo, se ci amate e ci rispettate, se partecipate ai nostri sogni di un mondo migliore, ditelo senza paura. Le donne non temono l’orco ne i suoi seguaci: sanno che tutti insieme riusciremo a fare in modo che tornino nelle caverne e tra loro, solo tra loro, liberino i loro istinti, giochino a quel che vogliono, bevano quel che gli va e ridano fino alla fine dei tempi delle loro stupide barzellette. Agli altri, a noi, questi giochi non divertono.
Non apparteniamo a quella sottospecie: siamo Italia, la terra di Dante, della poesia che innamora, della musica che consola, anima i nostri corpi ed eleva i nostri spiriti. Siamo la patria dell'arte: lo diremo molto chiaro, in modo che lo capiscano anche coloro che l’abbruttimento ha reso sordi.
Vogliamo, uomini, che siate nostri simili. Vi offriremo fiori quando uscirete per strada per dire che nessuno vi paragoni a quelli che oggi comandano e disgovernano, che voi siete nel presente e nel futuro, siete i nostri compagni dell'anima, amatissimi compagni.
postato da carnesalli | 11:10 | commenti (2)


 

FEBBRAIO 2011

domenica, febbraio 13, 2011
 
Forse la bella addormentata si sta svegliando...
Grazie donne
 postato da carnesalli | 18:27 | commenti (2)

martedì, febbraio 08, 2011
 
 Domani gente senza cuore e senza cervello ha stabilito di celebrare la “Giornata degli stati vegetativi”.

Quei quattro bambini rom arsi vivi a Roma erano - purtroppo per loro - vivi e vegeti prima di morire di povertà. Forse per quello non valgono come “vite”.

L’indigente mentale che amministra Roma ha vinto le elezioni promettendo “decoro e sicurezza”

Non sono i poveri ad essere una minaccia al decoro.

Sono certi sindaci…

postato da carnesalli | 09:34 | commenti (1)


 

GENNAIO 2011

venerdì, gennaio 28, 2011
 
senza commento

Una volta era il Belpaese. Ma adesso le cose sono un po' cambiate, soprattutto per i giovani, e infatti il 50,9% tra i 25 e i 34 anni si trasferirebbe volentieri all'estero, secondo il Rapporto Eurispes 2011. Oltre il 60% degli italiani ritiene che vivere in Italia sia una fortuna, ma questa percentuale si riduce gradualmente man mano che dalle fasce di età più anziane si arriva ai giovani: quasi il 40% dei 25-34enni ritiene che vivere in Italia sia una sfortuna, e ben il 40,6% degli intervistati (di tutte le fasce di età) si traferirebbe volentieri all'estero, una percentuale superiore al 37,8% rilevata dall'Eurispes nell'analogo sondaggio condotto nel 2006. Oltre la maggioranza degli italiani (51,8%) considera la situazione economica del nostro Paese nettamente peggiorata (+4,7% rispetto al 2010). Un dato così significativo si era registrato solo nel 2005 (54%).
La disillusione si consuma a partire dai 25 anni, soprattutto quando c'è l'impatto con il mondo del lavoro. Infatti la percentuale di chi ritiene che vivere in Italia sia una sfortuna è un po' più bassa nella fascia d'età 18-24 (37,1%) e scende al 26% per quel che riguarda la popolazione di 65 anni e oltre. La precarietà lavorativa è indicata al primo posto tra i mali italiani, dal 29,1% degli intervistati. Ma per i giovani la precarietà lavorativa è un problema di gran lunga più pesante: lo sottolinea il 43,5% dei 18-24enni e il 33,6% dei 25-34enni. La percentuale scende gradualmente per poi risalire, a sorpresa, tra gli ultrasessantacinquenni, che evidentemente non sono indenni dalle preoccupazioni per le giovani generazioni.
Al secondo posto tra i mali italiani c'è la mancanza di senso civico (20,6%), mentre il 19,1% giudica eccessivo il livello di corruzione, il 15,2% ritiene che il peggiore problema per l'Italia sia rappresentato dalla classe politica, l'8,6% dalle condizioni dell'economia, il 3,9% dal tasso di criminalità e l'1,3% dallo stato del welfare. Per quanto riguarda in particolare la politica, il 68,2% degli intervistati si è dichiarato contrario a candidare alle elezioni un indagato, mentre il 21,5% si è dichiarato favorevole, e il 10,3% non ha espresso alcuna opinione.
La preoccupazione per la precarietà nel lavoro è più diffusa nel Mezzogiorno (43,2% nelle Isole e 42,4% nel resto del Sud) contro il 30% del Nord-Est, il 25,6% del Nord-Ovest e il 18,9% del Centro, mentre per gli altri problemi denunciati dagli intervistati c'è una certa uniformità nelle risposte nelle varie aree geografiche. Eppure, di fronte alla domanda: "Si trasferirebbe all'estero?", la situazione si ribalta. Il 62,9% degli abitanti delle Isole non lo farebbe mai (nonostante le preoccupazioni per il lavoro e tutti i problemi reali dell'area geografica, dall'economia alla criminalità), contro il 49,1% degli abitanti del Nord-Ovest. I più disposti a trasferirsi vivono al Centro (49,4%, mentre solo il 40% ha dichiarato che non cambierebbe mai Paese). Guardando alle fasce di età, i più bendisposti ad andarsene hanno tra i 25 e i 34 anni (50,9%).
Ma dove si trasferirebbero gli aspiranti emigranti? In Francia (16,5%), Stati Uniti (16,1%), Spagna (14,3%), Paese che peraltro ha un tasso di disoccupazione che supera il 20%, Inghilterra (11,9%) e Germania (10,1%). Seguono Svizzera, Austria, Svezia, Canada, Olanda, Brasile, Danimarca, Norvegia.
Chi invece non si trasferirebbe mai dall'Italia ne apprezza soprattutto la libertà di opinione e di espressione (26,8%), la tradizione artistico-culturale (20,8%), il clima mediterraneo (17,3%), le bellezze naturali (16,6%), e poi la simpatia della gente, la buona cucina e, buon ultimo, il benessere economico (3,1%). Ancora una volta, sono i meridionali a sentirsi in grande maggioranza fortunati a vivere nel Belpaese (nonostante le classifiche indichino regolarmente le città del Nord come le più vivibili, e quelle del Sud siano sempre in coda alle varie graduatorie): si dichiarano felici di vivere nel proprio Paese il 74,1% degli abitanti delle Isole e il 66,7% del Mezzogiorno, contro solo il 54,4% degli abitanti del Centro.
Eppure, anche il Rapporto Eurispes (se ce ne fosse bisogno) conferma che è al Sud che si concentrano i problemi economici più gravi. Arrivare a fine mese è "uno scoglio insormontabile" per il 35,1% delle famiglie, e nel 2011 "sono in diminuzione le famiglie italiane che nonostante tutto riescono a risparmiare qualcosa (26,2% contro il 30,8% del 2010) e a raggiungere l'ormai ambito traguardo della fine del mese (61% contro 66% del 2010)". Il disagio aumenta però vertiginosamente al Sud (43%), pur essendo acuto anche nel Nord-Est (37%) e nelle Isole (36,5%). il 40% delle famiglie dichiara inoltre di avere difficoltà a pagare rate e canoni.
 (fonte La Repubblica)

postato da carnesalli | 12:32 | commenti

giovedì, gennaio 27, 2011
 
Raramente mi capita di essere d'accordo col Card. Bagnasco
Questa volta sì (anche se mi piacerebbe che qualcuno ricordasse che le stesse cose le denunciava vanamente già negli anni '70 da Pasolini...)
"In un documento del nostro Episcopato pubblicato trent’anni or sono e che ebbe a suo tempo una notevole accoglienza (La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, 1981), si diceva icasticamente: «Il consumismo ha fiaccato tutti» (n. 11). Ed eravamo appena agli inizi di quel processo di trasformazione che interesserà l’Italia e l’Occidente nei decenni a seguire, e troverà rappresentazione nella cosiddetta “modernità liquida” dominata da quella che alcuni hanno definito “ideologia del mercato”. Colpisce l’efficacia di quella predizione, dove ad apparire centrato è in particolare il verbo usato: “fiaccare”. La desertificazione valoriale ha prosciugato l’aria e rarefatto il respiro. La cultura della seduzione ha indubbiamente raffinato le aspettative ma ha soprattutto adulterato le proposte. Ha così potuto affermarsi un’idea balzana della vita, secondo cui tutto è a portata di mano, basta pretenderlo. Una sorta di ubriacatura, alle cui lusinghe ha – in realtà – ceduto una parte soltanto della società. Però il calco di quel pensiero è entrato sgomitando nella testa di molti, come un pensiero molesto che pretende ascolto."
postato da carnesalli | 15:48 | commenti
 
Giornata mondiale della memoria

“Dimenticare” ha la stessa radice di demente. Chi dimentica perde la mente, diventa stupido.
Invece “ri-cordare” viene da cuore che per gli antichi era la sede della memoria.
(A.Celestini)
Noi abbiamo viaggiato fin qui
nei vagoni piombati;
noi abbiamo visto partire verso il niente
le nostre donne e i nostri bambini;
noi fatti schiavi abbiamo marciato
cento volte avanti e indietro
alla fatica muti, spenti nell’anima
prima che dalla morte anonima.
Nessuno deve uscire di qui,
che potrebbe portare al mondo,
insieme col segno impresso nella carne,
la mala novella di quanto,
ad Auschwitz,
è bastato all’uomo di fare all’uomo.
(P.Levi - 1947)
postato da carnesalli | 09:50 | commenti

martedì, gennaio 25, 2011
 
La Repubblica presenta così la conferenza stampa dei ministri Sacconi, Gelmini e Meloni
"i giovani rischiano di andare in pensione con un'indennità da fame? I genitori la smettano di regalare auto ai figli laureati, e ai neodottori offrano piuttosto il riscatto dei contributi relativi agli anni dell'università. Il corso di laurea intrapreso è sbagliato rispetto alle esigenze del mercato, il ragazzo non trova lavoro? Accetti un contratto d'apprendistato e impari un mestiere. Soprattutto, sia umile: i giovani italiani soffrono di "inattitudine all'umiltà", afferma il ministro della Gioventù Giorgia Meloni"
Io non uso parole volgari in questo blog, ma davvero questa volta non posso farne a meno (ho due figli giovani)
Ministri Sacconi, Gelmini e Meloni: andare a fare in culo!!
   postato da carnesalli | 18:00 | commenti
 
 La meteorina in versi


Rubens, La sexy-badante e i vecchioni
Fra le pieghe delle seratine di Arcore, viene fuori che nel corso di tredici mesi il presidente Berlusconi ha versato a una bella ragazza di 26 anni, già meteorina nel Tg4 di Emilio Fede, la ragguardevole cifra di 115 mila euro.
Non si leveranno qui, anche perché del tutto scontate, lamentazioni o proteste per il senso di ingiustizia sociale che questo genere di regalini può suscitare in tanti che oggi, pur lavorando, sempre più faticosamente riescono a far quadrare i conti.
Perciò solo si richiama, con appagato sgomento, il poetico consiglio che anzitempo Enzo Costa rivolse in rima baciata a una di quelle ragazze di cui oggi si occupano le cronache:
“Hai di carriera scopi?
Vuoi evitar dirupi?
Balzar sopra le siepi?
Bijoux di vari tipi?
Metti succinti capi
e trovati il tuo Papi!”
Questa e altre poesie, alcune irresistibili, in “Rime bacate (e aforismi da banco)“, Editori Riuniti, 138 pagine, euri 12,90.
(Filippo Ceccarelli)
postato da carnesalli | 09:04 | commenti

venerdì, gennaio 21, 2011
 
c'è anche una destra decente
postato da carnesalli | 12:10 | commenti

mercoledì, gennaio 19, 2011
 

Le altre donne
di Concita De Gregorio

Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».
Continua a leggerepostato da carnesalli | 09:02 | commenti

venerdì, gennaio 14, 2011
 
Risate, amare, ma risate...
http://www.youtube.com/watch?v=h3d7_Um_Ddc&feature=player_embedded
postato da carnesalli | 17:55 | commenti

martedì, gennaio 11, 2011
 
Non male la proposta di trovare un nome al nuovo partito di Berlusconi
Per intanto l'ha battezzato "Italia".
Ormai, senza forza...
postato da carnesalli | 16:52 | commenti

lunedì, gennaio 03, 2011
 
Q – Quelli che
(Ripensando in questo inizio d’anno a Don Milani e al suo “I care”)
Quelli che: tanto non cambia mai niente,
quelli che: tanto una volta al potere pensano solo a se stessi,
quelli che: cosa c’entro io, deve pensarci lo Stato,
quelli che: cosa c’entra lo Stato, ci penso io,
quelli che: il mondo è sempre andato così,
quelli che: il mondo è dei furbi,
quelli che: io non voto, tanto sono tutti uguali,
quelli che: la politica è una cosa sporca,
quelli che: non credo più a nessuno, tanto rubano tutti,
quelli che: primo prossimo me stesso,
quelli che: fatti furbo, tanto non cambia niente,
quelli che: i poveri ci sono sempre stati,
quelli che: se la sono voluta, avessero pensato ai fatti loro,
quelli che: non ti impicciare, non ti riguarda,
quelli che: no guardi, non mi intendo di politica,
quelli che: non è che non c’è lavoro, è che non hanno voglia di lavorare,
quelli che: io ai miei tempi…,
quelli che: una volta qui era tutta campagna,
quelli che: la mafia non esiste,
quelli che: almeno ci danno lavoro,
quelli che: ma chi te lo fa fare, goditela,
quelli che: cosa vengono a fare, a portarci via il lavoro?
quelli che: Padania libera,
quelli che: l’importante è essere liberi dentro,
quelli che: in fondo c’è sempre il telecomando,
quelli che: si è arricchito lui, arricchirà anche noi,
quelli che: tanto poi chiediamo il condono,
quelli che: io faccio quello che mi pare,
quelli che: ma a lei cosa interessa cosa faccio io?
quelli che: io non ho visto niente,
quelli che: forza Milan,
quelli che: ma che cosa vuoi che sia,
quelli che: ah, i miei quindici giorni di vacanza…
quelli che: non ci sono più valori,
quelli che: io omosessuale proprio no,
quelli che: certo io ce la faccio ancora, ma gli altri come fanno?
quelli che: così la prossima volta imparano,
quelli che: l’ha detto la TV,
quelli che: se non lo faccio io, lo fa un altro,
quelli che: il problema è un altro,
quelli che: è un illuso, vuol cambiare il mondo...
Quelli che: ma io cosa ci posso fare?
A tutti “quelli” dedico per il nuovo anno,

 La storia
(F. De Gregori)
La storia siamo noi, nessuno si sente offeso;
siamo noi questo prato di foglie sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si sente
escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono: "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera"
ma è solo un modo per convincerti
a restare chiuso dentro casa quando viene la sera;
Però la storia non si ferma davvero davanti a un
portone
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi siamo noi
che scriviamo le lettere
siamo noi che abbiamo tutto da vincere
o tutto da perdere.
E poi la gente (perché è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
che sanno benissimo cosa fare:
quelli che hanno letto un milione di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare;
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perché nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo
la storia non ha nascondigli, la storia non passa la
mano,
la storia siamo noi,
siamo noi questo piatto di grano.

***

 Ricordo di avere letto su una vecchia meridiana – nel mio vagabondare per cose antiche che hanno dentro di sé il lavoro e la vita di un uomo (o di una donna…) e ce la raccontano – questa frase: “Non amare soltanto quello che è perfetto, ma rendi perfetto ciò che ami”.
Ecco, questo è l’augurio che faccio a ciascuno di noi per il nuovo anno.
I care: mi interessa, mi riguarda, me ne faccio carico (il contrario del fascista “me ne frego”, sosteneva Don Milani).
Non storcere il naso perché le cose non sono come vorremmo, non aspettare che lo siano, né che sia qualcun altro a pensarci; ma se c’è amore, nelle nostre azioni, se c’è passione, se c’è un progetto, un sogno, un’idea-le, se crediamo – o almeno ci proviamo - di non far parte dei “quelli che”, prendiamocene cura, spendiamoci per renderlo perfetto.
Tutti assieme, forse, ce la possiamo fare, a rendere perfetto ciò che amiamo.
Perché la storia siamo noi.

“Ho sempre pensatoe lo penso tuttora – ha sostenuto Vittorio Foa per la politica, ma credo che valga anche per la vita- che la forza politica non sta nell’impazienza. Sta nella continuità dell’impegno. Nella capacità di non perdere mai di vista ciò che sta succedendo. Nel tenere gli occhi aperti e saper rispondere a tutto ciò che accade”.

postato da carnesalli | 09:03 | commenti (3)

NOVEMBRE 2010

martedì, dicembre 28, 2010
 
Buon ano

E' vero che l'accordo di Mirafiori è storico, come sostengono Berlusconi, Bonanni, Marchionne (che compagnia eh?)
Ha un solo precedente: il 2 ottobre 1925 quando Mussolini, la Confindustria e i sindacati fascisti e nazionalisti sottoscrissero l'abolizione delle commissioni interne.
Oggi Marchionne Cisl e Uil aboliscono in Fiat e Mirafiori le Rsu e le elezioni democratiche. E' un atto di un autoritarismo senza precedenti nella storia della Repubblica: nemmeno negli anni '50 si tolse ai lavoratori Fiat il diritto a votare per le loro rappresentanze.

E questo è solo uno degli aspetti dell’accordo sottoscritto: vogliamo metterci anche il divieto di scioperare, l’aumento dei turni, lo straordinario obbligatorio (ordinario?), la revoca sostanziale del contratto nazionale?

L’abbiamo preso nel c. un’altra volta.
Buon ano a tutti…

postato da carnesalli | 09:04 | commenti (2)

lunedì, dicembre 27, 2010
 
 
Del nostro Presidente del Consiglio e dell’anno nuovo.

Delinquente, si sa (etimologicamente: fallire, mancare al suo dovere, reo di un delitto – chessò, per dirne una, corruzione di giudici…)
Corrotto, si sa (la cricca…)
Mafioso, si sa (Mangano, Dell’Utri, Cosentino…)
Fascista, si sa (leggi contro la Costituzione, limitazioni alla libertà di stampa ed internet…)
Puttaniere, si sa (lasciamo perdere…)

Malgrado tutto ciò, gran parte delle persone non fa una piega. Anzi. Si compiace di quest’uomo “del fare”.

Ma, ecco, appunto, soprattutto incapace.

Dunque: ha (s)governato otto degli ultimi dieci anni (per non dire degli anni precedenti)
Controlla tutto, dalle TV alla portineria del mio condominio.

Risultato?
Tasse: le più alte di sempre.
Occupazione: la più bassa di sempre.
Crescita: la più bassa di sempre.
Debito: il più alto di sempre.
E poi tagli: alla cultura, alla sanità, alla ricerca, alla scuola, ai servizi sociali.
Senza parlare del discredito della politica, della morale civile.
Ma si potrebbe continuare (pensate solo al furto di futuro per i giovani…)

Dopo questa crisi (che non c’era, secondo alcuni), questo è il risultato: disuguaglianza.
Pervicacemente perseguita, non per caso certamente.

I cittadini sotto la soglia di povertà sono passati dal 20% al 29%
I cittadini della fascia del benessere sono passati dal 50% al 31%
Questo è il risultato della destra al governo.

Non mi stupisco, naturalmente.
Mi stupisco semmai di chi ancora non si stupisce, e si ostina ad appoggiare questo governo e le sue politiche.

Io non sto con delinquenti, mafiosi, corrotti, fascisti, puttanieri e incapaci.
Sto con chi – pieno di limiti, ma proprio pieno pieno, esattamente come me – sta dall’altra parte.

C’è ancora molto da fare: buon anno di lavoro a tutti…



postato da carnesalli | 16:39 | commenti
 
Trovarsi lontano da casa
Auguri, italiani, nel mondo. A tutti, anche agli xenofobi, che si informino, una buona volta.
Alberto Rosselli ha curato questa elaborazione grafica, illustrando i dati del dossier Caritas Migrantes e ispirandosi a una campagna di comunicazione che aveva visto in Galicia, Spagna.
Per ingrandire l'immagine, clicca qui. Per scaricare il pdf, qui.

 postato da carnesalli | 14:20 | commenti

giovedì, dicembre 23, 2010
 
Vieni di notte ,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
 e dunque vieni sempre, Signore.


Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
 e dunque vieni sempre, Signore.


Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.


Vieni , figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.


Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre , Signore.


Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.


Vieni tu che ci ami:
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con te, Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.
Vieni, Signore.
Vieni sempre, Signore.

David Maria Turoldo

 
postato da carnesalli | 09:05 | commenti (2)

martedì, dicembre 14, 2010
 
Se qualcuno aveva dei dubbi, siamo in Italia
Berlusconi salvo per tre voti (ricordate Totò?)
Appena la gente si muove, ecco che si scatena la violenza... postato da carnesalli | 18:18 | commenti (4)

domenica, dicembre 12, 2010
 
Ossigeno

Venerdì 10 dicembre
Concerto di Francesco Guccini

 Magia, emozione - e gioia - di sentirmi raccontare la mia vita...

Sabato 11 dicembre

Un'altra Italia è davvero possibile. Perchè esiste.

Meraviglioso compleanno.
E scorta di ossigeno per un pò (è troppo tempo che giro in apnea....)

postato da carnesalli | 19:00 | commenti (2)

mercoledì, dicembre 01, 2010
 
 Branca, branca…

- Finanziamento di 1 milione di euro per produrre un film al solito “amico di amici” (in epoca di tagli…)
- mazzette leghiste nella sanità a Como
- Confermate le accuse di camorra per Casentino
- ennesimo crollo a Pompei
- disoccupazione ai massimi storici
- crisi economica gravissima, con rischio default
- decine di migliaia di studenti nelle piazze contro una riforma che “uccide” la ricerca

Nello stesso giorno in cui accade tutto ciò, nel giorno della morte di un uomo “vivo” come Monicelli, gli studenti hanno occupato le rotaie della stazione di Termini al grido di “Branca, branca, branca… leon, leon, leon” ;o)

Dai, che c’è speranza!
postato da carnesalli | 09:22 | commenti (3)


 

NOVEMBRE 2010

martedì, novembre 23, 2010
 
«Un edificio disabitato»
Mozione della Lega a sostegno del Popolo Veneto (le maiuscole sono decisive), in occasione dei recenti eventi alluvionali che hanno interessato la regione Veneto con danni di notevole entità. Ciò che si rimprovera all'Italia è soprattutto:
«il silenzio di uno stato [minuscolo] italiano che ha altre priorità e che è più colpito dal crollo di un edificio disabitato, seppur di interesse storico, che da questi eventi drammatici».
Si tratta di Pompei che, «seppur di interesse storico», è un centro «disabitato». postato da carnesalli | 12:34 | commenti (1)

venerdì, novembre 19, 2010
 
Dite pure di noi
se questo vi farà piacere -
che siamo dei rinunciatari.
Che non riusciamo a tenere
il passo con la Storia.
Le frasi fatte - sappiamo -
sono la vostra gloria.
Noi, noi non ve le contestiamo.
Essere in disarmonia
con l’epoca (andare
contro i tempi a favore
del tempo) è una nostra mania.
Crediamo nell’anacronismo.
Nel fulmine. Non nell’avvenirismo.
Giorgio Caproni (1912-1990), da “Res Amissa" 1991

postato da carnesalli | 15:36 | commenti (1)

giovedì, novembre 04, 2010
 
"A mia insaputa": Scajola docet
La Russa, mio figlio parte lesa. Intanto, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, prende le difese del figlio Geronimo che aveva preso parte al concorso sospeso. "Si sente parte lesa e se ci sarà una costituzione di parte civile lui parteciperà - ha detto La Russa - ho scoperto che mio figlio è andato a fare il concorso di notaio senza dirmelo e mi sono anche arrabbiato con lui". "Mi ha detto - ha continuato il numero uno della Difesa - che se si costituiranno parte civile lui vuole partecipare perché si sente assolutamente parte lesa, anche se spera come gli altri di non dover buttare via le due prove che ha fatto".

postato da carnesalli | 09:08 | commenti (1)

martedì, novembre 02, 2010
 
Il figlio di Mastella, quello di La Russa, la moglie di Alfano...
Chi riesce, si informi sull'ultimo concorso per notai...
La cricca fatta sistema
postato da carnesalli | 09:19 | commenti

lunedì, novembre 01, 2010
 
2 novembre 1975 - 2 novembre 2010

A me, manchi...

postato da carnesalli | 15:27 | commenti (1)


 

OTTOBRE 2010

venerdì, ottobre 29, 2010
 
Statista bunga bunga
di Concita De Gregorio

Ce lo possiamo permettere? Chiediamoci questo. L'Italia, noi italiani viviamo in un paese così prospero, così egualitario, così giusto, così salubre e così efficiente, in un paese così ricco di tutte quelle ricchezze che fanno dignitosa la vita degli uomini da poterci permettere - in questa democrazia avanzata e matura, solida e coesa - la bizzarria di avere a capo del governo un uomo anziano ossessionato dalla sua stessa vecchiaia, avvelenato di farmaci che gli assicurano apparente vigore e devastato dalle plastiche che ne fingono l'eterna giovinezza, un ex chansonnier piduista di tortuose fortune e discutibili amicizie oggi impegnato a tempo pieno a garantirsi l'impunità dai molti processi e a comprarsi le alleanze che lo portino al Quirinale oltrechè, da una certa ora del giorno in poi, ad organizzare notti in villa e trasferte in dacia così da poter ricevere in accappatoio bianco le ospiti procacciate a nugoli dai suoi servitori intanto messi a capo di imprese commissioni parlamentari reti televisive e ministeri, riceverli con il calice in mano e fare le sei del mattino raccontando barzellette di sapore africano dei tempi di Macario, e tutti giù a ridere prima di tuffarsi in piscina o nel letto? No perché penso, in fondo, che se l'Italia fosse un paese così sano produttivo progredito ed autosufficiente potrebbe persino sopportare il temporaneo vuoto di potere democratico (che dell'assoluto arbitrio di uno solo è sinonimo) determinato dalla provvisoria permanenza al governo di Silvio B. In fondo dieci anni o anche venti di fronte all'eternità sono un attimo. La Roma di Augusto, l'Italia di Einaudi potrebbe sopravvivere facilmente a questa caricatura di imperatore che gli è toccata in sorte: che si è scelta per motivi che solo gli storici con saggezza chiariranno, le responsabilità è ovvio che siano tra tutti equamente distribuite. Tra chi lo ha scelto e chi non ha saputo o potuto opporre alternativa e rimedio.
Continua a leggere
postato da carnesalli | 09:05 | commenti

martedì, ottobre 19, 2010
 
 “Ad ogni giorno basta la sua pena”
(Matteo 6,25-34)

Però è uno stillicidio!

Solo oggi, sfogliando il quotidiano sul tram.

- Arner Bank, sospettata di riciclaggio di denaro mafioso. Al centro della vicenda delle ville di B. ad Antigua acquistate tramite società off shore. Correntista n. 1 Berlusconi (seguono Previti, Doris…). Lì sono depositati i soldi di due holding Fininvest, fin dall’inizio. Nella stessa banca erano i amministrati i denari di noti mafiosi siciliani.
La Banca d’Italia ha rilevato numerose irregolarità. Berlusconi, richiesto dalla procura, si è avvalso della facoltà di non rispondere
- Romani, neoministro: “Odioso Report. Eccesso di antiberlusconismo”
- Masi di nuovo all’attacco di Santoro; bloccati Benigni, Bono Vox, Paolo Rossi, Albanese per il programma di Saviano…
- Panorama (settimanale del premier) raccoglieva informazioni “sensibili” tramite un finanziere corrotto su alcuni personaggi non proprio simpatici al premier
- Giovane collaboratrice di giustizia sciolta nell’acido a Monza (Brianza, “Padania”)
- Terzigno coperta dai rifiuti in fiamme per protesta
- Formigoni (sì, quello che prometteva sfracelli sulla finanziaria e che aveva dichiarato in campagna elettorale: mai centrali nucleari in Lombardia) sostiene che in fondo, sì, una centrale in Lombardia si può fare. Perché no?

Eccesso di antiberlusconismo, ministro Romani?
Ebbene sì.
Ma mi dica lei se non ho ragione…

postato da carnesalli | 09:50 | commenti (1)

venerdì, ottobre 08, 2010
 
 Tre notizie prese a caso, spigolando oggi su internet.

- Maroni incassa sotto elezioni 60.000 euro da una società sotto inchiesta per tangenti a titolo di “consulenze orali”
Non fate quel sorriso… la Carfagna non c’entra!

- Le biblioteche pubbliche stanno cercando sponsor per l’acquisto di libri, il teatro San Carlo di Napoli per racimolare qualche euro affitta le sale per  matrimoni.
Ciò dopo i tagli di Tremonti

- Il nostro amato premier (Kim il Berl)  presente sulle televisioni (anche pubbliche) 80 volte più tempo che le opposizioni.
Indimenticabile Silvio, certo.

E poi certo, duecentesima puntata della Saga di Montecarlo, nuove puntate in preparazione sulla Marcegaglia, disperato tentativo di sfangarla dai processi (primo obiettivo del governo), la spazzatura invade la Campania, gli studenti invadono le piazze contro i tagli, in preparazione dieci milioni di copie di un libretto che illustrerà le magnifiche sorti e progressive del governo…

Il berlusconismo è una deriva populista della democrazia. Dietro al consenso di Berlusconi vedo l’illusoria ricerca di un “uomo forte” che affronti i problemi. Ma è appunto un’illusione. Perché l’autoritarismo non risolve i problemi: ne crea di nuovi.
Mario Vargas Llosa, l’Unità, 1 settembre 2010
Chissà se mai gli italiani se ne accorgeranno…

postato da carnesalli | 09:01 | commenti (6)


 

SETTEMBRE 2010

giovedì, settembre 30, 2010
 
Eh, le escort.... postato da carnesalli | 15:22 | commenti (1)
 

Fonte: Metilparaben  
Provate a dare un'occhiata ad alcuni passaggi del discorso di Berlusconi alla Camera avendo cura di cliccare sui link che vi propongo. Dopodiché, fate un po' voi.
Nessuno ha combattuto la mafia come noi.
Saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno nei prossimi anni con investimenti per circa 21 miliardi di euro pari al 40% di quelli totali, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento della Salerno-Reggio Calabria.
Non vi può essere né autentica democrazia né buon governo se il Parlamento non è libero e forte.
La centralità della persona e la difesa dei valori della vita rappresentano un fondamentale asse di orientamento dell’azione di governo.
L'Italia finalmente svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale.
Il federalismo fiscale non prevede la divaricazione tra Sud e Nord.
In giro vedo e sento troppo odio e la storia ha insegnato che spesso l'odio ha armato le mani delle persone. Tutti dovremmo esserne consapevoli e preoccupati.
La mia stessa indole personale mi porta a cercare l'intesa.
Abbiamo evitato i licenziamenti di massa e tutelato i lavoratori maggiormente colpiti.
Il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza.
 postato da carnesalli | 09:17 | commenti (1)

mercoledì, settembre 29, 2010
 
I Sette con Tebe
A me viene un po' da ridere, pensando ai Sette che non si schierano contro Tebe, ma con: ma non erano quelli con cui costruire la grande alleanza democratica?
L'Unità oggi riporta i loro nomi. Vediamoli, questi esponenti del centro con cui magari allearsi, a meno che ovviamente non si facciano comprare (tra virgolette ma anche senza).
Massimo Calearo (a cui Tabacci dà del voltagabbana, come se l'Api fosse un gruppo emerso dal voto dei cittadini...). Eletto con i voti del Pd, uscitone con Rutelli, ora Veltroni cerca di farlo rientrare (nell'Api?).
Giuseppe Drago. Presidente della Regione Sicilia più di dieci anni fa, condannato a tre anni e mezzo per peculato.
Calogero Mannino. Pare stia cercando una collocazione (in Parlamento o dove si può) per i figli. Ecco come funziona il ricambio generazionale.
Saverio Romano. Udc. Già indagato per mafia.
Giuseppe Ruvolo. Udc. L'uomo che aveva indagato su se stesso, dalla Commissione Antimafia alla Provincia di Agrigento, di cui era vicepresidente.
Bruno Cesario. Dal Pd all'Api. Deputato dal 2006, spiega: "Non devo l'elezione al Pd ma a padre Pio". Miracoloso.
Michele Pisacane. Ha rotto con l'Udc perché la moglie non è stata nominata assessore in Campania (regione nella quale l'Udc governa già con B).
P.S.: pare che Polinice, per rimanere in tema, dopo un'estate in cui sono volati stracci, cognati e cucine, voterà la fiducia a Eteocle. Avanti così, fino allo squallore.
postato da carnesalli | 12:31 | commenti
 
Chi di Lega ferisce...


postato da carnesalli | 09:01 | commenti

martedì, settembre 28, 2010
 
Ultimi giorni di Pompei
(dal sito de La Repubblica)
PS che avesse avuto ragione Lombroso)?

Ecco il contratto della compravendita
Peones ingaggiati con 10mila euro
Nel 2008 due ex leghisti premiati dal Pdl per le trame anti-Prodi: Pottino e Gabana non furono rieletti, ma in compenso ottennero uno stipendio mensile. Il ministro Elio Vito fu determinante nell'opera di convincimento 
Marco Pottino
ROMA - A proposito di calciomercato. Non c'è solo l'acquisto plateale e smaccato del deputato in carica, alla vigilia di un voto decisivo. Ci sono accordi e garanzie, sistemi e metodi tali da assicurare il presente e anche il futuro della pedina che si rende disponibile. Non necessariamente un seggio, magari un contratto ad personam. Con soldi sonanti. Tanti. Un tot al mese. Poco meno di quanti la pedina ne avrebbe guadagnati da parlamentare in carica. Di un paio di quei contratti Repubblica adesso è venuta in possesso.
Qual è il metodo? Quale il sistema? Come funziona il mercato da Transatlantico nel reame di Silvio Berlusconi, laddove tutto ha un prezzo, tutto una ricompensa? Lo ricostruiamo attraverso la storia di due oscuri peones, ligi ex onorevoli del Nord-Est. Transitati dalla Lega al gruppo misto nella passata legislatura, alla fine del 2006, nel pieno del biennio ballerino del governo Prodi. Quando ogni singolo senatore diventa determinante per la tenuta dell'esecutivo e in tanti vengono contesi, corteggiati, lusingati. In qualche caso forse convinti con ragioni a cinque zeri. Dopo aver rotto con la Lega in Friuli per beghe locali, Marco Pottino, allora deputato, classe '74, e Albertino Gabana, allora senatore, classe '54 (entrambi di Pordenone) dopo un anno di navigazione a vista nel gruppo misto, vengono "convertiti" a fine 2007 al credo berlusconiano. Per essere acquisiti infine al gruppo forzista. Sono le settimane in cui l'esecutivo del Professore già vacilla. E il senatore Gabana in più di un'occasione vota con quella maggioranza, in un Palazzo Madama trasformato ormai in una casbah. Poco influente Pottino a Montecitorio, ma strategico Gabana per tentare la spallata. I due però camminano insieme. Inseparabili. I messi del Cavaliere sanno che il "pacchetto" va acquisito in tandem. Entrambi vengono avvicinati, lusingati, compiaciuti. Elio Vito, attuale ministro dei Rapporti con il Parlamento - rivela in particolare Pottino nel colloquio telefonico con Repubblica - è il più convincente.
La contropartita? Dentro il Pdl raccontano come in quegli ultimi giorni della Pompei prodiana, Berlusconi chieda all'alleato Bossi il via libera per tentare l'operazione aggancio. E di come la manovra sia stata accordata dal Senatur, a patto che i due "ex" del Carroccio non vengano poi rieletti. Clausola che il Cavaliere, o chi per lui, mette subito in chiaro ai due, nel momento in cui viene prospettato il passaggio e la fittizia candidatura alle successive politiche (poi precipitate da lì a tre mesi). Ma allora che interesse avrebbero avuto i peones ad accettare l'offerta? Transitare per poi perdere il seggio? È qui che scatta la rete di protezione. La garanzia per entrambi, qualora non eletti, di mantenere comunque lo status economico da parlamentare, magari con una consulenza ad hoc.
I fatti. Succede che, alle Politiche del 2008, tanto il giovane Pottino quanto il cinquantenne Gabana vengono candidati insieme alla Camera, lista Pdl, collegio del natio Friuli. Puntualmente non la spuntano: risultano primo e secondo dei non eletti. E accade che nel dicembre 2008, pochi mesi dopo l'inizio della legislatura, entrambi stipulino due distinti "contratti di lavoro a progetto" con il gruppo Pdl di Montecitorio, "in persona del suo presidente, Fabrizio Cicchitto", con tanto di firma in calce. Durata (art. 5 del contratto): a partire dal gennaio 2009 e "fino al termine della XVI legislatura". Compenso (art. 6): "Complessivi 120.516 euro annui al lordo delle ritenute", da corrispondere "in dodici rate di 10.043 euro". Né più né meno che l'indennità sommata alla diaria di cui godono gli onorevoli. Mancano all'appello solo i 4 mila del rimborso spese per portaborse. Bingo! Professionisti da gratificare per i servigi e la dedizione, consulenti meritevoli ("Considerevoli esperienze professionali nell'ambito delle comunicazioni istituzionali" è l'identica motivazione nei due contratti), da impiegare al gruppo. Il tutto, con soldi pubblici, i budget messi a disposizione dalla Camera, quattrini del contribuente.
Ma si dà il caso che a Montecitorio, al gruppo Pdl, di loro non vi sia traccia (se non al libro paga). "Non risultano nei nostri elenchi, è sicuro che lavorino qui?" risponde la segretaria interpellata. "Forse potete provare al partito". Ma la risposta non cambia quando vengono contattati gli uffici di via dell'Umiltà. Repubblica rintraccia Gabana e Pottino al telefono a Pordenone. I due ex leghisti, oggi pidiellini militanti, forniscono nella sostanza la medesima spiegazione. Confermano di avere quel rapporto di consulenza ma negano la compravendita: "Non siamo stati affatto comprati, provenivamo già dal centrodestra". E ammettono di andare poco a Roma: "Ma solo perché è meglio lavorare qui in Friuli, ci dedichiamo alla costruzione del partito. Proveniamo dal Carroccio e chi meglio di noi sa come si lavora sul territorio?".
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giovedì, settembre 23, 2010
 
Il waka waka per mandare via Minzolini (come siamo ridotti...)

postato da carnesalli | 16:05 | commenti (2)

martedì, settembre 21, 2010
 
Buon Compleanno...
Lettera ai giovani
Care ragazze e ragazzi,
l'8 settembre 1943 avevo trentatrè anni ed ero a Torino che è la mia città. Da soli quindici giorni ero uscito da un carcere dove ero entrato a soli ventiquattro anni per ragioni politiche.
Avevo cospirato contro il fascismo che io odiavo fin da quando ero ragazzo: il fascismo aveva tolto ogni libertà agli italiani e li mandava a fare la guerra ad altri popoli, ad uccidere ed anche a morire senza una ragione al mondo.
Che male ci avevano fatto gli abissini, i greci, i francesi, gli inglesi, gli jugoslavi, i russi?
Nessuno, eppure contro di loro il regime fascista aveva dichiarato guerra e per giunta l'aveva perduta, mandando a morire centinaia di migliaia di nostri ragazzi e riducendo l'Italia in rovina.
Il fascismo diceva che faceva questo per la patria ma non era vero: per me e per tanti italiani la patria è l'Italia che collabora con gli altri paesi mondo per il bene di tutti, non è l'Italia che aggredisce gli altri e opprime i suoi figli.
L'8 settembre, quando fu annunciata la fine della guerra contro gli inglesi e gi americani capimmo che i tedeschi sarebbero arrivati in armi per cancellarci, tutto cambiò.
Attorno a me vidi negli occhi di ragazze e ragazzi una nuova volontà di azione, l'impegno per cacciare i tedeschi e fascisti e dare all'Italia una convivenza democratica e una posizione attiva e aperta al mondo.
Quella era la vera patria.
In quel giorno cominciò la resistenza e capii che avevano senso i miei lunghi anni di carcere per la libertà.
Vittorio Foa
postato da carnesalli | 09:11 | commenti (1)

giovedì, settembre 16, 2010
 
 “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”. Citare Dante, lo ammetto, è l’ultima delle risorse ma questa dell’Inferno è troppo appropriata per non essere utilizzata oggi.
 James Walston, Foreign Policy, 15 settembre

Reportage dal titolo esplicito, “The Bordello State”, pubblicato da Fp – Foreign Policy, stimato e quotato magazine di politica internazionale edito a Washington e molto seguito anche attraverso il suo sito. La foto, nel caso sorgessero dubbi, ritrae il nostro premier. La tesi dell'articolo a firma di James Walston è che il premier è in crisi nera. Ma non è quello il dramma. Il dramma sta nella conclusione, per noi amarissima: “Dante è citato spesso (nel servizio) per una buona ragione: lo Stato è precipitato all'Inferno”. E' un “bordello”, grazie anche alle frequentazioni di escort. E chi riprende Dante è uno studioso dell'università di Princeton, l'italiano Maurizio Viroli, nel libro “La libertà dei servi”. Dove scrive: l'Itala è riuscita "nell'esperimento politico di trasformare, senza violenze, una repubblica democratica in una corte intorno a un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine di persone con spirito servile”. Come rimproverava il poeta agli italiani sette secoli fa.
Walston riprende la citazione del bordello dall'Alighieri e da un libro postumo del 2006 Paolo Sylos Labini. E riprende l'analisi e l'appello dell'economista “di un'integrità assoluta” che vedeva il Paese nell'abisso, che voleva difendere le regole del mercato dal potere politico ma dove lo spropositato conflitto d'interessi di Berlusconi si è fatto bellamente beffe di quelle regole.
Dopo di che, mentre l'Italia è stata schiaffeggiata da tempeste interne, oltre che quelle internazionali, “le residenze del primo ministro sono diventate dei bordelli, e non solo metaforicamente”. Le notizie delle escort non sono rimaste entro i confini patrii. Ma l'articolista affonda il coltello sull'ultima estate del premier. “Dalla fine di luglio è mancata una leadership chiara”. Watson ricorda che il premier in agosto ha minacciato le elezioni per mettere nell'angolo Fini e i suoi. Poi, “come i sondaggi hanno mostrato che l'unico vero vincitore in un voto anticipato sarebbe stato Bossi”, e che forse non otteneva una maggioranza al Senato, allora Silvio ha inserito la retromarcia. Così ora parla di altri “tre anni” di governo e di far passare i famosi cinque punti su economia, il Sud, il federalismo fiscale, la sicurezza e la giustizia. E, ricorda l'articolista, questo è il punto più controverso. “Perché garantisce a Berlusconi l'immunità” dai processi penali.
Lo sguardo dall'estero, attacca Walston, non è meno desolante. Il nostro premier, dice, si vanta che la sua politica estera è “l'invidia d'Europa” ma la realtà è diversa. La settimana ha attaccato Fini da un forum internazionale sulla politica globale in Russia, poi ha criticato per “l'ennesima volta” i “giudici comunisti” che gli impedirebbero di governare, poi ha dato un caloroso benvenuto al dittatore libico Gheddafi, infine ha definito Putin e Medvedev “un dono di Dio per la democrazia russa”. Noi in Italia lo sappiamo, il giornalista sembra stupirsi anche se sa. E più imbarazzante di tutte, la notizia del peschereccio mitragliato dalla motovedetta libica donata dal governo.
Intanto i dolori interni si “moltiplicano”. Stando ai sondaggi, Berlusconi è sceso del 4,9% nei favori degli elettori arrivando al 37% e mentre va a caccia di parlamentari il Pdl è calato ancora e sta sotto il 30%.
Il Foreign Policy non dimentica il caso P3, ricorda come l'associazione abbia manovrato nell'ombra e con denaro per cercare di defenestrare Prodi nel 2007. E aggiunge: alcuni indagati parlano come per fuggire da una nave che sta affondando. Ma Berlusconi “è preoccupato della sua sopravvivenza mentre l'Italia è in guai grossi”. Il declino, iniziato quasi 20 anni fa, si è fatto più pesante, il World Economic Forum non vede da noi una ripresa e ci colloca al 48esimo posto nella competitività mondiale, dietro la Lithuania prima del Montenegro. Intanto la disoccupazione giovanile è salita al 29.2% in maggio.
Le rivelazioni, gli scandali sui protagonisti del Pdl o su affaristi, non fanno “colore” giornalistico, stavolta. Piuttosto fanno immaginare a Watson uno scenario perfetto per l'opera verdiana del “Rigoletto” (forse ha visto la recente versione della Rai in tv mandata in mondovisione): trame, intrighi e il gobbo che intona “Cortigiani vil razza dannata”. Perché il dramma autentico, scrive amareggiato Walston, “non che se alcune donne sono entrate in Parlamento passando dalla camera da letto, è che donne e uomini, giornalisti e professionisti, hanno abbandonato la loro volontà di pensare e i loro principi”.
Si può dire che abbiano torto?
Analisi perfetta, che pochi in Italia hanno il coraggio di pubblicare

Solo spigolando le notizie di oggi:

Continua a leggerepostato da carnesalli | 09:31 | commenti (1)

martedì, settembre 14, 2010
 
È fondamentale il diritto dei ragazzi ad avere una scuola ...e quindi, coerentemente, tagliamo i fondi. Non fa una piega.
di Alessandro Capriccioli

dal sito de l'Unità
Non ricordo un anno scolastico che non sia stato accompagnato da una serie di polemiche e proteste.

be', oddio, questo vale succede anche per Miss Italia, ma non è che voglia dire granché...

Rispetto tutti coloro che protestano.

bene, e quindi ascolterà attentamente le loro ragioni, suppongo.

Credo che questo non sia comunque il primo anno che accade.

ah, ecco, diciamo che se non è una novità non ce ne frega niente, un po' come il disco per l'estate...

Voglio sottolineare che quest'anno la scuola mette al centro

il simbolo della Lega? Ah, no, magari quello solo a Adro...

gli studenti e non gli interessi corporativi.

cioè, è una specie di autogestione? Si fanno la scuola da soli senza insegnanti? No, perché eravate voi quelli che ce l'avevate col '68, o sbaglio?

È fondamentale il diritto dei ragazzi ad avere una scuola

con i banchi, le lavagne, i cestini della carta?

di qualità indipendentemente dal loro ceto sociale e dalla regione di appartenenza.

...e quindi, coerentemente, tagliamo i fondi. Non fa una piega.

Per quanto riguarda i precari

ah, ecco, parliamone un attimo...

sono stati

mortificati, umiliati e privati perfino di quel poco che avevano?

siglati gli accordi con le Regioni.
Continua a leggerepostato da carnesalli | 10:08 | commenti

lunedì, settembre 13, 2010
 
 
Straordinario stralunato straquadanio
Dal letto allo scranno
Cinzia Sasso – repubblica.it
Finalmente abbiamo trovato un ideologo all’altezza del compito. Se per ottenere pari opportunità decenni di femminismo non sono serviti; se quella marcia delle donne cominciata nel ‘46 con il voto (la prima volta è stata al referendum monarchia-repubblica) è sembrata tornare indietro, grazie ai lettoni di Putin e dintorni, a passi da gigante; se trent’anni di fatiche sui posti di lavoro hanno appena scalfito il soffitto di cristallo che pesa sulla testa delle donne, non demoralizzatevi. A dare alle donne il posto che meritano ci pensa lui, tale Giorgio Sdracquadanio, non si capisce come, eletto al Parlamento.
Intervistato in tv, ha detto che ognuno, per fare carriera, è giusto che usi il meglio che ha. E che se una donna ritiene di usare il suo corpo, è legittimo che lo faccia. Insomma, andare a letto con qualcuno in cambio di un posto in lista, va bene.
Condivido: ogni donna, come ogni persona, può fare quel che le pare.  Quello che mi fa spaventa non sono le donne; sono gli uomini che in cambio di sesso sono disposti ad aprire le porte di quel loro mondo ancora molto esclusivo. E mi spaventano le regole che quegli uomini sono riusciti ad imporre. La riforma della legge elettorale, quella che può ridare ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti, non può più essere rinviata.
Con questa legge il vero rischio che corriamo non è di avere le escort in parlamento; è di avere gente come questo signor Stracquadanio.
P.S. In serata arriva la notizia che nel mercato delle vacche Berlusconi ha comprato venti nuovi deputati per allargare la maggioranza.
La domanda sorge spontanea: cosa avranno ottenuto in cambio?

postato da carnesalli | 18:00 | commenti

sabato, settembre 11, 2010
 
"un professionista della politica",che vuole "fare la sua aziendina”
Così Silvio Berlusconi  a proposito di Fini

Nel 1994 a Napoli per il G7 (allargato alla Russia) c'erano:
Clinton e Berlusconi, Major e Kohl, Mitterrand, Chretien, Muruyama e Eltsin.
Mi sembra abbastanza facile scoprire chi sia il professionista della politica.

L’unica differenza tra i due è nelle dimensioni dell’azienda…
postato da carnesalli | 19:24 | commenti
 

postato da carnesalli | 17:58 | commenti

venerdì, settembre 10, 2010
 
Grazie a te ora lo sappiamo
«Eccoci, maestro. Siamo tutti qui a fare quello che abbiamo imparato da te. Tenere la testa alta. Perché tutti sappiamo che non basta una vile pistola a uccidere chi ha insegnato agli altri a vivere. E noi siamo tutti qui, tutti, perché tu ci hai spiegato cos'è il coraggio, cos'è il rifiuto di qualsiasi prevaricazione, cos'è la bellezza, l'amore, la vita. E tu sei la vita che non può morire mai. Quella che fa paura ai vigliacchi. Quella che rimane dentro e diventa lezione, tesoro, insegnamento. Per tutti. Eccoci, Maestro. Grazie a te ora lo sappiamo, come si fa a vivere».
Dal sito del Comune di Pollica, Salerno, la città di Angelo Vassallo. postato da carnesalli | 12:57 | commenti

mercoledì, settembre 01, 2010
 
I - Indigenza mentale
"Mi hanno urlato mafioso.
Se mi avessero detto cornuto sarebbe stato peggio"
Marcello Dell'Utri, senatore della Repubblica, fondatore di Forza Italia - 31.8.2010
postato da carnesalli | 08:59 | commenti (1)

LUGLIO 2010

martedì, luglio 27, 2010
 
       Internet, ultimi giorni di libertà
In settimana il voto definitivo alla legge bavaglio con multe e obbligo di rettifica. L'Italia va così verso la Cina, mentre parte anche la schedatura delle web tv. Normative impensabili nelle altre democrazie


 Cala il sipario sul web, uno degli ultimi spazi disponibili per fare circolare liberamente le idee. Il comma 29 dell'articolo 1 della legge bavaglio impone che ogni sito, blog, forum, pagina Facebook, canale YouTube, debba sottostare all'obbligo di rettifica previsto per le testate giornalistiche. Si rischiano multe fino a 12mila euro.  Nel frattempo l'Autorità garante per le Comunicazioni ha pubblicato gli schemi dei regolamenti in ossequio al Decreto Romani. D'ora in poi le web tv ed i video blogger italiani dovranno chiedere all’Agcom un’autorizzazione per andare online e versare 3000 euro per l'iscrizione. Mentre nel mondo sempre più paesi guardano con lungimiranza alla rete, in Italia procede a tappe forzate il progetto per controllare il web e per zittire le tante voci contro il palazzo che popolano Internet  


postato da carnesalli | 12:37 | commenti (1)

mercoledì, luglio 21, 2010
 
"Con me... un nuovo miracolo italiano"
(S.Berlusconi)
Rapporto Svimez sul Mezzogiorno
I segnali sono quelli della povertà assoluta: c’è chi non può pagarsi il medico (una famiglia su cinque), chi non ha i soldi per il riscaldamento (la stessa quota), chi non ce la fa ad acquistare un abito nuovo (30%), chi paga in ritardo le bollette (16,7%). Si riducono gli acquisti su tutto, perfino sul cibo: 8 famiglie su 100 hanno rinunciato agli alimentari nel 2009. Quasi una famiglia su due non ha potuto sostenere una spesa imprevista di 750 euro. Sono quasi 7 milioni le persone a rischio povertà, un meridionale su tre, contro uno su dieci a Nord. Tra questi non mancano i lavoratori stabili (889mila dipendenti) e pensionati (760mila).
Ma i bilanci familiari restano ai minimi, in nuclei molto spesso (47%) monoreddito. Le donne restano a casa e non cercano neanche più lavoro «anche per fattori culturali», osserva il rapporto. Nel 12% dei casi un lavoratore ha a carico tre o più familiari, un dato quattro volte superiore a quello del Centro-Nord
Il 36% dei giovanissimi è senza lavoro. Cresce anche il numero dei disoccupati di lunga durata. Molti giovani laureati, vera linfa vitale dei sistemi economici, hanno ripreso a partire prevalentemente verso il Nord Italia. In un ventennio sono emigrati verso regioni più ricche 2 milioni e 385mila persone. Oggi, se si somma il tasso di disoccupazione a quella zona grigia che non cerca più lavoro ma che si dichiara disponibile a lavorare, il tasso arriva al 24%: un meridionale su 4. Prospettive nerissime, che si aggiungono alle ultime stime del Cnel, che per l’anno in corso prevedono in tutta Italia 350mila posti di lavoro a rischio, con possibili peggioramenti fino a 420mila.
La recessione è profonda. Da otto anni il Sud cresce meno del centronord: segno inequivocabile della frenata italiana. Il Pil nell’anno della crisi è tornato ai livelli di 10 anni fa, con un impatto su tutti i settori. Il calo del 2009 è stato del 4,5%, un valore molto più negativo del -1,5% del 2008, ma inferiore al -5,2 dell’Italia centrosettentrionale, esposta maggiormente alla crisi mondiale. In ogni caso la ricchezza pro capite resta quasi la metà di quella del resto d’Italia. Anche l’agricoltura è stata colpita dalla crisi, con un arretramento del 5%, contro il -1,9% del resto del Paese. A fare le spese maggiori della crisi , l’industria , con il crollo del valore aggiunto industriale del 15,8%, mentre la produzione manifatturiera ha segnato un calo del 16,6%. In questa situazione, denuncia Svimez, l’industria del sud è a rischio estinzione. Dal 2008 al 2009 l’industria manifatturiera del sud ha perso oltre 100mila posti di lavoro, di cui 61mila lo scorso anno. In questo modo il gap dell’industria meridionale rispetto al resto d’Italia e rispetto all’Europa è ulteriormente aumentato.

postato da carnesalli | 09:34 | commenti (2)

lunedì, luglio 19, 2010
 
 La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale dell’indifferenza,delle contiguità e quindi della complicità…
(P.Borsellino)


…il futuro non è un domani esterno, ma un avvento che ci corre incontro. È proprio il presente, le scelte che facciamo oggi, a preparare il futuro.
… il futuro non è esterno a noi, è dentro di noi. Non ci deve essere spazio per la rassegnazione, l’indifferenza, il disimpegno, il riflusso, se non addirittura il trasformismo e l’opportunismo, che oggi nel nostro Paese vanno purtroppo diffondendosi. Vivere il presente con radicalità significa anche essere capaci di critica argomentata e intelligente. Capacità di critica equivale a coraggio, forza di allontanare tutto ciò che è suggestivo, che seduce, ma di fatto distrae e porta (come vuole la propaganda interessata) fuori strada. Capacità critica significa allora saper rompere gli idoli della seduzione, l’idolo del consenso, l’idolo del potere, per lavorare invece a una comunità finalmente capace di rompere le ingiustizie. Ripartendo dalla Costituzione
(G.Caselli)
postato da carnesalli | 09:11 | commenti

mercoledì, luglio 14, 2010
 
dal blog di Giuseppe Civati
Arcore è capitale anche dell'Aci
Un sacco di tesserati Aci. Ad Arcore. 4 in un anno e 463 in un solo giorno. Non ce n'è: in quella città hanno una marcia (absit iniuria verbis) in più.
Nel frattempo, l'Aci diventa il tempio della parentopoli. Nelle parole di Dario da Bergamo:
Questa volta la puntata della serie Parentopoli riguarda l'ACI milanese. Il ministro del turismo Vittoria supergiarrettiera Brambilla nomina commissario straordinario Massimo Ermolli, figlio di Bruno (supermanager factotum di Berlusconi, consulente di tutto l'universo della libertà, anche dell'ACI). Massimo Ermolli è socio e amministratore di Sinerg&tica, la società di consulenza di papà che da anni lavora par l'ACI. Il fortunato figlio, ora commissario, decide di convocare le elezioni del nuovo cda il 22 luglio prossimo. L'unica lista in campo è formata dallo stesso Ermolli junior, da Geronimo augh La Russa (figlio del ministro Ignazio ) e da Eros Maggioni (compagno performante della ministra coscialunga). Però servono voti, cioè tessere, che miracolosamente aumentano in un sol giorno del 30% (ben 263 tra Arcore e Vimercate, dove l'anno precedente furono solo 4). Vabbè, però forse i candidati sono vecchi e fedeli soci ACI che andrebbero premiati. Macchè. Il compagno della ministra autoreggente e il babyErmolli si sono iscrittti solo un mese prima, quest'ultimo tra l'altro senza aver pagato alcuna quota. Nel frattempo Mediolanum, la banca di Berlusconi, vuole annettersi Sara, l'assicurazione controllata da ACI, che ha affidato il mandato per la vendita proprio a Sinerg&tica del clan Ermolli. Parenti, insomma "famiglie". Dopo la P2 e la P3 forse siamo alla P4. Il conflitto di interessi è servito. Gli italiani intanto guardavano le partite di calcio... postato da carnesalli | 16:57 | commenti
 
Ancora non basta?
di Concita de Gregorio
Che altro deve succedere? "Cesare" - come lo chiamavano nel loro codice Flavio Carboni, Marcello Dell'Utri e soci - sapeva tutto.
«Cesare», cioè Silvio Berlusconi, il capo del governo di questo Paese, sapeva dei ricatti, delle minacce, dei falsi dossier confezionati per screditare candidati non graditi alla Cupola. La scelta del nome il codice è il dettaglio che fa luce sulla scena: Basso impero, scrivemmo molti mesi fa. Qualcosa di peggio. L'imperatore, diceva sua moglie. Nerone, e non più nella versione grottesca di Petrolini. Una china irreversibile in cui avidità e delirio di onnipotenza trascinano il corpo lacero della democrazia. Cosa serve ancora perché sia chiaro anche a chi lo ha votato che al posto di un governo la maggioranza degli italiani ha eletto un losco, impunito, pericolosissime comitato d'affari che opera nell'illegalità assoluta - criminale, dunque - e che agisce al solo scopo di favorire la sua impunità, appunto, i suoi interessi e quelli delle lobbies di riferimento che in questo caso non sono solo petrolieri e signori delle armi ma, prima ancora e insieme, mafia, 'ndrangheta, camorra.
Cesare sta portando il paese intero ad una condizione terminale di malattia, un cancro in metastasi che non sappiamo più se sia possibile fermare tagliando, togliendo - non basterebbero le dimissioni di una o due delle persone coinvolte, e comunque neanche questo accade. Ci sarebbe piuttosto da augurarsi, come accade per gli incurabili, una fine rapida, una morte che sia di sollievo. Ma cosa succede se a morire non è una persona ma un sistema di garanzie e di regole, un paese intero, la nostra Repubblica: è ugualmente lecito augurarsi la sua fine senza temere conseguenze imprevedibili? Abbiamo gli anticorpi necessari - e gli strumenti, la forza, la capacità - per gestire all'interno del processo democratico una così drammatica e invasiva crisi di putrefazione del sistema?
Qualche settimana fa questo giornale ha dedicato la copertina a Licio Gelli, "chi si rivede" era il titolo, ed ha per l'ennesima volta raccontato come questa classe politica sia figlia di quel progetto eversivo. Berlusconi-Cesare allora era un giovane affiliato così come molti dei suoi uomini. Abbiamo raccontato a chi ha meno di trent'anni cosa sia stata e cosa sia ancora la P2 senza curarci degli occhi al cielo e dei sospiri di sufficienza di chi ogni volta commisera la nostra ostinazione: "ancora la P2, che noia". Altri si sono mostrati più interessati. El Pais ci ha chiesto un lungo articolo sul tema, diffuso in Nord e in Sud America; alcune prestigiose università americane ci hanno domandato di incontrare gli studenti e i loro docenti per raccontare questa storia. Oggi alla cricca composta da alcuni sottosegretari di governo, da uomini di Berlusconi condannati per mafia, da faccendieri già attivissimi nei giorni del crac del Banco Ambrosiano oltre che da referenti della camorra e della 'ndrangheta i giornali danno il nome di P3. E' diversa, questa P3 dalla P2: è come se ne avesse mutuato solo il codice di comportamento - la corruzione, il ricatto, l'uso dei dossier per screditare gli avversari: è una banda che fa i suoi affari, parla in codice e in dialetto, non ha neppure la grandezza criminale di un disegno eversivo. Solo soldi, benefici privati, favori. Non abbiamo più nemmeno i golpisti di una volta. Cesare ha provato a risolvere il problema come fa sempre: occultandolo. Ecco l'urgenza della legge bavaglio. Non ha fatto in tempo, e di nuovo minaccia.

postato da carnesalli | 09:23 | commenti (2)

martedì, luglio 13, 2010
 
Sì, vogliamo i caschi blu!
Anche l'Onu boccia la legge-bavaglio: non solo chiede al governo di "sopprimere o rivedere" il discusso ddl intercettazioni, ma annuncia una missione in Italia, nel 2011, per esaminare la situazione della libertà di stampa e il diritto alla libertà di espressione postato da carnesalli | 14:08 | commenti
 
Strano paese

In Francia il Presidente, semplicemente sospettato di aver preso una piccola somma a titolo di “contributo elettorale”, ha sentito la necessità di andare in TV davanti ad un giornalista indipendente per giustificare il suo comportamento

In Italia il Presidente – ma solo in via esemplificativa, si direbbe in termini giuridici - ha il “braccio destro” condannato in via definita per corruzione di giudici (per acquisire illegalmente la casa editrice di proprietà dello stesso Presidente), quello “sinistro”, anche nel senso di losco,  condannato in appello per concorso per mafia e ultimamente – per non farsi mancare nulla – coinvolto in quella che viene chiamata P3, assieme ad un  alto dirigente del partito, due sottosegretari, un amico carissimo (coinvolti anche in gravi episodi di corruzione)…
 
E da Arcore?
Neppure una cartolina…


postato da carnesalli | 09:21 | commenti (1)

venerdì, luglio 09, 2010
 
postato da carnesalli | 11:03 | commenti (2)

lunedì, luglio 05, 2010
 
Si è dimesso
Ma non ha potuto   restituire le deleghe, perché non le ha mai ricevute. Spero che gli italiani si rendano conto di quello che sta accadendo in questo Paese.
E intanto veniamo informati che:
A) Italia sempre più povera, ora si risparmia anche sul cibo
 È la prima volta che negli ultimi dieci anni si registra una variazione nominale negativa per la spesa media mensile per le famiglie. Lo rende noto l'Istat nell'indagine annuale sui consumi, precisando tuttavia che il calo record si associa al più basso tasso di inflazione relativo sempre allo stesso periodo. Dunque per l'istituto di statistica "la riduzione della spesa media mensile per consumi in termini reali appare alquanto significativa".restituire le deleghe, perché non le ha mai ricevute. Spero che gli italiani si rendano conto di quello che sta accadendo in questo Paese.

"Diminuisce del 3% rispetto al 2008 la spesa media per generi alimentari e bevande (461 euro al mese)". Lo studio sulla spesa per consumi delle famiglie italiane fa capire come "la diminuzione segue l'incremento osservato nel 2008, essenzialmente dovuto alla sostenuta dinamica inflazionistica che aveva caratterizzato questi beni. La percentuale di famiglie che dichiara di aver diminuito nel 2009 la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all'anno precedente è pari al 35,6%". Il 63% delle famiglie "dichiara di aver diminuito solo la quantità, mentre il 15% di aver diminuito, oltre alla quantità, anche la qualità".
Rispetto al 2008, diminuisce la spesa media mensile per pane e cereali, per oli e grassi, per patate frutta e ortaggi, per zucchero, caffè e altro; in diminuzione risulta anche la spesa per bevande. La contrazione osservata a livello nazionale è essenzialmente dovuta alla diminuzione registrata nel Mezzogiorno, dove dai 482
B) Il Belpaese della disuguaglianza: metà ricchezza al 10% degli italiani

Don Paolo Gessaga la spiega così, quasi con uno slogan pubblicitario: "La povertà non è più "senza fissa dimora"". La povertà è accanto a noi. Diffusa e afona, al pari della diseguaglianza. "È meno apparente, ma è più profonda", aggiunge il sacerdote che ha fondato la catena degli empori della Caritas. Dalla sua parrocchia di San Benedetto in via del Gazometro a Roma, nel quartiere popolare Ostiense, questo cinquantenne arrivato dal varesotto, vede, e tocca, da vicino le nuove povertà e le nuove diseguaglianze, coda velenosa della Terza Depressione mondiale come l'ha chiamata il premio Nobel per l'economia Paul Krugman. La crisi ha accentuato le diseguaglianze e frantumato anche la middle class italiana. Siamo diventati tutti americani. E l'Italia, in termini di reddito, è un paese sempre più diseguale: ricchi e poveri, giovani e anziani, uomini e donne, nord e sud. L'eguaglianza non c'è più, né si ricerca, e le distanze si allargano. Lo dice Don Paolo, lo certificano l'Ocse e la Banca d'Italia. Peggio di noi, tra le nazioni cosiddette sviluppate, solo il Messico, la Turchia, il Portogallo, gli Stati Uniti e la Polonia.
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postato da carnesalli | 12:57 | commenti

GIUGNO 2010

martedì, giugno 29, 2010
 
L'ideatore di Forza Italia è stato condannato a sette anni. Ma i giudici lo considerano colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa solo fino al 1992. Dalla sentenza restano quindi fuori il periodo della creazione del partito del Cavaliere e quello delle stragi del '93. Il collegio insomma non crede ai pentiti Gaspare Spatuzza e Nino Giuffrè. Ma resta un dato: Dell'Utri faceva da tramite tra i boss di Cosa Nostra e Berlusconi negli anni in cui nasceva il suo impero immobiliare e venivano inaugurate le sue tv. E il premier quando era stato chiamato a testimoniare sull'accaduto si era avvalso della facoltà di non rispondere. Può un uomo del genere continuare a fare il presidente del Consiglio nel Paese di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? di Peter Gomez 
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lunedì, giugno 28, 2010
 
L'Italia di Berlusconi Tasse e debito pubblico più alti d'Europa
Il debito pubblico in Italia e' sempre il piu' alto in Europa: nel 2009, in rapporto al Pil, dopo il calo rilevato nel 2007, ha proseguito la crescita gia' registrata nel 2008, aumentando di quasi 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente e attestandosi al  115,8%, valore molto prossimo a quelli rilevati alla fine degli anni '90. Nel confronto con i paesi dell'Ue, lo stock di debito pubblico
italiano in percentuale al Pil continua ad essere il piu' alto, a fronte del 73,6% rilevato in media Ue-27). E' quanto sostiene l'Istat che ha diffuso oggi informazioni dettagliate sui conti economici e i principali aggregati annuali del settore delle Amministrazioni pubbliche.
Questi i dati principali, segnalati dall'Istat: deficit/Pil 2009 quasi raddoppiato rispetto all'anno precedente (si e' passati dal 2,7% al 5,3%). In valore assoluto, l'indebitamento risulta pari a 80.800 milioni di euro, maggiore di 38.225 milioni di euro rispetto al 2008.
Non solo, nel 2009 il saldo primario (indebitamento al netto della spesa per interessi) del nostro paese e' risultato negativo (-0,6% del Pil), in calo del 3,1% rispetto al 2008. Grazie alla riduzione dei tassi d'interesse, e' diminuita anche l'incidenza degli interessi passivi sul Pil, pari al 4,7% (5,2% nel 2008). Anche il saldo delle partite correnti e' stato negativo: il disavanzo e' pari a 31.129 milioni di euro, con un peggioramento rispetto all'anno precedente di 43.216 milioni di euro. In rapporto al Pil il saldo e' sceso attestandosi al -2%, per effetto della dinamica della crescita delle uscite correnti (2,3%) e del calo delle entrate correnti (-3,6%). E' cresciuta invece la spesa pubblica complessiva del 3,1%, evidenziando una decelerazione rispetto al 2008 (+3,6%). La sua incidenza sul Pil e' aumentata, passando dal 49,4% nel 2008 al 52,5%. Nell'ambito delle spese correnti, continua l'Istat, i
redditi da lavoro dipendente (che incidono per circa un quinto sul totale delle uscite) sono saliti, in Italia, dell'1,0%, con un ritmo molto inferiore rispetto al 2008 (3,6%). Le spese per consumi intermedi hanno registrato un aumento del 7,5%, proseguendo la tendenza degli anni precedenti; le prestazioni sociali in natura, che includono prevalentemente le spese per assistenza sanitaria in convenzione, sono aumentate del 4,0%.
Di conseguenza, la spesa per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche e' aumentata del 3,3%, in rallentamento rispetto alla crescita del 4,3% del 2008.
La pressione fiscale aumenta e l'Italia è quinta nell'Unione europea per il peso delle tasse. Lo rileva l'Istat, secondo cui nel 2009 la pressione fiscale complessiva rispetto al Pil è passata al 43,2%, dal 42,9% dell'anno prima. Nella classifica europea dell'incidenza sul Pil del prelievo tributario e contributivo, l'Italia si piazza quindi al quinto posto (insieme alla Francia), preceduta da Danimarca (49%), Svezia (47,8%), Belgio (45,3%) e Austria (43,8%). I valori più bassi sono invece in Lettonia (26,5%), Romania (28%), Slovacchia e Irlanda (29,1%).  L'aumento della pressione fiscale in Italia, spiega l'istituto di statistica, "è l'effetto di una riduzione del Pil superiore a quella complessiva del gettito fiscale e parafiscale, la cui dinamica negativa (-2,3%) è stata attenuata da quella, in forte aumento, delle imposte di carattere straordinario (imposte in conto capitale), cresciute in valore assoluto di quasi 12 miliardi". Infatti, fra le imposte straordinarie sono classificati i prelievi operati in base allo scudo fiscale, per
un importo di circa 5 miliardi, e i versamenti una tantum dell'imposta sostitutiva dei tributi, che hanno interessato alcuni settori dell'economia, in particolare quello bancario.  Tutte le altre componenti del prelievo fiscale, conclude l'Istat, sono risultate in calo: le imposte indirette del 4,2% (dopo essere diminuite già del 4,9% nel 2008), le imposte dirette del 7,1% e i contributi sociali effettivi dello 0,5%. La flessione delle imposte dirette è dovuta essenzialmente al calo del gettito Ires (-23,1%) rispetto al 2008, mentre quella delle imposte indirette ha risentito delle significative diminuzioni del gettito dell'Iva (-6,7%) e dell'Irap (-13%).
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venerdì, giugno 25, 2010
 
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giovedì, giugno 24, 2010
 
Come volevasi dimostrare
 Un uomo politico vicino al capo del governo è imputato in un delicato processo. In Italia c’è una legge che consente ai ministri di rinviare le udienze. Pochi giorni prima che l’uomo politico compaia  davanti ai giudici il capo del governo inventa un ministero inutile e lo nomina a capo di quel dicastero. L’uomo politico, nemmeno una settimana dopo, utilizza quella legge.
Nel caso Brancher tutto è avvenuto alla luce del giorno. Chiaro, lampante, cristallino. Perfino trasparente. Con esattezza evidente e matematica. 
La stessa esattezza matematica prevederebbe che il partito del capo del governo e dell’uomo politico perda per una cosa così alcuni milioni di voti.
Ma in Italia non succede eprobabilmente non succederà.
Perchè?
(Braconi, La Repubblica)


postato da carnesalli | 14:06 | commenti (1)

sabato, giugno 19, 2010
 
DA SENTIRE!
ROMA 19.6.2010
postato da carnesalli | 20:46 | commenti (1)

giovedì, giugno 17, 2010
 
nessuno tocchi i blog


Tutte le informazioni qui
postato da carnesalli | 09:19 | commenti (1)

lunedì, giugno 14, 2010
 
La stampa nemica
di GIORGIO BOCCA - da REPUBBLICA 11 GIUGNO 2010

A DIFFERENZA di altri sultani che nascondono la spada con cui feriscono i nemici, l'estroverso Cavaliere vuole che lo si sappia che è stato lui a usare i suoi soldi e i suoi poteri per sbarazzare il campo dai critici e da quelli di diverso parere. È stata la sua voce isterica e cattiva a lanciare gli anatemi contro giornalisti e opinionisti che osavano contraddirlo.
A chiedere apertis verbis ai dirigenti della Rai di toglierglieli dai piedi, a non sopportare la presenza dei Montanelli, dei Biagi e di chiunque mettesse in discussione il suo sovrano potere sultanesco. Non stupisce quindi che ora voglia addirittura imbavagliare la libertà di stampa tout-court, chiudere la bocca ai giornali e alla verità. Si è detto spesso che Berlusconi, a differenza di altri padroni, è un buono, uno che corre al capezzale dei dipendenti ammalati, che li manda in crociera per le vacanze e gli telefona: "Siete belli, siete abbronzati, al vostro ritorno troverete una gratifica, la prossima volta ci sarò anch'io, ho già pronto lo smoking". Certo, è un imprenditore non un gangster, uno che usa le parole più che la violenza, ma non è uno che perdona chi si mette sulla sua strada, prima o poi cerca di eliminarlo. Non lo nasconde, vuole che tutti sappiano che l'incauto ha avuto la sua giusta punizione.

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postato da carnesalli | 14:15 | commenti (1)

domenica, giugno 13, 2010
 
Dal sito di articolo 21



  “Deve passare la nottata..”, recitava e scriveva il grandissimo Eduardo De Filippo, esprimendo il dolore e il disagio di chi è costretto ad aspettare, a sperare che il male e la malvagità passino, magari spazzate da una salvifica tempesta o sradicate dal Dio dei giusti e degli onesti. Noi, tuttavia, non possiamo permetterci di aspettare né che la nottata passi, né che un Dio decida finalmente di buttare un occhio su questa terra da tempo lasciata nelle mani del maligno…

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postato da carnesalli | 19:38 | commenti

venerdì, giugno 11, 2010
 
No alla legge bavaglio!
Di fatto lo eravamo già.
Ma da ieri siamo "tecnicamente" in una dittatura.
Quando nel 1923 fu deciso di imbavagliare l'informazione
Ecco come nel luglio del 1923 il Governo guidato da Benito Mussolini attuò una serie di provvedimenti per mettere il bavaglio ai giornalisti e all'informazione. Fu l'inizio di una drammatica stagione che portò al Regime fascista

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postato da carnesalli | 09:02 | commenti

giovedì, giugno 10, 2010
 
Rsf: disubbidite pubblicheremo noi i vostri articoli
di Jean-François Julliard
I senatori italiani sono oggi l’ultimo baluardo democratico contro il progetto di legge sul divieto di pubblicazione delle intercettazioni telefoniche o delle informazioni relative a indagini in corso. Il testo prevede sanzioni penali ed economiche, multe che possono raggiungere più di 450mila euro per gli editori di giornali o per media audiovisivi che dovessero diffondere documenti o registrazioni audio e video realizzati nel corso di una indagine giudiziaria.
Se il testo fosse ratificato oggi, i senatori impedirebbero de facto qualunque indagine giornalistica nel campo giudiziario. Prigioni o multe sproporzionate, le pene in cui possono incorrere i contravventori rappresentano in effetti una vera censura, un ostacolo economico e penale inammissibile alla libertà di informare su uno degli aspetti principali di una società democratica.
Nessuno mette in discussione il principio dell’indipendenza dei magistrati italiani, unici titolari del compito di pronunciarsi sui dossier giudiziari. Ma la storia ci ha dimostrato che la stampa ha spesso, e molto largamente, contribuito con le sue inchieste a far progredire dei casi, se non addirittura impedito che essi cadessero nell’oblio o nell’impunità. E se è vero ed evidente che l’Italia non può essere ridotta ai suoi problemi di corruzione o alle attività mafiose, è anche certo che questi temi non possono essere “legalmente” seppelliti da un testo che legittima il blackout mediatico. I giornalisti italiani possono sin da ora contare sulla solidarietà di Reporters sans frontières per pubblicare simbolicamente sul nostro sito i dati che dovessero cadere sotto il colpo di questa censura.
Una decina di giornalisti italiani vivono sempre sotto protezione della polizia per aver indagato su questi temi giudiziari e per averli pubblicamente denunciati. Questo unico fatto avrebbe dovuto convincere da molto tempo i parlamentari ad abbandonare questo progetto. Non mescoliamo d’altra parte i ruoli. I giornalisti non sono responsabili né del contenuto di queste intercettazioni né degli scandali che esse permettono di mettere in evidenza. La loro pubblicazione in extenso nei media non costituisce diffamazione ma è di interesse pubblico e costituisce, d’altra parte, uno dei principali vettori che permettono di rinforzare le indagini pubblicate. Allo stato, il progetto di legge metterebbe i giornalisti in una posizione schizofrenica, stretti tra l’esigenza di fornire la documentazione indispensabile per chiarire ciò che scrivono e la proibizione legale di fornirle ai propri lettori.
Noi facciamo appello a ogni senatore perché non si renda complice di una legge liberticida e totalmente incompatibile con gli standard democratici europei che le assemblee parlamentari devono incarnare e garantire. La posta in gioco di questa legge supera d’altra parte l’ambito nazionale.
Se l’Italia, membro fondatore dell’Unione europea, dovesse approvare questo testo di legge, il segnale inviato ai paesi extra europei sarebbe catastrofico e incoraggerebbe un buon numero di dittature a “ispirarsi” opportunamente a questo testo per limitare la capacità investigativa della stampa locale. Secondaria agli occhi di alcuni, questa dimensione del problema non può, non deve, essere trascurata.

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martedì, giugno 08, 2010
 
Eugenetica padana
(Concita De Gregorio)
L'incredibile storia che vi raccontiamo oggi ha il pregio, se è lecito usare la parola pregio in una vicenda che non ne contempla alcuno, di chiarire esattamente in cosa consista, nella pratica, quel mix di egoismo, brutalità, cinismo e disprezzo delle povertà in qualunque forma si manifestino che va sotto il nome di leghismo. Siamo nella Regione Veneto, si parla di trapianti di organi. L'assessore alla Sanità, fieramente padano, scrive le linee guida a cui i medici delle strutture regionali dovranno attenersi. Non si dovranno trapiantare organi, scrive nero su bianco, a quelle persone che abbiano un quoziente intellettivo al di sotto del punteggio 50. Nemmeno a chi abbia di recente tentato il suicidio. Anche in questo caso non ne vale la pena. Perché la comunità dovrebbe dare un fegato a uno che ha cercato di uccidersi? E se lo fa un'altra volta? È uno spreco. Perché bisognerebbe dare un rene a una persona down, a un ragazzino con un deficit dell'intelligenza? Perché lo chiede sua madre? Ma andiamo, su.
Basta con questi buonismi pietosi. Si trapianta qualcuno che valga la pena trapiantare: i malati potenzialmente sani. I malati cronici no. Un demente, un handicappato: che si trapiantano a fare, tanto sani non tornano. L'estensione del criterio a chi ha tentato il suicidio è se possibile persino più aberrante. È come stabilire per legge che non esista la sofferenza dell'anima, il dolore disperato e profondo - emendabile, tuttavia, chi non lo spera? È come stabilire nelle linee guida venete che la speranza non esiste. Chi tenta di uccidersi deve essere un malato di mente. Uno che lo farà certamente di nuovo. Col paradosso, lo spiega nella sua veste di medico Ignazio Marino, che chi tenta il suicidio ingerendo pasticche (da cui spesso discende la necrosi del fegato) non dovrebbe essere operato ma lasciato morire.
Le linee guida sono state scritte un anno fa, nel marzo del 2009. Per un anno, dunque, si suppone che i medici vi si siano attenuti. Solo in questi giorni, dopo che l'American Journal of Transplantation ha pubblicato un articolo incredulo parlando del Veneto alla comunità internazionale, il medesimo assessore ha ritenuto di «rispondere a questo polverone» con una circolare interpretativa che fa parziale marcia indietro. Se nessuno ne avesse scritto - e nessuno, per un tempo lunghissimo, lo ha fatto - tutto a posto, avanti così. Sorgono spontanee alcune domande, pur senza disporre di un quoziente intellettivo straordinario. Per quale ragione i paladini delle crociate antiabortiste non insorgono? Se decidere di non far nascere una creatura destinata è vivere con gravi handicap è omicidio (eugenetica, come sostengono, selezione della razza) non è ben più grave negare le cure ai vivi, nati e divenuti adulti? Bisognerebbe farli nascere e poi morire negando loro le cure? E perchè chi è destinato a morte certa, malato terminale, deve stare attaccato alle macchine contro il volere suo o dei suoi familiari? In che senso far intervenire la scienza per mantenere in vita una persona in coma irreversibile è più utile, giusto, etico che farlo per mantenere viva una persona viva? Dipende dal suo Q.I.? Se è questo il punto riprendiamo pure a parlare di selezione della razza: riprendiamo da qui.
........
Potremmo continuare...
Solo un dato ancora: 150.000 bambini di prima elementare quest'anno resteranno fuori dal tempo pieno..

postato da carnesalli | 08:53 | commenti (1)

martedì, giugno 01, 2010
 
A proposito del colpo di stato bonariamente chiamato "legge sulle intercettazioni"
Guardate e ascoltate Travaglio (e diffondete se potete, finchè si potrà...):
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e0f4a3fb-8865-40ca-9ab8-ad57bc0312ea-annozero.html?p=0
postato da carnesalli | 11:50 | commenti (1)