ABBECEDARIO A MODO MIO

ABBECEDARIO A MODO MIO


"IL CONTRARIO DELL'AMORE NON E' L'ODIO, MA L'INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELLA VITA NON E' LA MORTE,MA L'INDIFFERENZA QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI" E.Wiesel

Sono particolarmente sensibile ai problemi sociali e a quelli delle persone più deboli: faccio del mio meglio perché si affermino i diritti di cittadinanza, di libertà, di eguaglianza, di giustizia, del lavoro, allo studio, a essere curati.
Credo in una società aperta, solidale, protesa al futuro, ma un futuro di equità e fratellanza.
Credo che ciò debba essere raggiunto assieme a tutti gli uomini di buona volontà che non hanno una visione egoistica della vita.
Alla domanda posta dai versi di una canzone "...Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?", vorrei che di me si dicesse, parafrasando ancora i versi del medesimo cantautore: "Ha avuto la forza che serve a camminare, ...e comunque la sua parte l'ha potuta garantire".
(Introduzione de "Abbedecedario a modo mio", del sottoscritto, Euzelia edizioni)

lunedì 6 febbraio 2012

T - TECNICI

Prima la Fornero (una serie di spropositi inenarrabili)
Poi Monti sulla monotonia del posto fisso e sul buonismo sociale
Quindi la Cancellieri (“i giovani vogliono il posto fisso vicino a mamma…”, inqualificabile e offensivo)
Infine Profumo. “i giovani imparino a creare”

Finito il panico da fallimento, mi pare di avvertire, dietro le metafore infelici di una certa accademia, anche un certo piano, destinato a traghettare questo paese verso altre direzioni.
L’obiettivo mi sembra chiaro: sindacato e partiti, o quel poco che resta di essi
I cosiddetti corpi intermedi, considerati un ostacolo a quel progetto tecnocratico: i settori molto forti dell’economia, della finanza, della burocrazia, coltivano il sogno di allestire in fretta una macchina più snella per imporre un’alternativa manageriale alla crisi del sistema, e cioè una nuova coalizione politica
Si stagliano all’orizzonte quelli che Gaber chiamava i “nuovi tecnocrati italiani” (E l’Italia giocava alle carte,e parlava di calcio nei bar e l’Italia rideva e cantava… ricordate?), che sono molto oltre la destra cialtrona che ci ha governato finora
Ma soprattutto contro la sinistra e i sindacati, che vengono sottoposti a strappi progressivi per fare loro il deserto attorno
In sintesi: annichilire i soggetti organizzati e ridurre la politica a mera amministrazione.
E le urla contro la casta non sono altro che il tentativo di sbarazzarsi dell’autonomia della politica in quanto tale.
E’ evidente quindi che si debba diffidare dei governi tecnici e della politica ridotta a operazione neutrale: occorre finalmente tornare alla sfida politica e culturale

Ce lo ricordava qualche giorno fa  anche il direttore dell’Unità Claudio Sardo:
“La modifica dell’articolo 18, nel senso di liberalizzare i licenziamenti per motivi economici, non serve ad aumentare le dimensioni delle piccole imprese italiane, né ad attirare gli investimenti stranieri, né ad accrescere la produttività del sistema-Paese. Lo sanno tutti, e lo dicono apertamente pure gli economisti di scuola liberista. La questione è diventata invece un simbolo politico, un’arma puntata contro il potere contrattuale residuo dei lavoratori, contro il sindacato e contro l’autonomia dei corpi intermedi.
Oggi invece il governo lancia segnali contraddittori. Anzi, talvolta i segnali di Monti e di Fornero vanno in direzione contraria. E sono tanti i cantori, a partire dai due maggiori quotidiani italiani, che intonano la sinfonia della rottura sociale e spingono Monti a fare ciò che «i partiti non faranno mai», cioè mettere all’angolo i sindacati, fare a meno della trattativa tra le parti.
Il governo dei tecnici può mettere il «patto sociale» al centro del programma di ricostruzione nazionale, ma può anche affossarlo definitivamente, spostando gli equilibri dei poteri a favore di oligarchie che vogliono marginalizzare i corpi sociali (sia essi partiti, sindacati, cooperative, terzo settore, etc) e lasciare gli individui soli di fronte al marcato.”