Sabato si discuteva di articolo 18 e della Fornero (so che al ministro dà fastidio che si usi l’articolo prima del nome, e per questo lo uso: le radici lombarde sono più importanti dei vezzi snob di un ministro)
Qualcuno mi ha (amichevolmente, certo) apostrofato definendomi “rancoroso”.
Ci pensavo questa mattina sul tram.
Mi sembra un concetto molto legato al tormentone tutto italiano: “moderato” (all’estero nessuno, tanto meno un politico, si sognerebbe di definirsi così)
Termine invece usato e abusato qui da noi; e che francamente non so bene cosa significa.
Moderatismo? Non mi pare essere una categoria politica: moderato è forse chi porta moderazione nella politica.
Quindi può essere definito moderato Vendola, ed estremista Calderoli.
E’ un po’ come il concetto di riformista: non esprime alcun contenuto
Significa solo volontà di cambiamento con gradualità
Il contrario di riformista non è estremista, è massimalista.
Non si parla di contenuti, ma di tecnicalità.
Dossetti era certo radicale, così come don Milani. O don Mazzolari
Berlinguer era certo riformista
Quindi “moderato” non può essere sinonimo (o prerogativa) di “cattolico” (qualcuno lo dica a Casini): chessò, Gesù può essere definito moderato?
Portava moderazione, offriva l’altra guancia, ma insomma il messaggio era radicale
Mi sono allora venute in mente le parole di un grande uomo, Mino Martinazzoli
Certamente “moderato” (portava moderazione nella politica), certamente riformista (la rivoluzione non era il suo obiettivo), ma altrettanto sicuramente “radicale” (come può essere chiunque si ispiri al Vangelo: pensate solo alla sua assoluta integrità morale)
Lui usava dire:
«Il moderatismo sta alla virtù della moderazione come l’impotenza sta alla castità».
Ecco, allora forse il mio non è rancore, o estremismo.
Essere radicale non vuol dire essere massimalista: vuol dire forse, come ricordava Bersani citando Berlinguer, “essere fedeli agli ideali della propria gioventù”
Il mio dunque non è rancore.
No: è, pensandoci bene, indignazione. Moderata, ma indignazione.
Dedico pertanto a tutti i “moderati” (con le virgolette, come piace alla Fornero) questa filastrocca. Scritta per bambini, ma che certo può essere utile anche agli adulti.
Tu dici che la rabbia che ha ragione
E’ rabbia giusta e si chiama indignazione
Guardi il telegiornale
Ti arrabbi contro tutta quella gente
Ma poi cambi canale e non fai niente
Io la mia rabbia giusta
Voglio tenerla in cuore
Io voglio coltivarla come un fiore
Vedere come cresce
Cosa ne esce
Cosa fiorisce quando arriva la stagione
Vedere se diventa indignazione
E se diventa, voglio tenerla tesa
Come un’offesa
Come una brace che resta accesa in fondo
E non cambia canale
Cambia il mondo
(Bruno Tognolini)
Buona indignazione a tutti!